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ANDAR PER CRU: IL TOCAI DEL ROLAT
Molto si è discusso su questo vitigno, particolarmente a proposito della grafia, poichè sino a pochi anni or sono era in uso scrivere "Tokay".
Quali le origini del vitigno? Qui leggenda e storia si intersecano.
Il Prof. Giovanni Dalmasso in "La Vite ed il Vino del Settecento", "Storia della Vite e del Vino in Italia" - ricorda che A. Fappani, nel Saggio Storico
dell'Agricoltura Trevigiana, citava ad onore l'Abate Giacomo Vinciguerra di Collalto il quale, avendo nell'anno 1771, "in una vigna presso Susegana
piantato delle viti di "Tokay", giunse a spremer da quelle nobil vino e generoso al pari dell'ungarico'. Se quel "Tokay" era "Tocai friulano", sino da
allora il vitigno non smentiva la sua nobiltà.
Certamente è fra le migliori varietà coltivate in Friuli V.G.(301 ettari nei Colli Orientali) e nel Collio (206 ettari), vigoroso, produttivo,
ampelograficamente affine al "Sauvignon", di facile adattabilità in tutti gli habitat, dà vino sempre "di merito" che si stacca nettamente dalla normalità.
Il "Tocai friulano", sia per vitigno che per vino, è diversissimo da quello ungherese. Basti solo ricordare che il nostro è un vino secco, con spiccato
sapore di mandorla. Quello ungherese è liquoroso, di colore ambra, con oltre 15 gradi di alcool e ricco di zuccheri (Muffa nobile in riva al Danubio,
acidità volatile garantita se malauguratamente muffe e marciumi arrivano in riva all'Isonzo, al Torre o al Natisone).
Nel 1825 l'Acerbi elenca il Tokay fra le viti italiane.
Nel 1933 il Cosmo propone di variare tale grafia in Tocai (e in contemporanea il Morelli de Rossi lo completa con "friulano")
Ogni polemica riguardo l'uso del nome pareva superata dalla nota sentenza della Corte di Cassazione del 30 aprile 1962 (causa vinta dai Baroni Economo
d'Aquileia contro la Ditta Monimpex di Budapest).
Per motivi tuttora "blindati" (ma alcuni retroscena sono noti..) l'Unione europea ha ritenuto di svendere (a partire dal 1 aprile 2007) il Tocai friulano
all'Ungheria con l'Accordo del 23 novembre 1993, (tuttora contestato, con ricorsi pendenti) e che ha portato - lacerando il mondo viticolo - ad
individuarne necessariamente, come è ben noto al lettore, un sinonimo ("Friulano"), in pole position rispetto al "Blanc Furlan" tanto caro al Duca Emilio
I°, alla Società Filologica friulana ed altri ancora. Nonchè a regalare 122 sinonimie (Tocai compreso) a mezzo mondo ma non al Friuli!!
Nel 1974 iniziai a frequentare Ivano Spessot, persona buona ed operosa con un passato da marinaio ed un presente da vignaiolo grazie ad un matrimonio DOC
con Caterina Vecchiet, "Signora del Vino" del Rolat, cioè un cru prestigioso di medio/alta collina (Monte Quarin) a mezza strada (leggasi via S.Giovanni)
fra Brazzano e Cormòns.
Quando Ivano passò nel mondo dei più il suo insegnamento e testimone (nonchè le vigne) venne raccolto da un altro grande del Collio: Dario Raccaro
(nella foto di Claudio Fabbro con i figli Paolo - a sinistra - e Luca, studenti d'agraria).
Il cui Tocai esce puntualmente dal coro per entrare ai vertici delle Guide che contano; ogni anno è così e non è un caso.
Viti e vini con la valigia, dunque, emigranti o immigrati di lusso (secondo i punti di vista) entrati nella leggenda e nelle aule dei tribunali
(Lazio, Lussemburgo etc. etc.) dove contano più i documenti che i buoni sentimenti. E non è finita qui; ne vedremo ancora delle belle!
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