le
aziende
NADALI - Viticoltori in Corona Un enoturista ben informato ed attento all'evoluzione vitivinicola
dell'Isontino ma anche sopraffino segugio delle novità agrituristiche ci
stimola a conoscere più da vicino un vino rosso da vitigno mitteleuropeo
dimenticato da molti ma fortunatamente non da tutti. FRANCONIA o BLAUFRÄNKISCH ? questo è il dilemma ! "In provincia di Udine si è diffuso negli anni ' 30 dapprima nei mandamenti di Cervignano e Palmanova ed ora è coltivato un po' dappertutto . A titolo informativo il Poggi (1939) osservò che "la Commissione Internazionale Ampelografica al Congresso di Colmar nel 1875 ammise per il vitigno il nome principale di Blaufränkisch". "In Francia sempre scomodando il POGGI il vino lo si giudica forse superiore al "Gamay". In FriuliVenezia Giuliasecondo alcuni tecnici ha incontrato il favore dei viticoltori perchè matura presto ed è quindi prontamente commerciabile; fatto questo di considerevole importanza in Friuli e nell'Isontino dove le richieste di vini soprattutto a livello di ristorazione agrituristica sono sensibili subito dopo la vendemmia per l'esaurimento dei prodotti dell'annata precedente e la crescente curiosità per quelli nuovi (che nulla hanno però a vedere con i " novelli"). Il vino se ben fatto si presenta brillante con un leggero speciale profumo di frutti di bosco freschi ( ma non FOXY) ed è bene accetto dai consumatori. Ciò non deve però far credere che una larga diffusione del "Blaufränkisch" sia raccomandabile a scapito di altre varietà di merito come il " Refosco" il "Merlot" ed i "Cabernet". E gli stessi viticoltori che del resto sono sempre buoni giudici non lo pongono certamente ai primi posti nella ricostituzione viticola sempre in atto: ragione per la quale il vitigno se in talune località ha particolare e preminente importanza per la produzione di tipi da tavola si ritiene però che verrà sempre coltivato su scala molto limitata. Non a caso l'unica DOC regionale a prevederne la coltivazione è la FRIULI ISONZO. Forti di una convinzione "epidermica" privilegiante l'appartenenza del vitigno in questione quantomeno all'area gia ricompresa nell'Impero EX A.U. abbiamo voluto effettuare un supplemento d' indagine . Con Stefano nelle vesti d'esploratore ed io in quelle di fotografo abbiamo scovato in Gorizia all'altezza di Via RAFUT e via FAVETTI una via denominata proprio FRANCONIA! Trattasi probabilmente dell'unica via cittadina dedicata ad un vino e se tale scelta fu fatta un motivo deve esserci stato. Nulla a che vedere con la simpatica iniziativa più recente del Comune di Corno di Rosazzo di affiancare alle vie già dedicate a persone o luoghi anche un partner enologico con grande gioia dell'agriturista e del fotografo . D'altra parte la NIZZA D'AUSTRIA contava non poco per gli Asburgo e dintorni a cavallo fra il XIX e XX secolo ed il collegamento con Scuole famose (ad es. KLOSTERNEUBURG bei WIEN ) era molto forte. Ma queste sono solo ipotesi che lo storico potrà arricchire con nuove e gradite documentazioni. È un vino di colore rosso rubino vivo odore vinoso commisto a leggere profumo caratteristico asciutto tannico fresco sapido non molto alcolico mediamente di corpo abbastanza armonico. Si sposa bene con grigliate di carne e selvaggina. Ma meglio ancora come avremo modo di constatare di persona all'AGRITURISMO NADALI con MUSET & BROVADA salame nell'aceto avicunicoli ruspanti insaccati ed affettati vari da porco domestico formaggi di media stagionatura ed altro ancora. CORONA : UN PO' DI STORIA Vari reperti risalgono pure ai tempi del Patriarcato d' Aquileia (1160) o dei Conti di Gorizia (1200) oppure della Repubblica di Venezia (1720). Per non parlare dei Turchi che il 28 settembre 1499 misero il territorio a ferro e fuoco. Nel 1615 i primi colpi d'archibugio delle "guerre gradiscane" furono sparati proprio a Corona i cui vini "allietarono" nel 1797 le truppe napoleoniche in transito mordi e fuggi per Gorizia. (Oggi li chiamerebbero "espropri proletari" anteponendo a quel S.Martino Santo verace tanto caro ai contadini l'inflazionato ed improvvisato S.Precario terrore dei supermercati e degli osti). In terre di frontiera la storia non ha mai concesso privilegi al contadino! ALLE RADICI DEI NADALI "Fu quel risarcimento correva l'anno 1922 che il Governo concesse al bisnonno LUIGI per compensare in parte i danni dei bombardamenti che gli permise di affrancarsi dalla mezzadria. "Il 23 dicembre 1923 il Commissario Prefettizio del Comune di Corona lo autorizzò a vendere i vini prodotti nei propri fondi pari a 30 ettolitri in mesi tre". E trasferì la sua passione al figlio GUERRINO con cui l'azienda NADALI prese corpo rilanciando allevamenti e coltivazioni reggendo bene l'urto del secondo conflitto. In terre di frontiera non c'è pace tra i filari! Nel 1953 ILVO NADALI un atleta tuttora in ottima forma lasciò Corona con un contratto forte in mano a soli 18 anni d'età confermando la bontà del vivaio calcistico friulano in generale ed isontino in particolare (IVANO BLASON ad esempio pupillo di Nereo Rocco era di S.Lorenzo ad un tiro di schioppo di Corona ndr). Dieci anni di brillante professionismo una saggezza contadina mai persa di vista (allenamenti tanti e discoteche al bando) ed infine anche per ILVO venne il momento d'appendere le scarpette al chiodo. L'amore per la vita di campagna riprese il sopravvento. Furono quei risparmi sudati alquanto che gli permisero di creare insieme all'amata NIVES (che nasce VISINTIN ed ha le classiche mani d'oro sia in campagna che in cucina..) un'azienda modello la cui affermazione avvenne comunque agli inizi degli anni ' 90 quando i figli MASSIMO (enotecnico) ed ALBERTO (perito agrario) decisero di trasferire nell'azienda di Famiglia l'esperienza maturata tra i banchi di scuola. Sistemate le vigne (Tocai friulano Malvasia istriana Pinot bianco e grigio Sauvignon e Chardonnay fra i bianchi; Merlot Cabernet franc e sauvignon oltre a Franconia fra i rossi) i NADALI hanno creato ex novo una cantina funzionale moderna dimensionata sulla base della produzione. Molte vasche inox per i bianchi e per i rossi grandi botti di rovere di Slavonia e barrique quanto basta per rossi meritevoli d'entrarci senza subirla secondo le annate. Al benessere della bottiglia provvede il CENTRO DI RIFERIMENTO ENOLOGICO di Pozzuolo e qualche buon consiglio di enologi collaudati quali GIANNI BORTOLUZZI e BEPPE LIPARI . Nelle vigne i giovani NADALI applicano criteri di difesa integrata in collaborazione con l' Ufficio di Gorizia del SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE (che ha posizionato una centralina meteo dotata di sofisticatissimo software per il monitoraggio delle peronospora proprio nel cuore dell' azienda) proprio per evitare inutili irrorazioni men che meno d'insetticidi. Anche perchè il primo banco di prova è l'agriturismo adiacente la cantina dove gli appassionati di un certo tipo di cucina contadina genuina e ruspante intimamente legata al ritmo stagionale degli orti ma anche ai segreti della norcineria può godersi quelle pietanze dai sapori tradizionali che mamma NIVES sa preparare senza temere concorrenze. Il suo sorriso e cordialità insieme al giovanile entusiasmo dei ragazzi e la saggezza di ILVO (imprenditore da sempre seriamente impegnato ai vertici dell'Organizzazione professionale dei COLDIRETTI e della cooperazione) costituiscono la ricetta vincente di una bella Famiglia in cui il ricambio generazionale avviene senza scossoni in buona armonia fra accelerazioni e frequenti richiami alle tradizioni di nonni e bisnonni . E proprio nei giorni scorsi in onore dei NADALI e della FRANCONIA il Sindaco di Mariano prof. ADRIANO NADAIA ha voluto ringraziare e premiare la Famiglia per il contributo dato alla valorizzazione del territorio. Con lui il direttore della COLDIRETTI ISONTINA Baldassarre D'AMORE dirigenti e tecnici degli Uffici agrari regionali enologi e tanti amici da sempre a loro vicini . 82 anni di storia non sono pochi ed altri i nipotini di ILVO già scalpitano seguiranno nel tempo.
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