PRESENTAZIONE
IL DUCA Emilo I°
Fu nel lontano 1978 che
nell’ambito di una manifestazione enogastronomica
in quel di Lubiana ebbi modo di conoscere Claudio.
Io allora ero alla guida dell’ Assessorato regionale
dell’agricoltura e foreste e lui giovane direttore di un paio di Consorzi
di Tutela isontini in cui aveva avuto modo di esprimere per il meglio
tutta una serie di nozioni apprese alla Facoltà d’Agraria dell’ Università
di Bologna
affinate ed integrate con una felice esperienza quale
insegnante all’Istituto tecnico agrario Paolino d’Aquileia di Cividale del
Friuli.
Seppi poi che Claudio aveva ottenuto la prima
supplenza subito dopo l’esame di Stato (sostenuto e superato il 16 marzo
1972
subito dopo essersi laureato con una tesi di ricerca che il Ducato
dimostrò d’apprezzare alquanto
pubblicandola nel 1977) svolgendo in
contemporanea un tirocinio pratico presso aziende pilota e non mancando
mai a corsi d’aggiornamento vari
in e fuori regione.
Visti e piaciuti
come avviene quando s’avverte “per
simpatia”
come direbbero gli esperti artificieri..
un’affinità nel dire
e nel fare.
Lo ritrovai –vincitore di pubblico concorso per
consigliere agronomo- all’Assessorato di Via Percoto 16 in Udine e gli
affidai prontamente una serie di incarichi che
seppur di natura diversa
da quelli a lui piu’ consoni ( rapporti con il Ministero agricoltura e
foreste
Centro operativo ortofrutticolo di Ferrara ecc. ecc. ) non esitò
ad affrontare senza timori reverenziali
crescendo nel tempo.
Il destino mi volle poi alla vice presidenza del
Consiglio regionale ed alla presidenza dell’ E.R.S.A. e fu proprio in
quest’ultimo ruolo istituzionale che ebbi modo di riprendere con Claudio
contatti solo temporaneamente interrotti
fatte salvo occasionali
frequentazioni ed i tradizionali auguri natalizi.
Quando all’Assemblea del Ducato del 19 giugno 2004 – in
clima di profondo e necessario rinnovamento- lo proposi quale possibile
membro della Corte ducale riscontrai
con piacere
unanimità di consensi
Entrato
come è suo costume
in punta di piedi nella
Corte
coerentemente con il suo stile che lo porta inizialmente ad
ascoltare ed imparare molto prima di concedersi alle sue tradizionali
accelerazioni
si è ritagliato progressivamente uno spazio operativo molto
utile al Ducato nel settore della comunicazione
dell’informazione
giornalistica
nella collaborazione attiva anche quale relatore tecnico
in manifestazioni a vari livelli d’impegno (Cucina senza confini
Asparagus
ecc.).
Dopo VITI E VINI DEL FRIULI del 1977 il Ducato
come è
noto
ha sempre prestato un occhio di riguardo alla realizzazione di
pubblicazioni su temi storici e d’attualità interessanti il comparto
agrituristico ed enogastronomico
rientrando negli scopi e principali
finalità la valorizzazione dello stesso.
La
ricerca di Claudio Fabbro porta un titolo simpatico quale è
IL VIGNETO FRIULI DALL’ARRIVO DEI ROMANI ALLA “PARTENZA “
DEL TOCAI.
Piace questa presunta
virgolettata
“partenza”!
Poiché da sempre- insieme
purtroppo
a pochi altri- il
Ducato è in prima linea nella difesa del vitigno piu’ amato dai friulani.
Ed è bene che se ne parli proprio in questo momento
in
cui molti
troppi
per motivi non sempre del tutto chiari
vorrebbero
gettare la spugna in mezzo alla battaglia senza avere ancora perso la
guerra!
Piace anche questa rivisitazione dei vitigni autoctoni
che l’ Autore offre ad uso e consumo dei “ Nobili” già professionalmente
impegnati ma anche di tanti giovani studenti e
perché no
anche del
consumatore che tutti i giorni viene bombardato dai mezzi d’informazione
sui presunti pregi di vini “ globalizzati”
prodotti in Europa ma
soprattutto in Paesi extracomunitari
senza regole e discipline e con lo
scopo- in parte purtroppo già raggiunto- di scardinare la base
ampelografica storica della Piccola Patria.
PREFAZIONE
Claudio Fabbro
Non so se essere diventato agronomo anzichè ingegnere
enologo anziché
geometra
giornalista anziché lettore “Nobile del vino“ anziché astemio
sia dipeso dal destino o dalle frequentazioni.
Col senno di poi penso da ambedue
anche perché ripercorrendo alcuni
momenti della mia vita personale e professionale penso che
tutto sommato
“stava scritto”. In principio fu nonno Pio da Povoletto.
Dopo la parentesi della prima guerra che gli impose dei lasciare l’Impero
ex A.U. ed il “ Friuli austriaco” (sinistra Judrio) per rientrare in
quello “ italiano” tornò ad essere il fedele “fattore” della Famiglia
Cosolo
proprietari terrieri in Fogliano Redipuglia e dintorni. Non c’era
miglior regalo
per me
che saltare sul suo “Cucciolo” e girare le
campagne in riva all’Isonzo
parlare con i guardiacaccia (uno me lo
ricordo bene
era soprannominato “Badoglio”…)
assistere ai lavori. Nel
senso di intralciarli con l’alibi dell’innocenza.
Nonno Pio aveva piantato Tocai e Malvasia intorno alla
casa di Sagrado. La vendemmia era giorno di festa e la pigiatura trovava
noi
i quattro nipoti
puntuali a passare ore nel tino (“spremitura
soffice” la chiamerebbero ora..). Ogni tanto gli scappava qualche ritardo
nei travasi
tracce di acidità volatile e qualche incipiente ossidazione.
Al che nonna Romilda (pure di Povoletto e fieramente zia di Adriano Degano
espressione d’alta friulanità in quel di Roma e non solo) andava a nozze
gelosa delle priorità del nonno che ponevano il datore di lavoro su un
piedistallo e tutto il resto a seguire. La nonna era un’artista
nell’allevare animali da cortile
accudiva la stalla ed i maiali
coltivava l’orto (interpretando gli umori lunari) e dirigeva il traffico
famigliare di figli e nipoti del “patriarcato”.
Papà Urbano nacque nel lontano 1913 nel cuore
dell’azienda ora denominata Castelvecchio
nel Carso sopra Sagrado. Su
quella casa (dopo le 12 battaglie dell’Isonzo sparì..) sorse prima una
cisterna ed ora la vigna di Cabernet
tanto cara al mio amico enologo
Gianni Bignucolo. Con papà (“Lambrettino 48“) venni iniziato alla
viticoltura Isontina
da Sagrado a Monfalcone.
Io nacqui pure nel Carso
in una casa modesta che solo
la bravura di mamma Rita (nacque in Costabeorchia di Pinzano al
Tagliamento
anno 1921
fra quelle vigne di Ucelut
Cianorie e Piculit
neri che Emilio Bulfon seppe salvare dall’oblio..) rendeva dignitosa..
Come dire che la mia infanzia – fra Carso e colline dell’Alto
Spilimberghese - ha assorbito inconsciamente il fascino delle cosiddette
“viticolture eroiche” .
Quando arrivarono le truppe italiane nel 1953
mandate
dal Governo Pella a rintuzzare l’aggressività ricorrente del maresciallo
Tito
si meravigliarono che in casa non ci fossero né l’acqua corrente né
il bagno.
Il mio “secondo papà“ era il vicino di casa
Gino
Stabile
operaio agricolo presso la Tenuta di Oliviero e Cornelio Trentin
di Fogliano. Un uomo buono
forte e generoso che letteralmente “sussurrava
ai cavalli”. Infatti vi si allevavano stalloni e puledri per vari usi fra
cui il più frequente il trasporto ghiaia dal greto dell’Isonzo ai cantieri
edili. Anche lui un agricoltore a 360° che mi insegnò molto (mentre sua
moglie Zaira-la mia “ seconda ed adorata mamma” - mi viziava)
Al liceo arrivai per caso
vedendomi già ingegnere.
Poi
insieme al compagno storico di banco
Lucio Boschin
capimmo d’aver
toppato e – incuranti delle rappresaglie di famiglia che sarebbero venute
– passammo senza indugio all’Istituto per geometri E.Fermi in Gorizia.
Un corpo insegnante splendido ed un’armonia fra i banchi eccezionale (che
dura tuttora nelle periodiche rimpatriate..) con insegnanti di lettere
d’alto livello (Manera
Fortis
amarcord.. ..era forse il giornalismo
primordiale che covava sotto la cenere ?) e
per le discipline agrarie
il
prof. Guido Bonu
sardo d’origine e triestino d’adozione. Il suo carisma
(o il destino di cui dicevo prima…) portò gran parte della classe ad
iscriversi all’Università
Facoltà d’agraria di Padova o
come nel caso
mio e del mio nuovo ottimo compagno di banco
Giuseppe ( Uccio) Pappalardo
di Monfalcone
a Bologna.
Allora i prof. Bruno Marangoni e Cesare Intrieri iniziavano una carriera
che li avrebbe portati in alto.
Ma a chimica pendevamo dalle labbra del prof. Umberto Pallotta e le basi
dell’enologia ci arrivavano da Aureliano Amati. Per non parlare poi dei
prof. Grandi
Maria Matilde Principi
Giorgio Celli
luminari di un altro
pianeta.
Fu così che Cesare Intrieri (che ora ritrovo ben volentieri con Amati
nell’esclusiva Accademia Italiana della Vite e del Vino) mi propose
correva l’anno 1971
una tesi di laurea sulla viticoltura friulana. Collio
Isonzo e Carso in particolare.
Con il panettiere del mio paese
Pino Corsi
maestro
generoso “ fai da te” di fotografia
iniziai a documentare (ora lavoro da
me al computer
con digitale
foto e proiezioni comprese). Prese corpo
allora il mio archivio da cui ho attinto molto per questo ed altri lavori
di ricerca. Ma anche per dare una mano
nella “battaglia del Tocai” ad una
splendida figura di uomo e dirigente pubblico
con il quale ho avuto la
fortuna di lavorare a lungo ed in eccezionale armonia e consolidata
amicizia: Enzo Bevilacqua. Un archivio che ho aperto a tanti giovani
(nelle foto ma soprattutto nei documenti storici e tecnici) diplomandi o
laureandi
allievi di ieri e colleghi meravigliosi di oggi.
Fra cui – per la gioia di papà Livio- Maurizio Felluga nei primi anni ’70
e
trent’anni dopo
suo fratello Filippo!
Il mio primo preside (da supplente
in quel di Cividale.) fu il prof.
Angelo Albini. Un gran bel ricordo.
I primi presidenti il conte Douglas Attems (Collio) e l’ing. Sergio Cosolo
(Isonzo)
mi tennero a balia e mi fecero conoscere un mondo nuovo
ricco
di entusiasmo e motivazioni.
Una realtà di circa 500 aziende che stavano crescendo
in quegli anni. Mi adottarono; mi insegnarono (liberandomi dai freni
inibitori dopo qualche buon bicchiere nei ricorrenti “likof” “)
a
tradurre il mio “bisiaco” anche in lingua friulana! Il mondo degli
enologi
Piero Pittaro in testa
mi accolse a braccia aperte anche se
in
quanto agronomo
parzialmente “impuro”. Ho avuto ( ed ho..) modo di
ricambiare…. Ma molto devo a vignaioli
a tecnici
a colleghi del
“privato” e del “pubblico” che mi è impossibile elencare compiutamente; di
molti leggeremo nelle pagine che seguono. Il mio primo direttore
regionale
all’agricoltura
fu il compianto Giuseppe Pascolini. Un duro
simpaticamente burbero
dal cuore d’oro. Mi affinò nell’arte quotidiana
della sopravvivenza tecnica permettendomi di fare quanto a me più consono
in un ambiente dove maggiormente richiesta era la preparazione
giuridico/amministrativa/legale. Non gli sarò mai abbastanza grato per
avere Egli sopportato tante mie accelerazioni
aiutandomi a crescere
a
parlare in pubblico
a gestire incontri di gruppo. Ora si dice
“comunicare” .
Il mio primo assessore fu Emilio Del Gobbo
un politico
di razza (ma non mi ha mai chiesto
in trent’anni
se e da che parte mai
mi fossi schierato…..) ma soprattutto un Uomo. Un grande Uomo. Ci siamo
osservati a distanza negli anni a venire
consolidando la nostra amicizia
fino a ritrovarci di nuovo insieme (dal 19 giugno 2004
corsi e ricorsi
storici) nella Corte ducale. Ecco allora che
come nel 1977 Ottavio
Valerio ed Isi Benini (ma non posso dimenticare l’aiuto allora avuto anche
da Aldo Bader e Michele Formentini) mi “premiarono” pubblicando il mio “
Viti e vini del Friuli” con il Duca Emilio 1° ho rivisitato la
vitivinicoltura friulana nei secoli per dar vita a questo lavoro. Più che
una ricerca storica lo definirei un assemblaggio di documenti
testi
memorie
parti di giornale
riviste
frutto di anni di raccolta paziente
che
d’incanto
ha trasformato in virtù quella che è la mia “ disgrazia” :
il “disordine organizzato”. Nel senso che per il patologico vizio di non
buttare via (né smarrire ) alcunché ho
nel tempo
colonizzato cantine e
soffitte
il soggiorno e lo studio
talvolta gettando nello sconforto
Beniamina che – per contro- è caratterizzata da senso teutonico
dell’ordine.
Posso dire che avere riunito in questo volumetto un
impero cartaceo esuberante alquanto è stato quasi un atto liberatorio
di
bonifica ambientale. Utile alla mia sopravvivenza famigliare ma
quel che
più spero
anche a tanti giovani ed appassionati di viticoltura ed
enologia che potranno e sapranno cogliere da queste righe quanto di loro
interesse. E’ anche per questo che confido nella comprensione del lettore
che –almeno spero- saprà perdonarmi ripetizioni
sovrapposizioni
divagazioni
interpretazioni personali e probabilmente superficiali di un
protocollo storico la cui osservanza mi è difficile proprio in quanto
modesto agronomo temporaneamente ed occasionalmente prestato al
giornalismo hobbystico.
Quanto citato in modo schematico o eccessivamente
riassuntivo potrà essere completato con la lettura più completa della
documentazione che conservo. Le fotografie e le riproduzioni (salvo
diversa indicazione) sono mie o del mio archivio personale; pertanto di
natura amatoriale e non professionale. Le riproduzioni di grappoli
(compresa quella in copertina) sono tratte dal prezioso originale di Guido
Poggi del 1939
“Atlante ampelografico”
che custodisco gelosamente.
Destino o frequentazioni ?
Come dicevo in esordio
di tutto un po’.
Diciamo che
sotto il profilo umano e professionale mi è andata bene ;
sotto ogni punto di vista. Non so quanto abbia messo di mio per potermi
muovere nel “ Vigneto Friuli” (ed in quello italiano ed europeo
con
qualche tocco e fuga anche in America e Nuova Zelanda) a tali elevati ed
invidiabili livelli e quanto invece mi sia stato donato. Possiamo
risolvere l’arcano con il solito adagio “aiutati che Dio t’aiuta“?.
L'autore: Claudio
Fabbro
Isontino di origini friulane Claudio Fabbro si é laureato in Scienze
Agrarie nel 1972 all'Università di Bologna
discutendo con il prof.
Cesare Intrieri la tesi "La vitivinicoltura nel Friuli Venezia
Giulia Indagine sui Consorzi di tutela della denominazione di
origine "Collio" e "Isonzo". Nello stesso anno ha conseguito
l'abilitazione alla professione di agronomo. In seguito ha saputo
conciliare l'incarico di i nsegnante presso l'istituto Tecnico
Agrario Statale "Paolino d'Aquileia"di Cividale del Friuli
–assolvendo al contempo il servizio militare negli Alpini
S.M.A.L.P. Aosta e successivamente a Chiusaforte( “ JULIA”- 8° Reg.-BTG
Cividale) - con un incarico di consulenza tecnica presso i Consorzi
DOC COLLIO e ISONZO ed il tirocinio pratico presso varie aziende
agricole regionali
partecipando a diversi corsi e seminari di
viticoltura ed enologia anche a livello universitario.
Nel 1974 é stato chiamato alla direzione dei Consorzi
di tutela stessi contribuendo
in cinque anni d’appassionato lavoro
alla crescita tecnica e socio/economica di questi organismi
associativi e delle oltre 500 aziende aderenti.
Il 16 novembre 1974 è stato intronizzato “ NOBILE” del
DUCATO DEI VINI FRIULANI
che nel 1977 ha pubblicato la sua tesi di
laurea con il titolo “ VITI E VINI DEL FRIULI “
presentata da Isi
Benini a Villa Manin nell’ambito della DIETA DI PRIMAVERA di giugno
di quell’anno.
Dal 19 giugno 2004 fa parte della Corte ducale.
Il Ministero per le Politiche Agricole
con proprio
provvedimento dell’ 11 maggio 1998 gli ha riconosciuto il titolo d’
enologo.
Consigliere dal 1990 al 1999 (ed
attualmente
delegato
ai rapporti con i mezzi di informazione)
del Comitato di Sezione
dell'Associazione Enologi ed Enotecnici del Friuli Venezia Giulia
é
componente delle Commissioni di degustazione dei V.Q.P.R.D. presso
la Camera di Commercio di Gorizia nonché delle Commissioni delle
Guide Vini DOC e IGT delle Camere di Commercio della Regione.
Autore di libri e pubblicazioni
é iscritto dal 1972
all'Associazione e all'Ordine dei dottori agronomi e forestali della
Provincia di Gorizia nonché- dall’ 8 maggio 1991- all'Ordine
regionale dei giornalisti pubblicisti ed all’ARGA (Associazione
regionale giornalisti agricoli) ; collabora con periodici e riviste
specializzate regionali e nazionali di rilevanza nel comparto
agricolo e vitivinicolo nonchè a programmi radiofonici e televisivi.
E’ iscritto all’Associazione Enologi-Enotecnici Italiani ed all’
Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino ( ONAV). E’ “socio
onorario” del Club enologico isontino di Monfalcone
del G.E.T.
(Gruppo enogastronomico triestino) e del Gruppo “Chei dal Tayut” di
Cormòns.
E’ associato a Slow Food e sostenitore del Comitato difesa osteria
friulane.
Nel 1979 – vincitore di concorso pubblico - é passato
alla Direzione Regionale dell'Agricoltura in Udine e
quale
consigliere agronomo
ha gestito le problematiche tecnico
amministrative interessanti le Associazioni dei Produttori e dei
Viticoltori singoli ed associati
curando sia in sede comunitaria
che ministeriale ed interregionale l'applicazione dei regolamenti
leggi e provvedimenti in materia.
Assegnato nel 1992 all'Osservatorio per le Malattie
delle Piante di Gorizia (l’Ufficio venne istituito -con decreto
31.5.1947- dall’allora Ministro dell’agricoltura
Antonio Segni)
quale Ispettore fitosanitario ha completato la propria esperienza
prevalentemente vitivinicola
approfondendo i vari aspetti della
certificazione
della diagnostica e delle strategie di difesa
integrata anche sulle altre coltivazioni.
Nel 1998 è stato nominato direttore sostituto
dell'Osservatorio medesimo (dipendente dalla Direzione Regionale
dell'Agricoltura). Nel 2002 ha superato gli esami per dirigente
regionale.
Nel 2003 gli è stato conferito l’incarico di dirigente
di staff di “ricerca e studio ” della Direzione centrale risorse
agricole
naturali
forestali e della montagna nonché di
coordinatore del GRUPPO di LAVORO COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
-costituito presso la Direzione stessa –e della Redazione
NEWSLETTER.
(newsletter.agrifor@regione.fvg.it).
Nel 2004 è stato incaricato
quale Ispettore
fitosanitario
di operare nell’ambito della UNITA’ OPERATIVA per i
CONTROLLI FITOSANITARI del SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE.
A decorrere dal 1 aprile 2004. la Giunta regionale lo
ha nominato Commissario straordinario dell’ ERSA (Agenzia sviluppo
rurale).
Il 5 luglio 2004
a seguito della nomina del direttore
generale dell’ ERSA
ha riassunto l’incarico di dirigente di staff
di “ricerca e studio ” della Direzione centrale risorse agricole
naturali
forestali e della montagna in Udine nonché di Ispettore
fitosanitario in seno alla succitata unità operativa.
Il 7 giugno 2004 l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole
Naturali
Forestali e della Montagna
Enzo MARSILIO
lo ha designato
quale rappresentante dell’Amministrazione regionale in seno al
COMITATO GUIDA AI VINI FRIULI VENEZIA GIULIA .
Dal 03.01.2005
a seguito risoluzione consensuale
rapporto di lavoro con l’Amministrazione regionale è impegnato
prioritariamente -quale consulente agronomo
. enologo e giornalista
- nel settore della divulgazione agricola e della comunicazione.
Nello stesso anno
su designazione dell’Assessore
Marsilio gli è stato conferito il prestigioso riconoscimento
nazionale “ CANGRANDE 2005 “ quale benemerito della vitivinicoltura
del Friuli Venezia Giulia ( 39° Vinitaly
Verona 7.4.2005).
Sempre nel 2005 è stato chiamato a far parte dell’
ACCADEMIA ITALIANA della VITE e del VINO ( 39° Vinitaly
Verona
9.4.2005)
ATTIVITA' GIORNALISTICA
Iscritto all'Ordine regionale Friuli Venezia Giulia Albo dei
giornalisti Elenco pubblicisti dall' 8 maggio 1991. Iscritto all’A.R.G.A.
(Associazione regionale giornalisti agricoli) dal 27 agosto 1998.
Iscritto all’I.N.P.G.I. ( Istituto nazionale previdenza giornalisti
italiani) dal 2004. Collabora con le seguenti
riviste e periodici del settore vitivinicolo
agricolo ed
enogastronomico
IL CORRIERE VINICOLO (Milano); L’INFORMATORE AGRARIO (Verona);
CIVILTA' DEL BERE (Milano); VIN & ALIA ( Milano); L'ENOLOGO
(Milano); VIGNEVINI ( Bologna); SAPORI D'ITALIA (Treviso); TASTE VIN
(Treviso); PHYTOMAGAZINE ( rivista on-line) (Rivoli -Verona);
L’ASSAGGIATORE (Asti)
FUOCOLENTO (Pavia di Udine) WWW:FRIULIDOC.COM
(Udine)
COLLIO NEWS (Cormòns)
V Q -VINO e QUALITA’(Rivoli-Verona)
FOCUSWINE (Rivista on line) (Milano) .
Ed inoltre collabora con la Redazione della sede RAI REGIONE F.V.G.
(Udine) Programma radiofonico domenicale per gli agricoltori " VITA
NEI CAMPI e
per le problematiche agricole
con il sito web:
www.natisone.it (vini & vigneti).
E'addetto stampa e p.r. dell'Associazione regionale enologi
enotecnici .
Libri e pubblicazioni:
VITI E VINI DEL FRIULI (ed. Ducato Vini friulani
Gorizia 1977);
ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI ( Ed. Associazione Città del vino
Siena 1998);
ENOVAGANDO (Ed. DiGi Press
Gorizia 2000 Coautori : Franco I..
Filiputti W.
Bonetti M..) ;
VINI DOC E IGT NELLE PROVINCIE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Anni 1998 e
1999 (Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio di
Gorizia 2000 Coautori: Bassi M.C. e Nadaia L.)
IL RAMANDOLO SUI COLLI ORIENTALI DEL FRIULI (Consorzio Tutela
Ramandolo & Edizioni Archivio Tommasoli –Verona 2001- Coautori :
Longo G.
Pittaro P.
Salvador O.
Ursini F.- immagini Tommasoli A.
e S.)
DUCATO DEI VINI FRIULANI
Trent’anni di storia (Ducato dei Vini
Friulani-Udine 2002 -Coautori: Fortuna P.
Burelli O.
Bertossi S.
Molinari Pradelli A.
Peloi B. )
SPOSARE L’ACQUA AL SOLE
la bonifica per lo sviluppo economico e
sociale del territorio
( Atti dell’ VIII Congresso Associazione
Culturale Bisiaca
Sagrado
19-20 ottobre 2002; Coautori: Duca
R.
Cosma R.
Sganghero E.
Santeusanio I.)
FIUMICELLO E LE PESCHE
aspetti nutrizionali
storia e tossicologia
dei fitosanitari (Atti Comune di Fiumicello e Istituto Farmacologia
e Tossicologia Clinica Università degli Studi
di Udine
28 ottobre
2003; coautori: Furlanut M.
Lucas C.
Baraldo M. )
ENOVAGANDO (ed. DiGi Web
Gorizia 2004 –2^ edizione)
Ed inoltre ha collaborato a:
I GRANDI VINI DEL VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA (Ed.Idealibri
Venezia 2000: collaborazione con l'Autore
Filiputti W. per servizi
fotografici
impostazione testi e schede varie Aziende Friuli V.G.)
IL VINO ROMANO TRA SACRO E PROFANO (Prefazione
introduzione
presentazione Atti CONVEGNO INTERNAZIONALE 22.12.2003 in BOLLETTINO
del GRUPPO ARCHEOLOGICO AQUILEIESE – Anno XIII-Numero 12-Dicembre
2003)
FAMIGLIA BLANCH-CENTO ANNI di TRATTORIA 1904-2004
(Prefazione
introduzione
presentazione pubblicazione a cura di Paolo
IANCIS e Valentina VIDOZ
Mossa
23.11.2004 )
FRIULI. TERRE
UOMINI
VINO (Prefazione
introduzione
presentazione
e collaborazione con l’Autore Andrea ZANFI e CARLO CAMBI EDITORE -
Poggibonsi-Siena- dicembre 2004)
Cura personalmente i servizi fotografici (diapositiva
colori
b/n e
digitale; archivio attivato nel 1970) e la presentazione
avvalendosi di mezzi informatici. |
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