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Presentato a Villa Manin lo studio di fattibilità voluto da Federdoc

PROMOZIONE TURISTICA: IL VIGNETO FRIULI
PUNTA SULLE STRADE DEL VINO

Il presidente Trinco soddisfatto per il parere favorevole sul Friulano 

     "Siamo soddisfatti del risultato raggiunto adesso però bisogna iniziare a lavorare insieme per promuovere il nuovo nome Friulano. Avevamo dato fiducia alla Regione e le attese non sono andate deluse". Così il presidente di Federdoc Fvg Stefano Trinco ha accolto con soddisfazione l'annuncio dato dall'assessore Marsilio sul parere favorevole del Comitato Vite al nuovo nome del Tocai intervenendo a Villa Manin di Passariano al convegno sulle Strade del vino in Friuli Venezia Giulia organizzato da Federdoc per presentare i risultati dello studio di fattibilità promosso dall'assessorato regionale all'agricoltura e avviato due anni fa. "Il progetto delle strade del vino - ha evidenziato Marsilio - dovrà coinvolgere non solo i rappresentanti del settore vitivinicolo ma anche gli Enti Locali e gli altri soggetti che rendono qualitativamente appetibile il territorio. Solo se il sistema territoriale riuscirà a mettere insieme le qualità che sa esprimere otterremo risultati positivi".  La realizzazione delle Strade del Vino in Friuli Venezia Giulia potrebbe offrire una valida occasione per una regione in cui il turismo non raggiunge elevati numeri in termini di presenze di promozione e valorizzazione del territorio a patto che vi siano adeguati investimenti per migliorare la qualità dei servizi offerti. Per attuare un progetto di Strade del Vino sarà necessario partire dall'elemento centrale sul quale esse si basano i produttori coinvolgendoli direttamente e rendendoli protagonisti attivi di un progetto finalizzato a portare attraverso l'enoturismo ricadute positive sull'economia locale. 
     Istituite nel 1999 da una legge nazionale (la 268) le Strade del Vino rappresentano un sistema di offerta turistica che abbraccia un intero territorio lungo il quale si collocano cantine vigneti borghi strutture ricettive ristoranti tipici attrattive ambientali e naturalistiche. "Nelle 85 Strade finora riconosciute in Italia - ha spiegato il direttore di Federdoc Michele Bertolami - molti percorsi sono stati disegnati in modo approssimativo i finanziamenti pubblici incassati ma poi non vi è stata la capacità di gestire in modo attivo e dinamico le attività utili a rendere viva la proposta enoturistica". Per non commettere gli stessi errori e soprattutto per evitare che in Friuli Venezia Giulia si vengano a creare tante piccole iniziative di basso profilo prive di un coordinamento a livello regionale Federdoc ha voluto realizzare uno studio per reperire informazioni utili alla progettazione delle Strade del vino riunendo in forma organica i dati già a disposizione e valutando le esperienze delle altre regioni d'Italia.

     Condotto da un gruppo di esperti (il prof. Francesco Marangon e Francesca Visintin dell'Università di Udine per la ricerca e l'elaborazione dati lo Studio Montanari per marchio e cartellonistica l'Istituto Prospecta per le interviste sul territorio) lo studio ha portato all'individuazione di un "disciplinare tipo" di un marchio e della segnaletica che i Comitati promotori delle Strade del Vino potrebbero adottare realizzando una regolamentazione uniforme sul territorio regionale. Sono stati proposti una serie di questionari ad aziende vitivinicole agrituristiche specializzate in produzioni tipiche agroalimentari imprese artigiane enoteche ristoranti alberghi e musei dai quali sono emersi 102 soggetti complessivamente conformi ai requisiti di legge. Stimolando le aziende ad intraprendere iniziative di adeguamento realizzabili nel breve e medio termine sarebbe possibile estendere la partecipazione al progetto a 217 soggetti.
Ma dove potrebbero sorgere nuove Strade del vino in regione per le quali gli Enti locali i Consorzi di Tutela vini Doc e il Movimento Turismo del vino potrebbero candidarsi come "soggetti promotori"? La zona con maggiori prospettive di insediamento è quella della fascia collinare compresa tra Gorizia e Tarcento dove si è registrata la maggior densità di soggetti conformi ai parametri richiesti o disposti a conformarsi. In regione finora una Strada è già stata realmente realizzata quella di "Aquileia" che potrebbe accogliere nel proprio distretto i territori Doc costieri delle zone Latisana ed Annia. "Il lavoro da fare per rendere le Strade un soggetto funzionante è impegnativo - ha ribadito Bertolami - non solo a livello normativo nella stesura del disciplinare ma anche a livello informativo e formativo. è importante far capire agli operatori quali chances di sviluppo porterebbero le Strade in Friuli nell'ottica di offrire un prodotto turistico di cui il vino è solamente il collante e non l'unica attrazione". Lo studio ha inoltre evidenziato alcune problematiche relative alla normativa e agli aspetti fiscali. Tra i primi obiettivi Federdoc propone di migliorare la Legge regionale 21/00 che disciplina le Strade a livello locale concentrandosi in particolare sulla definizione degli standard minimi di qualità e del disciplinare e sulle modalità di finanziamento.
     Il convegno moderato dal giornalista Carlo Cambi ha visto alternarsi ai microfoni numerosi relatori: Vanni Tavagnacco in rappresentanza della Regione Francesco Marangon dell'Università di Udine Giovanni Foffani della Strada del Vino Doc Aquileia Massimo Bassani per il Movimento Turismo del Vino Fvg il consulente fiscale Edo Zorzenon. Infine Valentino Bega ha presentato l'esperienza della Strada del Vino e dei Sapori dell'Emilia Romagna mentre Gabriella Campese ha illustrato la Strada della Franciacorta.

CF//Villa Manin Passariano Udine 3 luglio 2006
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STUDIO DI FATTIBILITĄ PER UNA RETE DI STRADE DEL VINO IN FRIULI VENEZIA GIULIA.
Sintesi dei contenuti 

     La Legge 27 luglio 1999 n° 268 ha istituito su tutto il territorio nazionale le "Strade del Vino" definendole come "percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli lungo i quali insistono valori naturali culturali e ambientali vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico; esse costituiscono strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica".
     La Regione Friuli Venezia Giulia ha inteso legiferare proponendo una disciplina a livello locale attraverso la L.R. 21/00 e il successivo regolamento applicativo (D.P.G.R. n. 239 del 9 agosto 2002).
Perchè uno studio di fattibilità? Perchè analizzando la realtà nazionale si deduce in particolare che molte Strade del Vino italiane sono nate ma i percorsi sono stati disegnati spesso in modo approssimativo ed i finanziamenti pubblici incassati ma poi non vi è stata quella capacità di gestire in modo attivo e dinamico le attività utili a rendere viva la proposta enoturistica vero motore di una Strada del Vino.
     Infatti una strada del vino per potersi definire tale deve rappresentare un sistema di offerta turistica che abbraccia un intero territorio lungo il quale si collocano cantine visitabili vigneti borghi strutture ricettive ristoranti tipici attrattive ambientali e naturalistiche e quant'altro.
     Condividendo queste preoccupazioni la Federazione dei Consorzi Tutela Vini del Friuli Venezia Giulia vede oggi più che mai il rischio concreto che si vengano a creare tante piccole iniziative di basso profilo. Queste in assenza di un coordinamento a livello regionale o per la carenza di fondi di informazioni o di semplice conoscenza del comparto vitivinicolo locale potrebbero non essere in grado di realizzare quel "circolo virtuoso" che lega il prodotto al territorio e viceversa nell'ottica di una fruizione turistica e che è alla base dell'istituto della Strada del Vino.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si è voluto quindi realizzare uno studio di fattibilità sulle strade del vino a livello regionale che possa servire come modello di lavoro per i Comitati Promotori costituiti (o costituendi) ai sensi della L.R. 21/00 e del D.P.G.R. n. 239 del 9 agosto 2002.
     Tale studio oltre a reperire direttamente sul territorio informazioni utili alla progettazione delle strade del vino vorrebbe riunire in forma organica i dati già a disposizione dei diversi gruppi di lavoro. Parte determinante di questa fase conoscitiva sarà il reperimento e la valutazione delle esperienze già condotte in altre regioni d'Italia e all'estero al fine di individuare elementi utili anche per la realtà friulana.
     Qualora le Strade del Vino avranno successo non solo i soggetti diretti appartenenti alla catena del valore del vino potranno godere dei benefici derivanti ma aumenterà parallelamente anche l'immagine e la visibilità del territorio delle sue manifestazioni e peculiarità non solo a livello locale ma anche nazionale e internazionale.

     Dunque le Strade del Vino possono produrre i benefici che si attendono a livello economico sociale paesaggistico e ambientale ma sicuramente il lavoro da fare per renderle un soggetto funzionante è molto non solo a livello normativo (il disciplinare) ma anche a livello informativo e formativo. è importante far capire agli operatori quali chances di sviluppo porterebbero le Strade in Friuli facendo leva sull'importanza della coesione tra loro e dell'interazione sinergica con altre reti di produzione.
     Infine è bene ricordare che si sta parlando di offerta turistica. Se le Strade del Vino nascono con il solo scopo di incrementare il fatturato delle vendite dei prodotti vinicoli come tali ed entro breve termine moriranno così come è accaduto in diverse realtà nazionali. Se le Strade del Vino nascono per offrire un prodotto turistico di cui il vino è solamente il collante e non l'unica attrazione allora incontreranno ottime opportunità di successo e soddisfazione presso i turisti. Il cliente è un turista non un compratore di bottiglie di vino.
     Al fine di condurre un'approfondita analisi del territorio è stato prodotto un questionario personalizzato sulle seguenti categorie di possibili soggetti aderenti alle strade del vino: Aziende vitivinicole aziende agrituristiche aziende specializzate in produzioni tipiche agroalimentari imprese artigiane enoteche ristiranti alberghi musei. Gli obiettivi della ricerca erano riconducibili a due punti :

  • censire i dati relativi alle strutture sopra elencate;

  • estrapolare le strutture conformi ai requisiti di legge.

     Si è analizzato il territorio valutando l'interesse e le attitudini degli eventuali partecipanti alle strade ad uniformarsi agli standard minimi previsti dalla normativa vigente ed alle proposte di Disciplinare tipo realizzato proprio nel nostro studio.
     La densità di presenza delle realtà conformi o "disposte a conformarsi" nel territorio è stato l'obbiettivo chiave nel definire con relativa logica le zone dove la maggior presenza di soggetti "potenzialmente interessati" avrebbe potuto con una naturale maggior facilità dare vita ad una nuova Strada del Vino basandosi però sui presupposti citati precedentemente.
     Dal punto di vista delle aziende vitivinicole i risultati evidenziano come la zona collinare (la fascia compresa tra Gorizia  e Tarcento) potrebbe essere quella con le maggiori prospettive di insediamento di una nuova Strada del Vino.
Una Strada è già realmente stata realizzata quella di "Aquileia" la quale potrebbe accogliere nel proprio distretto i territori DOC costieri delle zone Latisana ed Annia.
     La nascita di nuovi percorsi potrebbe partire proprio da queste realtà e sarà fondamentale capire e valutare quali dovranno essere le figure che potrebbero assumersi il compito di sensibilizzare i territori alla creazione dei "soggetto promotori" vero punti di partenza di ogni Strada del vino. Gli Enti locali i Consorzi di Tutela vini DOC ed il Movimento Turismo del vino potrebbero essere tra i principali soggetti la cui tipologia di struttura e radicamento nel territorio saprebbe "muoversi" meglio a tal fine.
     Le aree rimanenti riportano concentrazioni minori di soggetti conformi o potenzialmente conformi anche in queste zone comunque potrebbero nascere realtà di Strade del Vino se fortemente volute dal relativo mondo imprenditoriale.
      Lo studio ha evidenziato problematiche relative alla normativa.
     L'attività che in particolare le aziende vitivinicole dovrebbero gestire con particolare attenzione è quella relativa all'accoglienza degli ospiti in azienda e cantina alla degustazione dei prodotti ed alla capacità di informare i visitatori su notizie e peculiarità del territorio di competenza. Dal punto di vista fiscale i risultati dello studio evidenziano alcuni problemi che intendiamo sottolineare con l'obiettivo di sensibilizzare l'amministrazione regionale ad un'approfondita ricerca al fine di una concreta risoluzione del problema.
     è stata progettata la cartellonistica completa e realizzata una proposta di "logo regionale" delle Strade del Vino.
Concludo affermando che tra i primi obiettivi inerenti alle problematiche da risolvere oltre ai chiarimenti di natura fiscale sopra citati dobbiamo segnalare la necessità di migliorare la Legge regionale 21/00 ed il suo regolamento attuativo  n° 239 del 9 agosto 2002 concentrandosi in particolare sulla definizione degli Standard minimi di qualità e del Disciplinare e sulle modalità di finanziamento (% di contribuzione e tipologie di spesa ammissibile) consci del fatto che la Legge Regionale 21/100 è stata codificata basandosi sulla normativa nazionale di riferimento.