Capriva del Friuli
14.6.03
PREMIO LETTERARIO CASANOVA "Avventuriero impenitente amatore insaziabile corteggiatore incallito- esordisce Valeria Donelli in IL GAZZETTINO del 14 giugno scorso- Persino nel linguaggio comune la figura di Giacomo Casanova è condensata in pochi tratti portanti come se lo sfortunato intellettuale veneziano non avesse anche testimoniato i molteplici interessi che lo portarono a scrivere e a pubblicare ben 43 opere spesso senza alcun riscontro economico a produrre pregevoli traduzioni di Omero e ad inventare nuovi generi letterari.
A rendergli giustizia è la prima edizione di un Premio letterario internazionale che proprio nel nome di Casanova ha assegnato al Castello di Spessa per iniziativa dell'Associazione "Amici di Giacomo Casanova" con il supporto della Banca di Cividale da sempre sensibile alla promozione della cultura sul territorio. Un Premio ideato per omaggiare un narratore o un saggista la cui opera sia ispirata a valori di libertà di tolleranza e d'apertura alle altre culture. È appunto il caso del saggista e giornalista cairota Magdi Allam che ha maturato importanti esperienze professionali come corrispondente anche al Gazzettino. Proprio ad Allam prescelto nella ristretta rosa dei finalisti che includeva lo scrittore palestinese Sayed Kashua e l'anglo-pakistano Hanif Kureishi è andato il Premio Casanova assegnato per il saggio Saddam pubblicato da Mondadori una serrata e acuta analisi della figura e dell'opera del dittatore iracheno. In questo libro la Giuria (Domizia Carafoli Luisa Ciuni Antonino di Colloredo Mels Silvino Gonzato Luigi Mattei Giuseppe Sicari e Marino Zorzi) ha riconosciuto "l'impegno civile e culturale dell'Autore nell'individuare e sostenere i valori di libertà e di tolleranza che sono alla base delle società democratiche".
Contestualmente è stato assegnato un ulteriore Premio al saggista Alberto Boatto autore dell'opera Casanova e Venezia edita Laterza e sempre al Castello di Spessa si è tenuta una conferenza-dibattito di Roberto Gervaso con la partecipazione dei più agguerriti Amici di Casanova in attesa della grande festa serale con degustazione dei vini tipici della tenuta (primo fra tutti il CASANOVA ROSSO ovvero un PINOT NERO in purezza commentato dal Governatore regionale di SLOW FOOD Giulio COLOMBA)" "I festeggiamenti del grande Veneziano a Capriva -secondo la Donelli- non sono certo casuali e trovano invece un suggestivo background storico: nell'autunno 1773 proprio dall'accogliente residenza del Castello di Spessa - non lontanto da Gorizia fra gli ubertosi vigneti del Collio - Giacomo Casanova ospite del Conte Luigi della Torre Valvassina attendeva invano il perdono di Venezia ed il sospirato richiamo in Patria. Durante quei mesi però Casanova riuscì a completare "L'istoria delle turbolenze della Polonia" edita presso Valerio de Valeri e qualche anno dopo nell'"Histoire de ma vie" (a pagina 918) l'autore non mancò di annotare quel soggiorno in terra isontina sottolineando come "tutto il patrimonio consisteva in vigneti di uve bianche" che producevano "un vino eccellente". Alle sue "Memorie" Casanova consegnò anche un episodio degno della sua vita e della sua fama ovvero la frequentazione di quella "povera vedovella giovanissima" che ogni notte faceva visita nella sua stanza. Finchè una mattina la povera Osvalda - questo il nome della vedovella - nell'accommiatarsi da Casanova cadde nell'agguato "dell'atroce conte Torriano che la tratteneva con la sinistra per la gonna e con la destra la picchiava col bastone. Veder questo e saltargli addosso - sottolinea ancora Casanova - fu impresa di un secondo". Giulio ColombaA celebrazione dei trascorsi isontini del Casanova dunque collateralmente al Premio si è inaugurata contestualmente nel Castello di Spessa la mostra-museo permanente dedicata all'illustre Veneziano: un percorso di singolare fascino allestito nei locali adiacenti al Castello e articolato in una sala conferenze intitolata a Casanova in uno spazio d'ingresso con la documentazione dei materiali fotografici relativi al maniero e in due sedi espositive. La prima di carattere introduttivo propone una grande riproduzione su tela di una scena di Landriani scenografo dotto ed eversivo oltre a sei preziosi teatrini tratti da incisioni del Settecento che riproducono le quinte di alcuni spettacoli. In aggiunta quattro piccoli teatri ospitano alcune scene ricostruite partendo da bozzetti databili fra la fine del Settecento e l'avvento di Napoleone. Di grande importanza anche i materiali cartografici fra cui una stampa originale settecentesca del Coronelli con la descrizione del territorio friulano fra Seicento e primi anni dell'Ottocento. La grande sala espositiva articolata su due piani presenterà numerosi altri materiali con i quali ci si propone di illustrare il clima del Settecento e la figura di Casanova. Lo spaccato è davvero molto ampio: dalla lettura che di Casanova offrì Federico Fellini del quale sono esposte le riproduzioni di alcuni schizzi al racconto disegnato da Altan negli anni Settanta.
E ancora la riproduzione di manoscritti pagine e frontespizi di libri comprese le celebri incisioni che illustrano la fuga dai Piombi. Il volto di Giacomo apparirà dai ritratti realizzati dal fratello Francesco. Si documenteranno alcune conoscenze personali di Casanova - da Caterina di Russia al Re di Polonia dalla Pompadour a Cobelz - con una particolare attenzione rivolta a Maria Teresa d'Austria. Si citano Mozart e Da Ponte con i quali Casanova collaborò per la stesura del libretto del Don Giovanni; e in esposizione il pubblico troverà anche un omaggio al Teatro La Fenice mentre una tavola apparecchiata con ceramiche dal decoro Settecentesco troneggerà al centro della stanza quasi che Giacomo invitasse i suoi ammiratori a pranzo. Incisioni studi e plastici realizzati per l'occasione illustrano ancora l'evoluzione del gusto per il giardino mentre una serie di incisioni tratte dalla raccolta delle opere di Carlo Goldoni introdurranno al teatro di prosa del tempo per il quale Casanova scrisse numerosi testi ed al quale era molto legato considerato il fatto che sua madre era un'attrice." "Meritano una segnalazione –conclude la Donelli- anche le incisioni di Hogart trait d'union di un'esistenza avventurosa e travolgente - quella di Casanova - sempre in bilico fra vero e verosimile fra vita reale ed epopea leggendaria." |