PREPOTTO, ACCADEMIA DELLO SCHIOPPETTINO
Echi di una tavola rotonda con il direttore dell'agricoltura, Augusto Viola
Si tratta sicuramente del rosso autoctono friulano più famoso del momento.
Il suo nome coincide con il vitigno ed ambedue, da secoli, hanno trovato benessere in riva allo Judrio e più precisamente
in Prepotto, "Città del Vino" dei Colli orientali dove in ogni famiglia, da secoli, c'è una cantina, per hobby o per
professione.
Da qualche giorno a Prepotto l'interesse e l'entusiasmo sta lievitando, grazie al superamento del primo scoglio "romano"
dell'iter che porterà al crù "Schioppettino di Prepotto", sottozona prestigiosa nell'ambito della più ampia
famiglia dei Colli friulani.
Dopo il parere favorevole del Comitato nazionale Vini DOC e l'emanazione del decreto "ad hoc" del ministro De Castro, se
entro i prossimi due mese non saranno presentate istanze o controdeduzioni, l'iter conoscerà un'accelerazione che
consentirà di fregiasi per legge del nuovo nome (vitigno & vino & comune) sin dalla vendemmia 2008.
Di questo ed altro ancora si è parlato a lungo nell' ambito di una tavola rotonda organizzata dall'"Associazione Produttori
Schioppettino di Prepotto" il cui neo-presidente, l'enologo Giulio Ceschin, ha aperto i lavori riassumendo le iniziative
in cantiere per la valorizzazione più generale del comparto vitivinicolo territoriale.
In sintonia con Ceschin il sindaco Gerardo Marcolini, che ha colto l'occasione per affrontare tutta una serie di problemi
di più ampio respiro, quali le opere irrigue, l'agriturismo, l'accesso a fondi comunitari ed altro ancora.
Ospite d'eccezione all'incontro il direttore dell'Assessorato alle Risorse Agricole, dr. Augusto Viola, che ha
dettagliatamente illustrato la complessa disciplina che discende dall'applicazione di regolamenti comunitari ed al
contempo di norme ministeriali, armonizzate con esigenze e specificità regionali imprescindibili.
Ampio spazio nella sua relazione è stato riservato al Piano di Sviluppo Rurale ed alla disciplina del potenziale
vitivinicolo (diritti di reimpianto, piani di riconversione ecc.) mentre una lettura critica del testo del disciplinare
dello Schioppettino, propedeutica alla sua futura applicazione pratica, è stata fatta dal dott. Giovanni Petris,
direttore del Servizio Produzione Agricola.
L'agronomo Claudio Fabbro, dal canto suo, ha trattato argomenti prevalentemente tecnici legati alla gestione dei vigneti
e di cantina, riassumendo anche le tappe essenziali che hanno portato tale vitigno autoctono, a seguito del primo
riconoscimento RISIT D'AUR 1976, (assegnato nell'ambito del Premio Nonino ai vignaioli Rapuzzi di Cialla di Prepotto)
all'annullamento del divieto alla coltivazione ed alla sua elevazione progressiva ad "autorizzato", "raccomandato",
a denominazione d'origine e, finalmente, a ritagliarsi un crù tutto proprio dopo oltre 30 anni di fatiche.
CF 06.03.2008
Info : claudiofabbro@tin.it
335 6186627
Schioppettino, tavola rotonda, da sinistra CESCHIN, VIOLA, MARCOLINI, PETRIS E FABBRO |
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