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Nove consorzi DOC un'unica voce
i presidenti degli organismi di tutela rivendicano un maggior peso nelle scelte di promozione e sviluppo

 Marco Felluga (Collio) con Oliviero Toscani

I nove consorzi di tutela dei vini Doc del Friuli-Venezia Giulia chiedono maggior peso nelle scelte strategiche di promozione e sviluppo e per far questo si costituiscono in un'unica federazione regionale. È questa la sostanza del progetto che senza enfatizzazione è di portata storica nel settore vitivinicolo della regione illustrata direttamente al presidente della giunta regionale Renzo Tondo nel corso dell'incontro che ha recentemente tenuto con i nove presidenti interessati e cui ha partecipato anche l'assessore regionale all'agricoltura Danilo Narduzzi.


 Adriano Gigante (Colli Orientali)

«Da diversi anni – hanno spiegato i presidenti di Carso Collio Isonzo Annia Aquileia Colli orientali Grave Ramandolo e Latisana – il settore vitivinicolo del Friuli-Venezia Giulia soffre infatti di un carenza di programmazione in materia di sviluppo tecnico commerciale e amministrativo. Il comparto è sempre stato caratterizzato da una frammentazione dei ruoli fra gli enti e anche di recente non sono mancate sovrapposizioni che non giovano alla funzionalità e all'immagine complessiva del settore.
Fin dal '98 non a caso esiste il "Comitato d'intesa fra i consorzi vini doc del Friuli-Venezia Giulia" nel quale si è cercato d'individuare soluzioni e interlocutori istituzionali per promuovere una radicale ristrutturazione dell'intero comparto. Tentativo che ha trovato risposte vaghe e scarsamente incisive. In questo senso i nove consorzi hanno voluto dare una svolta trasformando il comitato d'intesa in un organismo avente personalità giuridica attraverso il quale creare una struttura operativa simile a quella che fu la "Casa del vino" fino al '95».


 Oliviero Toscani

A livello tecnico come già avviene in altre regioni la federazione si farebbe carico di parte delle nuove funzioni conferite ai Consorzi Doc sui controlli di filiera ma soprattutto di divenire l'unico organismo che si occupa di tutti gli adempimento del settore vitivinicolo fino a oggi frammentati fra ispettorati provinciali ed Ersa.

 Ruggero Del Torre (Isonzo)

Tale razionalizzazione in un unico interlocutore è ancor più evidente nel campo della promozione istituzionale dove pur avendo investito ingenti risorse i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative dei produttori. Ciò soprattutto perché i primi interessati i produttori appunto sono stati raramente coinvolti e comunque quasi mai ascoltati. Il risultato di quest'assenza di strategia è che nonostante i vini friulani siano a livello di qualità tra i migliori del mondo rimangono sconosciuti a larga parte dei consumatori e degli operatori commerciali su mercati nazionali ed esteri. Per questi motivi i consorzi chiedono con forza che si tenga conto nella proposta di legge 233 allo studio della Regione d'inserire nel comitato tecnico d'indirizzo un rappresentante del comitato d'intesa tra i consorzi tutela vini doc del Fvg o della federazione in seguito costituita il quale possa esprimere parere obbligatorio e vincolante sugli interventi promozionali di competenza. Tale promozione sarebbe inoltre curata dalla federazione attraverso l'assegnazione di un budget specifico totalmente svincolato da campagne tipo precostituite e destinate alle attività dell'agroalimentare.
La proposta che di fatto rivoluziona l'assetto dell'intero settore della tutela dei vini doc regionale dimostra inoltre l'infondatezza delle considerazioni per cui i nove consorzi sarebbero in costante disaccordo. Anche in funzione di ciò per attuare tale riforma i consorzi delegheranno alcune funzioni alla federazione contribuendo a creare un efficiente servizio per le aziende e a costituire un interlocutore unico per l'intero settore nei confronti dell'amministrazione regionale pur mantenendo l'autonomia prevista per legge in materia di disciplinari di produzione e tutela delle specifiche doc