Convegno "Collio – marchio per
vino e territorio"
Ejarque: "Un brand unico per vendere
più vino e avere più enoturisti"
"I vostri vini sono buoni
ottimi
lo sapevate? E
allora ditelo chiaro!" Inizia così la relazione del direttore
generale
dell'Agenzia turismo FVG
il catalano Josep Ejarque
che
dopo una
scherzosa tirata di orecchie plaude il Consorzio Collio per aver
organizzato un incontro che "permette di vedere il mondo del vino in uno
spazio più ambio". L'occasione è stata quella della tavola rotonda che si
è tenuta venerdì 24 febbraio scorso nell'Auditorium di Gorizia e il tema
dei lavori
presentato nella sua introduzione dalla presidente del
Consorzio isontino
Ornella Venica
verteva sulla necessità di "ripensare
a vino e territorio in virtù di un piano strategico capace di far
interagire il mondo dell'eccellenza vitivinicola regionale con gi altri
protagonisti dell'agroalimentare regionale e con la Regione stessa per
quanto riguarda una strategia turistica condivisa". A questa analisi
condotta dal giornalista ed enologo Claudio Fabbro
hanno partecipato l'assessore del comune di Gorizia
Claudio Cressati
esponente provinciale di Confagricoltura Fvg
l'assessore regionale alle
risorse agricole Enzo Marsilio
il professor Enrico Peterlunger
dell'Università di Udine e il professor Francesco Venier del Mib School of
Management Trieste
il dottor Giovanni Geddes da Filicaja
amministratore
delegato delle aziende Frescobaldi
la signora Lina Paolillo del
ristoranteenoteca Ferrara di Roma
il dottor Cesare Turini titolare di
Heres Spa
il dottor Sergio Soavi responsabile marketing Coop Italia e il
signor Eberhard Spangenberg di Garibaldi Import München. Tra il pubblico
il vicepresidente della provincia di Gorizia
Franco Sturzi
il presidente
di Agrapromo
Massimo Bassani
il presidente di Federdoc Fvg Adriano
Gigante
direttori e presidenti degli altri Consorzi doc e docg regionali
Organizzazioni professionali e altri soggetti come il Movimento turismo
del vino Fvg o Slow food.
"Dovete essere ambiziosi". Questo un altro monito del
direttore Ejarque che individua nel vino un importante valore aggiunto
all'offerta turistica ed enoturistica regionale poichè insieme alla
gastronomia tipica i vino dà "riconoscibilità" al territorio che
sempre
per Ejarque dovrebbe presentarsi sotto un marchio
un brand unico. La
riflessione finale è spettata invece all'assessore regionale alle attività
produttive
Enrico Bertossi che
alla luce del successo dell'incontro
goriziano
ha proposto ai vari protagonisti del mondo vitivinicolo –
agroalimentare e della promozione turistica di incontrarsi nuovamente per
approfondire l'analisi.
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IL COLLIO
IL
TERRITORIO
Il Collio si estende attraverso la fascia collinare
settentrionale della provincia di Gorizia
a ridosso del confine di
stato con la Slovenia
comprendendo circa oltre 1500 ettari di
vigneti collinari specializzati.
Il territorio copre una sequenza di declivi che si sviluppano quasi
ininterrottamente lungo una direttrice ideale estovest
presentando
ampie superfici esposte a mezzogiorno
particolarmente vocate ad una
viticoltura di gran pregio.
La cerchia delle Prealpi Giulie costituisce un efficace riparo dai
venti freddi di settentrione e la prossimità della costa adriatica
che dista mediamente una ventina di chilometri
contribuisce a
moderare le escursioni termiche
favorendo la persistenza di un
microclima mite e temperato.Grazie a queste favorevoli circostanze
nel secolo scorso
quando il territorio ancora faceva parte
dell'Impero Asburgico
Gorizia veniva definita "la Nizza
dell'Adriatico".
Ma la vicinanza del mare determina anche un singolare fenomeno di
riflessione dei raggi solari
assai importante per la viticoltura
producendo un effetto di doppia insolazione del quale si
avvantaggiano particolarmente i versanti esposti ad est e ad ovest.
I terreni del Collio sono costituiti da marne ed arenarie
stratificate di origine eocenica
portate in superficie in epoca
remota dal sollevamento dei fondali dell'Adriatico
come sta ad
indicare il frequente ritrovamento di fossili marini.
Queste formazioni rocciose si disgregano facilmente sotto l'azione
degli agenti atmosferici
originando degli elementi grossolani che
si evolvono in un terreno dapprima granuloso ed infine assai minuto
che nel volgere di poche stagioni si trasforma in un substrato
ideale per la viticoltura.
In quest'ambito geopedologico e climatico così favorevole si è
sviluppata
fin dai tempi più remoti
la coltura della vite
che
risultava praticata nella zona già in epoca preromana.
LA TRADIZIONE
Benchè la coltivazione della vite fosse antecedente al
loro insediamento
ai Romani va riconosciuto il merito di averle
dato maggiore sviluppo
introducendo tecniche. La produzione dei
vini intorno alla metà del terzo secolo d.C. era così diffusa da
consentire all'Imperatore Massimino
proveniente dalla Tracia e
diretto all'assedio di Aquileia con le sue legioni
di requisire in
Collio una quantità di botti e tini sufficiente a ricostruire un
ponte sull'Isonzo alla Mainizza
presso Gorizia
distrutto dai
difensori in ritirata.
Nel Collio la viticoltura ebbe fin dai tempi più antichi una
rilevante importanza economica. È questa una realtà che si desume
da molti documenti che riguardano il territorio e nei quali sono
sempre citati i due elementi essenziali che caratterizzavano allora
ogni angolo della contrada: la presenza di un castello
cardine del
sistema militare e politico che consentiva di esercitare una reale
potestà ed i vigneti che rappresentavano la fonte primaria del
reddito e quindi i concreti benefici per colui che di tale potestà
era investito.
Il veneziano Faustino Moisesso che fu protagonista e puntuale
cronista della "Guerra degli Uscocchi"
nella sua "Historia della
ultima guerra in Friuli"
narra come le truppe della Serenissima si
lanciassero all'assalto di un fortino in mano all'esercito imperiale
asburgico sfruttando le zone defilate al tiro nemico grazie alla
presenza dei terrazzamenti ricavati sui fianchi del colle. Questo
episodio avveniva nel 1616 e rappresenta oggi una chiara
testimonianza della presenza nel Collio di una viticoltura
specializzata che già allora si avvaleva di importanti e complesse
opere di sistemazione fondiaria.
Lo stesso Autore
narrando del saccheggio dei castelli espugnati
ci
informa dettagliatamente sulla consistenza e natura delle ricchezze
costituenti il bottino
che sempre comprendeva ingenti quantità di
"vini squisitissimi".
Vini
quindi
noti e ricercati da tempo immemorabile presso le
antiche Corti d'Europa
e particolarmente dalla Serenissima
Repubblica e dalla Corte Imperiale Asburgica che con alterne vicende
lungamente si contesero queste tormentate contrade.
Il Collio godeva della massima considerazione tra le zone viticole
dell'Impero. Lo conferma il fatto che fu un possidente goriziano
il conte Francesco CoroniniCronberg
il primo presidente dell'Associazione
dei Viticoltori Austriaci
fondata a Vienna nel 1884.
La moderna viticoltura nasce in Collio nella seconda metà del 1800
principalmente ad opera del conte Teodoro Latour
proprietario di
una vasta tenuta che oggi
in altre mani
ancora produce rinomati
vini. A lui si deve l'introduzione di pregiate varietà di uve da
vino francesi e tedesche che andarono a sostituire alcuni vecchi
vitigni locali di minor interesse qualitativo. Fu tuttavia mantenuta
la coltura delle varietà tradizionali più rinomate
tutt'oggi
presenti ed ancora coltivate con successo.
IL "IV CONGRESSO ENOLOGICO AUSTRIACO"
Una tappa determinante per la viticoltura del Collio fu
segnata dal IV Congresso Enologico Austriaco
tenutosi a Gorizia nel
1891.
Già nel 1875 per fronteggiare i gravi problemi creatisi con le
infestazioni delle crittogame
su iniziativa dei viticultori del
Collio
appartenenti alla Imperial Regia Società Agraria di Gorizia
fu convocata a Trento un'adunanza dei viticoltori austriaci.
Si decise allora di tenere periodicamente dei Congressi enologici
presso le più rinomate zone viticole dell'Impero
per dibattere gli
scottanti argomenti allora d'attualità.
Il primo Congresso si svolse a Maribor nel 1878 ed il secondo a
Vienna
nel 1882. In occasione del terzo
che nel 1886 ebbe sede a
Bolzano
fu destinata Gorizia per ospitare il successivo
da tenersi
nel 1890. La scelta fu motivata anche dall'opportunità di
solennizzare il 125° anniversario della fondazione della Società
Agraria goriziana
decretata dalla gloriosa Maria Teresa. La data
dovette poi essere posticipata di un anno per non interferire con
la grande esposizione agricoloforestale tenutasi nel 1890 a Vienna.
Come ci tramanda negli "Atti del Congresso" Tommaso Fruhauf
allora
direttore del fiorente Istituto Sperimentale Agrario di Gorizia
nel
settembre del 1891 i più illustri rappresentanti del mondo
vitivinicolo dell'Impero Asburgico si incontrarono nel capoluogo
isontino per discutere scottanti argomenti che riguardavano la
stessa sopravvivenza della viticoltura del Centro Europa.
In quell'occasione furono prese
non senza travaglio
storiche
decisioni: ci si trovava in piena era fillosserica ed incombeva
quindi la necessità di ricostituire i vigneti che
già minati dalle
crittogame
venivano devastati da quell'immane flagello. Scartate le
facili soluzioni che
per un rapido ripristino dei livelli
produttivi
proponevano il ricorso a vitigni ottenuti da incroci tra
varietà europee ed americane
fu imboccata la più difficile ma più
qualificante via dell'innesto su piede americano delle rinomate
varietà del Vecchio Continente.
Queste sagge decisioni consentirono alle zone maggiormente vocate
e
tra esse al Collio
di riprendere quei validi orientamenti
maturati
in secoli di tradizone
che ne avevano fatto delle stelle di prima
grandezza nel firmamento della più nobile vitivinicoltura.
IL CENTENARIO
Dopo un secolo
nel 1991
per iniziativa del Consorzio
Collio
con una serie di manifestazioni è stato degnamente celebrato
il centenario del IV Congresso Enologico Austriaco.
In un convegno tecnico al quale sono intervenuti i più importanti
studiosi in ambito mondiale del settore vitivinicolo
sono stati
ripresi i temi già discussi cent'anni prima
operando un prezioso
aggiornamento.
Nelle dua enoteche locali
di Gradisca e di Cormòns è stata inoltre
allestita una vasta rassegna dei vini di tutte le principali regioni
a maggior vocazione già appartenenti all'Impero.
Erano rappresentate
oltre al Collio e alle altre zone vinicole del
goriziano
l'Alto Adige
la Cecoslovacchia
la Croazia
la Slovenia
il Trentino e l'Ungheria.
LA GRANDE GUERRA
Tornando ai tempi passati
si deve registrare come alla
travagliata ripresa che vide la ricostituzione dei vigneti devastati
dalla fillossera fecero seguito dopo pochi anni nuove distruzioni.
Il Collio si trovò in prima linea durante la Grande Guerra e le più
cruente e distruttrici delle undici Battaglie dell'Isonzo furono
combattute tra i suoi vigneti.
Podgora
Oslavia
Cormòns
San Floriano
che rappresentano oggi
altrettante rinomate zone di produzione
furono tristemente famose
tra i combattenti di entrambe le parti che a decine di migliaia
caddero su quei declivi.
Dopo il 1918 il Collio dovette affrontare
assieme al problema della
ricostituzione dei vigneti annientati dalla guerra
quello
altrettanto spinoso dell'inserimento dei propri prodotti su nuovi
mercati
avendo perduti
con il distacco dall'Austria
i suoi
tradizionali sbocchi commerciali.
L'Italia infatti produceva grandi quantità di vini a basso prezzo
creando una concorrenza insostenibile per quella pregiata
viticoltura collinare. Lo scoglio fu superato ancora una volta
indirizzando la nuova viticoltura sui tradizionali canali della
serietà e della qualità.
I vini del Collio
grazie alla loro bontà ed alla consolidata
immagine della zona
poterono convenientemente trovare spazio nel
mercato dei vini di pregio
consentendo in tal modo la sopravvivenza
di quella rinomata viticoltura.
IL RICONOSCIMENTO
Un'altra pietra miliare della viticoltura del Collio è
rappresentata dal Decreto del Presidente della Repubblica del 24
maggio 1968 con cui
tra i primi in Italia
a questi vini veniva
riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata.
Con questo atto venivano inoltre sancite le norme relative alla
produzione ed al commercio
contenute in un severo disciplinare
proposto dallo stesso "Consorzio per la Tutela dei Vini Collio"
costituito nel 1964 dai più lungimiranti viticoltori per iniziativa
del conte Sigismondo Douglas Attems.
Fu delimitata la zona di produzione che si estende su tutto o parte
del territorio di otto Comuni: Gorizia
Capriva del Friuli
Cormòns
Dolegna del Collio
Farra d'Isonzo
Mossa
San Lorenzo Isontino e
San Floriano del Collio.
Tra le condizioni sancite dal disciplinare assume particolare
rilievo la limitazione ai soli vigneti di collina della facoltà di
accedere alla denominazione Collio.
I vini devono essere ottenuti in purezza assoluta da uve di
altissimo pregio la cui produzione ad ettaro
rigorosamente
limitata
viene tuttavia raramente raggiunta
dato che i viticoltori
del Collio in ogni caso tendono a privilegiare la qualità.
Con il successivo Decreto del Presidente della Repubblica del 3
novembre 1989
su richiesta del Consorzio Collio
vennero apportate
alcune modifiche al disciplinare di produzione.
Fu così ampliata l'originaria gamma di undici vini riconosciuti a
D.O.C. con l'ammissione di altre pregiate varietà da tempo coltivate
nella zona con eccellenti risultati.
Vennero inoltre inserite alcune norme atte a rendere più efficaci i
controlli ed a meglio orientare la produzione al raggiungimento dei
massimi livelli qualitativi.
I VINI
Bianchi
COLLIO Bianco
"È un uvaggio di pregiati vitigni bianchi del Collio
che ogni azienda sceglie accuratamente per produrre un proprio vino
esclusivo
secondo gli indirizzi della Casa.
Le caratteristiche organolettiche variano e vanno pertanto scoperte
dal consumatore o suggerite dal Sommelier. Anche gli abbinamenti
seguiranno la composizione del vino e l'eventuale invecchiamento o
affinamento
essendovi un preciso orientamento dei produttori verso
la botte o la barrique.
Se fuori pasto
servire alla temperatura di 10°. A tavola va servito
a 12° ".
COLLIO Chardonnay
Da tempo diffuso nel Collio
è stato ammesso alla DOC nel
1989 per gli eccellente risultati qualitativi raggiunti.
Dal colore paglierino brillante
ha profumo netto ed intenso;
possiede ottima struttura e si presta egregiamente ad invecchiare
anche in piccoli fusti.
Giovane si serve a centro pranzo con risotti di primizie o
preparazioni delicate di pesce. Invecchiato può accompagnare primi
piatti saporiti e carni bianche.
COLLIO Malvasia istriana
Deriva dalla vinificazione in purezza del vitigno
Malvasia istriana
presente nella zona da molti secoli.
Ha colore paglierino chiaro con riflessi verdi. Il profumo è netto
dal lieve aroma caratteristico che ricorda la frutta esotica ed il
pepe bianco. Al palato si presenta asciutto
fresco
vivace e di
buon corpo.
Ottimo come aperitivo
accompagna bene minestre
risotti e pesce
anche grasso.
COLLIO Müller Thurgau
Proviene dall'omonimo vitigno che porta il nome dello
studioso svizzero che lo ottenne da un ben riuscito incrocio tra il
Riesling renano ed il Sylvaner verde.
Ha colore paglierino brillante ed aroma netto e delicato. Al palato
si presenta fresco
leggero
vivace.
Particolarmente adatto l'abbinamento con trota e salmone affumicati.
COLLIO Picolit
Vino nobile e rarissimo
tradizionalmente coltivato nel
Collio
era solitamente riservato agli amici ed alle grandi
occasioni.
Ha colore giallo paglierino con riflessi dorati
profumo intenso e
piacevole che ricorda i fiori di campo ed il miele d'acacia. Il
sapore
è dolce
ampio
vellutato.
È un "vino da conversazione"
da gustare in buona compagnia
fuori
pasto.
COLLIO Pinot bianco
Deriva dalla vinificazione in purezza dell'omonimo
vitigno che
introdotto nel Collio fin dal secolo scorso
ha
dimostrato di adattarsi egregiamente.
Ha colore paglierino e profumo delicato
fruttato
intenso. Il
sapore è asciutto e corposo
ma morbido e distinto.
Accompagna piatti di centro pranzo
risotti e minestre di verdure
oppure preparazioni a base di uova o pesce.
COLLIO Pinot grigio
È una delle bandiere del Collio. Ha colore paglierino
con vaghi riflessi cinerini. Il profumo è intenso
gradevole e
personale. Al palato mostra una solida struttura ed una buona
persistenza.
È un vino da centro pranzo per minestre sostanziose
risotti di
carni leggere
lessi di carne bianca o di pollo.
COLLIO Ribolla gialla
La sua presenza nel Collio è ampiamente documentata fin
dai tempi antichi. Tradizionalmente unito a Tocai friulano e
Malvasia istriana nei vigneti misti
viene ora proposto anche in
purezza.
Presenta un colore paglierino vivace e profumo elegante ed intenso.
Il sapore è vivace ed armonico.Quando provenga da vigneti ubicati in
posizioni particolarmente favorevoli
può dare eccellenti risultati
con la raccolta tardiva e la conservazione in piccoli fusti.
Nella gastronomia predilige i frutti di mare ed i piatti delicati di
pesce.
COLLIO Riesling italico
Deriva dalla vinificazione in purezza del vitigno
omonimo
molto diffuso nell'area danubiana dalla quale
nonostante
il nome
sembra originario.
Ha colore paglierino scarico con deboli sfumature verdognole. Il
profumo esprime un fine e lieve aroma personalissimo. Il sapore è
asciutto fresco e signorile.
Si abbina egregiamente con il pesce in ogni tipo ed ogni
preparazione.
COLLIO Riesling renano
Presente nel Collio fin dal secolo scorso
in tempi più
recenti ha nuovamente preso piede con eccellenti risultati
tanto
che si è provveduto
nel 1989
ad ammetterlo alla D.O.C.
Ha colore paglierino vivace ed un aroma intenso e caratteristico che
ricorda la mela renetta acerba. Il sapore è fresco e delicato.
Si abbina con piatti di pesce saporiti
frutti di mare e crostacei.
COLLIO Sauvignon
È ottenuto dalla vinificazione in purezza di uva
Sauvignon e rappresenta una delle varietà di maggior prestigio del
Collio.
Ha colore paglierino talvolta tendente al dorato
sempre con
riflessi lievi verdognoli. Il profumo
intenso e caratteristico
ricorda la salvia ed il sambuco ed esprime una gamma di aromi in
perfetta armonia. Al palato si rivela asciutto
di buona struttura
generoso.
Si abbina a risotti di primizie
primi piatti sostanziosi ed
elaborati. È particolarmente adatto ad accompagnare frutti di mare
e crostacei.
COLLIO Tocai friulano
Questo vino non va confuso con altri omonimi
dato che il
suo nome deriva dal vitigno "Tocai friulano"
uno dei più
tradizionali e rinomati della zona.
Ha un colore paglierino con piacevoli caratteristici riflesssi
verdognoli ed un profumo personale
con delicato aroma e sentore di
mandorla. Il sapore è pieno
di corpo
asciutto ed armonico.
Eccellente fuori pasto
nel Collio è il classico vino da aperitivo.
Sulla tavola si accosta egregiamente a piatti di pesce
ma anche a
grigliate di carni bianche. Particolarmente adatto ad accompagnare
il prosciutto crudo locale
anche quando leggermente affumicato.
COLLIO Traminer aromatico
È frutto della vinificazione in purezza del vitigno
Traminer aromatico e pur non essendo prodotto in grandi quantità ha
una sua qualificata schiera di estimatori.
Il colore è giallo dorato chiaro. Ha profumo intenso
dall'aroma
caratteristico ed elegante che ricorda i petali di rosa. Il sapore è
morbido
pieno
generoso
distinto.
Accompagna in modo perfetto piatti di pesce arrosto o alla griglia
crostacei
frutti di mare. Ottimo anche come aperitivo.
Rossi
COLLIO Rosso
Si ottiene dal mariage tra i pregiati vitigni rossi del
Collio
secondo il personale gusto e l'esperienza dei diversi
vignaiuoli.
Ne deriva un vino di grande pregio
che unisce le migliori doti
delle uve con cui è ottenuto.
Tuttavia le peculiari caratteristiche di ciascuno variano nelle
sfumature
pur potendo contare sulla spiccata matrice "Collio" che
li accomuna. Per questi vini vi è un preciso orientamento dei
produttori verso l'invecchiamento in botte o l'affinamento in
barrique.
Vanno serviti alla temperatura di 18° 20° ".
COLLIO Cabernet
Deriva da uvaggio tra Cabernet franc e Cabernet sauvignon.
Rivela un perfetto equilibrio tra i caratteri dei due vitigni che si
esaltano vicendevolmente.
Il colore
rubino intenso
con l'invecchiamento assume toni granati.
Il profumo rivela un leggero erbaceo
moderato da sentori floreali.
Al sapore si presenta asciutto
armonico
generoso e presenta una
solida struttura che lo rende adatto all'invecchiamento.
L'abbinamento più felice
particolarmente per il tipo "Riserva" è
con l'eccellente selvaggina locale.
COLLIO Cabernet franc
È particolarmente apprezzato sia giovane
per la sua
fragranza
che dopo un breve invecchiamento.
Ha colore rosso rubino
con riflessi dal violaceo al granato secondo
l'età ha profumo erbaceo caratteristico
intenso
penetrante molto
persistente. Sapore corposo
sostenuto
armonico e distinto.
Accompagna arrosti di pollame nobile o selvaggina e carni rosse alla
brace.
COLLIO Cabernet sauvignon
Questo vitigno da alcuni anni si sta diffondendo con
ottimi risultati. Nel 1989 è stato ammesso alla D.O.C.
Ha un colore rosso rubino carico che invecchiando tende al granato.
Il profumo intenso ricorda la viola mammola ed il glicine. Al palato
si presenta di buona struttura
leggermente tannico
gradevole ed
armonico. È particolarmente adatto all'invecchiamento
anche in
piccoli fusti.
Si presta agli abbinamenti gastronomici più impegnativi
con carni
rosse e cacciagione.
COLLIO Merlot
Ha origine dalla vinificazione in purezza dell'omonimo
vitigno.
Il colore è rosso rubino
non troppo intenso
ma vivace
con
riflessi granati nel tipo "Riserva". Il profumo che esprime lievi
note erbacee
è gradevole e caratteristico. Il sapore è morbido
corposo
persistente.
Si accompagna con primi piatti saporiti
carni rosse
arrosti
intingoli
selvaggina.
COLLIO Pinot nero
Deriva dalla vinificazione in purezza dell'omonimo
vitigno
anch'esso diffuso nella zona da oltre un secolo.
Ha colore rubino tenue ma elegante
profumo personalissimo e
delicato. Al palato si presenta di giusto corpo
armonico
vellutato.
È adatto all'abbinamento con risotti
primi piatti con sughi
dicarne
lessi di pollame nobile e spiedi di carni bianche.
LA PRODUZIONE
Abbiamo visto come nel Collio si coltivi una ampia gamma di vitigni
i cui vini sono in grado di raggiungere elevati livelli di pregio.
Da parte sua
ogni azienda tende a specializzarsi nella coltivazione
di quelle tipologie che
in base a specifici studi e sulla scorta
delle passate esperienze
dimostrano di essere in grado di
assicurare i migliori risultati in ogni singola zona.
I vini bianchi del Collio sono caratterizzati dal tenue colore
paglierino con vivaci guizzi verdognoli
dalla gradevole morbidezza
dai profumi netti ed intensi in cui gli aromi derivanti dal vitigno
emergono decisamente da un delicatissimo fruttato
talvolta
sostenuto da un lieve sentore di mandorla.
La loro produzione avviene attraverso una accurata cernita delle uve
che sono sottoposte a pigiatura soffice
generalmente con presse a
polmone
e quindi vinificate in bianco
ossia senza il contatto con
le bucce
per evidenziare i caratteri di freschezza. La
fermentazione avviene a temperatura controllata. Qualora si vogliano
sottoporre i vini ad una prolungata maturazione prima del consumo
la vinificazione talvolta prevede un breve contatto con le bucce.
I vini rossi del Collio si distinguono per il colore rubino
brillante
la rotonda corposità
la netta personalità dei profumi da
cui spicca sovente un grato e finissimo erbaceo.
La loro produzione prevede una fermentazione a contatto delle bucce
che generalmente non si prolunga oltre i 4ۇ giorni. Qualora si
vogliano ottenere vini da invecchiamento
si opera una attenta
scelta delle uve ed il tempo di permanenza sulle vinacce nella fase
di vinificazione viene prolungato. Se invecchiati in fusti di
rovere
dopo tre anni i vini rossi del Collio possono fregiarsi
della qualifica "Riserva".
LA GASTRONOMIA
Una così ampia scelta
consentita da una gamma
tra
bianchi e rossi
di ben diciannove vini
permette di affrontare ogni
esigenza di abbinamento gastronomico con la tradizionale cucina
goriziana.
È questa una cucina tipicamente mitteleuropea
arrichitasi nel
corso dei secoli con gli apporti delle ricette care ai popoli
latini
slavi e tedeschi di cui Gorizia
per la sua posizione
geografica e la sua storia
costituisce il naturale punto
d'incontro
sintetizzandone culture e tradizioni.
Percorrendo la Strada del Vino creata dall'Agriturist
un
intinerario che da Gorizia a Dolegna collega i pittoreschi villaggi
attraversando i dolci declivi del Collio
la sosta in uno dei
numerosi luoghi di ristoro potrà confermare l'internazionalità della
cucina goriziana.
L'attitudine dei vini del Collio all'abbinamento con questa
gastronomia ne sottintende quindi la possibilità di accompagnare
impeccabilmente ogni specialità
non solo della cucina nazionale
ma
di tutte le cucine del centro Europa
dai delicati doni
dellAdriatico alle fragranti primizie padane
dagli appetitosi
intingoli ai saporiti salumi della tradizione tedesca
dalla
selvaggina alle inebrianti spezie dellEst.
LE "BOTTEGHE DEL COLLIO"
Percorrere il Collio: l'amenità di questo angolo del
FriuliVenezia Giulia
un verde tappeto di boschi e vigneti
costellato da rustici
campanili e castelli
rappresenta una
irresistibile attrattiva per chi
amando profondamente la natura
sa
apprezzare la suggestione di un paesaggio ancora intatto.
Qui
contrassegnate da una caratteristica insegna
si incontrano le
"Botteghe del Collio". Esse rappresentano un selezionato gruppo di
ristoranti e trattorie ove
con il particolare impegno nella scelta
e l'inappuntabile servizio
si riservano ai vini del Collio quei
riguardi che la loro nobiltà esige.
Dell'insegna possono inoltre fregiarsi alcuni vignaiuoli che offrono
i propri vini in ambienti adeguati e confortevoli.
Questi locali si affacciano lungo la "Strada del Vino"
o si
incontrano nei suggestivi villaggi che la fiancheggiano
in uno
smagliante scenario che
nel digradare dei colli
esplode in
primavera nel candore dei ciliegi e d'autunno si accende nel
tramonto rosso delle viti e dei castagni.
Nelle "Botteghe del Collio" i vini vengono presentati da accurate
"carte dei vini" e serviti nel modo dovuto
con attenzione alla
temperatura e con l'uso dei bicchieri più adatti. In questi locali
non solo si guida il consumatore alla scoperta dei vini del Collio
ma anche lo si educa a gustarli nel migliore dei modi.
Percorrere il Collio in un itinerario che porti a conoscere queste
"Botteghe" è fonte certa di serenità e privilegiato motivo di un
contatto umano raro e gratificante con quanti
vignaiuoli o
ristoratori
hanno saputo fare del proprio lavoro una dottrina di
saggezza
oltre che una preziosa arte.
IL CONSORZIO DI TUTELA
Nel 1964
a pochi anni dall'emanazione delle norme che
istituivano in Italia le Denominazioni di Origine
per iniziativa
del conte Sigismondo Douglas Attems alcuni tra i più lungimiranti
viticoltori goriziani davano vita al "Consorzio Tutela Vini Collio".
Con ciò veniva raccolta l'ambita eredità dell'antica Società Agraria
Goriziana che
patrocinando il "IV Congresso Enologico Austriaco"
nel 1891 aveva validamente contribuito a porre le basi della nuova
viticoltura nelle aree vocate dell'Impero Asburgico.
Subito il Consorzio iniziò ad operare per il riconoscimemto della
Denominazione di Origine
proponendo il relativo disciplinare di
produzione che fu approvato nel 1968. Contemporaneamente veniva dato
l'avvio all'attività di consulenza tecnica con l'istituzione di una
"condotta viticoloenologica" grazie alla quale anche le aziende più
deboli furono poste in condizione di operare in modo ottimale.
Ciò contribuì al generale miglioramento della qualità dei vini
ottenendo l'apprezzamento dei consumatori i quali concessero alla
zona
nel suo complesso
la loro fiducia. Questa situazione consentì
al Consorzio di intraprendere una seria attività di promozione
creando la positiva immagine di cui il Collio tuttora gode.
Una delle prime iniziative del Consorzio fu l'istituzione del
Marchio
il cui primo Regolamento fu emanato nel 1968 e rimase in
vigore fino al 1982. Ne era prevista l'obbligatorietà ed il rilascio
prevedeva l'accertamento dell'origine e della sussistenza dei
requisiti analitici e qualitativi prescritti dal disciplinare di
produzione.
A seguito del Decreto Ministeriale del 13 marzo 1982 che stabiliva
le norme per lo svolgimento dell'incarico di vigilanza
nel 1983 fu
varato il nuovo regolamento con il quale l'uso del Marchio venne
reso facoltativo.Con ciò fu possibile stimolare efficacemente le
aziende a
conseguire ed a mantenere livelli qualitativi sempre più elevati
come l'alto prestigio dei vini del Collio richiedeva.
Oggi
con l'emanazione della Legge 10 febbraio 1992
n.164 che detta
nuove norme sui vini d'origine
l'importanza del Marchio consortile
quale strumento di controllo viene ad attenuarsi.
Nel contempo
gli alti livelli raggiunti dai produttori ne svuotano
in parte la funzione di stimolo e di orientamento alla migliore
qualità. Il Marchio pertanto rimane oggi a rappresentare visivamente
l'immagine della zona e della sua alta vocazione
richiamando
l'opera meritoria del Consorzio a tutela della produzione e delle
tradizioni del Collio.
A riconoscimento della validità dell'opera svolta nell'ambito della
tutela
nel 1975
tra i primi in Italia
il Consorzio ottenne con
apposito Decreto Ministeriale l'incarico ufficiale alla vigilanza
grazie al quale è in grado di verificare con maggiore efficacia la
rispondenza al disciplinare dei vini prodotti dalle aziende
consorziate
svolgendo una diligente opera di controllo sulla
produzione e sul commercio dei vini del Collio.
Inoltre
con Decreto Ministeriale del 24 giugno 1985 il laboratorio
enochimico del Consorzio venne inserito tra quelli ufficiali
riconosciuti nell'ambito della Comunità Europea.
Nell'ambito dell'attività di vigilanza
il Consorzio controlla
inoltre la regolarità delle etichette e si accerta che non
contengano indicazioni ambigue che possano creare incertezze o
errate convinzioni al consumatore.
Sempre attento al miglioramento della viticoltura pur nel rispetto
dell'ambiente
il Consorzio
nell'ambito della "condotta viticola"
interviene con particolare attenzione nei riguardi dei nuovi
impianti
orientando le aziende associate verso soluzioni
compatibili con le esigenze naturalistiche e paesaggistiche.
Il Consorzio opera inoltre attivamente per consentire la conduzione
di una viticoltura dal minimo impatto ambientale
sia attraverso
l'esecuzione di sistematiche analisi del suolo per razionalizzare
l'uso dei fertilizzanti
sia con l'istituzione di un servizio di
difesa antiparassitaria guidata ed integrata
in collaborazione il
SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALEUfficio di di Gorizia .
Quest'ultima attività viene svolta attraverso un complesso apparato
per l'acquisizione dei dati agrometeorologici
composto da una rete
di stazioni di rilevamento di ben 14 centralinedi proprietà dell'
Amministrazione regionale del Friuli V.G. collegate via radio con
una centrale di elaborazione
presso la sede consortile.
I tecnici con l'ausilio del computer verificano costantemente
l'andamento degli eventuali attacchi parassitari
affinchè i
viticoltori possano intervenire con i trattamenti solo se necessario
e con l'uso di fitofarmaci in grado di operare nel massimo rispetto
dell'ambiente. |
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