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Convegno "Collio – marchio per vino e territorio"
Ejarque: "Un brand unico per vendere più vino e avere più enoturisti"

"I vostri vini sono buoni ottimi lo sapevate? E allora ditelo chiaro!" Inizia così la relazione del direttore generale dell'Agenzia turismo FVG il catalano Josep Ejarque che dopo una scherzosa tirata di orecchie plaude il Consorzio Collio per aver organizzato un incontro che "permette di vedere il mondo del vino in uno spazio più ambio". L'occasione è stata quella della tavola rotonda che si è tenuta venerdì 24 febbraio scorso nell'Auditorium di Gorizia e il tema dei lavori presentato nella sua introduzione dalla presidente del Consorzio isontino Ornella Venica verteva sulla necessità di "ripensare a vino e territorio in virtù di un piano strategico capace di far interagire il mondo dell'eccellenza vitivinicola regionale con gi altri protagonisti dell'agroalimentare regionale e con la Regione stessa per quanto riguarda una strategia turistica condivisa". A questa analisi condotta dal giornalista ed enologo Claudio Fabbro hanno partecipato l'assessore del comune di Gorizia Claudio Cressati esponente provinciale di Confagricoltura Fvg l'assessore regionale alle risorse agricole Enzo Marsilio il professor Enrico Peterlunger dell'Università di Udine e il professor Francesco Venier del Mib School of Management Trieste il dottor Giovanni Geddes da Filicaja amministratore delegato delle aziende Frescobaldi la signora Lina Paolillo del ristorante­enoteca Ferrara di Roma il dottor Cesare Turini titolare di Heres Spa il dottor Sergio Soavi responsabile marketing Coop Italia e il signor Eberhard Spangenberg di Garibaldi Import München. Tra il pubblico il vicepresidente della provincia di Gorizia Franco Sturzi il presidente di Agrapromo Massimo Bassani il presidente di Federdoc Fvg Adriano Gigante direttori e presidenti degli altri Consorzi doc e docg regionali Organizzazioni professionali e altri soggetti come il Movimento turismo del vino Fvg o Slow food.

"Dovete essere ambiziosi". Questo un altro monito del direttore Ejarque che individua nel vino un importante valore aggiunto all'offerta turistica ed enoturistica regionale poichè insieme alla gastronomia tipica i vino dà "riconoscibilità" al territorio che sempre per Ejarque dovrebbe presentarsi sotto un marchio un brand unico. La riflessione finale è spettata invece all'assessore regionale alle attività produttive Enrico Bertossi che alla luce del successo dell'incontro goriziano ha proposto ai vari protagonisti del mondo vitivinicolo – agroalimentare e della promozione turistica di incontrarsi nuovamente per approfondire l'analisi.

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 IL COLLIO

IL TERRITORIO
Il Collio si estende attraverso la fascia collinare settentrionale della provincia di Gorizia a ridosso del confine di stato con la Slovenia comprendendo circa oltre 1500 ettari di vigneti collinari specializzati.
Il territorio copre una sequenza di declivi che si sviluppano quasi ininterrottamente lungo una direttrice ideale est­ovest presentando ampie superfici esposte a mezzogiorno particolarmente vocate ad una viticoltura di gran pregio.
La cerchia delle Prealpi Giulie costituisce un efficace riparo dai venti freddi di settentrione e la prossimità della costa adriatica che dista mediamente una ventina di chilometri contribuisce a moderare le escursioni termiche favorendo la persistenza di un microclima mite e temperato.Grazie a queste favorevoli circostanze nel secolo scorso quando il territorio ancora faceva parte dell'Impero Asburgico Gorizia veniva definita "la Nizza dell'Adriatico".
Ma la vicinanza del mare determina anche un singolare fenomeno di riflessione dei raggi solari assai importante per la viticoltura producendo un effetto di doppia insolazione del quale si avvantaggiano particolarmente i versanti esposti ad est e ad ovest.
I terreni del Collio sono costituiti da marne ed arenarie stratificate di origine eocenica portate in superficie in epoca remota dal sollevamento dei fondali dell'Adriatico come sta ad indicare il frequente ritrovamento di fossili marini.
Queste formazioni rocciose si disgregano facilmente sotto l'azione degli agenti atmosferici originando degli elementi grossolani che si evolvono in un terreno dapprima granuloso ed infine assai minuto che nel volgere di poche stagioni si trasforma in un substrato ideale per la viticoltura.
In quest'ambito geopedologico e climatico così favorevole si è sviluppata fin dai tempi più remoti la coltura della vite che risultava praticata nella zona già in epoca pre­romana.


LA TRADIZIONE
Benchè la coltivazione della vite fosse antecedente al loro insediamento ai Romani va riconosciuto il merito di averle dato maggiore sviluppo introducendo tecniche. La produzione dei vini intorno alla metà del terzo secolo d.C. era così diffusa da consentire all'Imperatore Massimino proveniente dalla Tracia e diretto all'assedio di Aquileia con le sue legioni di requisire in Collio una quantità di botti e tini sufficiente a ricostruire un ponte sull'Isonzo alla Mainizza presso Gorizia distrutto dai difensori in ritirata.
Nel Collio la viticoltura ebbe fin dai tempi più antichi una rilevante importanza economica. È questa una realtà che si desume da molti documenti che riguardano il territorio e nei quali sono sempre citati i due elementi essenziali che caratterizzavano allora ogni angolo della contrada: la presenza di un castello cardine del sistema militare e politico che consentiva di esercitare una reale potestà ed i vigneti che rappresentavano la fonte primaria del reddito e quindi i concreti benefici per colui che di tale potestà era investito.
Il veneziano Faustino Moisesso che fu protagonista e puntuale cronista della "Guerra degli Uscocchi" nella sua "Historia della ultima guerra in Friuli" narra come le truppe della Serenissima si lanciassero all'assalto di un fortino in mano all'esercito imperiale asburgico sfruttando le zone defilate al tiro nemico grazie alla presenza dei terrazzamenti ricavati sui fianchi del colle. Questo episodio avveniva nel 1616 e rappresenta oggi una chiara testimonianza della presenza nel Collio di una viticoltura specializzata che già allora si avvaleva di importanti e complesse opere di sistemazione fondiaria.
Lo stesso Autore narrando del saccheggio dei castelli espugnati ci informa dettagliatamente sulla consistenza e natura delle ricchezze costituenti il bottino che sempre comprendeva ingenti quantità di "vini squisitissimi".
Vini quindi noti e ricercati da tempo immemorabile presso le antiche Corti d'Europa e particolarmente dalla Serenissima Repubblica e dalla Corte Imperiale Asburgica che con alterne vicende lungamente si contesero queste tormentate contrade.
Il Collio godeva della massima considerazione tra le zone viticole dell'Impero. Lo conferma il fatto che fu un possidente gori­ziano il conte Francesco Coronini­Cronberg il primo presidente del­l'Associazione dei Viticoltori Austriaci fondata a Vienna nel 1884.
La moderna viticoltura nasce in Collio nella seconda metà del 1800 principalmente ad opera del conte Teodoro Latour proprietario di una vasta tenuta che oggi in altre mani ancora produce rinomati vini. A lui si deve l'introduzione di pregiate varietà di uve da vino francesi e tedesche che andarono a sostituire alcuni vecchi vitigni locali di minor interesse qualitativo. Fu tuttavia mantenuta la coltura delle varietà tradizionali più rinomate tutt'oggi presenti ed ancora coltivate con successo.


IL "IV CONGRESSO ENOLOGICO AUSTRIACO"
Una tappa determinante per la viticoltura del Collio fu segnata dal IV Congresso Enologico Austriaco tenutosi a Gorizia nel 1891.
Già nel 1875 per fronteggiare i gravi problemi creatisi con le infestazioni delle crittogame su iniziativa dei viticultori del Collio appartenenti alla Imperial Regia Società Agraria di Gorizia fu convocata a Trento un'adunanza dei viticoltori austriaci.
Si decise allora di tenere periodicamente dei Congressi enologici presso le più rinomate zone viticole dell'Impero per dibattere gli scottanti argomenti allora d'attualità.
Il primo Congresso si svolse a Maribor nel 1878 ed il secondo a Vienna nel 1882. In occasione del terzo che nel 1886 ebbe sede a Bolzano fu destinata Gorizia per ospitare il successivo da tenersi nel 1890. La scelta fu motivata anche dall'opportunità di solennizzare il 125° anniversario della fondazione della Società Agraria goriziana decretata dalla gloriosa Maria Teresa. La data dovette poi essere posti­cipata di un anno per non interferire con la grande esposizione agricolo­forestale tenutasi nel 1890 a Vienna.
Come ci tramanda negli "Atti del Congresso" Tommaso Fruhauf allora direttore del fiorente Istituto Sperimentale Agrario di Gorizia nel settembre del 1891 i più illustri rappresentanti del mondo vitivinicolo dell'Impero Asburgico si incontrarono nel capoluogo isontino per discutere scottanti argomenti che riguardavano la stessa sopravvivenza della viticoltura del Centro Europa.
In quell'occasione furono prese non senza travaglio storiche decisioni: ci si trovava in piena era fillosserica ed incombeva quindi la necessità di ricostituire i vigneti che già minati dalle crittogame venivano devastati da quell'immane flagello. Scartate le facili soluzioni che per un rapido ripristino dei livelli produttivi proponevano il ricorso a vitigni ottenuti da incroci tra varietà europee ed americane fu imboccata la più difficile ma più qualificante via dell'innesto su piede americano delle rinomate varietà del Vecchio Continente.
Queste sagge decisioni consentirono alle zone maggiormente vocate e tra esse al Collio di riprendere quei validi orientamenti maturati in secoli di tradizone che ne avevano fatto delle stelle di prima grandezza nel firmamento della più nobile vitivinicoltura.


IL CENTENARIO
Dopo un secolo nel 1991 per iniziativa del Consorzio Collio con una serie di manifestazioni è stato degnamente celebrato il centenario del IV Congresso Enologico Austriaco.
In un convegno tecnico al quale sono intervenuti i più importanti studiosi in ambito mondiale del settore vitivinicolo sono stati ripresi i temi già discussi cent'anni prima operando un prezioso aggiornamento.
Nelle dua enoteche locali di Gradisca e di Cormòns è stata inoltre allestita una vasta rassegna dei vini di tutte le principali regioni a maggior vocazione già appartenenti all'Impero.
Erano rappresentate oltre al Collio e alle altre zone vinicole del goriziano l'Alto Adige la Cecoslovacchia la Croazia la Slovenia il Trentino e l'Ungheria.


LA GRANDE GUERRA
Tornando ai tempi passati si deve registrare come alla travagliata ripresa che vide la ricostituzione dei vigneti devastati dalla fillossera fecero seguito dopo pochi anni nuove distruzioni.
Il Collio si trovò in prima linea durante la Grande Guerra e le più cruente e distruttrici delle undici Battaglie dell'Isonzo furono combattute tra i suoi vigneti.
Podgora Oslavia Cormòns San Floriano che rappresentano oggi altrettante rinomate zone di produzione furono tristemente famose tra i combattenti di entrambe le parti che a decine di migliaia caddero su quei declivi.
Dopo il 1918 il Collio dovette affrontare assieme al problema della ricostituzione dei vigneti annientati dalla guerra quello altrettanto spinoso dell'inserimento dei propri prodotti su nuovi mercati avendo perduti con il distacco dall'Austria i suoi tradizionali sbocchi commerciali.
L'Italia infatti produceva grandi quantità di vini a basso prezzo creando una concorrenza insostenibile per quella pregiata viticoltura collinare. Lo scoglio fu superato ancora una volta indirizzando la nuova viticoltura sui tradizionali canali della serietà e della qualità.
I vini del Collio grazie alla loro bontà ed alla consolidata immagine della zona poterono convenientemente trovare spazio nel mercato dei vini di pregio consentendo in tal modo la sopravvivenza di quella rinomata viticoltura.


IL RICONOSCIMENTO
Un'altra pietra miliare della viticoltura del Collio è rappresentata dal Decreto del Presidente della Repubblica del 24 maggio 1968 con cui tra i primi in Italia a questi vini veniva riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata.
Con questo atto venivano inoltre sancite le norme relative alla produzione ed al commercio contenute in un severo disciplinare proposto dallo stesso "Consorzio per la Tutela dei Vini Collio" costituito nel 1964 dai più lungimiranti viticoltori per iniziativa del conte Sigismondo Douglas Attems.
Fu delimitata la zona di produzione che si estende su tutto o parte del territorio di otto Comuni: Gorizia Capriva del Friuli Cormòns Dolegna del Collio Farra d'Isonzo Mossa San Lorenzo Isontino e San Floriano del Collio.
Tra le condizioni sancite dal disciplinare assume particolare rilievo la limitazione ai soli vigneti di collina della facoltà di accedere alla denominazione Collio.
I vini devono essere ottenuti in purezza assoluta da uve di altissimo pregio la cui produzione ad ettaro rigorosamente limitata viene tuttavia raramente raggiunta dato che i viticoltori del Collio in ogni caso tendono a privilegiare la qualità.
Con il successivo Decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 1989 su richiesta del Consorzio Collio vennero apportate alcune modifiche al disciplinare di produzione.
Fu così ampliata l'originaria gamma di undici vini riconosciuti a D.O.C. con l'ammissione di altre pregiate varietà da tempo coltivate nella zona con eccellenti risultati.
Vennero inoltre inserite alcune norme atte a rendere più efficaci i controlli ed a meglio orientare la produzione al raggiungimento dei massimi livelli qualitativi.


I VINI

Bianchi

COLLIO Bianco
"È un uvaggio di pregiati vitigni bianchi del Collio che ogni azienda sceglie accuratamente per produrre un proprio vino esclusivo secondo gli indirizzi della Casa.
Le caratteristiche organolettiche variano e vanno pertanto scoperte dal consumatore o suggerite dal Sommelier. Anche gli abbinamenti seguiranno la composizione del vino e l'eventuale invecchiamento o affinamento essendovi un preciso orientamento dei produttori verso la botte o la barrique.
Se fuori pasto servire alla temperatura di 10°. A tavola va servito a 12° ".

COLLIO Chardonnay
Da tempo diffuso nel Collio è stato ammesso alla DOC nel 1989 per gli eccellente risultati qualitativi raggiunti.
Dal colore paglierino brillante ha profumo netto ed intenso; possiede ottima struttura e si presta egregiamente ad invecchiare anche in piccoli fusti.
Giovane si serve a centro pranzo con risotti di primizie o preparazioni delicate di pesce. Invecchiato può accompagnare primi piatti saporiti e carni bianche.

COLLIO Malvasia istriana
Deriva dalla vinificazione in purezza del vitigno Malvasia istriana presente nella zona da molti secoli.
Ha colore paglierino chiaro con riflessi verdi. Il profumo è netto dal lieve aroma caratteristico che ricorda la frutta esotica ed il pepe bianco. Al palato si presenta asciutto fresco vivace e di buon corpo.
Ottimo come aperitivo accompagna bene minestre risotti e pesce anche grasso.

COLLIO Müller Thurgau
Proviene dall'omonimo vitigno che porta il nome dello studioso svizzero che lo ottenne da un ben riuscito incrocio tra il Riesling renano ed il Sylvaner verde.
Ha colore paglierino brillante ed aroma netto e delicato. Al palato si presenta fresco leggero vivace.
Particolarmente adatto l'abbinamento con trota e salmone affumicati.

COLLIO Picolit
Vino nobile e rarissimo tradizionalmente coltivato nel Collio era solitamente riservato agli amici ed alle grandi occasioni.
Ha colore giallo paglierino con riflessi dorati profumo intenso e piacevole che ricorda i fiori di campo ed il miele d'acacia. Il sapore
è dolce ampio vellutato.
È un "vino da conversazione" da gustare in buona compagnia fuori pasto.

COLLIO Pinot bianco
Deriva dalla vinificazione in purezza dell'omonimo vitigno che introdotto nel Collio fin dal secolo scorso ha dimostrato di adattarsi egregiamente.
Ha colore paglierino e profumo delicato fruttato intenso. Il sapore è asciutto e corposo ma morbido e distinto.
Accompagna piatti di centro pranzo risotti e minestre di verdure oppure preparazioni a base di uova o pesce.

COLLIO Pinot grigio
È una delle bandiere del Collio. Ha colore paglierino con vaghi riflessi cinerini. Il profumo è intenso gradevole e personale. Al palato mostra una solida struttura ed una buona persistenza.
È un vino da centro pranzo per minestre sostanziose risotti di carni leggere lessi di carne bianca o di pollo.

COLLIO Ribolla gialla
La sua presenza nel Collio è ampiamente documentata fin dai tempi antichi. Tradizionalmente unito a Tocai friulano e Malvasia istriana nei vigneti misti viene ora proposto anche in purezza.
Presenta un colore paglierino vivace e profumo elegante ed intenso. Il sapore è vivace ed armonico.Quando provenga da vigneti ubicati in posizioni particolarmente favorevoli può dare eccellenti risul­tati con la raccolta tardiva e la conservazione in piccoli fusti.
Nella gastronomia predilige i frutti di mare ed i piatti delicati di pesce.

COLLIO Riesling italico
Deriva dalla vinificazione in purezza del vitigno omonimo molto diffuso nell'area danubiana dalla quale nonostante il nome sembra originario.
Ha colore paglierino scarico con deboli sfumature verdognole. Il profumo esprime un fine e lieve aroma personalissimo. Il sapore è asciutto fresco e signorile.
Si abbina egregiamente con il pesce in ogni tipo ed ogni preparazione.


COLLIO Riesling renano
Presente nel Collio fin dal secolo scorso in tempi più recenti ha nuovamente preso piede con eccellenti risultati tanto che si è provveduto nel 1989 ad ammetterlo alla D.O.C.
Ha colore paglierino vivace ed un aroma intenso e caratteristico che ricorda la mela renetta acerba. Il sapore è fresco e delicato.
Si abbina con piatti di pesce saporiti frutti di mare e crostacei.

COLLIO Sauvignon
È ottenuto dalla vinificazione in purezza di uva Sauvignon e rappresenta una delle varietà di maggior prestigio del Collio.
Ha colore paglierino talvolta tendente al dorato sempre con riflessi lievi verdognoli. Il profumo intenso e caratteristico ricorda la salvia ed il sambuco ed esprime una gamma di aromi in perfetta armonia. Al palato si rivela asciutto di buona struttura generoso.
Si abbina a risotti di primizie primi piatti sostanziosi ed elaborati. È particolarmente adatto ad accompagnare frutti di mare e crostacei.

COLLIO Tocai friulano
Questo vino non va confuso con altri omonimi dato che il suo nome deriva dal vitigno "Tocai friulano" uno dei più tradizionali e rinomati della zona.
Ha un colore paglierino con piacevoli caratteristici riflesssi verdognoli ed un profumo personale con delicato aroma e sentore di mandorla. Il sapore è pieno di corpo asciutto ed armonico.
Eccellente fuori pasto nel Collio è il classico vino da aperitivo. Sulla tavola si accosta egregiamente a piatti di pesce ma anche a grigliate di carni bianche. Particolarmente adatto ad accompagnare il prosciutto crudo locale anche quando leggermente affumicato.

COLLIO Traminer aromatico
È frutto della vinificazione in purezza del vitigno Traminer aromatico e pur non essendo prodotto in grandi quantità ha una sua qualificata schiera di estimatori.
Il colore è giallo dorato chiaro. Ha profumo intenso dall'aroma caratteristico ed elegante che ricorda i petali di rosa. Il sapore è morbido pieno generoso distinto.
Accompagna in modo perfetto piatti di pesce arrosto o alla griglia crostacei frutti di mare. Ottimo anche come aperitivo.


Rossi

COLLIO Rosso
Si ottiene dal mariage tra i pregiati vitigni rossi del Collio secondo il personale gusto e l'esperienza dei diversi vignaiuoli.
Ne deriva un vino di grande pregio che unisce le migliori doti delle uve con cui è ottenuto.
Tuttavia le peculiari caratteristiche di ciascuno variano nelle sfumature pur potendo contare sulla spiccata matrice "Collio" che li accomuna. Per questi vini vi è un preciso orientamento dei produttori verso l'invecchiamento in botte o l'affinamento in barrique.
Vanno serviti alla temperatura di 18° ­ 20° ".

COLLIO Cabernet
Deriva da uvaggio tra Cabernet franc e Cabernet sauvignon. Rivela un perfetto equilibrio tra i caratteri dei due vitigni che si esaltano vicendevolmente.
Il colore rubino intenso con l'invecchiamento assume toni granati. Il profumo rivela un leggero erbaceo moderato da sentori floreali. Al sapore si presenta asciutto armonico generoso e presenta una solida struttura che lo rende adatto all'invecchiamento.
L'abbinamento più felice particolarmente per il tipo "Riserva" è con l'eccellente selvaggina locale.

COLLIO Cabernet franc
È particolarmente apprezzato sia giovane per la sua fragranza che dopo un breve invecchiamento.
Ha colore rosso rubino con riflessi dal violaceo al granato secondo l'età ha profumo erbaceo caratteristico intenso penetrante molto persistente. Sapore corposo sostenuto armonico e distinto.
Accompagna arrosti di pollame nobile o selvaggina e carni rosse alla brace.

COLLIO Cabernet sauvignon
Questo vitigno da alcuni anni si sta diffondendo con ottimi risultati. Nel 1989 è stato ammesso alla D.O.C.
Ha un colore rosso rubino carico che invecchiando tende al granato. Il profumo intenso ricorda la viola mammola ed il glicine. Al palato si presenta di buona struttura leggermente tannico gradevole ed armonico. È particolarmente adatto all'invecchiamento anche in piccoli fusti.
Si presta agli abbinamenti gastronomici più impegnativi con carni rosse e cacciagione.

COLLIO Merlot
Ha origine dalla vinificazione in purezza del­l'omonimo vitigno.
Il colore è rosso rubino non troppo intenso ma vi­vace con riflessi granati nel tipo "Riserva". Il profumo che esprime lievi note erbacee è gradevole e caratteri­stico. Il sapore è morbido corposo persistente.
Si accompagna con primi piatti saporiti carni rosse arrosti intingoli selvaggina.

COLLIO Pinot nero
Deriva dalla vinificazione in purezza dell'omonimo vitigno anch'esso diffuso nella zona da oltre un secolo.
Ha colore rubino tenue ma elegante profumo persona­lissimo e delicato. Al palato si presenta di giusto corpo armonico vellutato.
È adatto all'abbinamento con risotti primi piatti con sughi dicarne lessi di pollame nobile e spiedi di carni bianche.


LA PRODUZIONE
Abbiamo visto come nel Collio si coltivi una ampia gamma di vitigni i cui vini sono in grado di raggiungere elevati livelli di pregio. Da parte sua ogni azienda tende a specializzarsi nella coltivazione di quelle tipologie che in base a specifici studi e sulla scorta delle passate esperienze dimostrano di essere in grado di assicurare i migliori risultati in ogni singola zona.
I vini bianchi del Collio sono caratterizzati dal tenue colore paglierino con vivaci guizzi verdognoli dalla gradevole morbidezza dai profumi netti ed intensi in cui gli aromi derivanti dal vitigno emergono decisamente da un delicatissimo fruttato talvolta sostenuto da un lieve sentore di mandorla.
La loro produzione avviene attraverso una accurata cernita delle uve che sono sottoposte a pigiatura soffice generalmente con presse a polmone e quindi vinificate in bianco ossia senza il contatto con le bucce per evidenziare i caratteri di freschezza. La fermentazione avviene a temperatura controllata. Qualora si vogliano sottoporre i vini ad una prolungata maturazione prima del consumo la vinificazione talvolta prevede un breve contatto con le bucce.
I vini rossi del Collio si distinguono per il colore rubino brillante la rotonda corposità la netta personalità dei profumi da cui spicca sovente un grato e finissimo erbaceo.
La loro produzione prevede una fermentazione a contatto delle bucce che generalmente non si prolunga oltre i 4ۇ giorni. Qualora si vogliano ottenere vini da invecchiamento si opera una attenta scelta delle uve ed il tempo di permanenza sulle vinacce nella fase di vinificazione viene prolungato. Se invecchiati in fusti di rovere dopo tre anni i vini rossi del Collio possono fregiarsi della qualifica "Riserva".


LA GASTRONOMIA
Una così ampia scelta consentita da una gamma tra bianchi e rossi di ben diciannove vini permette di affrontare ogni esigenza di abbinamento gastronomico con la tradizionale cucina goriziana.
È questa una cucina tipicamente mitteleuropea arrichitasi nel corso dei secoli con gli apporti delle ricette care ai popoli latini slavi e tedeschi di cui Gorizia per la sua posizione geografica e la sua storia costituisce il naturale punto d'incontro sintetizzandone culture e tradizioni.
Percorrendo la Strada del Vino creata dall'Agriturist un intinerario che da Gorizia a Dolegna collega i pittoreschi villaggi attraversando i dolci declivi del Collio la sosta in uno dei numerosi luoghi di ristoro potrà confermare l'internazionalità della cucina goriziana.
L'attitudine dei vini del Collio all'abbinamento con questa gastronomia ne sottintende quindi la possibilità di accompagnare impeccabilmente ogni specialità non solo della cucina nazionale ma di tutte le cucine del centro Europa dai delicati doni dell­Adriatico alle fragranti primizie padane dagli appetitosi intingoli ai saporiti salumi della tradizione tedesca dalla selvaggina alle inebrianti spezie dell­Est.


LE "BOTTEGHE DEL COLLIO"
Percorrere il Collio: l'amenità di questo angolo del Friuli­Venezia Giulia un verde tappeto di boschi e vigneti costellato da rustici campanili e castelli rappresenta una irresistibile attrattiva per chi amando profondamente la natura sa apprezzare la suggestione di un paesaggio ancora intatto.
Qui contrassegnate da una caratteristica insegna si incontrano le "Botteghe del Collio". Esse rappresentano un selezionato gruppo di ristoranti e trattorie ove con il particolare impegno nella scelta e l'inappuntabile servizio si riservano ai vini del Collio quei riguardi che la loro nobiltà esige.
Dell'insegna possono inoltre fregiarsi alcuni vignaiuoli che offrono i propri vini in ambienti adeguati e confortevoli.
Questi locali si affacciano lungo la "Strada del Vino" o si incontrano nei suggestivi villaggi che la fiancheggiano in uno smagliante scenario che nel digradare dei colli esplode in primavera nel candore dei ciliegi e d'autunno si accende nel tramonto rosso delle viti e dei castagni.
Nelle "Botteghe del Collio" i vini vengono presentati da accurate "carte dei vini" e serviti nel modo dovuto con attenzione alla temperatura e con l'uso dei bicchieri più adatti. In questi locali non solo si guida il consumatore alla scoperta dei vini del Collio ma anche lo si educa a gustarli nel migliore dei modi.
Percorrere il Collio in un itinerario che porti a conoscere queste "Botteghe" è fonte certa di serenità e privilegiato motivo di un contatto umano raro e gratificante con quanti vignaiuoli o ristoratori hanno saputo fare del proprio lavoro una dottrina di saggezza oltre che una preziosa arte.


IL CONSORZIO DI TUTELA
Nel 1964 a pochi anni dall'emanazione delle norme che isti­tuivano in Italia le Denominazioni di Origine per iniziativa del conte Sigismondo Douglas Attems alcuni tra i più lungimiranti viticoltori goriziani davano vita al "Consorzio Tutela Vini Collio".
Con ciò veniva raccolta l'ambita eredità dell'antica Società Agraria Goriziana che patrocinando il "IV Congresso Enologico Austriaco" nel 1891 aveva validamente contribuito a porre le basi della nuova viticoltura nelle aree vocate dell'Impero Asburgico.
Subito il Consorzio iniziò ad operare per il riconoscimemto della Denominazione di Origine proponendo il relativo disciplinare di produzione che fu approvato nel 1968. Contemporaneamente veniva dato l'avvio all'attività di consulenza tecnica con l'istituzione di una "condotta viticolo­enologica" grazie alla quale anche le aziende più deboli furono poste in condizione di operare in modo ottimale.
Ciò contribuì al generale miglioramento della qualità dei vini ottenendo l'apprezzamento dei consumatori i quali concessero alla zona nel suo complesso la loro fiducia. Questa situazione consentì al Consorzio di intraprendere una seria attività di promozione creando la positiva immagine di cui il Collio tuttora gode.
Una delle prime iniziative del Consorzio fu l'istituzione del Marchio il cui primo Regolamento fu emanato nel 1968 e rimase in vigore fino al 1982. Ne era prevista l'obbligatorietà ed il rilascio prevedeva l'accertamento dell'origine e della sussistenza dei requisiti analitici e qualitativi prescritti dal disciplinare di produzione.
A seguito del Decreto Ministeriale del 13 marzo 1982 che stabiliva le norme per lo svolgimento dell'incarico di vigilanza nel 1983 fu varato il nuovo regolamento con il quale l'uso del Marchio venne reso facoltativo.Con ciò fu possibile stimolare efficacemente le aziende a
conseguire ed a mantenere livelli qualitativi sempre più elevati come l'alto prestigio dei vini del Collio richiedeva.
Oggi con l'emanazione della Legge 10 febbraio 1992 n.164 che detta nuove norme sui vini d'origine l'importanza del Marchio consortile quale strumento di controllo viene ad attenuarsi.
Nel contempo gli alti livelli raggiunti dai produttori ne svuotano in parte la funzione di stimolo e di orientamento alla migliore qualità. Il Marchio pertanto rimane oggi a rappresentare visivamente l'immagine della zona e della sua alta vocazione richiamando l'opera meritoria del Consorzio a tutela della produzione e delle tradizioni del Collio.
A riconoscimento della validità dell'opera svolta nell'ambito della tutela nel 1975 tra i primi in Italia il Consorzio ottenne con apposito Decreto Ministeriale l'incarico ufficiale alla vigilanza grazie al quale è in grado di verificare con maggiore efficacia la rispondenza al disciplinare dei vini prodotti dalle aziende consorziate svolgendo una diligente opera di controllo sulla produzione e sul commercio dei vini del Collio.
Inoltre con Decreto Ministeriale del 24 giugno 1985 il laboratorio enochimico del Consorzio venne inserito tra quelli ufficiali riconosciuti nell'ambito della Comunità Europea.
Nell'ambito dell'attività di vigilanza il Consorzio controlla inoltre la regolarità delle etichette e si accerta che non contengano indicazioni ambigue che possano creare incertezze o errate convinzioni al consumatore.
Sempre attento al miglioramento della viticoltura pur nel rispetto dell'ambiente il Consorzio nell'ambito della "condotta viticola" interviene con particolare attenzione nei riguardi dei nuovi impianti orientando le aziende associate verso soluzioni compatibili con le esigenze naturalistiche e paesaggistiche.
Il Consorzio opera inoltre attivamente per consentire la conduzione di una viticoltura dal minimo impatto ambientale sia attraverso l'esecuzione di sistematiche analisi del suolo per razionalizzare l'uso dei fertilizzanti sia con l'istituzione di un servizio di difesa antiparassitaria guidata ed integrata in collaborazione il SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE­Ufficio di di Gorizia .
Quest'ultima attività viene svolta attraverso un complesso apparato per l'acquisizione dei dati agrometeorologici composto da una rete di stazioni di rilevamento di ben 14 centraline­di proprietà dell' Amministrazione regionale del Friuli V.G. ­ collegate via radio con una centrale di elaborazione presso la sede consortile.
I tecnici con l'ausilio del computer verificano costantemente l'andamento degli eventuali attacchi parassitari affinchè i viticoltori possano intervenire con i trattamenti solo se necessario e con l'uso di fitofarmaci in grado di operare nel massimo rispetto dell'ambiente.