LE "CITTÀ DEL VINO" COMPIONO VENT'ANNI
Manifestazioni a Roma e Cividale
Con una grande cerimonia in Campidoglio giovedì 8 febbraio, presente anche il vice-sindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia, le Città del Vino hanno
inaugurato un 2007 fitto di celebrazioni per ricordare i 20 anni dell'Associazione Nazionale. Era il 1987, un anno prima scoppiò lo scandalo del
metanolo. A Siena, il 21 marzo, 39 Comuni fondarono le Città del Vino.
Intervento di Maria Pia Garavaglia, Campidoglio 8 febbraio 2007 |
Oggi sono 548 amministrazioni locali a forte vocazione vitivinicola, e 21 soci straordinari tra Province, Comunità Montane e Strade del Vino.
La cerimonia si è tenuta nella sala protomoteca del Campidoglio. Durante la mattinata sono stati presentati un dossier sui cambiamenti del mondo
del vino e sul loro impatto nelle Città del Vino negli ultimi 20 anni; è stato inoltre illustrato il nuovo "Manifesto in difesa della vitivinicoltura
di qualità", una sorta di decalogo che riassume i temi, i valori, gli obiettivi, le azioni che contrassegneranno l'attività dell'Associazione per i
prossimi anni.
Intervento di Maria Pia Garavaglia, Campidoglio 8 febbraio 2007 |
A seguire la premiazione di 68 personaggi del mondo enoico, ricercatori, giornalisti, produttori, politici e personaggi della cultura che, secondo
le motivazioni di Città del Vino, in questi anni si sono distinte nel loro lavoro per la promozione "della qualità agroalimentare, delle eccellenze
enogastronomiche, del turismo del vino, e nell'informazione, nella formazione e nella conoscenza".
"Con questo riconoscimento vogliamo festeggiare
l'anniversario delle Città del Vino - ha dichiarato Valentino Valentini, presidente dell'Associazione - con coloro che si sono resi protagonisti nei
vari settori del successo del vino italiano di qualità, della crescita economica e dell'offerta turistico enogastronomica negli ultimi vent'anni" (Studi
e ricerche, Giornalisti, Presidenti Città del Vino, Enologi, Politici, Produttori, Istituti enologici).
Anche il Presidente della Repubblica Napolitano ha voluto salutare l' evento con un lungo ed applauditissimo messaggio.
E' stato pertanto un grande ed inaspettato onore per me ritrovarmi fra "I Magnifici 68 " e poter sviluppare, nell' occasione, una sintetica lectio
su taluni aspetti qualificanti dell'agricoltura e della realtà vitivinicola friulana.
Ma altrettante testimonianze sono state portate, da personaggi da tempo alla ribalta a livello nazionale ed estero fra i quali ricordo ben volentieri
giornalisti del calibro di Osvaldo Bevilacqua (Sereno Variabile), Paolo Massobrio (Club Papillon) (nella foto, insieme al presidente Valentini),
enologi quali Giacomo Tachis e Roberto Cipresso, l' on. Ermete Realacci (già Lega Ambiente) e Giovanni Alemanno, a lungo Ministro dell' Agricoltura.
Claudio Fabbro, intervento in Campidoglio 8 febbraio 2007; a sinistra Emanuela Panke dell'Associazione Città del Vino |
Il mondo delle vigne ha portato ai lavori la propria voce con produttori del calibro di Marco Caprai (Sagrantino di Montefalco), Chiara
Lungarotti (Torgiano, Walter Massa (Timorasso del Piemonte), Giacomo Rallo (Donnafugata di Sicilia), il cormonese Dario Raccaro ed altri ancora.
Dario Raccaro, Valentino Valenti e Claudio Cucut (sindaco di Cormòns) da sinistra, Roma 8 febbraio 2007 |
A seguire nel fine settimana del 10 e 11 febbraio in ogni regione italiana, eventi, degustazioni, convegni e celebrazioni del ventennale di Città del
Vino, secondo un programma definito dai coordinamenti regionali dell'Associazione.
Intervento del Coordinatore Tiziano Venturini, sindaco di Buttrio, Cividale 10 febbraio 2007 |
Il coordinamento regionale Friuli Venezia Giulia, affidato al Comune di Buttrio nella persona del sindaco Tiziano Venturini, ha celebrato il ventennale
sabato 10 febbraio presso la sala consiliare del Comune di Cividale, con la consegna della bandiera delle Città del Vino alle 22 delegazioni presenti
e la premiazione, alla presenza degli ambasciatori Piero Bertossi di Cormons, Marino Vocci di Duino e Ornella Zucco di Corno di Rosazzo (già assessori
o sindaci dei rispettivi comuni), di personalità che si sono distinte nel settore enologico sul territorio regionale.
Le 22 Delegazioni del Friuli V.G. a Cividale, 10 febbraio 2007 |
La cerimonia si è conclusa con degustazioni di prodotti tipici dei territori rappresentati.
Il Presidente Giorgio Napolitano "firma" il Manifesto delle
Città del Vino: "Un passo importante per promuovere la qualità"
Il vino onesto è un prodotto
della terra. Punto per punto i principi del nuovo "Manifesto in difesa della vitivinicoltura di qualità"
Il nuovo "Manifesto per una vitivinicoltura di
qualità" ha già un sostenitore di altissimo profilo: il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In un messaggio alle Città del Vino, che oggi hanno
celebrato in Campidoglio la cerimonia dei "20 anni" dell'Associazione, Napolitano ha espresso la sua adesione simbolica ai principi dichiarati nel
"Manifesto", sottolineando che "rappresenta un passo importante per promuovere una produzione vinicola di qualità, frutto di un'enologia avanzata e al
contempo legata al territorio e alle migliori esperienze nazionali". Nel messaggio indirizzato al Presidente di Città del Vino, Valentino Valentini, il
Presidente della Repubblica Napolitano ha ricordato inoltre che "l'impegno di oltre 500 Comuni, cui si uniscono molte altre istituzioni locali, rappresenta
un segno concreto di come la produzione vinicola rappresenti non solo un comparto di grande rilievo economico, ma un elemento distintivo dell'immagine e
della tradizione italiana nel mondo. Auguro un pieno successo allo sforzo di Città del Vino - ha aggiunto Napolitano - per promuovere e valorizzare le
grandi risorse ambientali, storiche e turistiche dei territori del vino, assieme allo sviluppo economico e sociale. In questo quadro il Manifesto per la
vitivinicoltura di qualità rappresenta un passo importante".
"E' una grande soddisfazione avere il Presidente della Repubblica come primo sostenitore del Manifesto in difesa della vitivinicoltura di qualità - ha dichiarato il Presidente di Città del Vino, Valentino Valentini -. Ringrazio a nome di tutta
l'Associazione il Presidente Napolitano per le sue parole di condivisione e incoraggiamento. Questo ci invoglia a fare meglio e di più per affrontare gli
impegni futuri di Città del Vino per lo sviluppo dei territori rurali, per la promozione della qualità, la crescita dell'enoturismo e delle economie locali".
Il Manifesto delle Città del Vino
IL VINO ONESTO È UN PRODOTTO DELLA TERRA
Manifesto per una vitivinicoltura di qualità
L'Associazione Nazionale Città del Vino propone all'attenzione del mondo del vino e dell'opinione pubblica questo manifesto in difesa della vitivinicoltura
di qualità, dei vitigni antichi e autoctoni, delle buone pratiche enologiche, dei paesaggi del vino e degli ambienti rurali, contro l'omologazione dei vini
e dei gusti, per l'affermazione di principi etici e salutistici che siano al centro delle politiche europee, nazionali e locali.
Il vino è un prodotto
culturale, non una bevanda anonima senza storia e territorio.
La proposta della Commissione europea sulla Ocm vino (Organizzazione Comune di Mercato)
introduce elementi positivi - produrre meno per competere meglio - ma con forti contraddizioni; rischia di mortificare la dimensione culturale, sociale,
economica e ambientale della viticoltura.
I paesaggi del vino sono opere da tutelare, non vigneti da estirpare.
La nuova Ocm vino prevede un taglio di 400
mila ettari di vigneto in Europa. Un pezzo importante della viticoltura europea rischia di sparire. Molte viticolture - soprattutto quelle difficili di
montagna e delle isole - vanno rilanciate e con esse va tutelato l'ambiente viticolo e il paesaggio.
I mestieri del vino sono un patrimonio da custodire.
Il vino buono è un prodotto della terra che porta i segni di conoscenze consolidate e maturate nel corso del tempo. I mestieri del vino vanno promossi tra
le nuove generazioni per favorire il ricambio professionale e l'aggiornamento, il mantenimento dei saperi e dei redditi di quel mondo rurale che vive di
vitivinicoltura.
Il vino buono è lentezza e saggezza, non un prodotto da fabbricare in fretta.
La Commissione europea ha autorizzato l'uso dei trucioli,
una pratica enologica che consente di dare al vino un "falso" aroma di legno, abbattendo tempi e costi. Ma il vino buono non si fa così. Le buone pratiche
enologiche devono restare al centro dell'attività delle aziende vitivinicole.
Onesto è quel vino che si svela.
Il nuovo regolamento sui trucioli non
prevede l'obbligo di indicare in etichetta il loro impiego: pertanto il consumatore non saprà, e quindi non sarà in grado di scegliere, mentre i produttori
che intendono avvalersi di pratiche enologiche "tradizionali" saranno penalizzati da coloro che applicano pratiche furbette.
Il vino onesto è un prodotto
della terra.
La terra produce sempre valori positivi. è la risorsa naturale che i vitivinicoltori saggi sanno come far emergere nei loro prodotti.
Il
vino buono si fa in vigna, non si fabbrica in cantina.
I vitigni autoctoni sono la varietà, una polizza contro l'uniformità.
L'Italia è ricca di vitigni
antichi e autoctoni, un prodotto unico della terra. Ma il mercato del vino tende a impiegare solo alcuni vitigni e quindi a dimenticare la terra e la
sua biodiversità.
La ricerca sul vino fa bene alla salute. Bere sì, ma bere bene.
Va promossa l'educazione al bere bene con moderazione. Programmi
educativi nelle scuole e nelle università possono sviluppare consapevolezza intorno ai valori positivi del vino e della terra. La ricerca scientifica
sul rapporto tra vino e salute va sostenuta, potenziata e sistematizzata. La divulgazione scientifica è necessaria per informare sul corretto consumo di
vino a fini salutistici.
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