DUCATO DEI VINI FRIULANI A GORIZIA UN CONVEGNO SUI VITIGNI AUTOCTONI Ha destato notevole interesse un recente convegno tenutosi in Gorizia dedicato ad una rivisitazione storica-e non solo- della viticoltura del Friuli-Venezia Giulia ma anche alla riscoperta delle tradizioni e delle tipicità. Infatti il convegno organizzato dal Ducato dei vini friulani e dall'Università di Udine con il concorso della Regione della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia e della Rolo banca 1473 Udine sul tema "I vitigni autoctoni del Friuli-Venezia Giulia" aveva lo scopo non solo di aprire lo scrigno delle 219 varietà di viti censite sul territorio regionale ma mirava soprattutto a individuare quali tra questi vitigni a bacca bianca o rossa siano in grado di essere diffusi e reimpiantati nel Friuli-Venezia Giulia offrendo la garanzia di un prodotto enologico appetibile per i mercati italiani ed esteri. Non si è trattato dunque di un convegno limitato alle valutazioni di carattere storico-scientifico sulla viticoltura regionale ma nel corso dei lavori si è cercato di mettere a disposizione di produttori ricercatori Consorzi Doc del Friuli-Venezia Giulia e non quei dati ampelografici e soprattutto il risultato delle ricerche genetiche che l'Ateneo udinese ha già in corso ed eseguito nell'azienda sperimentale di Sant'Osvaldo (Udine). Ricerche sul Dna effettuate con marcatori molecolari ovvero strumenti scientifici d'avanguardia e in raccordo con una ventina di istituti di ricerca di eccellenza di tutto il mondo che hanno consentito di esaminare dettagliatamente la storia la provenienza le potenzialità dei vitigni autoctoni. Come hanno spiegato i professori Attilio Scienza dell'Università di Milano ed Enrico Peterlungher dell'Università di Udine "grazie agli attuali mezzi della ricerca è possibile valutare quali specie di vitigni sia oggi conveniente coltivare. Tra essi il Tocai friulano il Picolit la Ribolla lo Schioppettino (o Ribolla nera) il Tazzelenghe il Pignolo il Verduzzo sono già conosciuti. Altri come il Sora il Scovete il Sant'Ermacora il Polentare la Furlana la Furmiute la Gatta il Cividin il Curvin Dolz sono forse destinati a rimanere soltanto un ricordo nei libri degli studenti di enologia". Il convegno ha rappresentato l'ultima tappa dei festeggiamenti del trentennale del Ducato dei vini friulani ed il Duca dei vini friulani Emilio Del Gobbo ha voluto scendere nel dettaglio delle potenzialità dei vitigni autoctoni prodotti di nicchia che se valorizzati saranno un ulteriore biglietto da visita non soltanto della enologia friulana che ha già raggiunto livelli elevati ed è molto considerata da degustatori e consumatori ma dell'intero territorio. Al rettore della facoltà di Agraria dell'Università di Udine prof. Bonfanti è toccato il compito di trarre le conclusioni sulle base delle indicazioni avute dai due esperti ricercatori. Ma il convegno di Gorizia è stato anche occasione per parlare sotto il profilo della genetica del Tocai Friulano " un vitigno il quale come ha affermato il prof.Peterlunger non ha radici molto lontane nel tempo ma è da decenni ormai radicato sul nostro territorio dunque va difeso". Lo stesso Peterlungher ha rivolto nell'occasione un invito ai proprietari di vecchi vigneti a non estirpare le piante più anziane senza avere contattato la Facoltà di agraria dell'Università di Udine. Si potrebbe trattare di piante di alcuni dei vitigni autoctoni dei quali è tuttora difficile reperire materiale utile allo studio delle origini del Vigneto Friuli. C. Fabbro - GO 2.3.03 |