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TOCAI: Il tesoro di Aurora
Presentato in Sala AIACE del Comune di Udine da Claudio Fabbro

Le Edizioni del Confine pubblicano uno splendido volumetto illustrato di Luigino Peressini
Un significativo "tutto esaurito" l'altra sera nella suggestiva cornice di SALA AIACE del Comune di Udine per la presentazione dell'ultima fatica di LUIGINO PERESSINI poeta cantastorie e dintorni dedicata al Tocai.
Dopo i saluti ufficiali del direttore della BIBLIOTECA CIVICA JOPPI dr. VECCHIET ed il saluto dell'Assessore alla cultura del Comune di Udine dott.ssa CARGNELUTTI è stato affidato al dott. Claudio FABBRO agronomo e giornalista goriziano il compito di sviscerare storia e leggenda del Tocai friulano con interessanti approfondimenti sugli aspetti amministrativo-giuridici del contenzioso italo-ungherese.
Di seguito l'Autore ha riassunto i contenuti del proprio lavoro di cui la "lettrice" SERENA DI BLASIO ha commentato alcuni passaggi mentre scorrevano le diapositive e due virtuosi della VIOLA e VIOLONCELLO quali i musicisti DEL COL e ZERBINATI accompagnavano la lettura con brani "ad hoc".
Dopo il dibattito è seguito un rinfresco in cui prosciutti di S.Daniele e Tocai friulano rispettivamente offerti dai Consorzi S.DANIELE e Colli Orientali del Friuli sono stati molto apprezzati dal pubblico presente in sala.
Un' interessante recensione del volumetto IL TESORO D'AURORA è stata curata nell 'occasione dal giornalista Mauro Filippo Grillone che ne IL GAZZETTINO di giovedì 10 aprile scorso così ha scritto :

"Né fumettista né disegnatore o vignettista. Piuttosto cantastorie «perché - dice Luigino Peressini - testo e immagine della storia nascono assieme nella mia testa». Certo poi vengono l'approfondimento la ricerca bibliografica i sopralluoghi per dare "vita" al racconto che ha sempre una base storica ben definita. Così è già successo in precedenti opere di Peressini tutte incentrate su avvenimenti e realtà friulane: da Palmanova la fortezza dei misteri ad Anaxum la storia del fiume Stella; al viaggio tra le storie di Manzano alla rivolta dei contadini in"Vitis di vilans salvadis" alla fortezza mai domata di Osoppo. Tutti racconti in cui la Storia quella con la S maiuscola si fonde con le tante storie dei personaggi e del territorio fatte di sangue profumi e colori di visi «che poi osservandoli attentamente e sapendoli leggere sono anche quelli di oggi».

Come in molti libri precedenti Luigino Peressini cantastorie udinese sceglie anche per "Il tesoro di Aurora - Una storia per il Tocai friulano" un preciso evento storico che funge però quasi da "pretesto" alla vera storia.

Il "pretesto" è il viaggio che la baronessa Aurora Caterina Formentini di San Floriano del Collio compie per andare in sposa al conte ungherese Adam Batthyany del Nemet-Ujvar consigliere del Re e comandante militare della Bassa Ungheria presentatole a corte (Aurora era dama di corte dell'Imperatrice Maria Anna a Vienna) dall'imperatore d'Austria Ferdinando II. Il matrimonio - per ritornare alla realtà storica - verrà celebrato il 3 febbraio 1632 a Vienna. Un viaggio quello della baronessa Formentini che serve a Peressini per raccontare l'origine di una vera e propria guerra le cui conseguenze sono divenute evidenti negli ultimi anni: la "guerra del Tocai ". Come noto gli accordi per l'adesione dell'Ungheria all'Unione Europea prevedono che la denominazione Tocai a partire dal 2007 possa essere utilizzata esclusivamente per indicare il vino ungherese decisione che suona come un autentico "scippo" al Friuli Venezia Giulia dove il Tocai friulano è il bianco per eccellenza.

Ebbene dalla ricerca promossa dall'Ersa spuntano nuove prove a supporto della richiesta rivolta alla Commissione europea per convincerla a ritornare sui propri passi e consentire al Friuli di continuare ad usare il nome Tocai : il toponimo Toccai nel Collio e - appunto - la descrizione del ricco corredo di beni portato da Aurora Caterina Formentini e che comprende anche "Vitti di Toccai 300".

Affidando a due voci narranti due personaggi di fantasia - Bartolomeo Caligaro detto "spadino" (nato nel 1598 a Cividale alla vigilia della pestilenza nella quale moriranno i suoi genitori cresciuto dallo zio calzolaio ovvero "caligaro" e divenuto poi uomo d'arme per l'abilità nel maneggiare la spada) e Bozat uomo d'arme fiero e sanguinario al servizio dei baroni Formentini - Peressini fa viaggiare il lettore attraverso l'avventura del Tocai . Segue il percorso non solo di Aurora e delle 300 viti destinate ad essere poi piantate in Ungheria ma anche di quello che viene definito il vino Elisir ovvero quella piccola bottiglia di Tocai che Iacobus Racemus sovrintendente delle cantine dei baroni Formentini invia con il convoglio che accompagna la promessa sposa al cantiniere del conte Batthyany quel Caspar Graspus che era stato suo compagno di studi presso "magister" Carolus Vinarius. A Caspar Iacobus Racemus invia anche la "ricetta" affinché possa produrre il Tocai ovvero il vino Elisir "che tanta felicità potrà dare alla nostra baronessa Aurora ".

Un aspetto questo sul quale Peressini si sofferma lasciando ben trasparire come la produzione del vino fosse ancora ammantata in un'aura strana in una mescolanza di natura scienza e alchimia: «A quei tempi il fenomeno della fermentazione il mosto l'ebollizione del vino erano ancora ammantati da un'atmosfera misteriosa - spiega infatti l'autore -. Nelle ricerche che ho compiuto si vede infatti come nel '600 il vino non fosse ancora fonte di studio come avverrà invece poi nel '7-800».

 I Conti Michele e Filippo Formentini 

Iacobus Racemus individua quindi nel Tocai quell'unico vino friulano dal quale il suo "magister" Carolus Vinarius era convinto che si sarebbe potuto ricavare il "vino Elisir capace di donare all'uomo una lunga vita senza malattie". Scrive infatti il sovrintendente alle cantine dei baroni Formentini: "Resiste ai veleni et alla putredine purga le vene de gli humori corrotti fa buono colore accresce le forze rallegra il cuore et conforta il caloro naturale provoca l'urina il sudore fa dormire giova ai convalescenti et conforta lo stomaco" ... "Trovai tutte queste qualità presenti nel frutto dato da un particolare vitigno proveniente da una terra presso il rio Toccai nella vicinanza di Mossa nel Contado di Gorizia: il vino Tocai ".

La storia di Peressini narra come Graspus si mettesse subito all'opera: ma nonostante i molti tentativi fatti "riuscì ad ottenere solo dell'ottimo vino che forse a causa delle diversità del terreno e del clima era diverso dall'originale e non consentiva la creazione dell'Elisir". Il vero tesoro - conclude l'autore facendolo affermare a Bartolomeo Caligaro - "rimarrà per sempre il nostro Tocai friulano delle cui qualità nessuno ci potrà mai privare". Da "Il tesoro di Aurora " insomma anche un contributo assolutamente originale a favore del Friuli nella guerra del Tocai " .