Largo ai giovani LA PRIMA VENDEMMIA DI STEFANO BASTIANI
In principio fu nonno Bruno; per lui la terra non aveva segreti. Con nonna Nella (un'artista nell'allevare maiali vitellini e vacche da latte..) rivoltò le ghiaie della pianura cormonese e le marne del Collio per farne alla fine degli anni '60 un CRU' armonioso e ben distribuito a cavallo di due zone DOC famose: il “Collio” e “l'Isonzo”. Bruno se ne andò anzitempo quasi in punta di piedi discreto come sempre era stato nella sua vita. Agli inizi del '70 venne il turno di Mario. Marinella era molto giovane e come Mario figlia di viticoltori seri impegnati in Plessiva là dove il Collio è frontiera. Visti e piaciuti in parole povere. Alternando le stagioni dei lavori e degli amori il destino regalò loro prima Rosanna e poi Stefano che scelsero l'una l'indirizzo di laurea universitaria in enologia l'altro l'Istituto tecnico agrario di Cividale specializzazione enologia.
Nel “Vigneto Bastiani” i filari scendono dolcemente lungo il lento degradare del Monte Quarin dove – a BORGO SAVAIAN- la “ponka”del Collio (marne ed arenarie dell'eocene medio) si confonde con le prime ghiaie della pianura isontina. Le uve rosse ne traggono struttura e sostanza colorante che si armonizzano ulteriormente durante l'affinamento nelle botti di rovere. Ed in cantina? Pulizia innanzitutto e nei vini caratteri marcati di tipicità. Poca uva un buon controllo termico una corretta scelta del legno o dell'acciaio negli affinamenti. Tutta qui la ricetta di Mario Bastiani per un vino diverso che regga nel tempo e rechi la sua impronta.
Una ricetta che Stefano ha fatta propria sin dal primo giorno da ex studente
cioè quando -tornando a casa dall'Istituto agrario di Cividale con in tasca un diploma “pesante” d'enologo (giugno 2002) - papà Mario ( un maestro nella vigna ma anche con un fine palato) gli ha passato orgogliosamente il testimone
dandogli carta bianca in cantina. Claudio Fabbro Gorizia 22 settembre 2002
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