ASSEMBLEA
DOTTORI AGRONOMI e FORESTALI
GORIZIA - TRIESTE
Diversi giovani professionisti nel consiglio dell'Ordine
L'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori Forestali delle province di Gorizia e Trieste, profondamente rinnovato alla fine del 2005 grazie a vari
giovani abilitati alla professione, ha riconfermato anche nella annuale Assemblea, tenutasi venerdi 23 marzo scorso presso l'Enoteca "La Serenissima
" di Gradisca, tutta la sua vitalità.
Con Giancarlo Quaglia, forestale, che ricopre la carica di Presidente, ed il suo vice Silvio Pitacco, pure forestale, nel Consiglio operano con
passione e professionalità gli agronomi Paolo Parmegiani (tesoriere), Cristina Colla (segretario) insieme ai dottori dottori Giovanni Bigot,
Anna Spezzigu ed Orietta Cosolo.
Nella sua relazione il presidente ha illustrato le linee che hanno improntato l'azione del nuovo direttivo.
Agronomi e Forestali, Assemble Gradisca, 23.03.2007 |
In particolare sono stati oggetto di particolare cura gli aggiornamenti professionali per ottimizzare le conoscenze degli iscritti nel settore delle
trasformazioni agricole e territoriali e rendere ai cittadini un servizio sempre più confacente alle nuove esigenze sociali della sicurezza ambientale
sia che si parli di prodotto alimentare che di tutela dei sistemi agroforestali o del paesaggio.
"Il dottore agronomo è un esperto di ambiente ma spesso tale qualifica non viene tenuta nel debito conto anche dalle realtà istituzionali nonostante il
curriculum degli studi e le competenze conferite dalla legge siano sufficientemente esaustive. Ne consegue che anche nei rapporti istituzionali l'ordine
dovrà svolgere una necessaria opera di informazione sulla figura dell'agronomo e del dottore forestale e vigilare a tutela della professione per evitare
che lo scarso numero di professionisti agronomi rispetto ad altre categorie, ma soprattutto l'ignoranza sulle svariate competenze dell'agronomo si traduca
in forme di esclusione dei giovani laureati da attività professionali in loco e conseguente loro emigrazione verso altre realtà più recettive. Rimane
sempre alta la richiesta di laureati agronomi per i programmi mondiali di sviluppo ma tale emigrazione di cervelli nelle più svariate parti del globo
costituisce un sicuro impoverimento culturale della società locale".
Assemblea 23.3.200: relazione dr.Silvio Pitacco |
Dopo l'approvazione dei bilanci 2006 e 2007 al dott. Claudio Fabbro, agronomo pure iscritto all'Ordine dal 1972, è stato affidato il compito di
illustrare lo stato dell'agricoltura in vari Paesi europei in cui lo stesso ha sviluppato stages, seminari ed esperienze varie negli ultimi anni
(Germania, Austria, Spagna, Francia e Romania) ma anche in realtà emergenti (Nuova Zelanda) oppure a torto trascurate (quali Messico, Guatemala,
Perù) ma ricche di potenzialità che potrebbero portare a concorrenze impensabili in un mercato globale in cui l'abbattimento dei costi di produzione
molto spesso fa sostanziali differenze.
Enoteca "La Serenissima" di Gradisca |
A conclusione dei lavori assembleari i sommeliers Biscardi e Pareschi hanno guidato una degustazione di "vini e sapori autoctoni".
Enoteca, interni |
Enoteca, insegne |
ASSEMBLEA ORDINE DOTTORI AGRONOMI e FORESTALI PROVINCE GORIZIA e TRIESTE
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
Il dott.Giancarlo Quaglia |
Per prima cosa voglio scusarmi per la mia assenza di oggi: un lavoro improvviso mi ha condotto fuori regione ad assemblea già organizzata. Me ne dolgo, non
solo perchè questa sarà la prima assemblea a cui manco dal 1987 ad oggi, ma anche, e soprattutto, perchè questo mi impedisce l'ascolto dell'amico Claudio
Fabbro, neo Accademico dei Georgofili, chiamato oggi a tenere una conversazione in tema di agricoltura che sarà certamente gradita a tutti i colleghi
agronomi oggi presenti.
A lui voglio rivolgere il mio grazie più sentito per la disponibilità e le congratulazioni di tutto L'ordine di Gorizia per la
prestigiosa nomina. Per quanto attiene l'ordine, i conti predisposti dal consiglio che oggi vi accingete ad approvare non presentano, come vedete, novità
rilevanti. Il denaro è stato amministrato con oculatezza e l'unica cosa rimarchevole sono una cospicua parte di contributi arretrati, ritenuti già perduti,
incassati nell'anno passato per una energica, anche se tardiva e sicuramente inaspettata, azione dei concessionari l'esazione.
Sicuramente non sono i conti l'aspetto più preoccupante dell'Ordine ma il panorama generale del mondo delle professioni.
Il disegno di legge governativo sul riordino delle professioni (il cosiddetto decreto Mastella) grava come una spada di Damocle su tutto il sistema ordinistico e, in caso di sua approvazione, darà ampia delega al
governo per poter fare degli ordini esistenti ciò che vorrà, dall'accorpamento alla soppressione.
Considerato la facile demagogia che ha improntato finora molte azioni di questo governo, il fuoco incrociato sulle professioni intellettuali denominate più semplicemente e dispregiativamente corporazioni,
l'oggettiva debolezza dell'esecutivo, temo fortemente che, nell'impossibilità di poter intervenire con le tanto conclamate liberalizzazioni sui reali poteri
forti (quelli delle finanze, delle assicurazioni e dell'energia), il governo si scagli preferibilmente contro le professioni più deboli come la nostra,
orgogliosa solo della propria capacità tecnica ed intellettuale. Questo appare tanto più rabbrividente, anche in un ottica di sinistra, perchè non farebbe
altro che aggiungere precarietà ad una professione già precaria di suo per la marginalizzazione sempre più accentuata del settore primario.
Si arriverebbe all'assurdo che, dicendo di liberalizzare l'accesso smantellando gli ordini e promuovendo qualsiasi associazione, si andrebbe invece a ridurre le possibilità
di lavoro, rendendo più precari di quanto già non lo siano i giovani laureati ed aggiungendo alla sfera del precariato anche i pochi professionisti in
attività, privati della scarsa protezione del sistema ordinistico attuale. In sostanza un concreto pericolo non solo per il nostro sistema ordinistico ma
per l'identità stessa della nostra professione. Questa situazione particolare mi induce a fare queste considerazioni "politiche" che dovrebbero essere
aliene alla figura di presidente di ordine ma sono invece necessarie a spiegare la difficile situazione che sta vivendo la nostra professione insieme a
tutte le altre. Gli ordini ricevono attacchi più ideologici che di sostanza e risulta veramente difficile intravedere utilità sociale nel loro smantellamento
. Per questa ragione l'impegno futuro del sottoscritto sarà, unitamente ai vari CUP provinciali e regionali da un lato ed alle altre realtà rappresentative
dell'ordine agronomi a livello regionale e nazionale, quello di difendere la nostra identità professionale ed ordinistica intesa anche come comune
patrimonio intellettuale.
Ritengo che sia oltremodo pernicioso disperdere tale patrimonio di conoscenza, correlato ai nostri non brevi curricula scolastici
e professionali, che trova casa comune nell'ordine e che, se utilizzato, costituisce una ricchezza per l'intera nazione.
Nel ribadirvi l'impegno mio e del consiglio per la difesa della professione vi saluto tutti.
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