Anche le bollicine del Friuli in ripresa per le feste ma sono poco
conosciute
"C'è chi prevede
e crediamo a ragione
che in queste
ormai imminenti feste di Natale e di fine d'anno ci saranno meno tappi di
Champagne a saltare soprattutto al momento dei botti per il benvenuto al
2006 a vantaggio di quelli dello spumante classico italiano. Infatti
osserva Giuseppe Longo nella sua "Pagina d'Agricoltura in Il Messaggero
Veneto di lunedì 19 dicembre scorso il consumatore del Belpaese si
sarebbe finalmente accorto
complice il particolare momento
economico
che in Italia si producono "bollicine" appunto di metodo classico
cioè
con rifermentazione naturale in bottiglia di ottima qualità e a un
prezzo ben più abbordabile di quelle superblasonate d'Oltralpe. Secondo
una stima ColdirettiNielsen
in Italia se ne stapperanno 2
5 milioni
bottiglie.
E nel discorso della qualità non fa eccezione il Vigneto Friuli
nel quale
si producono pochi ma certamente ottimi spumanti
che ben figurano ovunque
sono presentati. Solo che a livello locale come pure in quello nazionale
bisogna cercare una nuova strategia
proprio nella consapevolezza della
validità del prodotto. Ne è convinto Girolamo Dorigo
presidente degli
spumantisti "classici" del Friuli
anche sulla base di quanto ebbe modo di
constatare in settembre
dal punto di vista promozionale
a Conegliano
in
occasione dell#39affermata Mostra nazionale. «Non dobbiamo chiuderci nel
proprio orticello dice
ma imparare a fare sistema
a operare assieme
per far conoscere al grande pubblico dei consumatori la qualità
pur nelle
diverse tipologie e nei diversi territori. La sfida globale c'impone tutt'altra
strategia: operiamo in armonica cordata per lanciare un messaggio forte
che valorizzi il prodotto
pur nelle sue diversità
educhiamo il
consumatore affinchè non si avvicini allo spumante solo nelle grandi
festività ma ne faccia bevanda quotidiana
insegnando che nelle diverse
tipologie troverà lo spumante che per carattere
prezzo e caratteristiche
risponda alle sue esigenze». Parole da sottoscrivere in toto
soprattutto
riguardo alla duttilità delle "bollicine" a tavola
specialmente con
leggeri piatti di pesce o molluschi.
È dunque arrivato il momento del rilancio per il metodo classico italiano
e friulano. L'input lo ha dato la già ricordata mostra veneta con un Forum
degli spumanti italiani in tre serate
alle quali hanno partecipato lo
stesso Dorigo con il suo brut e Piero Pittaro
con il millesimanto 1997:
due prodotti che dimostrano quanto fatto in Friuli sulla strada della
qualità.
Ma la qualità non è tutto. Serve una migliore comunicazione
sostiene
appunto Dorigo. Anche se Pittaro si spinge oltre
tanto che già in
occasione del forum ha rinnovato ai colleghi produttori l'invito a non
ricercare nuove denominazioni per le nostre "bollicine": si chiamino
«spumante italiano»
e basta. Infatti
l'esperienza del Talento
e prima
ancora di Classimo e Classico
tutti nomi che non hanno avuto successo
ha
insegnato che per far conoscere una nuova denominazione e farla apprezzare
ci vogliono decenni. Altra cosa è lo Champagne osserva Pittaro che ha
legato a un unico prodotto il nome del territorio oltre duecento anni fa.
Nel nostro paese esistono invece ben 261 tipi diversi! Ecco
allora
la
proposta per il prodotto a fermentazione naturale di chiamarlo
semplicemente «spumante italiano». C'è
però
il problema della
differenziazione con quello ottenuto in autoclave con il metodo Charmat.
Il dibattito è aperto. Nel frattempo
brindiamo al nuovo anno con le
"bollicine" Made in Friuli!"
Gli spumantisti cresceranno con Raiz e de Puppi
A Dorigo oro in Francia
Pittaro primo in Italia
"Le "bollicine" nostrane sono così buone che Girolamo
Dorigo
presidente fin dalla sua nascita dell'Associazione
spumante Friuli
classico
oggi annuncia con grande soddisfazione che sta per crescere la
famiglia degli spumantisti.
«Alle note e affermate aziende oggi in produzione si affiancheranno in
breve spiega infatti due nuove cantine già note nella "hit parade" dei
vini fermi: la ditta Teresa Raiz di Paolo Tosolini
di Povoletto
e
l'azienda agricola dei Conti de Puppi di Moimacco. E lo faranno prima
timidamente e con un approccio sperimentale
poi
superata questa fase
iniziale
con un programma che prevede diverse decine di migliaia di
bottiglie. Questi programmi faranno onore e merito all'enologia friulana.
Per cui la nostra Associazione formula i migliori auspici per queste "new
entry"
nel rispetto della tradizione e delle severe regole di produzione
al fine di garantire l'eccelsa qualità dello spumante». «La lungimiranza
dei soci fondatori
che nel lontano 1987 costituirono l'Associazione
spumante Friuli metodo classico aggiunge Dorigo troverà così conferma
della validità dell'intuizione
colta già quasi vent'anni fa». Ricordiamo
che oggi
oltre allo stesso Dorigo e a Pittaro
gli spumantisti "classici"
sono Fantinel
Cantarutti e Isola Augusta
per un totale di circa 70 mila
bottiglie. Poche ma buone
tanto che allo stesso Dorigo è appena giunta da
Chaintrè
in Francia
la comunicazione che il suo Brut è stato premiato
con la medaglia d'oro inserendolo fra gli "Effervescents du Monde 2005"
(altre tre le aziende in Italia)
mentre alla Eugenio Collavini è andato
l'argento per il suo Ribolla gialla".
" Grandi riconoscimenti conclude Longodalla patria dello
Champagne che fanno il paio con quello ottenuto dai Vigneti Pittaro a
Valdobbiadene in settembre
con il millesimato 1997 che al concorso della
Mostra nazionale degli spumanti conquistò il primo posto quale miglior
prodotto d'Italia".