VINUM LOCI 2006
A CORMÒNS E GRADISCA D'ISONZO RASSEGNA NAZIONALE DEI VINI ANTICHI E AUTOCTONI
Venerdì 20 ottobre 2006
a Cormons (GO)
con un importante convegno intitolato "InnoWine - L'innovazione del Vigneto
Italia tra il fascino dei vini autoctoni e la realtà di quelli universali"
ha preso il via l'edizione 2006 della rassegna
dedicata ai vini autoctoni Vinum Loci
organizzata da Udine e Gorizia Fiere spa e promossa dal Comitato Vinum Loci con il
sostegno della Banca Popolare FriulAdria e di Turismo Fvg. All'incontro hanno partecipato numerosi e qualificati relatori
che
oltre a fare il punto sul panorama scientifico e quello della produzione nel settore degli autoctoni
hanno esposto
gli obiettivi e le attività portati avanti dal Comitato Vinum Loci in questi anni.
Il convegno si è tenuto nella sede del Corso di Laurea di Viticoltura ed Enologia della Facoltà di Agraria dell'Università
degli Studi di Udine (Cormòns
via San Giovanni 79).
Il tema del convegno è stato quanto mai attuale.
Secondo i risultati di un'inchiesta condotta tra produttori
eno-appassionati e addetti ai lavori dal sito WineNews
uno
dei più consultati dagli amanti del buon bere
e da Vinum Loci
nella classifica degli autoctoni più amati dagli italiani
spiccano ai primi posti Sangiovese
Barbera e Nebbiolo
mentre l'unico vino del Friuli Venezia Giulia presente nella top
ten è il Tocai friulano. Solo una ristretta cerchia di autoctoni
secondo gli intervistati
può però rappresentare la
scommessa vincente del vino "made in Italy" all'estero
mentre tutti gli altri sono destinati a rimanere "curiosità"
enologiche
riservate ad un consumo squisitamente territoriale o "di piccolissima nicchia".
Al convegno di Cormons gli
indirizzi di saluto sono stati portati dal presidente di Udine e Gorizia Fiere spa Sergio Zanirato
dal prof. Ruggero Osler
della Facoltà di Agraria dell'Università di Udine
dal direttore dell'Associazione Nazionale Città del Vino Paolo Benvenuti
e dal communication manager di Banca FriulAdria Giovanni Lessio. A seguire è stato trattato il tema "Il punto sull'attività
del Comitato Vinum Loci e sulla ricerca scientifica"
con interventi di Maurizio Tripani
direttore generale Udine e Gorizia
Fiere spa e segretario generale Comitato Vinum Loci
del prof. Attilio Scienza del Dipartimento di Produzione vegetale
dell'Università degli Studi di Milano
del prof. Enrico Peterlunger e del prof. Raffaele Testolin del Dipartimento di
Scienze agrarie e ambientali dell'Università di Udine.
Di seguito si è tenuta la tavola rotonda moderata dal direttore del Messaggero Veneto Andrea Filippi. Sono intervenuti
fresco di nomina a presidente di VINUM LOCI
l'agronomo ed enologo Claudio Fabbro
Marco Caprai dell'Azienda Arnaldo Caprai
Walter Massa dell'Azienda Vigneti Massa
Massimo Zorzettig dell'Azienda La Tunella
Stefano Trinco presidente Federdoc Fvg
Giorgio Serra della promozione vitivinicola di Buonitalia spa.
VINUM LOCI
convegno 20.10.2006
Cormòns (GO) |
Il convegno ha anticipato l'apertura ufficiale della 5ˆ Rassegna Nazionale dei Vini Antichi e Autoctoni "Vinum Loci"
che si è tenuta a Gradisca d'Isonzo ed è stata inaugurata sabato 21 alle 11.30 nell'Enoteca Regionale del Friuli Venezia
Giulia "La Serenissima" alla presenza delle autorità e della madrina della manifestazione
la modella venezuelana Aida Yespica.
Claudio Fabbro (a destra) e Paolo Benvenuti: passaggio del testimoni in Cormòns
Istituto di Vitivinicoltura
Facoltà d'agraria
Università di Udine
20 ottobre 2006 |
NON TUTTI I VITIGNI AUTOCTONI ITALIANI POSSONO AVERE UNO SBOCCO SUI MERCATI INTERNAZIONALI
INCHIESTA DI WINENEWS E
"VINUM LOCI" TRA PRODUTTORI
ENO-APPASSIONATI E ADDETTI AI LAVORI
Negli ultimi anni uno dei temi più gettonati nel mondo del vino è quello dei vitigni autoctoni: tutti ne parlano
tutti li esaltano tutti ne predicono un radioso avvenire. Ma siamo proprio sicuri che le centinaia di vitigni autoctoni italiani
avranno un reale sbocco sui mercati internazionali? Secondo i risultati di un'inchiesta
condotta da WineNews
uno dei siti più consultati dagli amanti del buon bere
e da "Vinum Loci"
la rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni
(di scena a Cormòns
Gorizia dal 20 al 24 ottobre
organizzata da Udine e Gorizia Fiere) sembrerebbe proprio di no.
Il parere dei produttori
degli eno-appassionati e degli addetti ai lavori è che solo una ristretta cerchia di autoctoni
può rappresentare la scommessa vincente del vino "made in Italy" all'estero
mentre tutti gli altri sono destinati a
rimanere "curiosità" enologiche
riservate ad un consumo squisitamente territoriale o "di piccolissima nicchia".
Claudio
Fabbro
neo presidente di VINUM LOCI spiega: "si è iniziato in inversione di tendenza
nel 2001
a parlare di
vitigni autoctoni
quando ancora era un argomento poco conosciuto. Adesso che
invece
il tema dilaga è giunto il momento
di fare una riflessione seria
sia per informare al meglio i consumatori
sia per tutelare chi questi vini li produce.
È importante tracciare una linea di demarcazione tra gli autoctoni che possono interessare realmente il mercato e quelli
invece destinati a diventare una sorta di monumento alla memoria".
Secondo la ricerca di WineNews e "Vinum Loci"
nella
classifica dei vitigni più amati dagli italiani
svettano ai primi posti il Sangiovese
la Barbera e il Nebbiolo
"simboli"
delle due regioni leader dell'enologia italiana
Toscana e Piemonte. Nella top ten si collocano
a seguire
Lambrusco
Montepulciano d'Abruzzo
Aglianico
Dolcetto
Nero d'Avola
Tocai e Sagrantino di Montefalco. Un risultato che consacra
la tradizione
ma anche la "nouvelle vogue" italiana
le zone emergenti che negli ultimi anni hanno elevato a livelli
qualitativi altissimi la loro produzione valorizzando i vitigni autoctoni
in particolare l'Abruzzo
la Campania
l'Umbria
e la Sicilia. Scorrendo la classifica
tra i vitigni più significativi e famosi d'Italia è poi la volta del Greco
del
Primitivo
del Verdicchio
del Vermentino
dello Zibibbo
del Teroldego e del Marzemino. Nella classifica dei vitigni più
venduti in Italia
invece
stilata elaborando i dati forniti dai più importanti vivaisti nazionali
il dominatore
incontrastato è il Sangiovese
al secondo posto
il Montepulciano d'Abruzzo
al terzo la Barbera; seguono il Prosecco
il Nero d'Avola
il Primitivo
l'Aglianico
la Corvina
il Dolcetto e il Vermentino.
I vitigni italiani di antica
coltivazione (o autoctoni) conosciuti e catalogati sono 350
ma secondo le stime ne esisterebbero più di 1.000. Oltre a
rappresentare un enorme bacino ampelologico di biodiversità da studiare e proteggere
sono anche il principale elemento
di distinzione della nostra viticoltura ed enologia. Un vero e proprio vantaggio competitivo che tutto il mondo ci
invidia
specie in un momento in cui il mercato mostra i primi
ma evidenti
segni di stanchezza rispetto ad una
omologazione organolettica dei vini
diventata quasi imbarazzante. Detto questo
però
possiamo ritenere che i vitigni
di antica coltivazione siano tutti destinati a diventare i nuovi protagonisti del mercato
garantendo valore aggiunto ai
loro produttori e ad interi territori?
Lo "stato di salute" attuale dei vitigni di antica coltivazione vede uno "zoccolo
duro" di 10-20 vitigni
ai quali alcuni celeberrimi territori devono il loro successo
proprio per il fatto di essere
terre di grandi autoctoni. Sono ormai completamente affermati
tanto da interessare anche le viticolture del Nuovo Mondo
e producono vini in grado di sfidare con successo la concorrenza internazionale: Sangiovese
Sagrantino
Nebbiolo
Barbera
Montepulciano d'Abruzzo
Aglianico
Nero d'Avola
solo per fare qualche nome. Poi ne esistono tra i 100 e i 200 che hanno
ottime potenzialità
ma non ancora la forza di imporre un'identità propria. Fra quelli più in crescita possiamo ricordare
il Vermentino
il Verdicchio o il Fiano
vero e proprio "Viogner italiano"
ma anche la Falanghina e il Greco. Leggermente
al di sotto
troviamo vitigni di antica coltivazione impiegati come complementari
anche se in alcuni casi sono dei veri e
propri "gregari di lusso": Colorino e Canaiolo sono forse gli esempi più noti
ma si pensi anche al Perricone o al Nerello
Mascarese.
Infine
i vitigni "reliquia": da una parte quelli di recente recupero e di cui sappiamo poco perfino sulle loro
prospettive di coltivazione
e dall'altra quelli con una diffusione estremamente localizzata
come ad esempio il Pignolo
o il Timorasso
e che rappresentano spesso soltanto delle "curiosità"
aziendali dall'esiguo numero di bottiglie. Se così
stanno le cose
un imprenditore vitivinicolo può davvero puntare tutto su un vitigno autoctono senza correre dei rischi?
Certamente sì. Ma a patto di dover mettere a bilancio
oltre ad una cospicua somma da investire nella sperimentazione di
tecniche di coltivazione e di vinificazione ad hoc
anche risorse finanziare adeguate ad un vero e proprio studio di filiera
e a campagne promozionali in grado di sostenere quei vini sul mercato.
Non basta
dunque
dire sì indistintamente agli
autoctoni
ma va verificato se questa scelta può incontrare i gusti del consumatore. Oggi
la scelta di promuovere vini
autoctoni va spiegata comunicando sempre di più il valore aggiunto che una bottiglia di vino porta con sè in termini di
territorio
cultura del luogo
storia. I vini autoctoni non devono essere solo tutelati
ma devono seguire politiche di
marketing che favoriscano un nuovo rapporto con questo consumatore per vincere le sfide del mercato con i vini
internazionali.
CLAUDIO FABBRO NUOVO PRESIDENTE
DEL COMITATO "VINUM LOCI"
In occasione della manifestazione Vinum Loci 2006 (21-24 ottobre
Gradisca d'Isonzo)
il 20 ottobre è stata
convocata a Cormons
presso la Facoltà di agraria
la riunione dei soci del Comitato "Vinum Loci". All'ordine del giorno
oltre alla relazione sull'attività svolta e sui programmi futuri
è stato nominato il nuovo presidente. Il presidente
uscente Paolo Benvenuti
direttore generale dell'Associazione Nazionale Città del Vino
terminando il proprio mandato
ha
dichiarato l'importanza di caratterizzare maggiormente il legame tra l'iniziativa e il territorio dov'è nata e cresciuta
cioè il Friuli Venezia Giulia
esprimendo quindi un presidente di questa regione.
I soci del Comitato hanno ringraziato
Benvenuti per la disponibilità e la presenza
sempre precisa
puntuale e tempestiva
agli impegni ed eventi organizzati
dal Comitato Vinum Loci in questi anni e hanno riscontrato l'unanimità di consensi per il nuovo presidente nella persona
dell'enologo e giornalista Claudio Fabbro
che ha accettato l'incarico. Fabbro ha ringraziato per la fiducia accordata
e si è detto onorato per il nuovo impegno professionale che
ha concluso
porterà avanti con il massimo impegno e attenzione.
Nel corso dell'assemblea sono stati riconfermati nella carica di presidente della Commissione tecnico-scientifica il
professor Attilio Scienza (Docente ordinario di Viticoltura dell'Università degli Studi di Milano) e in quella di segretario
generale Maurizio Tripani (direttore generale di Udine e Gorizia Fiere spa).
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