INCONTRI
ROTARYANI: SAPORI DA SALVARE
Ospiti
del Club i giornalisti Carlo
Morandini
Claudio Fabbro e Bepi Pucciarelli
Storie
e tradizioni
recupero di vecchie ricette contadine
viaggio a ritroso
alle radici della nostra agricoltura ed
in particolare
la viticoltura.
Questi
in sintesi
gli argomenti trattati in due serate da “tutto esaurito”
organizzate dal Rotary Club di Cividale del Friuli su proposta della
dinamica imprenditrice vitivinicola Lucia Galasso Crosato
particolarmente attiva in seno alla componente femminile del Club ed anche
nei rapporti con la stampa agricola.
Ed
è stato proprio all' ARGA (Associazione regionale stampa agricola) che
è stata affidata la condizione delle
serate
di cui una “a tavolino” e
l'altra dai contenuti più pratici.
Nella
prima giornata
presso il Castello di Cividale
il Presidente regionale
dell'ARGA
Carlo MORANDINI - presentato dal
Presidente del Rotary
ing. ACCORDINI- ha illustrato scopi e
programmi dell'associazione
che spaziano dall'informazione su
problemi di attualità rurale a temi più specifici.
Morandini
ha parlato dei rapporti con l'Unione europea ed il Ministero
dell'agricoltura
nonché del contenzioso sul nome del Tocai e sulle
azioni che l'ARGA sta intraprendendo per non gettare la spugna ancora
prima del fatidico giorno dell'ipotetica “resa “ ( 31 marzo 2007 ndr).
Dal
canto suo il dott.Claudio FABBRO
agronomo e pubblicista
si è
soffermato sull'evoluzione storica e socio/economica del patrimonio
vivitivinicolo dalle origini ai tempi attuali
rimarcando come uno dei
sistemi viticoli più giovani
quale è il VIGNETO FRIULI
abbia
veramente bruciato le tappe soprattutto negli ultimi 10-15 anni.
Nella
seconda serata il giornalista ed enogastronomo Bepi PUCCIARELLI ha
deliziato la platea
convenuta presso VILLA RUBINI nell'omonima azienda
di Spessa di Cividale
trattando il tema dei SAPORI DA SALVARE.
PUCCIARELLI
ha elencato una serie di prodotti agroartigianali destinati alla
progressiva scomparsa che un'azione pubblico/privata
molto incisiva
ha riportato a galla non senza confrontarsi
spesso duramente
con l'ottusità di una burocrazia che sembra previlegiare le
presunte virtù salutistiche d'alimenti “globalizzati” a scapito di
altri
di origine rurale e famigliare
in cui la sostanza
prima ancora
che la forma
prevale
garantendo gusti e sapori perduti ed importanti.
Poiché è ben vero che in qualche vasetto di conserva “fai da te”
eccezionalmente può albergare qualche subdolo botulino ma è anche vero
che catene computerizzate e “sicure al 100%
“ hanno anche dovuto fare i conti con la diossina !
Nella
seconda serata
grazie alla disponibilità di Rosa e Leone RUBINI
le signore rotaryane hanno
reso ancora più simpatico il momento approntando dei piatti tipici di
schietta matrice contadina
abbinati a vini da vitigni autoctoni ( ma
anche ad un'anteprima di olii prodotti nella storica azienda di
Spessa..) e completando così
in modo pratico ed originale
un “mini
corso” che-visto il successo della prima edizione-potrà senz'altro
essere ripetuto in un prossimo futuro.
Nella
foto: il Presidente del Rotary di Cividale
ing. ACCORDINI
con Lucia
GALASSO
i relatori
consiglieri del Club ed ospiti vari
consiglieri del Club ed ospiti vari
CIVIDALE
30.10.02
IL
RUOLO DELLA STAMPA AGRICOLA
NELLA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DEL "VIGNETO FRIULI"
Relazione del dott. Carlo Morandini
Presidente dell'ARGA
Associazione regionale giornalisti agricoli
al ROTARY Club di Cividale
del Friuli
Ringrazio il Rotary di Cividale per l'attenzione che
ha inteso rivolgere alla Stampa agricola
che rappresento nella realtà
del Friuli-Venezia Giulia
volendomi invitare a illustrare le
caratteristiche di un impegno professionale che nella nostra Regione ha
motivi e tradizioni profonde. Mi presento
sono Carlo Morandini
da
quattro anni presidente regionale dell'ARGA
l'associazione regionale
della stampa Agricola
essendo succeduto all'amico Piero Villotta
e da
un paio d'anni anche di quella Agroalimentare
Ambientale e Forestale. L'ARGA
F-VG è dunque un organismo su scala regionale ed è una diretta
emanazione della Federazione nazionale della Stampa
il sindacato unico
dei giornalisti
essendo l'unico Gruppo di specializzazione dei
giornalisti
sul settore primario
riconosciuto ufficialmente. Riunisce
infatti i colleghi
professionisti e pubblicisti
che si occupano
prevalentemente
quale specializzazione oppure per volonterosa passione
dei spesso articolati e sempre più complessi problemi dell'agricoltura
dell'ambiente
del territorio
oramai concatenati strettamente tra loro.
Non dovrei dirlo
ma il comparto agricolo
assieme a quelli citati
è
stato da sempre ritenuto un ambito primario dell'economia e della vita
istituzionale della Repubblica italiana. E non a torto. Infatti prima
della scoperta dell'industria turistica
ora ulteriormente evolutasi e
alla ricerca del valore aggiunto all'attrattività e alla fidelizzazione
rappresentato dalle risorse agroalimentari e dalle peculiarità del
territorio naturale
anche ove proprio il territorio viene lavorato dall'uomo
specialmente per realizzarvi prodotti eccellenti e tipici
l'agricoltura
era la prima voce del prodotto interno lordo
il Pil
italiano. E ciò si
poteva riscontrare soprattutto dalle nostre parti
non soltanto in Friuli
ma anche nella montagna friulana
la Carnia
come nella gran parte del
Nord-Est. Poi l'attenzione per l'agricoltura si è spostata verso
settori altrettanto importanti
ma di tendenza
ai quali non sempre è
stata raccordata la valorizzazione delle ricchezze e attrattive
agroalimentari alla produzione delle quali l'Italia
come ben sappiamo
è vocata. Perché questa forse scontata premessa? Perché fino a quando l'agricoltura
nel sistema Italia ha mantenuto una posizione di privilegio
anche la
stampa agricola
quella di settore rappresentata da giornalisti dediti
prevalentemente all'informazione agricola e tecnica
ha vissuto una
grande stagione. Spieghiamo perché. Le ARGA rappresentano la base. Sono
infatti costituite dai giornalisti operanti sul territorio regionale. Al
momento in tutta Italia ne sono operanti venti. Alcune ARGA per
opportunità territoriali si sono riunite tra loro. Come quella del vicino
Veneto che accoglie anche i colleghi del Trentino
i quali ci hanno
ospitati lo scorso anno per un prolungato fine settimana per farci
conoscere da vicino grandi realtà come le cantine Rotary e Ferrari
ma
anche le aziende dedite alle produzioni biologiche e biodinamiche. Le ARGA
della Penisola convergono in un organismo nazionale che si chiama UNAGA
l'unione
delle ARGA
attualmente presieduto dal collega Claudio Cojutti.
Ma riprendiamo il ragionamento
dopo questa
puntualizzazione. Il periodo d'oro dell'agricoltura
parallelamente fu
un'epoca felice anche per la stampa agricola nazionale
che fu legata
fino a pochi anni fa a Federconsorzi e si giovava di una struttura
efficiente e articolata
nonché di un sufficiente sostegno per le
attività congressuali e convegnistiche di livello nazionale e
internazionale. Nel contempo
anche nel Friuli-Venezia Giulia il settore
visse un'epoca brillante e il desiderio
la necessità di comunicare
generò la nascita di iniziative di comunicazione delle quali ancor oggi
raccogliamo i benefici. Per esempio la trasmissione radiofonica domenicale
Vita nei campi è stata fondata su iniziativa di Isi Benini
anche
stimolato da Claudio Cojutti
proprio nell'epoca dall'agricoltura in
trend crescente. Così come nello stesso periodo nacque la pagina agricola
settimanale del Messaggero Veneto
oggi confezionata con efficacia da
Giuseppe Longo
tuttavia ora penalizzata dalle esigenze pubblicitarie e
costretta a una periodicità irregolare
rischiando così di non
rappresentare più il riferimento stabile per l'informazione di settore.
E oggi
che cos'è la stampa agricola? Si è trasformata così come e si
è trasformato il settore. Come spiegato in apertura
la nostra
Associazione
espressione della specializzazione giornalistica
accoglie
da poco anche i colleghi impegnati nell'agroalimentare
nelle
problematiche dell'ambiente
della forestazione
del territorio. Questo
perché sono proprio i colleghi specializzati delle diverse testate
per
gran parte professionisti alle dipendenze di quotidiani o organi d'informazione
radiotelevisiva
o loro collaboratori
a spingere la loro attività verso
altri versanti con i quali si confrontano quotidianamente
a cavallo tra l'informazione
agricola
e quella agroalimentare
ambientale
del territorio. Così
però
purtroppo
lo dico a difesa del mondo dell'agricoltura
di quella
civiltà contadina della quale molti di noi sono diretti discendenti
parecchi impegnati a proseguirne le tradizioni e a trasmettere i valori
intensi della cultura locale
anche i media hanno spostato il tiro in
direzione degli ambiti dell'economia che oggi fanno tendenza
o con i
quali il rapporto è maggiormente remunerativo. Ovvero? Ovvero dalle
pagine specificamente agricole
quelle anche un po' tecniche
nelle
quali pure gli agricoltori del part time si potevano rispecchiare
sì è
passati prevalentemente per scelte editoriali a pagine dedicate all'enogastronomia
o al turismo collegato all'agroalimentare di qualità. Ma non è certo
un male
questo. Anzi
testimonia l'evoluzione del settore agricolo
che
si è saputo specializzare esaltando le caratteristiche ottimali
soprattutto per farsi conoscere
per accentuare la promozione. Però dall'altro
lato è rimasta scoperta la necessità di fare informazione strettamente
di settore
che spesso è affidata prevalentemente ai notiziari delle
organizzazioni agricole. Ancora a livello nazionale si registra la
tendenza all'accentramento editoriale. Vedasi per esempio l'espansione
del settimanale Agrisole
testata specialistica de Il sole 24 ore
che ha
da poco assorbito la Edagricole rischiando così
con il tempo
di
cancellare un elemento importante di stimolo al dibattito
all'arricchimento
culturale
all'approfondimento per la crescita del mondo agricolo e la
salvaguardia dei principi della civiltà contadina
che forse sono l'essenza
del successo dell'agricoltura italiana. Si rischia dunque anche nel
nostro Paese una sorta di globalizzazione dell'informazione. Un po'
come accade nel mondo della carta stampata nella quale i grandi gruppi
editoriali acquistano le testate locali facendo pian piano ma
inesorabilmente scomparire od omologando l'informazione e la cultura
locale. E l'ARGA regionale che cosa fa? Proprio all'inizio del mandato
trasmessomi tramite voto dai colleghi dell'ARGA in un incontro alla
Primula di San Quirino di Pordenone
in una consultazione successiva
stabilimmo di riprendere il problema del Tocai friulano
che era scivolato
nell'oblio. Stante la considerazione già diffusa che oramai la
denominazione era stata regalata dalla Cee all'uvaggio ungherese avendo
il Tokaji mutuato la denominazione dall'omonima Regione magiara
ossia
essendo legata al territorio
di concerto con i direttori dei quotidiani
locali
il Messaggero Veneto (era diretto da Sergio Gervasutti)
il
Piccolo (era diretto da Mario Quaia)
con il responsabile della redazione
di Udine de Il Gazzettino
nonchè con il caporedattore della Rai e con i
responsabili degli organi d'informazione del Friuli-Venezia Giulia
lanciammo una campagna per l'individuazione
nel caso fosse stata persa
la causa del Tocai friulano
di un nuovo nome. La risposta fu entusiastica
da parte dei lettori e degli ascoltatori
e diverse centinaia di proposte
dalle più accettabili a quelle di pura fantasia
giunsero alle redazioni.
D'altro canto abbiamo seguito
e lo facciamo tuttora
la vicenda del
Tocai friulano
recentemente sposata (ma l'esito vero del colloquio è
ancora incerto) dal Presidente Berlusconi
e sottoposta all'attenzione
del premier magiaro in fase di trattativa per l'accesso dell'Ungheria
in Europa. Per la vicenda del Tocai friulano ci siamo adoperati anche
coinvolgendo diversi organi d'informazione
dal Corriere della sera a Il
sole 24 ore
La stampa
Il giornale
l'Avvenire
la Repubblica
e
testimonial tra i quali Luigi Veronelli
Vittorio Forattini
Edoardo
Raspelli
Paolo Massobrio
Renato Pozzetto
la presidente delle Donne del
vino dell'Ungheria
il giornalista ungherese
già console d'Ungheria
in Italia Denes Giapay. Per stimolare il dibattito abbiamo organizzato
convegni e tavole rotonde
come "E tu sai cosa mangi?" che ha
aperto Friuli Doc
"lo sviluppo dell'agriturismo"
svoltosi a
Palazzolo
abbiamo in programma il convegno la salute alimentare e la
ristorazione collettiva
che si terrà nell'ambito della rassegna
"Dire fare Nord Est" al tronchetto a Venezia il 20 marzo.
Abbiamo curato la stampa dell'interessante volume sulla ricerca della
storia delle osterie udinesi negli ultimi due secoli
realizzato da Lucia
Burello. Partecipato a convegni
incontri
tavole rotonde a Valdobbiadene
Bologna
Longarone
Torino
in Austria e Slovenia. Il tutto con la
collaborazione dei colleghi
tra i quali anche l'amico Claudio Fabbro
con il quale abbiamo condiviso diverse battaglie anche sul versante del
mondo del lavoro
animati da quell'additivo insostituibile che è il
volontariato. Una riflessione finale è relativa ai destinatari della
comunicazione. L'analisi di questi dati potrebbe essere interpretata in
modo erroneo
ma tuttavia deve essere per gli operatori della
comunicazione un ulteriore stimolo ad affinare le tecniche adeguando le
armi dell'informazione a un'utenza che si rinnova continuamente. Sono
dati che ricaviamo dall'indagine del linguista Tullio De Mauro
elaborati per l'editoriale Laterza: ben il 61.2 % degli italiani non
legge mai niente. Nemmeno riviste
giornali o quotidiani sportivi. Di tale
percentuale il 7.9 % è costituito da laureati
il 12.6 % da dirigenti di
aziende e uffici. E' pensabile dunque che una parte cospicua di
dirigenti e addetti dell'agricoltura faccia parte di questi "non
lettori cronici"
come li chiama De Mauro. Dunque. Dunque ecco un
motivo in più per non ridurre il nostro impegno quotidiano per informare
in modo corretto. Ma forse proprio un motivo in più per affacciarci
sempre con maggior convinzione verso il giornalismo radio-televisivo
verso le fotonotizie
verso le news in Internet
che raggiungono più
direttamente l'utenza e i destinatari della comunicazione. Anche
perché
forse
i "non lettori cronici" lo sono non tanto per
una disaffezione nei confronti del mondo della comunicazione
bensì
magari semplicemente per mancanza di tempo a disposizione. O almeno
questo è quello che speriamo!
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