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RURALIA 2003
Inaugurato oggi il primo festival internazionale della palacinca

Mentre Ruralia il salone e mostra-mercato delle specialità a dop e igp   è proseguuito senza intoppi e con una buona affluenza di pubblico si è inaugurato sempre all'interno del quartiere fieristico goriziano di via della Barca   il Primo festival internazionale della palacinca. Ad aprire ufficialmente la manifestazione il noto giornalista del Tg1 Sandro Vannucci insieme al direttore dell'Azienda Fiere Maurizio Tripani e allo storico goriziano Stefano Cosma. Congiuntamente al Festival si è tenuto  anche il Concorso internazionale della palacinca che ha potuto  fregiarsi di una competente giuria formata da: Trixi Jandresits austriaca ristoratrice proprietaria del ristorante «Kaffeehaus» di Gussing nel Burgenland (Austria) da 5 secoli feudo dei conti Batthyany dove si recò in sposa la goriziana Aurora Formentini portando con se 300 viti di Tocai nel 1632. Delegata di Slow Food - Austria. Gabriella Cottali Devetak conduce assieme al marito Agostino la Trattoria-Gostilna Devetag a San Michele sul Carso goriziano. Paola Scolari veronese autrice di vari libri di cucina per Demetra e Cybele in particolare su palacinke crepe omelette blinis tortillas. Girolamo Dorigo friulano celebre enologo e viticoltore di Buttrio. Adriano Del Fabro friulano giornalista direttore responsabile della rivista Fuocolento. Carlo del Torre avvocato vice presidente della Filologica Friulana per Gorizia membro dell'Accademia della Cucina Italiana; la moglie Sabrina di Brazzà conduce l'azienda vinicola di famiglia Borc da Vila a Romans. Andrea Orel triestino attore responsabile della attività culturale dell'Associazione Internazionale Culturale Palacinka di Trieste ideatore della manifestazione gastronomico-teatrale «Sapori e delitti».

Domenica 5 ottobre a Ruralia  si è tenuto pure il XXI Convegno internazionale di Apicoltura a cura del Consorzio obbligatorio tra gli apicoltori della Provincia di Gorizia.  nonché l'apprezzato Festival della pizza napoletana nel quale si è potuta gustare la pizza originale; Molto successo pure per  i prodotti tipici del Gargano e le stesse  palacinche

Anche l'Anci nel comitato Vinum Loci 

La coltura come cultura e la cultura della coltura. Non uno scioglilingua ma Res Tipica un progetto di marketing territoriale che è patrocinato dall'Anci (Associazione nazionale Comuni italiani). Lo ha spiegato nel suo intervento tenutosi  venerdì sera alla tavola rotonda indetta da Vinum Loci Giancarlo Pizzolito vicepresidente Anci del Friuli Venezia Giulia e sindaco di Monfalcone.
“Osservando semplicemente il territorio ci si può rendere conto immediatamente che in  una situazione come quella della nostra regione non possiamo certo praticare un'agricoltura intensiva. Bisogna quindi puntare su colture specializzate  - spiega ancora il sindaco - puntando sulla qualità e sulla tipicità  e non certo sulla standardizzazione”.
“Quello che l'Anci sostiene con il documento che spiega cosa si intende per Res Tipica  - ha quindi proseguito Pizzolito – è nello stesso indirizzo di quanto fa Vinum Loci. A riguardo credo che le due associazioni siano in una correlazione piuttosto stretta. Noi come Anci – ha insistito ancora Pizzolito -  abbiamo inoltre incontrato recentissimamente l'Associazione regionale Coltivatori diretti a Udine e lì siamo stati coinvolti in un discorso relativo agli ogm. Abbiamo deciso insieme che la strada da seguire è quella della salvaguardia della tipicità”.  

Seguono alcune parti significative del documento Res Tipica dell'Anci:
“Il significato del mondo sta nelle sue diversità il valore delle culture va ricercato nelle differenze che arricchiscono la nostra società. Non è facile cancellare quanto di specifico ogni comune ha saputo produrre nello sforzo di soddisfare i bisogni sociali attingendo alle risorse locali. Nell'integrazione tra ambiente naturale e intelligenza degli uomini si è definita la tipicità che si traduce in oggetti lingue cibi. La storia e la mobilità hanno messo a confronto i patrimoni. Nello scambio è cresciuta la civiltà umana generato adattamenti e ibridazioni. (…)
Non si può tutelare un ambiente senza salvaguardare la cultura che lo ha umanizzato. Chi è ben radicato nella sua cultura è potenzialmente più disponibile a capire il valore di ciascun altro. Una cultura stabile aperta allo scambio deve poter esprimere i suoi contenuti e le sue  specificità per proporle al mondo come bandiera d'identità: opere d'arte formaggi tipici architetture patrimonio orale e letteratura colta o qualsiasi altro bene culturale di cui si dispone.
Riguardo ai prodotti tipici locali bisogna rendersi conto del rischio che sono sottoposti dalla globalizzazione dei mercati che informa la produzione dei principi della standardizzazione della delucidazione nella collocazione sul mercato della concorrenzialità del prezzo di vendita a scapito spesso della qualità. Le molte  crisi del settore che si sono susseguite in questi anni mostrano l'indispensabilità di una svolta radicale per restituire alla naturalità dei processi e all'emergenza dei coltivatori allevatori trasformatori artigiani e ristoratori il loro valore. (…)
L'Italia dei 400 tipi di formaggio degli oltre 2000 vini è una patria delle libertà dove l' autonomia delle culture si sostiene a una spontanea cultura delle  autonomie. Questa è la condizione migliore per offrire al mondo un patrimonio di differenze che rende in nostro paese meta di un turismo d'eccellenza.”