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Prepotto (Udine)

A CIALLA
NOZZE D'ARGENTO CON LO SCHIOPPETTINO

Dopo il "rabboccamento" a maggio 2001 una tavola rotonda ed una verticale "da incorniciare" lo scorso 8 giugno.

di Claudio Fabbro

          Con il senno di poi molte anche le cose più complicate sembrano elementari; ovviamente dopo averle viste fare agli altri. Curiosa nella fattispecie la piccola storia della Famiglia RAPUZZI che calatasi tra i "RONCHI DI CIALLA" in quel di Prepotto negli anni '70 d'esperienze mutuabili ne trovò invero ben poche e dovette inventarsi presente e futuro partendo da zero in campo agricolo e come vedremo meglio in seguito vitivinicolo.
          Vuoi per rigetto esistenziale vuoi per scelte della vita dovute a motivi superiori( anche il terremoto del '76 ci mise fortemente lo zampino) fu così che Paolo e Dina RAPUZZI si ritrovarono contadini lasciando dall'oggi al domani alle proprie spalle una solida esperienza commerciale ed imprenditoriale nel campo dell'informatica e dintorni. Abbandonare le comodità del capoluogo friulano per l'incertezza ed i sacrifici delle colline "orientali" del Friuli non fu certo un gioco da ragazzi anche perché la concorrenza era robusta alquanto con produzioni tradizionali ed "universali" (Chardonnay Sauvignon Pinot grigio in un mare di Tocai..) consolidate.
          Alla Famiglia RAPUZZI non passò neppure per l'anticamera del cervello di copiare la media bensì (controcorrente e non senza animare ironie e pessimismi nelle Cassandre di turno) trovò più coerente recuperare una serie di vecchi vitigni autoctoni ( Picolit Verduzzo Refosco e Schioppettino) dedicando ad essi le acclività meglio esposte. Primi nelle vigne lo furono anche-correva l'anno 1976- al RISIT D'AUR di Percoto creato dai distillatori NONINO per far conoscere nel mondo un Friuli diverso a mezza strada fra cultura e radici contadine. Un premio motivato dall' " aver salvato il vitigno Schioppettino dalla scomparsa".


Nella foto - Venier Nonino Salvador Paolo e Dina Rapuzzi

          Fu nel 1977 che i Rapuzzi -primi ancora una volta in Friuli e per i bianchi forse anche in Italia- pensarono ad affinare in botticelle di rovere francese da 225 litri il Verduzzo friulano con la benedizione sia del Maestro Luigi VERONELLI che dell' Enologo GIACOMO TACHIS ( allora direttore delle note Cantine toscane ANTINORI) ed autorità indiscussa in tale campo( " Il Verduzzo di Cialla-confermò di slancio- - è il più grande "rosso friulano" che io abbia conosciuto" come dire che il D.N.A. del "nostro" aveva una marcia in più di qualsiasi altro bianco autoctono e no !)
          Provarono negli anni a venire anche con gli altri vini sempre con risultati eccezionali uvaggi compresi. Fu probabilmente anche per questo che nel 1995- l'enologo ORFEO SALVADOR ne sostenne la validità in sede ministeriale- al territorio di CIALLA venne attribuita la qualifica di sottozona DOC ( nell'ambito dei Colli orientali) primo CRU pertanto del VIGNETO FRIULI insieme a ROSAZZO e RAMANDOLO.
          Il 12 gennaio 2001 lo Schioppettino Cialla 1986 e 1988 venne battuto all'asta da CHRISTIE'S a New York insieme ai più prestigiosi crus italiani e francesi.
          Ma non è finita qui. Paolo e Dina Rapuzzi forti della collaborazione di due splendidi figlioli IVAN e PIERPAOLO ambedue con "laurea pesante" in agraria hanno pensato bene di sbalordire ancora con una iniziativa che in Friuli non ha precedenti . Così è stato che fra il 19 e 20 maggio2001 garante il notaio udinese GIANCARLO SUITNER hanno dato vita al " PRIMO BANDO DI RABBOCCAMENTO" di VERDUZZO CIALLA 1983 e SCHIOPPETTINO CIALLA 1985 recuperando preziose bottiglie dal mercato e dal proprio archivio per stapparle testarle valutare la bontà(o meno) del tappo ripristinare il livello del vino e ritapparle con certificazione notarile.

          Un'operazione che i media regionali hanno seguito con particolare attenzione trattandosi di partite prossime ad una quotazione di borsa e sicuramente degne fra qualche tempo di un' "asta" con i fiocchi per grandi intenditori. Un piccolo regalo se vogliamo alla nipotina ELEONORA da parte di nonno PAOLO fresco di riconoscimento" CANGRANDE " al VINITALY d'aprile 2001 in Verona ( segnalazione dell'Assessorato agricoltura) quale primo vignaiolo friulano dell'anno.
          Dopo tanti successi i RAPUZZI avrebbero potuto vivere di rendita per un bel po'.
Ma come vuole il destino che "marchia" gli esseri umani in "spettatori" ed in "attori" il ruolo di protagonisti delle vicende enoiche di casa nostra è stato nuovamente assunto da questa Famiglia che trova nella propria forte unione un invidiabile creatività e freschezza d'entusiasmi.
          Sabato 8 giugno a CIALLA
c'è stata una rimpatriata storica in onore di quello Schioppettino del 1977 che segnò la svolta professionale ed umana dei Rapuzzi.
          A parlare di un rosso autoctono che dopo 25 anni non conosce l'usura del tempo c'era un'effervescente GIANNOLA NONINO ( " Il RISIT d'AUR 1977 lo salvò da assurde leggi che ne avevano decretato l'estinzione") il prof. FULVIO URSINI docente di Scienza dell'Alimentazione all'Univesità di Padova("Polifenoli resveratrolo e dintorni di cui è ricca quest' uva hanno reali benefici sulla fisiologia del corpo umano neppure paragonabile con le presunte virtù che si vorrebbe riconoscere ai vini bianchi in genere") il prof. TULIO GREGORY presidente dell'Istituto Enciclopedia Italiana di Roma( " la vite ed il vino sono un prezioso riferimento storico testimoni delle vicende che hanno segnato soprattutto i popoli mediterranei").


La famiglia Rapuzzi

          L'impegnativo compito di sviscerare gli aspetti tecnici dello Schioppettino in una "verticale" di sei annate( 1998 1990 1985 1983 1980 1977) è stato affidato al dott. ROBERTO CIPRESSO wine maker e collaboratore della RONCHI DI CIALLA mentre gli aspetti scientifici ("una vivisezione chimici/fisica dei mosti e dei vini") sono stati curati dal prof. FULVIO MATTIVI docente e ricercatore dell'Istituto enologico di San Michele all'Adige.
          E sul mercato mondiale come si colloca questo nostro prezioso "alfiere" stretto nella morsa dei grandi crus rossi francesi bordolesi e di Borgogna ma anche di vari Brunelli Chianti e Baroli vari ? Secondo il Presidente mondiale dei Sommeliers GIUSEPPE VACCARINI presente a tutte le fasi dei lavori " piuttosto bene anche perché la tenuta nel tempo-e la verticale lo ha ampiamente dimostrato-è eccellente.
          Certamente per un degustatore "globalizzato" è più facile l'approccio con varietà note(Merlot Cabernet Sangiovese ecc.) ma è crescente la curiosità-e la sorpresa- quando gli viene spiegata bene la potenzialità di taluni autoctoni ( per il Friuli leggasi Schioppettino Refosco Pignolo ecc.) che non hanno timori reverenziali nei confronti d'alcuno anche se i numeri quantitativi sono modesti.
          Nel portare ai lavori il saluto del Governo regionale l'Assessore GIORGIO VENIER ROMANO ha avuto parole d'elogio per questi "pionieri dell'autoctono" che da un quarto di secolo hanno rivitalizzato un comparto importante in territori destinati al progressivo abbandono incidendo profondamente nella crescita socioeconomica ed agrituristica delle colline friulane.
         A conclusione di una giornata davvero memorabile per le continue emozioni che tanti e diversificati interventi hanno stimolato il "bicchiere della staffa" in quel di Stregna in quel piccolo angolo di ristorazione contadina di frontiera –IL SALE E PEPE- che TERESA COVACEUSZACH ha eletto ad emblema delle tradizioni di un territorio ancora tutto da scoprire quali sono le VALLI DEL NATISONE.

Claudio Fabbro - Gorizia 9 giugno 2002

Il Comune di Prepotto difende lo Schioppettino (1)

Il fatto (enologicamente parlando) è storico: un Comune unico e primo in Italia prende netta posizione contro le lacune della legge doc e propone controlli e garanzie che tale legge non concede. E il Comune è quello di .Prepotto. II sindaco Bruno Bernardo convoca il consiglio comunale in seduta straordinaria con un preciso ordine del giorno: richiesta di riconoscimento del vitigno Schioppettino. Sono presenti numerosi produttori di Schioppettino. Si sa: tale vino è da sempre nato e cresciuto in quel di Albana e Prepotto. La fama di tale vino è antica. Da un documento del 1282 per le nozze Rieppi-Caucig (.la prima antica famiglia del Comune di Prepotto: Chino Ermacora ne parla nel suo" Vino all'ombra" citando la Taverna Rieppi a Cividale dove consiglia lo Schioppettino « vino robusto e pastoso ») si ricava che la conca di Albana-Prepotto era. già allora in gran parte vitata. Quel che conta è che esiste una precisa realtà di tale Schioppettino: sono numerosi ancora i produttori che tale vino mantengono a coltura. La piega migliore è la conca di Albana per il suo unico microclima data da ottimale esposizione e da correnti d'aria che rendono la zona particolarmente asciutta. Fanno Schioppettino: Danilo Marinig a Poianis. Vincenzo Sirch ad Albana. Sempre ad Albana: Dionisio Pasqualini sorelle Petrussa Stanic Giordano Pizzulin e Luigi Marinig. A Bodigoi appena sopra Albana trovi Giovanni Macorig ed Ezio Paussa. A Prepotto: Sergio Marinig e Luigi e Renzo Duri. E ve ne sono altri ancora. Oltre all'impianto moderno e razionale di Paolo Rapuzzi nei Ronchi di Cialla dove vi ha posto a coltura ben 5.500 viti di Schioppettino. Va ricordato che fino a prima della guerra un buon settanta per cento della produzione era legata allo Schioppettino: poi è giunto implacabile il < bovarismo friulano > . Coi risultati che abbiamo sotto mano: i nostri vitigni più veri non hanno diritto alla vita. Condannati a morte. C'è di più: come strenna natalizia in sordina il 10 dicembre 1976 firmato Leone Andreotti e Marcora è uscito il decreto legge 799 che dice testualmente: « Chiunque in violazione del decreto posto dall'art. 2 del regolamento (CEE) n° 1162/76... procede nel periodo intercorrente tra la data dell'entrata in vigore del presente decreto e il 30 novembre 1978 a nuovi impianti di viti per uve da vino diversi da quelli ammessi dal paragrafo 2 dello stesso articolo è soggetto alla sanzione amministrativa di L. 200 mila per ogni mille metri quadrati di vigneto impiantato e per ogni annata agraria fino a quando non avrà provveduto alla rimozione degli impianti ». E lo Schioppettino cade sotto tale decreto. Aggiungi il divieto alla commercializzazione con proprio nome e ti spieghi la riunione del Comune di Prepotto. Riportiamo testuale il verbale di deliberazione: « Il Consiglio comunale sentita la relazione del dott. Walter Filiputti vista la documentazione presentata preso atto della realtà economico-sociale dello Schioppettino nel Comune; che detto vitigno non fa parte di quelli autorizzati alla coltivazione; di una deleteria ed effettiva speculazione sul nome di tale vino a danno dei veri produttori; espressa preoccupazione e rammarico per -il D.L. 10/ 12/76 n. 799 con voti unanimi espressi ed accertati nelle forme di legge delibera di chiedere che lo Schioppettino entri a far parte almeno dei vitigni autorizzati e che la coltura sia riservata solo ed unicamente al Comune di Prepotto. In attesa di detto riconoscimento il Comune si dichiara disposto a garantire tale vino sia per la quantità prodotto sia per la provenienza attraverso il controllo e la pubblicazione annuale della denuncia delle uve dei produttori stessi. Prepotto 9 gennaio 1977. Molti degli addetti ai lavori sorrideranno: il Comune non ha potere di legiferare. Si sa. Ma non scordino questi che il Comune è l'espressione più immediata e vicina delle esigenze locali. E che tale presa di posizione di Prepotto è netta e chiara per dire della decisione a cui lassù sono disposti. Prepotto è così il primo Comune a chiedere che un certo tipo di vino venga assegnato esclusivamente al suo territorio. Su precise ed inconfutabili ragioni storiche di tradizione economiche.

(1) dalla rivista IL VINO n. 1/1977 ".appunti& spunti" pag. 112 s.f)