"Lavorare sodo e seriamente; esternare poco e fare
ciò che altri-per moda o comodità- non fanno: cioè evitare di farsi
inondare dai globalizzati CHARDONNAY e CABERNET SAUVIGNON per puntare
diritto al recupero degli autoctoni VITOVSKA
GLERA
MALVASIA
TERRANO e
dintorni.
Fieri e forti
come la roccia carsica con cui devono competere per dar
vita a suggestive cantine sotterranee. Caparbi all'infinito quando
l'aridità estiva cauterizza la terra rossa e la bora spazza anche la
minima goccia d'acqua che in altopiano significa sopravvivenza.
Il miraggio del posto fisso
dell'industria
della fabbrica ? Neanche
parlarne . Si vive meglio all'aria aperta!".
Si riassume così la ricetta controcorrente che cogliamo
al volo da vignaioli giovani quali Beniamino ZIDARICH
Edy KANTE
Andrey MILIC ed altri ancora.
Ma anche i padri della DOC CARSO
con qualche capello bianco in
divenire
quali i vari LUPINC
FERLUGA
SKERK
PAROVEL la pensano
così ed invece di gettare la spugna
come farebbe qualsiasi mortale di
fronte a tante quotidiane difficoltà
ritrovano proprio nella lotta con la
terra
l'ambiente
i mercati e la concorrenza dei grandi numeri la forza
di andare avanti e rilanciare.
Da cinque anni a questa parte il CONSORZIO DI TUTELA sta
raccogliendo i frutti di quanto di buono ha seminato nell'anno
dell'istituzione
1994.
Vi aderiscono 28 produttori ( produzione media da 10 a 15 mila bottiglie)
che hanno avuto al vertice personaggi del calibro di EDY KANTE(primo
presidente) con-a seguire- SKERK
ZIDARICH e l'attuale
Silvano FERLUGA
nel segno della continuità.
Recentemente la situazione della viticoltura carsica
programmi e
problemi
sono stati rappresentati presso l'Azienda Boris SKERK di
Prepotto ( alias PRAPROT-DUINO AURISINA)agli Assessori regionali ENRICO
BERTOSSI ( turismo etc.) ed ENZO MARSILIO(agricoltura ecc.)
nell'ambito di una giornata di campagna FULL IMMERSION fra vigne e
cantine
cui ha fatto seguito un week end di degustazioni guidate all'
Hotel SAVOIA in Trieste.
Testimonial d'eccezione della riuscitissima manifestazione la giornalista
ROSSANA BETTINI ILLY
profonda conoscitrice della realtà carsica di
cui ha scritto e parlato più volte in sedi prestigiose con l'eleganza e la
professionalità che la contraddistinguono.
La filiera carsica offre all' enoturista del terzo millennio opportunità
nuove e suggestive.
Non intendiamo dire che la storica OSMIZZA( ovvero la classica
"frasca" di famiglia già tanto cara a MARIA TERESA D'AUSTRIA) sia
superata. Tutt'altro!
Certo è che l'originaria offerta ruspante alquanto si è progressivamente
riconvertita in realtà agrituristiche in cui allo "sfuso" si va
sostituendo la bottiglia
affiancata da tutta una serie di proposte
agroalimentari artigianali uniche poiché è unico l'humus ambientale ed
umano in cui si formano.
Ci riferiamo al formaggio tipico e "maschio" del Carso
ai prosciutti (da
coscia o "spalletta") impegnativi per aromi che in pianura
vuoi per
alimentazione al netto di ghiande da quercia
vuoi per
l'industrializzazione dell'allevamento
si sono molto spesso dimenticati.
E l'olio extravergine d'oliva
con la varietà BIANCHERA a far da padrona
dove lo mettiamo ? Sul pane fatto in casa
ovviamente
senza necessità
d'altri partners.
Poi vengono il miele e tutta una serie di dolci-pure frutto di vecchie
ricette rubate alla nonna.
Nelle OSMIZZE
ovvero agriturismi con la A maiuscola
le giovani vignaiole
carsiche fanno gara per uscire dal coro di una proposta gastronomica
inflazionata.
Non chieder spaghetti al ragù o pomodoro
pizza
"caprese"
" hamburger"
birra a spina
coca cola o similari: potrebbero arrabbiarsi!
Insaccati
primi piatti con pasta fatta in casa
minestroni di JOTA o
CRAUTI
carni d'allevamento proprio(sia porco che vitellone) e grappa FAI
DA TE ( anche qui la legislazione lungimirante dell'Impero ex AU e
se
vogliamo
anche qualche recepimento postumo da parte del GMA -leggasi
GOVERNO MILITARE ALLEATO- ha lasciato un segno positivo).
Le ristrutturazioni fotografano la bellezza rurale della CASA CARSICA
e sono immerse in un verde mitteleuropeo dove ippocastani
querce e tigli
contribuiscono ad offrire all'ospite una naturale serenità.
Saranno famosi? A dire il vero gli agricoltori carsolini (o carsici
secondo taluni..) amano poco il palcoscenico e molto di più gradiscono
essere in pace con se stessi
concedendosi ad un ospite discreto -non
invasivo- davanti ad un buon bicchiere di VITOVSKA o TERRANO per una
piacevole e spontanea conversazione che nulla ha a che vedere con
l'aridità di una intervista preconfezionata.
Articolo e servizio fotografico di Claudio Fabbro -
Gorizia 29.10.2003
CONSORZIO TUTELA DOC VINI CARSO
Piazza della Borsa 14
34121 TRIESTE