DUCATO VINI FRIULANI
Conferenza stampa
Udine
sede REGIONE
via S.Francesco
Mercoledì 17.5.2006
ore 11
VICENDA TOCAI : "FRIULANO" O
"BLANC FURLAN" ?
LA PAROLA AL
DUCA EMILIO I° !
di Claudio Fabbro
Il DUCATO
DEI VINI FRIULANI
al fine di meglio precisare la propria posizione al
riguardo della " VICENDA TOCAI FRIULANO & TOKAJ UN GHERES " ha ritenuto
opportuna una conferenza stampa mercoledì 17 maggio scorso presso la
sede della REGIONE FRIULI V.G: in Udine
Via S:Francesco 4.
All'incontro erano presenti molti giornalisti di
quotidiani
periodici ed emittenti televisive pubblico/private della
Regione.
Il
DUCA EMILIO I°
al secolo Emilio DEL GOBBO
già assessore
regionale all'agricoltura
vice presidente del Consiglio regionale ed a
lungo presidente dell' ERSA ha trattato a braccio tutta una serie di
argomenti
Ma prima di riferire il pensiero del DUCA non è superfluo
per il
lettore
rileggere quanto hanno scritto in un passato più o meno recente
alcuni importanti personaggi. .
" Molto si è discusso su questo vitigno
particolarmente a proposito
della grafia inquantochè sino a pochi anni or sono era in uso scrivere
"Tokay".
Tutto ciò scriveva Guido POGGI nel suo Atlante
ampelografico del 1939 poteva ingenerare errore e farlo confondere
col celebre vino "Tokay" della non meno celebre regione viticola
ungherese. A parte il fatto che il "Tokay" è fatto con uve che portano
nomi ben diversi
resta pur sempre stabilito che il nostro vitigno "Tocai"
(scritto all'italiana
così come giustamente propose il Comm. Morelli de
Rossi
che produce il vino omonimo) nulla ha a che vedere col vino
ungherese.
Il Prof. DALMASSO per definire la questione lo chiamò "Tocai
friulano" e questo
ritengo
varrà a troncare ogni discussione in
proposito.
Quali le origini del vitigno?
Il Prof. Cosmo nella sua pubblicazione "Rilievi Ampelografici Comparativi
su "Vitis vinifera"" scrive: "Sulla origine del "Tocai" in ogni modo nulla
di positivo ci è dato di sapere" ed ancora "rimane da chiarire da dove il
"Tocai" sia giunto nel Veneto
ove è diffuso specialmente nel Distretto di
Portogruaro (Prov. di Venezia) con centro a Lison ed in Provincia di
Udine
soprattutto nella zona collinare orientale.
Che si tratti di vitigno austro-ungarico
attualmente scomparso
da quei Paesi
importato nel Veneto in seguito ai secolari rapporti
politico-economici di questo con quelli? Oppure che si tratti di un
vecchio vitigno veneto trapiantato in Ungheria e poi ritornato a noi con
il nuovo nome? Che l'Ungheria abbia importato viti dall'Italia non è cosa
nuova; si ha notizia che sino dall'undicesimo secolo dei Missionari
italiani
chiamati in Ungheria dal Re Stefano
portarono seco viti i cui
nomi più o meno alterati passarono poi ai vitigni oggi ritenuti ungheresi
("Furmint"
"Fioremonti"
"Bakator"
"Baccadoro"
ecc.)" ed oltre "per
concludere su questo argomento
diremo dunque che nelle ampelografie non
v'è traccia del vitigno al quale si possa ascrivere il "Tocai friulano".
Che
di conseguenza
continueremo a chiamare con quel nome fin tanto che
non se ne sarà svelata la sua vera origine".
Il Prof. DALMASSO in "La Vite ed il Vino del Settecento" "Storia
della Vite e del Vino in Italia" - ricorda che A. Fappani
nel Saggio
Storico dell'Agricoltura Trevigiana citava ad onore l'Abate Giacomo
Vinciguerra di Collalto il quale avendo nell'anno 1771: "in una deliziosa
e ricca vignetta di S. Salvatore (presso Susegana) piantato delle viti di
"Tokay"
giunse a spremer da quelle nobil vino e generoso al pari
dell'ungarico". Se quel "Tokay" era "Tocai friulano"
sino da allora il
vitigno non smentiva la sua nobilità".
"Certamente concludeva il POGGI è la migliore delle
varietà coltivate in provincia; vigorosissimo
produttivo
ampelograficamente ravvicinantesi al "Sauvignon"
di facile adattabilità
in tutti gli ambienti
dà vino sempre di merito che si stacca nettamente
dalla normalità"
Secondo Piero
PITTARO ( " L'Uva e il vino
1982 ) .
" Il "Tocai friulano"
sia per vitigno che per vino
è
diversissimo da quello ungherese. Basti solo ricordare che il nostro è un
vino secco
con spiccato sapore di mandorla. Quello ungherese è liquoroso
di colore ambra
con circa 15 gradi di alcool e 5 di zuccheri.
Ogni polemica comunque può assopirsi con un semplice
ragionamento. Supponiamo che in origine
in una zona qualsiasi
si
coltivasse il "Tocai". In oltre due secoli e mezzo (data alla quale si
riferiscono le prime tracce) la selezione clonale
in terreni e habitat
tanto diversi
ha portato a noi due vitigni assolutamente diversi
con
perdita di ogni parentela. In Italia il "Tocai" è diffusissimo
specie nel
Friuli
nel Veneto
in Emilia
ma anche in altre zone
come il Lazio. è
molto diffuso in Francia
nella zona del Midì
col nome di "Furmint"
quindi
logicamente
in Ungheria col nome di "Furmint" nella zona
geografica del "Tokay".
Il vino è fine
delicato
con sapore di mandorla amara
fruttato
pieno e grasso anche nella lavorazione in bianco. Molto rotondo specie per
il suo basso tenore in acidità fissa e la gran quantità di glicerina.
Alcool medio alto. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Vino
da bersi giovane. Nel caso lo si debba destinare all'invecchiamento è bene
anticipare di qualche giorno la vendemmia. è una delle gemme del Friuli.
è vino da aperitivo e da antipasti magri (prosciutto crudo) e
all'italiana
minestre in brodo e asciutte; piatti di pesce salsati. Va
servito alla temperatura di 12 gradi " .
Sin qui due " Grandi" della vitivinicoltura friulana .
Eppure 67 anni dopo la ricerca del POGGI la " questione Tocai" non
è ancora chiara.
Anzi
è doppiamente confusa
alla faccia di una sentenza della Corte di
Cassazione del 30 aprile 1962 ( "Causa Baroni Economo d'Aquileia Ditta
Monimpex di Budapest
persa da quest'ultima ") che sembrava aver messo una
pietra definitiva sopra l'uso del nome.
Per motivi che sarebbe bene conoscere a fondo soprattutto in relazione a
manovre poco chiare dietro le quinte sulla pelle del vitigno friulano in
questione( è davvero da escludersi lo zampino francese ??) il 23 novembre
1993 venne stipulato il ben noto e "famigerato" Accordo fra Unione
europea ed Ungheria
cui venne riconosciuta l'esclusiva dell'uso del nome
a partire dal 31 marzo 2007.
Quindi fra poco più d'in anno!
Per un approfondimento degli eventi
prima e dopo tale data
nonchè per
la valutazione d'eventuali
presunte o reali responsabilità
negligenze
sgambetti e dintorni
rinvio al mio libro " IL VIGNETO FRIULI
DALL'ARRIVO DEI ROMANI ALLA PARTENZA DEL TOCAI " edito dal Ducato
e da me presentato il 17 giugno 2005 a Villa Manin .
L'occasione è propizia per ricordare
tra l'altro
che fu proprio il DUCA
EMILIO I°
nella sua veste di allora Presidente dell' ERSA
a promuover un
Simposio dedicato alla rivisitazione storica
tecnica
giuridica ed
amministrativa del contenzioso TOKAJ UNGHERESE TOCAI FRIULANO.
"Ciò avvenne precisa il DUCA a Gorizia nel mese di
novembre del 1985
con intervento
tra gli altri
dell'insigne prof.
ZILAJ dell' Università di Budapest
Resta il fatto che il Ducato fu tra i primi a schierarsi apertamente a
favore del mantenimento del nome originario
facendosi carico anche di
un memorabile convegno in Castello a Udine il 4 ottobre 1997.
Va riconosciuto al mondo della Cooperazione e
per essa
ai Nobili Luigi
SOINI di Cormons e Noè BERTOLIN di Casarsa il merito di
aver mantenuto da sempre una linea coerentemente schierata a favore del
nome
senza tentennamenti.
La stessa Famiglia dei Nobili FANTINEL sta conducendo da tempo una
battaglia solitaria a favore del "più amato dai friulani"
unica
probabilmente a livello di grandi aziende esportatrici.
La Regione
dal 1999
sia con l'Assessorato dell'agricoltura che l'ERSA e
l'Avvocatura ( e
per essa
il dr. Enzo BEVILACQUA )
con
l'appoggio del Ministro Alemanno
cui probabilmente - ricorda DEL
GOBBO- fece benefico effetto un incontro udinese con la Corte
Ducale al gran completo !! ( finalmente con il "Potere centrale" in
controtendenza con la linea di chiusura che aveva caratterizzato i
predecessori..) ha acceso un contenzioso valutato positivamente dal
T.A.R. del Lazio ma negativamente nel 2005 dal Giudice JACOBS.
Per cui si brancola tuttora nel buio
a colpi di carta bollata".
Ed intanto i mesi passano...
SCENARI PRESENTI E
FUTURI
Ecco allora che i Consorzi di Tutela ( ma a parte le periodiche e
forti bordate che partono da PierLuigi COMELLI
lider maximo dei
Colli Orientali
di scritti ufficiali DOC in giro se ne vedono pochi
...) ripescano l'alternativa "FRIULANO" su cui puntare sin d'ora .
"Eppure prosegue il DUCA anche qui non c'è unanimità
poichè i produttori associati che vendono all'interno della regione
vorrebbero tener duro mentre chi esporta ( Nobili Fantinel a
parte...) ritiene il nome Tocai una vera e propria "palla al piede" da cui
liberarsi in fretta puntando sul nuovo nome
da promuovere con risorse
pubbliche di non meglio precisata fonte ed incerta disponibilità.
Si sarebbe anche costituito spontaneamente
a dicembre 2005
un
Comitato rinominato "Forum friulano "
decisamente schierato per il "
FRIULANO" e già varie etichette riportano tale nome
omettendo "Tocai".
Federdoc pare essere in sintonia con il "Forum"
in ci` confortata anche dal parere legale di un studio specializzato sulla
liceità dell'uso del nome "FRIULANO".
Resta il dubbio se sia opportuno o meno anteporre o posporre a "
FRIULANO" il colore "BIANCO".
Ma non mancano tuttora pronunciamenti dell'ultima ora( leggasi Fabio de
VISINTINI e Riccardo ILLY
che spaziano da " FRIULI a BLANC FURLAN )
nonchè una sorta di "referendum mediatico a mezzo SMS" quale sondaggio
teso a verificare il gradimento popolare su termini quali "FRIULANO"
e
"BLANC FURLAN" mentre proliferano nomi diversi
da "FURLIT" a "JACOT" o
similari
provocatori alquanto.
Il noto giornalista ed opinionista Fred PLOTKIN di New York
in
Friuli nella primavera 2002 per presentare il suo bellissimo libro "
FRIULI
TERRA FORTUNATA" confermò il punto di vista del consumatore
U.S.A. contrario al perpetuarsi del nome " chiacchierato "Tocai e più
propenso all'alternativa "FURLAN" o "FURLAN BLANC" o "BLANC FURLAN" di
più facile pronuncia e piacevolezza per che parla l'inglese.
Ipotesi
quest'ultima
che non dispiacerebbe neanche al
Duca Emilio 1° il quale tuttavia a scanso d'equivoci e
strumentalizzazioni - rimane sulle barricate per difendere
fino all'ultimo l'amato nome TOCAI FRIULANO
disposto a deporre le armi solo dopo una sconfitta o resa senza
condizioni trattando proprio nei termini proposti da PLOTKIN o quasi
cioè rifugiandosi in un " Blanc Furlàn" .
IL Duca dubita inoltre che i 15 milioni di EURO ( 12 ministeriali + 3
regionali
per un triennio) possano essere resi disponibili
anche in
considerazione che al ministro ALEMANNO è subentrato Paolo DE CASTRO che
valuterà probabilmente il problema ex novo.
Sotto il profilo legale va anche ribadito che l'Accordo U.E.-Ungheria del
23.11.1993 è da ritenersi superato a seguito dell'ingresso di questo Stato
nell' Unione europea.
Resta anche da accentuare la pressione sul Ministero affinchè pretenda
dall' U.E. la facoltà di utilizzare le omonimie
come già concesso ad
altri Stati extra U.E. .
Infatti
secondo l'Avvocato della Regione
dr. Bevilacqua " la
Corte afferma che gli accordi TRIPS non impongono l'obbligo ma danno la
facoltà agli
Stati firmatari (tra i quali la Comunità
l'Italia e l'Ungheria) di
consentire le omonimie tra vini e indicazioni geografiche. Tant'è vero
che
con il Regolamento 1429/2004 (che la Regione e lo Stato italiano
hanno impugnato)
la Comunità ha esercitato tale facoltà riconoscendo 122
omonimie. E tant'è vero che
Stati Uniti e Australia
a buon diritto
rivendicano il nome Tokaji per indicare i loro vini
con il consenso (pur
con alcuni limiti) della Comunità.
La stessa sentenza
rispetto alla nostra eccezione circa la violazione dei
principi di eguaglianza e di non discriminazione tra i cittadini della
Comunità
ha glissato
rilevando che gli stessi non costituivano oggetto
dei quesiti sollevati dal TAR del Lazio in sede di rinvio pregiudiziale e
quindi
non obbligavano la Corte alla risposta.
Pende giudizio avanti il Tribunale di prima Istanza del Lussemburgo
nel
quale questi aspetti sono già stati rappresentati e saranno approfonditi
con ulteriori memorie.
Resta il fatto che
se il divieto di omonimia per il Tocai
dopo l'entrata
dell'Ungheria nella Comunità
non deriva più da norme di trattati
internazionali o interne alla Comunità
ma deriva invece dall'esercizio
negativo della facoltà riconosciuta dagli Accordi TRIPS
uno Stato membro
della Comunità dovrebbe almeno rivendicare il diritto di conoscere le
motivazioni per cui un vino che vanta 1000 anni di storia documentata non
abbia lo stesso trattamento di altri 122 vini che sicuramente non hanno le
medesime credenziali storiche.
Ma
a questo punto
la spiegazione viene data dallo stesso avvocato
generale della Comunità quando
nella sua relazione ha rinfacciato
all'Italia di ricorrere contro un Regolamento comunitario che
non
soltanto non aveva impugnato
ma al quale aveva dato attuazione
(costringendo la Regione a ricorrere al TAR del Lazio) 6quot.
" In altre parole conclude l'Avv. Bevilacqua è mia opinione che la
battaglia del Tocai ( friulano) non è persa nei limiti in cui lo Stato
italiano pretenda un trattamento dalla Comunità in sede di esercizio
della facoltà riconosciuta dai TRIPS e confermata dalla sentenza della
Corte di Giustizia non inferiore a quello che sta riconoscendo
all'Australia ed agli Stati Uniti
o che ha riconosciuto ai 122 vini con
il Regolamento 1429/2004
impugnato dalla Regione".
Come andrà a finire ?
A 12 mesi circa dalla data fatidica dei presunti "funerali" la
telenovela continua!
Udine
17.5.2006
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