Il personaggio di cui ci occuperemo oggi rientra in quella stretta
cerchia di vignaioli " bandiera" di cui il mondo del vino si occupa da
sempre con curiosità
invidia
ironia
ammirazione o
se vogliamo
con
un mix di sentimenti in continuo divenire.
Non sono molti
in Friuli
nel Collio e nel Carso
quei giovani che
hanno scelto di vivere fuori dal coro
ritagliandosi –e qui lo diciamo
senza retorica- uno spazio nella piccola storia del VIGNETO FRIULI in
cui vivono in perenne fibrillazione.
Edi Kante è un ragazzo buono
dalla volontà di ferro
testardo e duro
come la roccia con cui ha iniziato a combattere da quando vestiva alla
marinara.
Il suo rapporto d'odio ed amore con la roccia carsica è addirittura
"maniacale" e la quotidiana competizione ha creato –nei media- un
simbolo ed emblema; nei giovani viticoltori che vivono quotidianamente
al suo fianco EDI è LIDER MAXIMO indiscusso
ascoltato
imitato.
Un attore ? neanche a parlarne ! Sono gli altri che vanno a cercarlo.
Edi rifiuta il palcoscenico
le passerelle mondane
i dibattiti
raffinati.
Quando ti vede ti pesa e se non gli vai a genio meglio che giri i
tacchi; se gli piaci aprirà il suo scrigno prezioso
facendoti partecipe
dei suoi mille segreti
senza reticenze.
E di segreti ne ha da vendere !
Da bambino ha completato gli studi agrari con una pratica immediata
anche nel settore vivaistico
delle distillazioni
dell'impiantistica e
dell'enologia
guardando avanti ma più spesso scavando negli archivi
carsolini per coglierne preziosi suggerimenti.
Un fisico -lui beato- da atleta
da cestista
Edi è una forza della
natura in perenne movimento.
Le sue vigne
tutte GUYOT fittissime
sono un autentico giardino
ricavato nelle doline( conche fertili e vere oasi in un mare di
pietra..) o con riporti di buona terra rossa.
Le gemme gli arrivano al ginocchio; ecco allora l'invenzione di una
"barella" per se e per gli operai
per potare e vendemmiare. Il classico
uovo di colombo.
Qualità in vigna
dicevamo. Qui inizia la ricetta di Edi KANTE.
Ovvero i quintali previsti dal disciplinare divisi per due; è il
concetto del "vino sugo" che si stacca dalla media ma quando entra in
bottiglia( dopo macerazioni marcate
batonage dei lieviti - ovvero
rimescolamento quotidiano degli stessi- affinamenti in botticelle ecc.)
può rimanerci per anni
senza mai ossidare.
Poi c'è il vino "secondo natura".
Uva sana
raccolto tardivo
trattamenti zolfo-rame come usava il nonno
insetticidi ed esteri fosforici " pussa via !!" e vinificazione
"tradizionale". Nel senso che lo scrupoloso controllo della temperatura
ed i tempi dei travasi sostituiscono pompe centrifughe
chiarifiche e
filtrazioni varie.
Per fare questo
però
ci vuole la cantina giusta.
Ecco allora che il cerchio si chiude e-chi poteva dubitarne- ci porta
insieme ad Edi nel cuore del Carso
nel profondo di una cavità un po'
naturale un po' frutto di scavi e sudori
che racchiude uno dei più
suggestivi gioielli.
Una cantina posta su più piani
a sezione rotonda e temperatura
progressivamente decrescente
per ospitare il mosto prima e farlo
dolecemente cadere senza pompaggi e stressa nei piani sottostanti.
Le pareti sono costituite dalla roccia
al netto di cementi ed intonaci
vari e con un film d'acqua a ricoprirla
come si può osservare-fra una
stalattite e l'altra
nelle grotte di Postumia
Gigante ecc. ecc.
Edi Kante
(nelle foto con la famiglia e con Claudio
Fabbro) ha fatto conoscere al mondo degli intenditori i vini del "Carso":
è un onore che egli merita e che si è conquistato tra le sue vigne. Il "Carso"
è bellissimo
straordinario
unico nel suo genere per le sue rocce
bianche
per i suoi colori intensi
per la sua terra rossa. Passeggiarvi
in autunno
quando l'arbusto di sommaco diventa vermiglio
è una delle
emozioni naturalistiche tra le più belle che si possano conoscere.
Il microclima del "Carso" mescola l'influenza del mare
che è lì sotto
protetto dalla barriera di roccia calcarea che s'innalza dall'Adriatico
e che comunque riesce a far sentire i suoi tepori
e la forza a volte
irruenta del clima continentale con i venti di bora e tramontana che
tengono l'aria tersa e asciutta. Certo: il "Carso è affascinante
ma dal
punto di vista agrario è una terra difficilissima
impervia
asciutta
scontrosa.
Ma dove la vigna soffre
i vini - con l'interpretazione
decisiva come nel caso di Kante - si fanno eccelsi. La storia del "Carso"
è legata al suo vino più rappresentativo: il "Terrano". Le sue origini
arrivano ai Romani; forse era il "Pucino"
vino tanto amato - e bevuto -
da Livia
seconda moglie di Augusto
nonchè lodato da Plinio il Vecchio.
Fa comunque parte della grande famiglia dei "Refoschi"
forse l'uva più
antica che si coltiva in Friuli. Qui
sul "Carso italiano"
lo chiamano
"Terrano"
mentre in Istria diventa "Refosk". La disputa sulle sue
origini è tutta da risolvere e mai crediamo verrà chiarita.
Un fatto però è certo: il "Terrano" è figlio del "Carso" e in esso si
immedesima. Gli austriaci lo vendevano in farmacia per gli anemici. Il
suo colore è sanguigno
i suoi toni sono fruttati. Nella tradizione e
prima dell'arrivo di grandi interpreti come Kante
era un vino
scontroso
acerbo
di vita brevissiama
adatto ai piatti di maiale della
cucina carsolina; coma la gelatina che si mangia a Pasqua. Un vino
scontroso ma affascinante come la terra che lo genera.
Edi lo ha nobilitato senza privarlo della sua spiccata personalità. Edi
è affezionato anche e soprattutto a un altro vini autoctono
un bianco
che egli ha contribuito in maniera decisiva a salvaguardare: la "Vitovska"
un bianco snello
ma di buona struttura
sbarazzino e molto piacevole.
Ma a noi piace ricordare soprattutto un altro vino autoctono che Edi
produce: la "Malvasia Istriana"
come la terra vicinissma dalla quale
deriva. Un vino dai toni di frutta dolce per farsi poi suadente e
piccante
grande vino per accompagnare i persci al forso con gli aromi
del "Carso".
Infine due classici: il "Sauvignon" e lo "Cardonnay". Nel Sauvignon"
Kante gioca abilmente tra i toni esuberanti del "Sauvignon" e quelli
ovattati della barrique
creando un interessante e personale armonia di
profumi e sapori. Lo "Chardonnay" è più impegnativo
ha un tono
gustativo deciso con una lunga persistenza aromatica.
Ultima nota: la nuova cantina
tutta scavata nella roccia carsica
e per
tale motivo ideale per l'affinamento sia in barrique che in bottiglia
va visitata. Ha forma circolare con delle colonne centrali e dà
sensazioni che oggi non esistono più: crea emozione.
I VINI DI EDI
KANTE
"Carso Chardonnay"
"Carso Malvasia"
"Carso "Sauvignon"
"Carso
Terrano"
"Carso Vitovska".Anno di fondazione 1980. Superficie a vigneto
10 ettari