Firenze
27 aprile 2006
GEORGOFILI
253° ANNO ACCADEMICO
Ribadita l'importanza dell'enologo per
l'agricoltura italiana
La prestigiosa sede delle
Logge Uffizi Corti in Firenze ha visto riuniti gli Accademici dei
Georgofili di tutto il mondo per
l'annuale
assemblea e l'inaugurazione del 253° Anno Accademico.
Dopo la relazione del presidente
prof. Franco
Scaramuzzi
sono stati presentati i nuovi
Accademici corrispondenti ed aggregati i quali
sviluppando una breve
lectio
hanno potuto riassumere le situazioni del comparto
agricolo delle Regioni o Stati di provenienza
meglio precisando i
rispettivi ruoli nel corso di una sintetica autopresentazione.
Di seguito gli Accademici sono stati ricevuti dal
sindaco di Firenze
Leonardo Domenici
nel Salone dei Cinquecento
in Palazzo Vecchio
cui ha fatto seguito la prolusione ufficiale del dott.
Lorenzo Bini Smaghi del Comitato esecutivo della Banca Centrale
Europea sul tema "Squilibri globali
politiche globali".
Nel corso della cerimonia sono stati inoltre
consegnati i diplomi ai nuovi Accademici Onorari
Emeriti
Ordinari e
Corrispondenti Stranieri
nonchè ai vincitori del Premio Antico Fattore
2006. Dopo la colazione di lavoro al Circolo Borghese è seguita la visita
alla mostra "Giambologna: gli dei
gli eroi " presso il
Museo del Bargello.
Nelle varie relazioni è stata sottolineata tra l'altro l'importanza
socioeconomica del settore enologico riconoscendo ai responsabili dei
vari Istituti e realtà pubbliche o private
docenti
ricercatori e
tecnici
il merito di aver contribuito a consolidare l'immagine del vino
italiano nel mondo.
Dicevamo della presenza qualificante
alla 253°
Assemblea annuale
del comparto vitivinicolo. Non a caso
nell' occasione
il mondo enologico è stato rappresentato ai massimi livelli da alcuni
protagonisti storici del settore
impegnati anche in seno all'Accademia
Italiana della Vite e del Vino
fra cui il suo segretario prof.
Carlo Viviani
il presidente (nonchè direttore dell'Istituto per la
viticoltura di
Conegliano Veneto) prof. Antonio Calò
il prof. Angelo
Costacurta dell'Istituto medesimo
il presidente nazionale dell'Assoenologi
(nonchè Amministratore delegato delle Tenute Sella & Mosca di Alghero)
enologo Mario Consorte e
per il Friuli Venezia Giulia
il dott.
Claudio Fabbro
(presentato dal ch.mo prof. Mario
Bonsembiante
residente della Sezione Nord-Est dell'Accademia)
agronomo ed enologo già dirigente del Consorzio Tutela Vini DOC Collio e
dell'Osservatorio fitopatologico di Gorizia nonchè Commissario
straordinario dell'ERSA ed attualmente impegnato prioritariamente nel
settore giornalistico agricolo e della comunicazione.
L'ACCADEMIA dei GEORGOFILI:
253 ANNI DI STORIA
L'Accademia dei Georgofili fu
fondata a Firenze il 4 Giugno 1753 per iniziativa di Ubaldo Montelatici
Canonico Lateranense
allo scopo di far continue e ben regolate
sperienze
ed osservazioni
per condurre a perfezione l'Arte tanto
giovevole della toscana coltivazione. Fu questo
in Europa
il primo
esempio di una associazione pubblica di «ingegni intesi al perfezionamento
dell'Agricoltura». Il Governo Granducale Lorenese affidò ripetutamente
all'Accademia lo studio e la soluzione di grossi problemi agricoli del
tempo. Si ricordano i contributi dati intorno al 1760 relativamente ad
alcune riforme messe in atto in quegli anni nella Stiria e nella Carinzia
e più tardi quelli per la formazione del primo catasto agrario toscano
ancora oggi ammirato per la sua precisione e praticità. Dal 1759 al 1791 i
Georgofili
con i loro Soci ordinari
Baldini
Ximenes
Fossombroni
contribuirono all'opera di bonifica della Val di Chiana e della Maremma.
Infine
le riforme adottate da Pietro Leopoldo
l'abolizione dei "dazi
protettori" dell'agricoltura e l'affermazione della libertà dei commerci
trovarono nei Georgofili convinti sostenitori e collaboratori preparati.
Questo del libero commerciare fu
infatti
uno dei principi
inalienabili di tutte le battaglie economiche e politiche degli
accademici. Nel 1783 all'Accademia fu annessa la Società Botanica ed
ottenne poi in concessione da Pietro Leopoldo
Granduca di Toscana
l'Orto dei Semplici per fare nuove esperienze. I Georgofili
crebbero tanto in stima da essere chiamati ad esaminare
per conto di
Napoleone
il nuovo Codice rurale. Nel 1827 i Georgofili Raffaello
Lambruschini
Lapo de' Ricci e Cosimo Ridolfi
fondarono il «Giornale
Agrario Toscano». Pubblicato per cura di G. P. Vieusseux
il Giornale
si impegnò attivamente in un'opera di divulgazione e di insegnamento
con
inestimabile beneficio della scienza e della pratica agraria. Questo tema
dell'insegnamento
specificatamente agrario
fu al centro dell'attività
dell'Accademia fino dal suo sorgere e vide particolarmente impegnato
Cosimo Ridolfi che nel 1830 riferì su Di una scuola sperimentale
d'Agricoltura in Toscana e poco dopo sul tema Della Fondazione di
un istituto Agrario in Toscana. Egli passò ben presto dalle parole ai
fatti fondando
presso la sua fattoria di Meleto
l'Istituto Agrario per
l'insegnamento teorico pratico dell'agricoltura. L'Accademia si interessò
molto del nuovo Istituto: ne fanno fede i numerosi rapporti sulle riunioni
agrarie di Meleto pubblicati negli «Atti». Alla scuola di Meleto fece
seguito
sempre ad opera di Ridolfi
l'Istituto Agrario Pisano
successivamente trasformato in Facoltà di Agraria.
Altra importante tappa fu la fondazione
ad opera dei Georgofili
della Cassa di Risparmio di Firenze nel luglio del 1829. Nella
nuova istituzione essi individuarono un prezioso strumento per
l'evoluzione sociale e lo sviluppo dell'agricoltura e per la
mobilizzazione del risparmio rurale.
Fin dal 1820 l&à39Accademia si occupò a fondo e per molti anni di seguito dei
rapporti tra proprietari e contadini
particolarmente della mezzadria.
Oltre alle letture di Lapo de' Ricci e Michelangelo Buonarroti (1819 ཐ
ད) su tale argomento
ricordiamo quelle più organiche e complete del
Paolini (1821); di Gino Capponi (1833 ཞ); Cosimo Ridolfi (1834 );
Raffaello Lambruschini (1842) ed altri.
Si deve ancora all'opera di Cosimo Ridolfi e Raffaello Lambruschini
l'ammodernamento dell'antico aratro
con l'introduzione del versoio
elicoidale.
Data l'importanza che andava assumendo l'ortoflorofrutticoltura
nel 1852
l'Accademia promosse la fondazione della Società Toscana di Orticoltura
che assurse a grande importanza nei decenni successivi ed è tuttora
attiva.
Il 4 giugno 1853 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci consegnarono il plico
sigillato con il rapporto relativo ai loro studi sul motore a scoppio.
Detto plico fu aperto il 20 settembre 1863: negli «Atti
dell'Accademia» vi è una dettagliata descrizione della costruzione e del
funzionamento del motore.
Con la fine del dominio lorenese e l'unità d'Italia ebbe inizio un nuovo
periodo di attività dell'Accademia. L'Istituzione da toscana diventò
italiana ed internazionale
e si trovò a dover far fronte ai nuovi
problemi posti dall'unità nazionale. In particolare sono da ricordare gli
studi
i dibatti e le proposte formulate dai Georgofili su importanti
disegni di legge quali quello sulla perequazione dell'imposta fondiaria e
quello sulle foreste.
Ben presto si riaccese una nuova e più vivace discussione sulla mezzadria:
fondamentali i contributi di Giuseppe Pelli Fabbroni (1861)
Aurelio Gotti
(1869) e Luigi Ridolfi (1871). Del 1907 si ricorda infine la bellissima
lettura di Francesco Guicciardini.
Numerose sono le memorie che riflettono l'intenso dibattito dei Georgofili
relativamente alle varie crisi economiche e sociali succedutesi nel tempo
e molti sono i rimedi di volta in volta suggeriti. Si ricordano gli
scritti di Corsi
Luchini
Pareto. Di quest'ultimo sono pure da segnalare
gli studi sul rapporto tra capitale e lavoro. Su tale argomento
intervennero anche i Georgofili De Johannis
Dalla Volta
Tanari.
Vasta
complessa e fondamentale fu pure l'attività dei Georgofili per
promuovere il progresso dell'agronomia
delle coltivazioni e delle
industrie connesse
di cui si trovano i fondamenti in un gran numero di
memorie alle quali si può attingere ancora oggi
con il più vivo
interesse.
L'Accademia acquisì molte altre benemerenze contribuendo direttamente alla
fondazione del Comizio Agrario di Firenze
della Scuola di Orticoltura e
Pomologia
della Stazione sperimentale di Entomologia
dell'Istituto
Forestale
dell'Istituto Coloniale
oggi Istituto Agronomico per
l'Oltremare.
La prima guerra mondiale ebbe importanti riflessi sull'attività
accademica. Ricordiamo la memoria di Luigi Einaudi (1914) su Alcuni
aspetti economici della guerra europea; i contributi offerti nel 1916
da Murray
Franchetti
Coletti
Serpieri su L'approvvigionamento del
legname durante la guerra; da Edoardo Ottavi (1917) su La Politica
doganale e le nostre esportazioni agrarie del dopoguerra.
Oltre che sulle cause della agitazione dei contadini nel primo
dopoguerra
l'Accademia recò contributi basilari sui problemi relativi al
credito agrario
soprattutto per merito del Virgili
del Bolla
del
Serpieri e del Taruffi. Meritano di essere ricordate anche le
considerazioni dello storico Niccolò Rodolico sugli agricoltori toscani ed
il risorgimento e sul ritorno alla terra nella storia degli italiani.
Vasti e fondamentali furono i contributi sulla proprietà fondiaria; sulla
piccola proprietà coltivatrice; sulla emigrazione e sui rapporti
coloniali; sulle condizioni dell'economia rurale degli Appennini; sulla
colonizzazione del latifondo; su agricoltura ed industria.
La bonifica integrale
dopo quella idraulica e collinare
fu la nuova
idea-forza proposta dal Serpieri: i riflessi dei suoi studi più fecondi e
delle sue programmazioni si trovano negli Atti dei Georgofili. Si ricorda
fra tutti
il suo magistrale discorso commemorativo su Cosimo Ridolfi
incisivo e puntuale nelle ampie riflessioni. Stesso oggetto di studio si
ritrova nella relazione dell'Oliva sulle classiche sistemazioni di Meleto;
negli scritti di Cosimo Ridolfi sulle colmate di monte; nei numerosi
contributi di insigni studiosi e tecnici sulle diverse bonifiche. È ancora
all'opera del Serpieri che si devono due importanti avvenimenti
che hanno
conferito all'Accademia il suo attuale volto. Innanzitutto il
riconoscimento dell'Accademia dei Georgofili come «Ente Morale»
avvenuto
con Regio decreto nel 1932
e
sempre nello stesso anno
la concessione in
uso gratuito della sede nella Torre de' Pulci. Proprio quella Torre su cui
nè i bombardamenti del 1944
nè l'alluvione del ཾ
avevano così
infierito come l'infame barbarie del 27 maggio 1993.
Terminata la guerra e determinati dalla pressante necessità di risorgere
i Georgofili organizzarono
insieme ad altri Enti il memorabile Convegno
Agrario ItaloAmericano
sotto la presidenza di Renzo Giuliani. Data la
prestigiosa partecipazione e il numero e l'importanza degli argomenti che
furono trattati
con le relative discussioni
il volume che ne pubblicò
gli Atti fu definito la Magna Charta della ricostruzione e della
rinascita dell'agricoltura italiana.
L'Accademia riprese la sua intensa attività con la trattazione dei temi di
maggiore importanza tecnica ed economico sociale.
Nel 1953 l'Accademia patrocinò la costituzione della Società Orticola
Italiana
che a tutt'oggi asseconda le attività per lo sviluppo dell'ortoflorofrutticoltura
italiana
in collegamento con la International Society for Horticultural
Science.
In occasione del proprio bicentenario
l'Accademia dispose uno studio
organico del bacino dell'Arno per esaminare l'ambiente fisico
agrologico
forestale
demografico ed economico.
Grazie all'opera di Ildebrando Imberciadori
i Georgofili hanno inaugurato
in quegli anni un'importante serie di studi di storia dell'agricoltura.
Nel 1961
sotto il patrocinio permanente dell'Accademia e con la direzione
dello stesso Imberciadori
prese avvio la pubblicazione della «Rivista di
Storia dell'Agricoltura» che prosegue ininterrotta fino ad oggi;
attualmente sotto la direzione di Giovanni Cherubini.
La disastrosa alluvione del 4 novembre 1966
segnò duramente
l'Accademia. I danni subiti dal patrimonio furono ingenti
ma fu
soprattutto la biblioteca
che contiene volumi antichi di inestimabile
valore
a rimanere colpita. L'impegno dell'allora Presidente Gasparini
che si avvalse dell'aiuto di numerosi benemeriti
e soprattutto di
studenti che prestarono disinteressatamente la loro opera
consentirono
dopo una forzata parentesi di riprendere in pieno l'attività.
Più di recente
e seguendo l'evolversi dei tempi
l'Accademia continua ad
affrontare le nuove problematiche dell'agricoltura nella sua accezione più
ampia che
secondo la tradizione dei Georgofili
investe tutti i rapporti
dell'uomo con l'ambiente naturale del nostro pianeta. L'attuale statuto
approvato nel 1989
conferma sinteticamente lo scopo dell'Accademia nel
«contribuire al progresso delle scienze e delle loro applicazioni
all'agricoltura».
I più recenti studi dei Georgofili hanno toccato temi quali l'informatica
in agricoltura dando vita
nel 1984
al Ce.S.I.A. (Centro di Studio per
l'applicazione della Informatica in Agricoltura) i rapporti fra
agricoltura e ambiente; le filiere agroalimentari; le biotecnologie; le
fonti energetiche riproducibili; la robotica; il "marketing"; le
prospettive dello strumento societario in agricoltura; i problemi del "global
change" e del verde per la difesa ed il ripristino ambientale.
Alle 1.04 del 27 maggio 1993 tutta Firenze ha tremato
scossa da un
improvviso boato. Una bomba di enorme potenza fu fatta esplodere di fronte
all'ingresso secondario dell'Accademia
nell'omonima via dei Georgofili.
Cinque morti
molti feriti gravi
danni agli edifici e al patrimonio
artistico e librario. Questi gli effetti dell'attentato ampiamente
registrati nelle cronache di tutto il mondo. Angela Fiume
custode
dell'Accademia
il marito Fabrizio e le due figlie Nadia di nove anni e
Caterina di soli due mesi appena battezzata la Domenica precedente
furono
sorpresi nel sonno dall'esplosione e trovarono la morte fra le macerie.
Stessa sorte toccò a Dario Capolicchio
studente della Facoltà di
Architettura che abitava nel palazzo antistante.
All'irreparabile
si aggiungevano i gravi danni subiti dal patrimonio.
L'esplosione aveva fatto saltare le volte del primo piano e dello
scantinato nei vani contigui alla strada
nonchè buona parte dei solai
sovrastanti fra il primo e il secondo piano; non meno rovinoso l'effetto
ai piani alti
compreso il volume dell'altana
dove viveva la famiglia
della custode. Arredo
mobili - alcuni antichi di notevole valore opere
d'arte (tele di Bartolomeo Bimbi e di Pietro Neri Scacciati
oltre al
modello in gesso per il monumento a Cosimo Ridolfi di Piazza Santo
Spirito) furono distrutti e gravemente danneggiati. La raccolta libraria
dell'Accademia organizzata per monografie moderne
ivi comprese alcune
collane
sezione rari
opere monografiche e volumi miscellanei
periodici
antichi e moderni e alcuni fondi speciali furono completamente
sconvolte. Il patrimonio documentario
invece
fu subito recuperato.
In questi tre anni l'attività dell'Accademia non si è mai interrotta
anzi
colpiti così da vicino i Georgofili hanno dato la loro civile
risposta a tanta vile barbarie. L'archivio storico è rimasto sempre in
consultazione per il pubblico presso l'Archivio di Stato di Firenze; la
Biblioteca è stata recuperata quasi totalmente; numerose le Giornate di
studio ospitate presso varie Istituzioni a Firenze e fuori.
Fin da quella stessa notte
tutta la città si mobilitò intorno
all'Accademia così direttamente e duramente colpita
manifestando una
grande solidarietà umana ed un generoso aiuto spontaneamente offerto con
ogni forma di collaborazione. La sinergica azione degli Organi dello
Stato
dopo tre anni di intenso lavoro ha portato
a termine il recupero e
ripristino di tutto il patrimonio. Biblioteca e Archivio sono nuovamente
aperte al pubblico e le opere d'arte sono tornate al loro posto.
La Torre de' Pulci
completamente ricostruita è stata nuovamente consegnata ai Georgofili lཇ
marzo 1996: alla cerimonia ufficiale ha partecipato anche il Presidente
della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro
in segno di solidarietà da parte
di tutta la nazione.
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