CONFAGRICOLTURA: CONVEGNO NAZIONALE A MANZANO
(UD)
C'È UN FUTURO PER L'AGRICOLTURA ?
Agricoltura
in 5 anni 10 mila
aziende in meno
Luci ed ombre nell' intervento del presidente Giorgio Colutta
Se li pollaio
piange ed il bieticoltore si dispera neppure nel vigneto si ride.
Eppure la tavola rotonda che Confagricoltura Friuli V.G. ha organizzato a
Manzano (UD) garantendosi la qualificante presenza di alcuni pezzi da 90
del mondo agriviticolo nazionale tutto è stata meno che una filastrocca
di malinconie
autocommiserazioni
polemiche a 360° e rassegnate
disillusioni.
Da parte dei relatori e di chi è intervenuto nel
vivace dibattito si è avvertita la volontà di dare una spallata decisiva
ad un trend negativo che ormai non richiede più studi
analisi
statistiche e tesine bensì proposte concrete ed operative già nel breve –
medio periodo
per uscire dalle secche e riprendersi dignità
ruoli
fasce di mercato rosicchiate da soggetti di incerta origine e presunta
professionalità.
Hobbysti
per farla breve
pronti a rivendicare
presunti diritti sulla pelle di chi l'agricoltura la vive a tempo pieno.
OGM ? Non vanno demonizzati !Ricerca e sperimentazione
degli Ogm per le produzioni vegetali destinate alla produzione di energia
vanno
anzi
incentivate.. Agricoltori a tempo pieno : necessita
concentrare le risorse previste dal prossimo Piano di Sviluppo Rurale su
aziende agricole "vere"
scaricando gli hobbysti .
A Bruxelles serve una maggiore ed incisiva presenza
con inserimento del settore primario nell'agenda politica come comparto
strategico
al pari delle altre attività economiche.
Secondo Confagricoltura del Friuli Venezia Giulia
questi . sono i presupposti necessari per consentire al mondo agricolo di
dare vita all'agricoltura del futuro.
"Devastanti"
secondo gli intervenuti
i numeri che
fotografano il processo di trasformazione del comparto in regione:
«Delle 35 mila aziende censite nel 2000 ha ricordato il presidente
regionale di Confagricoltura Giorgio Colutta
aprendo i lavori del
convegno
C'è un futuro per l'agricoltura?
venerdi 3 marzo scorso a Manzano
moderato
dall'agronomo
enologo e giornalista Claudio Fabbro ed al quale
dopo il saluto del dott. Balducci
titolare di Villa Romano di
Manzano
prestigiosa sede dell'evento sono intervenuti l'imprenditore
vitivinicolo Gianni Zonin
il presidente nazionale di
Confagricoltura Federico Vecchioni
il presidente di Genagricola
Giuseppe Perissinotto
il presidente di Confagricoltura per il
pordenonese Piergiovanni Pistoni
il vice presidente udinese
Giorgio Pasti e l'assessore Enzo Marsilio ben 30 mila
sono sotto i 10 ettari. Nell'arco di un triennio il loro numero è sceso a
25 mila (con un calo del 27%) e di queste solo 10
forse 11 mila possono
essere considerate vitali
ma il loro numero potrebbe scendere addirittura
a 5 mila dopo l'entrata in vigore (nel 2007) degli accordi di Basilea 2».
Un quadro preoccupante dunque
ma Colutta ha ribadito che gli
agricoltori non si piangono addosso ma vogliono ricette precise.
Fondamentale
secondo il presidente della Federazione
nazionale Vecchioni
non commettere errori nelle scelte e utilizzare
correttamente le poche risorse a disposizione.
Riferendosi al Piano di Sviluppo Rurale 2006-2013 che
la Regione sta predisponendo
Colutta ha affermato: «Bisogna distinguere
le aziende agricole da quelle che hanno quasi esclusivamente un ruolo
sociale ».
L'assessore alle risorse agricole Marsilio ha
chiesto un sistema regionale rafforzato «anche a di qualche forzatura».
Marsilio ha poi individuato
nella filiera agroenergetica
il comparto sul
quale investire
«un'opportunità nella quale tutti dichiarano di credere
salvo poi non lavorare a progetti concreti». Secondo Gianni Zonin
«Francia
Germania e Spagna a seguire
dettano le regole .
E l'Italia? È tempo che si svegli e pretenda che si
produca bioetanolo
chiedendo all'Unione europea un contributo pari
almeno al 50% del costo del reimpianto delle viti
esigendo criteri di
reciprocità con i prodotti che arrivano da Cile
Australia e Argentina ed
altri paesi dove i costi di produzione sono minimi ».
L' INTERVENTO DEL PRESIDENTE COLUTTA
"Diamo inizio
a questo incontro ha esordito Giorgio COLUTTA porgendo un
caloroso saluto ai convenuti
alle autorità
agli ospiti di questo
dibattito che nelle intenzioni vuole essere diverso dai soliti convegni
con la formula della "Tavola Rotonda" per consentire
ci auguriamo
un
maggior numero di interventi ed uno scambio di opinioni con i nostri soci.
La presenza di ospiti così illustri ed autorevoli
che
naturalmente ringrazio per la disponibilità dimostrataci
sono certo che
ci consentirà di avere alcuni spunti utili per il futuro delle nostre
aziende e della nostra agricoltura.
Si tratta infatti di valutazioni che provengono da
osservatori privilegiati che hanno un angolo di visione molto ampio
internazionale e con una radicazione sul territorio anche regionale che
non può quindi astrarsi dalle reali situazioni di ognuno di noi.
Come ho scritto nell'invito
presentando brevemente
questo incontro e le motivazioni che ci hanno portato a realizzarlo
l'agricoltura sta attraversando un momento difficilissimo con problemi di
prezzi all'origine compressi
perdita di competitività e quote di mercato
costi crescenti per la burocrazia soffocante.
Ma
come è nostro costume
come è costume degli
imprenditori in generale
non dobbiamo perdere l'entusiasmo
dobbiamo
reagire trasformando
investendo ed innovando le nostre aziende.
Come ha detto di recente il ministro Alemanno
non
siamo di fronte ad una crisi
ma ad un travaglio difficile; un travaglio
che genererà l'agricoltura del futuro.
Contemporaneamente ai tagli nei bilanci Comunitari e
anche Regionali e alle limitazioni che ci vengono imposti dalla UE ci sono
nuovi scenari che si intravedono all'orizzonte: l'energia (è di questi
giorni l' approvazione in finanziaria della miscelazione obbligatoria con
lƇ% di biocarburanti)
la salubrità degli alimenti
il successo continuo
che
nonostante le difficoltà
i prodotti "made in Italy" continuano ad
avere".
"A differenza dei prodotti industriali ha
proseguito COLUTTA noi dobbiamo essere convinti che questa è
una grande risorsa perchè assieme al prodotto
spesso irriproducibile per
questioni climatiche ed ambientali
noi soli possiamo vendere cultura
territorio ed emozioni impagabili !)
È giunto il momento delle scelte. Bisogna distinguere
i veri agricoltori da quelli che non lo sono ed i falsi agricoltori sono
ancora tanti. Bisogna distinguere le imprese agricole
vero volano della
moderna agricoltura
dalle aziende che hanno quasi esclusivamente un ruolo
sociale dell'agricoltura presidiando il territorio. Entrambe le realtà
sono encomiabili
ma una è impresa e come tale va trattata
l'altra è
sociale ed i fondi che la supportano non devono derivare solo dal bilancio
agricolo ma anche da altri capitoli.
Il sistema della Modulazione e del secondo pilastro
che poi il Presidente potrà meglio illustrare
ci vedono contrari perchè
i fondi agricoli devono restare alle aziende e non devono essere travasati
a enti locali o altre realtà. I fondi a nostra disposizione sono già pochi
e non dobbiamo permettere che ci vengano scippati !
Consci quindi della trasformazione epocale che sta
attraversando la nostra agricoltura.
Certi del contributo significativo che i nostri ospiti
ci daranno.
Fiduciosi nei suggerimenti dei nostri soci che si sono
sempre dimostrati combattivi e lungimiranti avendo spesso intrapreso
scelte difficili in quanto innovative ma vincenti.
Desiderosi di essere protagonisti del cambiamento.
"Speranzosi" infine
passatemi il termine
che il mondo
politico non sia cieco e sordo di fronte alle nostre proposte
Con questo spirito quindi abbiamo voluto organizzare questo incontro che
deve essere una prima tappa in cui tracciare le linee guida del PSR
2007 (bocciato il PSR unico nazionale) che ci vedrà attori
ma
anche attenti e vigili osservatori delle diverse proposte che perverranno.
L'anno 2006 sarà un anno di transizione
ma dal
prossimo anno
caro Assessore dovremo dare risposte certe e concrete ai
nostri agricoltori che ci chiedono
quotidianamente
cosa coltivare per
vedere salvaguardati i propri redditi e le proprie aziende che sono una
ricchezza per tutto il tessuto economico e sociale della Regione.
LA RICETTA DI COLUTTA
Di seguito
avviandosi a concludere i proprio robusto
intervento
COLUTTA ha elencato una serie di proposte e priorità.
Proposte concrete per il futuro P.S.R. Unico strumento per il futuro del
settore
-
Mis.A :
Priorità agli investimenti per le aziende più efficienti e destinate a
restare sul mercato senza distinzione sulla natura giuridica (vedi nuova
figura IAP Legge di orientamento).
-
Mis. B:
Insediamento giovani agricoltori. in conto interessi e conto capitale
(vedi nuove disposizioni comunitarie)
-
Mis. F:
Misure agroambientali per la riduzione nell'uso dei fitofarmaci ed il
rispetto della salute con eventuale priorità per chi segue
certificazione e tracciabilità.
-
Innovazione:
non avere paura delle innovazioni suffragate da ricerche in
collaborazione con l'Università es. OGM valutazione attenta e non
chiusura aprioristica visto le aperture di interi stati come Spagna
Romania etc.
-
Energia.
Progetti di semplice esecuzione come utilizzo del mais con micotossine o
scadente come materiale da brucio per caldaie
essiccatoi etc + 1
eventuale progetto di ampio respiro tra agricoltori
industriali e
Friulia per la produzione di energia. Impiego alternativo di migliaia di
ettari a seminativo.
-
Promozione:
indispensabile e attualmente latitante per distrazione della politica.
-
Filiere:
va bene le filiere ma se non condizione esclusiva. Maggior punteggio per
chi partecipa a tali progetti
ma consentire anche l'attività
individuale per evitare di congelare i fondi di tali settori. Attivare
eventuali filiere corte es. settore orticolo
trasformazione e
confezionamento
distribuzione.
-
Semplificazione e rapidità
amministrativa per ridurre i costi aziendali.
" Dunque ha
concluso COLUTTA noi dobbiamo essere fiduciosi
l'agricoltura
avrà un futuro ma ad una condizione e cioè che le poche risorse utilizzate
non vengano sciupate
ma restino in seno alle imprese agricole che
sono
certo
sapranno utilizzare al meglio
come hanno fatto in questi ultimi 50
anni in cui l'agricoltura ha generato lavoro
sviluppo sociale e benessere
per sè e l'indotto che attorno gravita".
|