Cormòns
CANTINA PRODUTTORI
arriva
il vino biologico
La
sperimentazione sarà effettuata su 10 ettari dei 409 coltivati
La Cantina
produttori di Cormons punta
sul vino biologico per sfondare sul mercato statunitense e giapponese.
Dieci ettari dei 409 coltivati dai soci della cooperativa saranno infatti
utilizzati per una sperimentazione che porterà alla produzione dell'uva
biologica al 100%. Lo conferma il direttore dalla Cantina
Luigi Soini
facendo il punto della situazione nell'immediata vigilia del Vinitaly di
Verona e della fiera di Dusseldorf.
Luigi Soini
Il direttore
che è reduce da un viaggio negli Usa e dalla rassegna
fieristica di Rimini
sottolinea le difficoltà del mercato vitivinicolo.
Soini con gli allievi del
Collegio del Mondo Unito di Duino
«In Europa continua a perdurare la crisi che attanaglia la
Germania
uno dei principali mercati per l'export del vino prodotto in
Italia – afferma Soini –. Negli Stati Uniti
dove sono appena stato per
allacciare nuovi rapporti commerciali
ho avuto la conferma della grave
situazione vissuta dalla popolazione all'indomani dei gravi attentati
terroristici che hanno sconvolto il pianeta. Le ipotesi di una nuova
guerra in Iraq hanno forti ripercussioni sul sistema di vita e uno dei
primi segnali è quello che proviene dal comparto enogastronomico
e di
conseguenza anche nel commercio del vino. Bisogna inoltre aggiungere la
debolezza del dollaro
in particolare nei confronti della moneta europea».
Soini e
Pizzul
Gli Usa
da sempre
sono un mercato dove la concorrenza è
particolarmente agguerrita e pertanto anche lievi scostamenti della moneta
creano divari notevoli nelle importazioni.
Soini
infatti
lo fa rilevare affermando: «Gli americani si stanno
omologando ai sistemi di vita europei
prima non avevano una grande
cultura umanistica
ma dopo l'11 settembre c'è stato un profondo mutamento
anche del loro modo di pensare. Ma il mercato Usa è invaso dal vino
prodotto in varie parti del mondo: Francia
Cile
Sudafrica e Australia.
Mediamente non c'è una grande cultura del bere
per cui un pinot grigio
resta tale
indifferentemente da dove è stato prodotto
è solo una
questione di prezzo. E' per questo motivo che abbiamo puntato sulla
produzione biologica
che rappresenta un'arma in più per poter penetrare
sul mercato e battere la concorrenza che in questo particolare settore
appare ancora in ritardo».
Allieve del Collegio Mondo Unito
di Duino
I soci della Cantina produttori
sono in tutto più di 200
ma molte sono le domande presentate per nuove
adesioni a testimoniare della validità del gruppo.
«I nostri soci coltivano vigneti sparsi su 409 ettari tutti iscritti
all'albo di origine controllata
escluso solo il vigneto del Vino della
pace – continua il direttore della Cantina –. Già da tempo ci siamo
orientati alla coltivazione biologica
che raggiunge picchi dell'80%. In
dieci ettari arriveremo
grazie a una sperimentazione
a produrre uva
biologica al 100%. Se
come pensiamo
l'esperimento darà i suoi frutti
arriveremo
con il tempo necessario
alla produzione totale di biologico».
Fortunatamente le vendite dei prodotti della Cantina vanno a pieno ritmo.
«In effetti in questa particolare situazione
con flessioni di mercato
notevoli
noi siamo in controtendenza
seppur con un trend inferiore
rispetto agli anni passati – conclude Soini –. Nuove nicchie di mercato le
abbiamo trovate in Giappone e
come detto
negli Usa. Contiamo di avviare
nuovi rapporti di lavoro grazie anche ai tradizionali appuntamenti
primaverili con il Vinitaly
che si svolgerà a Verona a metà aprile
e
prima il 24 marzo andremo alla fiera di Duesseldorf».
(di GIUSEPPE CORDIOLI in
IL MESSAGGERO VENETO
domenica 9 marzo 2003) |