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GIACOMO CASANOVA
Un personaggio fuori dal coro dalle calli di Venezia ai vigneti del Collio

Echi di un incontro al Castello di Spessa con relazioni di Sergio Comelli Gilberto Ganzer ed Antonino di Colloredo ed un'anteprima di Pinot nero del Collio 1999 -Selezione Casanova- illustrata da Giulio Colomba

Giacomo Casanova venne alla luce in Venezia il 2 aprile del 1725 (.. domenica di Pasqua ricorda il dr. Sergio COMELLI..) da Zanetta Farusso di Burano (tanto che -nome d'arte- fu chiamata "la Buranella") ma di presunto padre parmense. Sulla carta poiché fu figlio illegittimo del patrizio Michele Grimani. La sua nascita (illegittima ) venne indicata dallo stesso Casanova in "Né amori né donne" . Un fratello del padre naturale l'abate Alvise fu suo tutore durante la minore età e dopo la morte del padre putativo.
A quattordici anni venne ordinato "abatino"; poi si iscrisse all'Università di Padova dove divenne dottore in diritto civile e canonico. Dopo la "tonsura" (1739) lo ritroviamo in Calabria e poi a Roma. Nel 1745 fu di nuovo a Venezia protetto dal senatore Bragadin. Da allora la figura del Casanova religioso lasciò spazio ad altri e più piccanti leggende.

Di carattere effervescente e volubile egli era poco incline adattarsi a qualsiasi disciplina. In costante e frenetico movimento poco incline a legarsi sentimentalmente preferiva conoscere e sperimentare. Taluni Autori non escludono che fosse pure divenuto "informatore" della Compagnia di Gesù ed inoltre sussiste qualche dubbio sull'affermazione fatta dal Casanova nelle sue memorie di essere stato a Corfù come militare e di essere andato a Costantinopoli nel 1745. Bugie o fantasie ?

Lasciò Venezia nel 1750 e girò per l'Europa visitò la Francia e a Lione si iscrisse alla massoneria tornò a Venezia e nel 1755 venne imprigionato ai Piombi il funesto carcere veneziano dall'Inquisizione con l'accusa di magia libertinaggio vilipendio alle istituzioni ed appunto massoneria. La notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre del 1756 fuggì dai Piombi e si rifugiò a Parigi. Nel 1876 tale Fulin sostenne che la fuga era tutta un'invenzione poichè Casanova era uscito tranquillamente di prigione grazie all'interessamento di un amico (tale Bragadin) e la corruzione di un carceriere (Basadonna). A trentun anni Casanova riprese a viaggiare.

Nel 1767 fu espulso dalla Francia nel 1769 finì in carcere a Barcellona e riallacciò contatti con il governo veneto. Nel 1772 tornò nella città natale divenne confidente dell'Inquisizione ma nel 1782 riprese la via dell'esilio (Nel libello Né amori né donne fece piccanti rivelazioni sulla società veneziana e ciò evidentemente non gli venne perdonato) .

Di questo ed altro si è parlato in Capriva del Friuli nell'ambito di un incontro fra cultura ed enologi voluto dal manager Loretto PALI titolare del Castello di Spessa.


Nella foto Sergio Comelli Gilberto Ganzer e Antonino Di Colloredo

Secondo il primo relatore della serata al Castello il dott. Sergio COMELLI profondo studioso delle vicende del Casanova storico medico ed anche Sindaco d'Aquileia "il "nostro" sbarcò al Castello di Spessa in Capriva quando aveva 47 anni proveniente da Udine dove si trovava ospite di Nicolo Foscarini".

Ed un'altra testimonianza delle frequentazione del Collio si deve al fatto che nel 1774 venne data alle stampe proprio in Gorizia l' ISTORIA DELLE TURBOLENZE DELLA POLONIA.

Negli anni a venire le cronache lo danno in diverse capitali europee: Parigi Vienna Dresda Berlino Praga.

Infine a Vienna conobbe il Conte di Waldestein che un anno dopo lo volle come bibliotecario nel suo castello di Dux in Boemia dove resterà fino al 4 giugno 1798 giorno della sua morte osservando e commentando gli accadimenti in Europa contestando con particolare veemenza la Rivoluzione francese.

Se Comelli ha voluto approfondire la presenza in Friuli e nel Goriziano del Casanova ricordando più volte la preziosa e recente ricerca di Elio Bartolini VITA DI GIACOMO CASANOVA dal canto suo il prof. Gilberto GANZER ha colto l'occasione per rivelare tutta una serie di curiosi aneddoti sconosciuti ai più riguardo ai non sempre sereni rapporti all'interno della Famiglia ( in particolare con i fratelli) ed al ruolo della madre Zanetta( in arte "La Buranella") donna d'arte e di carisma.

Dal canto suo lo storico Antonino di Colloredo più che aggiungere conoscenze sul personaggio ha preferito deliziare una platea d'elevato spessore culturale (presenti tra gli altri l'Assessore regionale ARDUINI il Presidente della Provincia di Udine STRASSOLDO con l'Assessore REVELANT e tanti bei nomi del mondo della cultura e della politica regionale e locale con anteprima musicale del QUINTETTO D'ARCHI CASANOVA diretto dal Maestro Ezio ROIATTI..) con una serie di interessanti considerazioni sugli eventi friulani dal 1500 al primo conflitto mondiale e sulla profonda diversificazione dovuta a due influenze politiche e socio-economiche: quella Asburgica nella Venezia Giulia (il cosiddetto Friuli austriaco..) e quella veneta in destra Judrio ovvero in quella fascia udinese-pordenonese ribattezzata "Friuli italiano".

"Nella prima -ha osservato di Colloredo- l'impero A.U. aveva nella massima considerazione le nobili Famiglie locali cui vennero affidati incarichi d'alta responsabilità ricevendo in cambio lealtà fedeltà e collaborazione.

Ciò non si può dire della Repubblica Veneta che-per minor lungimiranza-snobbò e rinunciò a potenzialità indiscusse già presenti in Friuli fatto questo che portò a lunghi periodi di miserie incomprensioni polemiche ed altro ancora".

E'in questo mondo così variegato che si sviluppò il Casanova creandosi un mondo autonomo invidiato dagli uni ed odiato dagli altri scegliendo una vita d'attore mai piegandosi a quella più comoda dello spettatore.

"La serata al Castello di Spessa- come ha detto il padrone di casa Loretto PALI ai suoi ospiti- ha voluto essere un'occasione d'incontro fra il mondo della cultura e quello della produzione enologica di una zona di frontiera importante quale è il Collio. Ed in tale area grazie a caratteristiche geopedologiche e microclimatiche affini alle aree francesi più note sono proprio i vitigni di bordolesi e di Borgogna accanto agli autoctoni Tocai e Ribolla a dare le soddisfazioni maggiori".

Secondo il Governatore regionale d'ARCIGOLA SLOW FOOD Giulio COLOMBA cui è stato affidato il compito d'illustrare "il festeggiato" ( Collio Pinot nero 1999-selezione Casanova) "Il vitigno in questione seppur "difficile da domare" proprio in un'annata felice(1999) e probabilmente con una professionalità vincente in vigneto ed in cantina può rappresentare un autentico fiore all'occhiello per il Castello di Spessa e averne abbinato il none a quello del Casanova senz'altro non appare riduttivo per quest'ultimo.

Anche se non è dato a sapere se questi notoriamente attratto dalle bellezze locali avesse il tempo materiale per indugiare nelle secolari cantine i cui –già allora-splendidi vini erano per volontà di madre natura alcolici alquanto e dunque non propriamente idonei per prolungati corteggiamenti sotto le stelle.

Impeccabile anche in questa occasione la regia di Lucia LUISA coordinatrice delle iniziative agroculturali del Castello con cui hanno collaborato i sommeliers dell' A.I.S. isontina Andrea VALANTIG Michela Cantarut e Sandra Tavagnacco che con grazia e professionlità hanno impreziosito l'elegante proposta gastronomica de LA TAVERNETTA organizzazione pure rientrante nell'esclusivo Circuito del Castello di Spessa.

Claudio Fabbro - Gorizia 29 giugno 2002-06-29