Giacomo
Casanova
venne alla luce in Venezia il 2 aprile del 1725 (.. domenica di
Pasqua
ricorda il dr. Sergio COMELLI..) da Zanetta Farusso
di
Burano
(tanto che -nome d'arte- fu chiamata "la Buranella")
ma di presunto padre parmense. Sulla carta
poiché fu figlio illegittimo
del patrizio Michele Grimani. La sua nascita (illegittima ) venne indicata
dallo stesso Casanova in "Né amori
né donne" . Un fratello
del padre naturale
l'abate Alvise
fu suo tutore durante la minore età e
dopo la morte del padre putativo.
A quattordici anni venne ordinato "abatino"; poi si iscrisse
all'Università di Padova dove divenne dottore in diritto civile e
canonico. Dopo la "tonsura" (1739)
lo ritroviamo in Calabria e
poi a Roma. Nel 1745 fu di nuovo a Venezia
protetto dal senatore Bragadin.
Da allora la figura del Casanova religioso lasciò spazio ad altri e più
piccanti leggende.
Di carattere effervescente e volubile egli era poco incline adattarsi a
qualsiasi disciplina. In costante e frenetico movimento
poco incline a
legarsi sentimentalmente
preferiva conoscere e sperimentare. Taluni
Autori non escludono che fosse pure divenuto "informatore" della
Compagnia di Gesù ed inoltre sussiste qualche dubbio sull'affermazione
fatta dal Casanova nelle sue memorie
di essere stato a Corfù come
militare e di essere andato a Costantinopoli nel 1745. Bugie o fantasie ?
Lasciò Venezia nel 1750 e girò per l'Europa
visitò la Francia e a
Lione si iscrisse alla massoneria
tornò a Venezia e nel 1755 venne
imprigionato ai Piombi
il funesto carcere veneziano
dall'Inquisizione
con l'accusa di
magia
libertinaggio vilipendio alle istituzioni ed
appunto
massoneria. La notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre del 1756
fuggì dai Piombi e si rifugiò a Parigi. Nel 1876 tale Fulin sostenne che
la fuga era tutta un'invenzione
poichè Casanova era uscito
tranquillamente di prigione grazie all'interessamento di un amico (tale
Bragadin) e la corruzione di un carceriere (Basadonna). A trentun anni
Casanova riprese a viaggiare.
Nel 1767 fu espulso dalla Francia
nel 1769 finì in carcere a
Barcellona e riallacciò contatti con il governo veneto. Nel 1772 tornò
nella città natale
divenne confidente dell'Inquisizione ma nel 1782
riprese la via dell'esilio (Nel libello Né amori
né donne
fece piccanti rivelazioni sulla società veneziana e ciò evidentemente
non gli venne perdonato) .
Di questo ed altro si è parlato in Capriva del Friuli nell'ambito di
un incontro fra cultura ed enologi voluto dal manager Loretto PALI
titolare del Castello di Spessa.
Secondo il primo relatore della serata al Castello
il dott. Sergio
COMELLI
profondo studioso delle vicende del Casanova
storico
medico
ed anche Sindaco d'Aquileia
"il "nostro" sbarcò al
Castello di Spessa
in Capriva
quando aveva 47 anni
proveniente da
Udine dove si trovava ospite di Nicolo Foscarini".
Ed un'altra testimonianza delle frequentazione del Collio si deve al
fatto che nel 1774 venne data alle stampe
proprio in Gorizia
l' ISTORIA
DELLE TURBOLENZE DELLA POLONIA.
Negli anni a venire le cronache lo danno in diverse capitali europee:
Parigi
Vienna
Dresda
Berlino
Praga.
Infine a Vienna conobbe il Conte di Waldestein che un anno dopo lo
volle come bibliotecario nel suo castello di Dux
in Boemia
dove resterà
fino al 4 giugno 1798
giorno della sua morte
osservando e commentando
gli accadimenti in Europa
contestando con particolare veemenza la
Rivoluzione francese.
Se Comelli ha voluto approfondire la presenza in Friuli e nel
Goriziano del Casanova
ricordando più volte la preziosa e recente
ricerca di Elio Bartolini
VITA DI GIACOMO CASANOVA
dal
canto suo il prof. Gilberto GANZER ha colto l'occasione per
rivelare tutta una serie di curiosi aneddoti
sconosciuti ai più
riguardo ai non sempre sereni rapporti all'interno della Famiglia ( in
particolare con i fratelli) ed al ruolo della madre Zanetta( in arte
"La Buranella")
donna d'arte e di carisma.
Dal canto
suo lo storico Antonino di Colloredo
più che aggiungere
conoscenze sul personaggio
ha preferito deliziare una platea d'elevato
spessore culturale (presenti
tra gli altri
l'Assessore regionale ARDUINI
il Presidente della Provincia di Udine
STRASSOLDO con l'Assessore
REVELANT e tanti bei nomi del mondo della cultura e della politica
regionale e locale
con anteprima musicale del QUINTETTO D'ARCHI
CASANOVA diretto dal Maestro Ezio ROIATTI..) con una serie di
interessanti considerazioni sugli eventi friulani dal 1500 al primo
conflitto mondiale e sulla profonda diversificazione dovuta a due
influenze politiche e socio-economiche: quella Asburgica nella Venezia
Giulia (il cosiddetto Friuli austriaco..) e quella veneta in destra Judrio
ovvero in quella fascia udinese-pordenonese ribattezzata "Friuli
italiano".
"Nella prima -ha osservato di Colloredo- l'impero A.U.
aveva nella massima considerazione le nobili Famiglie locali
cui vennero
affidati incarichi d'alta responsabilità
ricevendo in cambio lealtà
fedeltà e collaborazione.
Ciò non si può dire della Repubblica Veneta che-per minor
lungimiranza-snobbò e rinunciò a potenzialità indiscusse già presenti
in Friuli
fatto questo che portò a lunghi periodi di miserie
incomprensioni
polemiche ed altro ancora".
E'in
questo mondo così variegato che si sviluppò il Casanova
creandosi un
mondo autonomo
invidiato dagli uni ed odiato dagli altri
scegliendo una
vita d'attore mai piegandosi a quella più comoda dello spettatore.
"La serata al Castello di Spessa- come ha detto il padrone di casa
Loretto PALI
ai suoi ospiti- ha voluto essere un'occasione d'incontro
fra il mondo della cultura e quello della produzione enologica di una zona
di frontiera importante
quale è il Collio. Ed in tale area
grazie a
caratteristiche geopedologiche e microclimatiche affini alle aree francesi
più note
sono proprio i vitigni di bordolesi e di Borgogna
accanto
agli autoctoni Tocai e Ribolla
a dare le soddisfazioni maggiori".
Secondo il Governatore regionale d'ARCIGOLA SLOW FOOD
Giulio
COLOMBA
cui è stato affidato il compito d'illustrare "il
festeggiato" ( Collio Pinot nero 1999-selezione Casanova) "Il
vitigno in questione
seppur "difficile da domare"
proprio in
un'annata felice(1999) e probabilmente con una professionalità vincente
in vigneto ed in cantina
può rappresentare un autentico fiore all'occhiello
per il Castello di Spessa e averne abbinato il none a quello del Casanova
senz'altro non appare riduttivo per quest'ultimo.
Anche
se non è dato a sapere se questi
notoriamente attratto dalle bellezze
locali
avesse il tempo materiale per indugiare nelle secolari cantine i
cui –già allora-splendidi vini
erano per volontà di madre natura
alcolici alquanto e dunque non propriamente idonei per prolungati
corteggiamenti sotto le stelle.
Impeccabile
anche in questa occasione
la regia di Lucia LUISA
coordinatrice delle iniziative agroculturali del Castello
con cui hanno
collaborato i sommeliers dell' A.I.S. isontina Andrea VALANTIG
Michela Cantarut e Sandra Tavagnacco che
con grazia e
professionlità
hanno impreziosito l'elegante proposta gastronomica de LA
TAVERNETTA
organizzazione pure rientrante nell'esclusivo Circuito
del Castello di Spessa.
Claudio Fabbro - Gorizia 29 giugno 2002-06-29