"Collio bianco"
uvaggio bandiera
Conferme
proposte
risultati di ricerche e sperimentazioni in un convegno a Gorizia
organizzato dall'ERSA e dal CONSORZIO VINI DOC COLLIO
Le profonde trasformazioni vissute dal
settore vitivinicolo nel corso degli ultimi decenni
hanno portato
all'inserimento di tecniche e tecnologie innovative per la produzione;
tutto ciò si è svolto senza perdere di vista la tradizione
la qualità del
prodotto e l'ambiente.
Per compiere razionalmente le scelte
viticole ed enologiche più adatte
è fondamentale una corretta conoscenza
delle risorse ambientali e delle risposte varietali. Per tale motivo nel
2000 si è intrapreso uno studio triennale finalizzato alla migliore
conoscenza dell'area viticola del Collio. Il progetto ha coinvolto le
competenze e l'operatività del Consorzio Tutela Vini Collio
dell'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (ERSA)
del Centro Servizi Agrometeorologici per il Friuli Venezia Giulia
e del Dipartimento Produzioni Vegetali
dell'Università degli Studi di Milano.
In parallelo è stato avviato anche il
progetto di ricerca per un uvaggio bianco del Collio
che sia in grado di
rappresentare il vino "bandiera" della Denominazione di Origine
Controllata "Collio" del quale ora si illustra lo svolgersi delle
relazioni di sintesi sui risultati dei lavori presentati al convegno
"Progettare
un uvaggio: la viticoltura
l'enologia
gli aspetti economici".
Esso è stato organizzato in modo sinergico dall'ERSA e dal Consorzio
Tutela Vini "Collio" di Gorizia. L'iniziativa
svoltasi giovedì 10
giugno nella cornice della sala congressi dell'Ente Fiera di Gorizia
ha
visto la partecipazione di numerosi vitivinicoltori e tecnici del settore.
Dopo i saluti del presidente del Consorzio Tutela Vini Collio
Marco Felluga
nome storico dell'enologia friulana
e del
commissario straordinario dell'ERSA
l'agronomo e giornalista
Claudio Fabbro
hanno preso avvio i lavori della giornata coordinati
dal prof. Angelo Vianello
preside
della facoltà di Agraria
dell'Università degli Studi di Udine.
Le relazioni di carattere scientifico
applicativo sono iniziate con l'intervento dei professori Attilio
Scienza e Osvaldo Failla dell'Università degli Studi di
Milano
dal titolo " Situazioni
pedo-climatiche e comportamento di alcuni vitigni del Collio".
Dopo aver precisato che il concetto di
terroir
cioè la combinazione di specifiche condizioni del
pedoclima
dell'assortimento varietale e del modello vitienologico di un
comprensorio
è alla base di qualsiasi politica di qualità e di eccellenza
enologica
è stato illustrato il protocollo di ricerca che
grazie
all'analisi pedopaesaggistica ed agroclimatica
ha consentito di
individuare 47 unità pedoclimatiche. Esse sono state caratterizzate
analizzando l'insolazione
in relazione alle diverse esposizioni
e le
precipitazioni del Collio.
Lo studio della risposta varietale alle
condizioni ambientali si è realizzato caratterizzando cinque vitigni
Cabernet Sauvignon
Merlot
Pinot grigio
Tocai friulano e Ribolla.
Ciascun vitigno è stato rappresentato da 8-10 parcelle distribuite sul
territorio in modo da rappresentarne la variabilità. Per tre anni sono
state seguite le curve di maturazione e raccolti i dati vegeto-produttivi
ed eseguite le microvinificazioni.
I risultati sono stati elaborati
statisticamente al fine di individuare il modello eco-fisiologico che ha
consentito di spiegare la diversa precocità dell'epoca di invaiatura e la
diversa dinamica della curva di maturazione. L'interazione tra quota
altimetrica (risorse termiche) e indice di deficit idrico è risultato
essere il fattore ambientale più importante.
Su tale base il territorio del Collio è
stato suddiviso in quattro grandi Unità Vocazionali (UV) all'interno delle
quali la risposta varietale risulta comunque differenziata.
Ciò permetterà
in futuro
di definire
le vie corrette per la valorizzazione dei diversi terroir del
Collio.
è poi intervenuto il dott. Donato
Lanati
noto enologo del Monferrato (Enosis)
che ha
svolto una relazione su
"Interazione dei fattori pedoclimatici sulle
caratteristiche aromatiche di alcuni vitigni del Collio e proposte per l'uvaggio
Collio bianco".
Egli ha affermato che "esistono più modi
di fare il taglio di vini
ma per farne uno più importante occorre
lasciare libero spazio alla creatività dell'enologo
seguire la
proporzionalità che le varietà entranti nel taglio hanno sul territorio
seguire la tradizione non facendosi influenzare negativamente da uve e
mosti caratterizzati da bassa (o contenuta) acidità totale che si prestano
bene alla produzione
affinamento ed invecchiamento dei grandi vini". Ha
affermato
inoltre
che "è da tenere in considerazione la possibilità di
tagli migliorativi con vini provenienti da vitigni ed annate diversi nel
rispetto del disciplinare della DOC". "Esistono
poi
altri modi come
adottare la linea di un'enologia dinamica in cui si vuole esaltare
l'espressione del terroir
verificando ogni componente e utilizzando la
simbiosi tra le degustazioni e le analisi fini per andare a capire quali
saranno le evoluzioni del vino. Tutto ciò
a conferma della necessità di
affinare le conoscenze fondendole in un insieme che
così facendo
diventa
un insieme di piacere".
A fatto seguito l'intervento della
dott.sa Dora Marchi
sempre di Enosis
che ha
illustrato la sua relazione dal titolo " Composti
volatili e persistenza di caratteristiche varietali in vini del Collio".
I vini analizzati
provenienti dalle
Unità Vocazionali prima citate
sono stati ottenuti da microvinificazioni.
Si sono analizzati e degustati 55 vini provenienti dai cinque vitigni
oggetto di indagine. Sono stati determinati oltre 5000 parametri con
particolare riguardo ai composti responsabili della qualità. Il confronto
dei vini delle varie annate
provenienti da territori diversi
ha messo in
luce l'interazione tra territorio
annata e varietà. In particolar modo si
sono notate le diverse attitudini aromatiche dei vini e la loro
interazione con i parametri analitici classici come il pH e l'acidità
totale. Ogni varietà oggetto di studio ha mostrato le sue caratteristiche
e peculiarità
espresse in maniera più o meno significativa dal territorio
di coltivazione. Numerosi sono stati gli spunti di riflessione
emersi
dallo studio
che vanno dall'importanza enologica di una varietà piuttosto
che un'altra
al corretto modo di vinificazione
affinamento e
conservazione.
Il tema della
valutazione e
valorizzazione della qualità dell'uva
problema oggetto di attenzione nell'area Collio in quanto vi operano molti
vinificatori acquirenti di uve
è stato trattato dal dott. Maurizio
Gily
consulente vitivinicolo. Dopo aver precisato che
la strategia e i parametri prescelti non incidono soltanto sul risultato
economico dell'annata
ma influenzano in modo significativo l'evoluzione
di medio e lungo periodo
e quindi la qualità e il posizionamento di
mercato della produzione futura
il relatore ha affermato che il problema
è spesso sottovalutato o accantonato soprattutto per la mancanza di un
metodo che superi il vecchio concetto di prezzo/grado costante
quello che
va
tuttora
per la maggiore in molte cantine. è emersa la proposta di
valutare il vigneto in base al suo potenziale. Ciò è possibile attraverso
la buona tecnica viticola che può agire in pratica su tutti i parametri
della qualità
eccetto quelli legati al sito e alle caratteristiche di
fondo dell'impianto
ove il vigneto sia già stato realizzato. Infine
Il
pagamento ad ettaro che è adottato da alcune aziende
per la
produzione di vini di alta gamma
previa valutazione del vigneto e del suo
potenziale
e fermi restando alcuni parametri di qualità del prodotto.
L'agricoltore è così svincolato da ogni preoccupazione "produttiva". Si
tratta di un buon approccio metodologico là dove è necessario modificare
consuetudini produttive radicate e per produzioni molto qualificate.
Il relatore ha concluso affermando che
un sistema di qualità funziona solo se gli obiettivi sono compresi e
condivisi
e non vissuti dagli agricoltori come un meccanismo punitivo. A
questo scopo può essere utile organizzare giornate di formazione ed anche
brevi corsi di degustazione. è evidente che per le cantine che intendono
fornire un supporto reale ai viticoltori
in vista della corretta
formazione del prezzo (valore) delle uve
la figura del tecnico viticolo è
irrinunciabile.
è intervenuto
infine
Riccardo
Pastore esperto marketing e comunicazione di Agriprojects
sul tema " L'immaginario
dei vini provenienti da uvaggio: alcuni aspetti di marketing".
Egli ha evidenziato la crescente
disaffezione nei confronti dell'omologazione culturale e della "banalità"
di molti vini
soprattutto provenienti da vitigni internazionali
che
genera una diffusa curiosità
ricerca e volontà di uscire dalla
standardizzazione. Per questo vi è una crescente attenzione a vini
caratterizzati da forte identità territoriale e riconoscibilità
storico-culturale. Infine
emerge anche una forte domanda di
"territorio ecocompatibile" (non è un caso che molti dei vini
emergenti si trovino in aree fra le meglio conservate anche dal punto di
vista ambientale oltre che da quello estetico-paesaggistico).
Il crescente abuso del termine
territorio nella promozione e comunicazione del vino
però
comincia a
divenire sospetto: se ne appropria con disinvoltura anche chi non ha le
carte in regola (né produttive
né scientifico-culturali e talvolta
nemmeno etiche).
Si tratta
infatti
di coniugare la
qualità del prodotto "in sé"
la qualità dell'organizzazione (aziendale –
consortile
ecc.) che lo sostiene e la qualità del territorio di
riferimento nonché la qualità del contesto storico-culturale per dare
efficaci risposte alle "curiosità" crescenti del mercato di cui si è detto
sopra.
Molte sono le competenze che devono
essere messe a lavorare insieme per generare una "percezione di
differenziazione" nell'immaginario del consumatore; in particolare quelle
Viticole ed Enologiche
ma anche di Marketing e di Comunicazione. Alla
questione "cosa deve proporre un ipotetico uvaggio bianco del Collio
all'immaginario del mercato
del consumatore per diventare un nuovo ed
efficace "prodotto-bandiera" del territorio?" egli ha risposto che si
tratta di "una difficile sintesi fra cose diverse
in particolare le
seguenti:
complessità
riconoscibilità
territoriale
identità culturale
in definitiva: "Un'unicità che sia……
facilmente riconoscibile".
La condizione principale di successo è
dunque il non facile ma necessario raggiungimento di una "qualità
complessiva del sistema territoriale" di cui l'uvaggio è un efficace
simbolo.
Un'impegnativa giornata di lavoro che si
è conclusa con una vivace e positiva discussione sui numerosi temi
affrontati sotto l'abile regia del prof. Vianello che ha chiuso i
lavori invitando tutti i presenti alla degustazione del prestigioso "Collio
bianco".
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