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TOCAI, ULTIMO ATTO?


La telenovela continua

Echi di un incontro in Udine promosso dai "Cittadini"


Tocai, Tokay, Toccai...Tocai friulano...
Certamente è il "vitigno bandiera" fra le varietà coltivate in Friuli V.G. .
Va tuttavia riconosciuto che solo in tempi recenti si è seriamente pensato ad un Tocai friulano di elevata qualità e ciò indipendentemente dal nome passato, presente o futuro.
Non è da escludersi che se è entrato in crisi di mercato - soprattutto di quello nazionale ed estero - ciò debba ascriversi al fatto che per decenni i viticoltori lo hanno svilito , esasperandone le rese, ad un qualsiasi vino bianco "da battaglia".
Con l'attuale retromarcia generale certamente è un riconosciuto grande bianco "da bottiglia", da rispiegare al consumatore nostrano ma soprattutto a quello "foresto" cui non sfuggono le peculiarità del Tokaji ungherese e molto spesso rappresenta fastidio per proliferazione d'assonanze , di cui diffida.
D'altra parte la stessa Malvasia istriana prodotta in Friuli in tipologia bianco-secca tutta "sale e pepe", eccellente vino da pesce, è soffocata dalle miriadi di Malvasie passite d'Adriatico, Mediterraneo ed anche Atlantico (vedi Canarie e Madera)!
Ma forse la stalla si è chiusa quando i buoi ( il Tocai) erano già scappati lasciandovi entrare "transalpini" più freschi (leggasi Pinot grigio).
Ed è stato proprio il Pinot grigio( Tokay d'Alsace .. ?!? ) a garantire al mondo viticolo un crescente benessere (con Sauvignon e Chardonnay a seguire) che per oltre vent'anni ha permesso di reggere al crollo di tante altre varietà ed altre colture .
Per non parlare degli allevamenti.


Benvenuti, Capelli, Malattia, Paselli, Calò Fabbro (da destra)
Benvenuti, Capelli, Malattia, Paselli,
Calò Fabbro (da destra)

Sarà allora curioso confrontare l'attuale presenza D.O.C. di Tocai friulano (di seguito siglato TF) e Pinot grigio (PG) nelle varie zone:

AQUILEIA: TF 56 ettari e 110 di PG;
ANNIA: TF 4 ettari e 2 di PG;
CARSO: TF assente e PG 1 ettaro;
COLLI O.F.: TF 307 ettari 226 di PG ;
COLLIO: TF 206 ettari contro ben 360 di PG!;
ISONZO: TF 173 ettari contro 217 di PG!!;
LATISANA: TF 21 ettari e 39 di PG;

cosìnelle GRAVE:

GRAVE (UD): TF 114 contro ben 366 di PG!!!;
GRAVE (PN): TF 272 ettari contro ben 1.055 di Pinot grigio!!!!;

infine:

LISON PRAMAGGIORE: TF 13 e 9 di PG;
Dati alla mano pare difficile dar torto ai nostri viticoltori, pur ritenendo che molto Tocai friulano non sia iscritto all'Albo camerale dei vigneti (contrariamente al Pinot grigio, puntualmente rivendicato).

Tavolo relatori
Tavolo relatori

Numeri a parte, guardiamo ora ad ulteriori aspetti e problemi del vitigno, dell'uva e del vino in questione.

Stranamente l'Unione europea ha ritenuto di svendere (a partire dal 1 aprile 2007) il Tocai friulano all'Ungheria con l'Accordo del 23 novembre 1993, (tuttora contestato, con ricorsi pendenti) e che ha portato - dividendo il mondo viticolo- ad individuarne necessariamente un sinonimo ("Friulano").

Parte del pubblico (Bertolin, Savorgnan, Soini, Canderan, Venier, Romano, Botteghi, Canesin, da sinistra)
Parte del pubblico (Bertolin, Savorgnan, Soini, Canderan,
Venier, Romano, Botteghi, Canesin, da sinistra)

Schierati per la difesa ad oltranza del nome Tocai friulano, la Cantina Produttori di Cormons (direttore Luigi Soini), le Cooperative Friuli V.G. - Fedagri - Friulvini , nonchè i vivaisti Pinat di Perteole (Ruda) confidano sul buon esito dei ricorsi alla Corte di Giustizia europea, tuttora (12 marzo 2007 , n.d.a.) curati dagli avv. Enzo Bevilacqua e Fausto Capelli.

Il prof. Antonio Calò dell'Istituto di Conegliano sin dal 1986 conferma che il Tocai friulano altro non è che un Sauvignonasse (a dire il vero per noi suona un pò dispregiativo nè tale vitigno rientra fra quelli "nobili" in Francia . I vignaioli della Goriska Brda slovena preferiscono il nome Tocjai (da versare...) al Sauvignon Vert che Lubiana impone. Avranno gatte da pelare, poichè l'assonanza è troppo evidente per evitare che i magiari se ne accorgano. Ed infatti pare che in Slovenia incorrano in sanzioni sia i viticoltori che i distributori di vino etichettato con il nome negato.

Tavolo dei relatori
Tavolo dei relatori

Gongolano gli USA (Illinois), gli argentini, gli slovacchi e gli australiani per i quali l'U.E. ha un occhio di riguardo e concede laute deroghe (negate al Friuli... e questo è un fatto che fa davvero saltare la mosca al naso!!). Grandi firme che vendono Tocai friulano fuori Triveneto confermano che "il nome è una "iattura", una palla al piede che costringe a spiegare continuamente le diversità friul/ungheresi. Capita un pò come la nostra grande Malvasia, che nessuno chiede ritenendola un passito e perdendo un'occasione per bere bene. La voce ufficiale (FEDERDOC, Consorzi DOC, le Organizzazioni professionali - CIA esclusa ) non lascia spazio interpretativo: "avanti tutta col FRIULANO"! Correttamente l'assessore Marsilio lotta su due fronti (ricorsi e promozione nuovo nome alternativo); potrebbe fare diversamente? Secondo il mondo viticolo probabilmente la "strategia Marsilio" è corretta ; per quello politico , invece, tale linea incontra ostacoli non solo da parte avversa ma anche - e questo è l'aspetto nuovo che caratterizza il primo trimestre 2007 - in "Famiglia". S'interrogano allora il vignaiolo ed il consumatore friulano: possibile che nella stanza dei bottoni la mano destra non sappia cosa fa quella sinistra?

Ciò è emerso in maniera decisa nel convegno del 10 marzo scorso in Udine (" Tocai, ultimo atto?") promosso dal Gruppo consiliare Cittadini per il Presidente Secondo il quale - è stato detto nell' occasione - " La Legge sul Tocai friulano, cioè facoltà d'uso di tale nome nel territorio nazionale, si farà a breve; potrebbe essere approvata entro il 21 marzo con procedura d'urgenza. I presenti hanno colto fra le righe dell' incontro "una diversità d'opinione e diversificazione di strategie fra Cittadini per il Presidente ed Enzo Marsilio". Marsilio, nella seduta di giunta del 9 marzo scorso, aveva chiesto e ottenuto il rinvio della legge a settembre; a dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia (21 marzo, n.d.a.) . Però, durante il convegno organizzato dai Cittadini l'avvocato e docente di diritto comunitario all'Università di Parma, Fausto Capelli - nonchè rappresentante, davanti al Tar e al Consiglio di Stato, della Cooperativa di Cormòns, Coop-Fedagri, e Vivaisti Pinat di Ruda -, ha spiegato che «approvando la legge regionale entro il 21 marzo, il Tribunale di Primo grado probabilmente si asterrebbe nel pronunciarsi su tale argomento, sapendo che la Corte di Giustizia europea, come giudice superiore, dovrà a sua volta valutare le medesime problematiche». Secondo Capelli «se interviene la legge regionale l'accordo Trip's diventa direttamente efficace trasformandosi in un parametro di riferimento per verificare la legittimità dei due regolamenti della Commissione europea, quello del 2002 e del 2004, che impongono la soppressione del "Tocai friulano" in ragione dell'accordo tra Unione e Ungheria stipulato nel 1993". " Un accordo - a giudizio del legale - decaduto dopo che l'Ungheria, entrando nell'U.e., ha sottoscritto il Trattato Ce, che all'articolo 34 impone il divieto di discriminazione i produttori agricoli della Comunità europea. La legge regionale, recependo i dettati del Trip's, vincolanti nei confronti delle istituzioni comunitarie e degli stati membri, assumerebbe il carattere di "jus superveniens", e il Tribunale di primo grado è tenuto a darvi applicazione nel corso del processo». "Almeno in Italia il nome Tocai friulano potrebbe continuare a essere utilizzato, in attesa che la Corte di Giustizia si pronunci per quanto riguarda l'applicazione dei regolamenti al di fuori dei confini dello Stato".

Intervento del viticoltore Pierluigi Zamò di Rosazzo
Intervento del viticoltore Pierluigi Zamò di Rosazzo

«Non si sa - questa l' opinione dell' avv. Malattia -. se riusciremo ad approvare la legge entro il 21 marzo prossimo.
Certo è che l'assessore Marsilio sembra essersi impegnato a Roma per una moratoria sulla nostra legge, ma credo che la situazione vada immediatamente riconsiderata a livello di Giunta e di Consiglio regionale.
Ne parlerò con il presidente Illy ( che il 9 marzo scorso, tra l'altro, su Il Sole 24 Ore si è impegnato a difendere il nome Tocai friulano), con l'auspicio che finalmente si possa smettere con le contrapposizioni, mettendo la legge all'ordine del giorno dell'aula».

Una curiosa triangolazione davvero.

Legge sul Tocai friulano condivisa?

Neanche per sogno: in sede di dibattito, acceso alquanto, che ha concluso il convegno, la proposta dei " Cittadini" è stata fortemente contestata dai viticoltori Marco Felluga,e Pierluigi Zamò che hanno ribadito la volontà di procedere in direzione diametralmente opposta; cioè difendendo il nuovo nome "Friulano". Monai (" Cittadini") Botteghi e Canesin (" C.I.A.-Confcoltivatori"), Ius (" Friulvini"), Bruno Augusto Pinat (già Presidente ERSA FVG ed ora " vivaista ricorrente") ce l'hanno messa tutta per convincerli del contrario; con risultati invero modesti.

In tale bagarre - fortunatamente, al momento, solo verbale - sia l'insigne studioso prof. Antonio Calò che lo scrivente hanno preferito lasciare ad altri l'esercizio della polemica , ritagliandosi in corso d'opera uno spazio squisitamente storico e tecnico, agronomico ed enologico, ben consapevoli che il momento è di per se sufficientemente infuocato ed ogni opinione in materia porterebbe almeno la metà dei contendenti ad impallinare un nuovo e presunto nemico della "causa comune".

Per saperne di più il presidente del Consiglio regionale Tesini ha voluto incontrare martedi 20 marzo - presso l'azienda Livio Felluga di Brazzano- presidenti di Federdoc e dei Consorzi Collio, Colli Orientali dl Friuli e Ramandolo, di Legacoop, Movimento Turismo Vino e Slow Food, giornalisti ed alcuni produttori. Nell' occasione si è avuta ennesima conferma che non esiste nè un Tocai friulano nè un Friulano unanimemente condivisi.

Ed il caso Tocai ha fatto saltare proprio il 19 marzo scorso la classica mosca al naso a Ornella Venica, presidente del Consorzio Collio che, non trovando in seno al Consiglio unità d'intenti, ha rassegnato le dimissioni (si spera, ovviamente, che le stesse possano rientrare poichè il Tocai è solo uno dei tanti problemi che toccano da vicino l'organismo associativo e probabilmente, dopo i forti tagli dei contributi regionali, non il primo...).

Si attendeva con ansia il verdetto della Corte di Giustizia di Lussemburgo del 21 marzo.
Nulla di fatto: l'udienza al Tribunale europeo di prima istanza viene rinviato in attesa che la Corte di Giustizia più alta in grado si esprima sui giudizi del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato!
La " Telenovela del Tocai", fra poche e ben confuse idee, continua...