Il medico delle piante 

 

 

 

 

 

 

GENNAIO 2007
PRIMAVERA CONTRO NATURA
ISTRUZIONI PER L'USO

Il problema di questi giorni non è tanto girare in camicia e jeans per città quanto riflettere alla luce di pregresse esperienze cosa ci riserverà la primavera 2007 in termini di gelate o brinate. Poichè pare non logico illudere gli agricoltori che si andrà alle fioriture ai raccolti estivi alle vendemmie senza che qualche tegola ci piova addosso. Rispolveriamo allora da recenti passate esperienze talune indicazioni sul rischio di violenti abbassamenti termici dopo queste giornate primaverili sia nell'immediato che ancor peggio. Fra marzo ed aprile quando la frutticoltura le piante ornamentali e la viticoltura vivranno il loro momento più delicato.

In effetti troppo spesso si usa posizionare nei giardini essenze esotiche oppure di regioni centro meridionali certamente suggestive ma inadatte al nostro habitat. Gli stessi portinnesti oltre alle varietà prescelte dovrebbero essere mirati sulla base delle caratteristiche medie ambientali ed in tal senso i vivaisti dovrebbero consigliare l'hobbista poichè il frutticoltore professionista ha già sufficiente esperienza per scegliere da solo.
La sopportazione media del legno sotto zero va in via molto indicativa da -3 a -5 per gli agrumi da -10 a -12 per l'ulivo da -16 a -18 per la vite da -18 a -22 per drupacee quali ciliegio albicocco e mandorlo da -22 a -25 per pomacee quali per e melo.
Sono valori piuttosto eccezionali per la nostra regione. Ma per pura ipotesi se si registrano d'inverno tali temperature su fusto e rami si formano placche con fessurazioni della corteccia e formazioni di cancri tumori e fuoriuscita di gomme resinose più evidenti per le essenze esposte a sud dove più ampia è l'escursione termica tra giorno e notte. Gli agrumi vanno portati ovviamente al riparo. La corteccia va protetta con cannicciati o teli neri che assorbono calore le ferite e spaccature prontamente cicatrizzate con mastici industriali in cui colle ed anticrittogamici in particolare benzimidazolici sono già miscelati.
Per gli ulivi molto dipende dal portainnesto e dalla varietà messa a dimora; se ben ricordiamo le gelate del 1985 che hanno azzerato l'olivicoltura toscana possiamo registrare con favore l'orientamento ad esempio degli agricoltori carsici i quali hanno preferito a varietà più note o alla moda la vecchia rustica Bianchera istriana ben collaudata alla bora istriana ed agli sbalzi di temperatura.
La coesistenza di diverse specie impone di mediare anche se ciò darà spazio a qualche attacco fungino; ad esempio pesco albicocco ciliegio e susino sensibili a bolla corineo e cancri rameali da Fusicoccum o Citospora vengano trattati appena possibile se già non è stato fatto con ziram ditianon benzomidazolici vari.
Nel frutteto o giardino di famiglia con presenza di peri e meli l'irrorazione invernale con formulati rameici contro le ticchiolature ma anche contro l'occhio di pavone dell'ulivo o le cosidette rogne da Pseudomonas il mal secco degli agrumi ed altre fitopatie che per la loro complessità di diagnosi e terapia sarà meglio approfondire insieme ai tecnici del Srvizio Fitosanitario Regionale e delle Organizzazioni Professionali Agricole.

La memoria corre alla primavera 1997 ; come si ricorderà l'abbassamento termico registrato nelle ore notturne fra mercoledì 16 e giovedì 17 aprile 1997 provocò danni a diverse colture.

17 aprile 1997
Moraro: irrigazione a pioggia antibrina Az.Albertini
17 aprile 1997 Moraro: irrigazione a pioggia antibrina
Az.Albertini



L'elevata sensibilità dei ritorni di freddo fu accentuata dal fatto che molte specie presentavano un anticipo vegetativo che fortunatamente non si è ripetuto quest'anno salvo che per le drupacee (pesco ciliegio mandorlo albicocco) e molte ornamentali.
Le colture a maggior rischio sono fra le erbacee la bietola alla fase di emergenza e tra le arboree il pesco il ciliegio il susino ed il pero. Per il melo in fioritura invece già temperature prossime allo 0° sono in grado di fare ingenti danni.
Per i frutticoli il maggior pericolo di danni da freddo si verifica in fioritura - allegagione. Le condizioni meteorologiche che favoriscono le gelate notturne sono assenza di vento e notti serene che permettono la dispersione del calore nella parte alta dell'atmosfera con diminuzione della temperatura al suolo di circa 1° C all'ora (falcidia garantita - oltre che per i citati fruttiferi a -2° -4° anche di kiwi; per la vite nel mirino sono Verduzzo Chardonnay Pinot bianco e grigio Refosco Schioppettino e Picolit notoriamente precoci ad aprile).

8 aprile 2003: Claudio Fabbro nei pereti di Merna(GO) irrigati a pioggia e salvati dal gelo
8 aprile 2003: Claudio Fabbro nei pereti di Merna(GO) irrigati
a pioggia e salvati dal gelo



L'agricoltore purtroppo non ha molte armi a disposizione per contrastare questi problemi. L'unica possibilità concreta è rappresentata dall'irrigazione anti brina che sfruttando la legge fisica secondo la quale l'acqua gelando libera calore mantiene la temperatura dell'ambiente prossima agli 0°C riducendo quasi completamente i danni ai fiori ed ai germogli (in Trentino Alto Adige e negli impianti specializzati del pordenonese e Medio Friuli l'impianto anti brina viene messo in funzione prima che la temperatura ambientale raggiunga i valori indicati quando la temperatura è ancora 2° sopra il limite di dannosità).

8 aprile 2003: Claudio Fabbro nei pereti di Merna(GO)
irrigati a pioggia e salvati dal gelo
8 aprile 2003: Claudio Fabbro nei pereti di Merna(GO) irrigati
a pioggia e salvati dal gelo



Nel melo la vitamina E irrorata sulle piante il giorno prima di una prevista gelata presenta una buona azione protettiva degli organi fiorali. un'attività simile viene data - fra gli altri- anche dal pinolene . Il pinolene è un anti traspirante naturale ottenuto dalla resina di pino che presenta particolari proprietà anti traspiranti. Sulle superfici irrorate forma un reticolo più o meno fitto simile ad una pellicola in grado di regolare la traspirazione delle piante. il reticolo non ostacola la respirazione e mantiene inalterato lo scambio ossigeno - anidride carbonica mentre rallenta la perdita di vapore acqueo attraverso gli stomi.

8 aprile 2003: Claudio Fabbro nei pereti di Merna(GO)
irrigati a pioggia e salvati dal gelo
8 aprile 2003: Claudio Fabbro nei pereti di Merna(GO) irrigati
a pioggia e salvati dal gelo



In particolare ne è indicato l'impiego come segue: - per evitare traumi da trapianto sia di piantine da vivaio che di alberi ad alto fusto;
- per aumentare la resistenza agli eccessi di traspirazione per elevate temperature o venti caldi;
- per evitare la spaccatura dei frutti in caso di eccessi di pioggia in prossimità della maturazione;
- per proteggere le piante da agenti atmosferici dannosi (venti salmastri) o dall'inquinamento ambientale (piogge acide);
- per proteggere le piante da gelate primaverili tardive;
per il pero esiste la possibilità di contrastare i danni da gelo irrorando entro le 48 ore successive ad una gelata delle giberelline (GA3) ed aminoacidi in funzione anti stress. Per piccole superfici o dove non ci sia la possibilità di effettuare un'irrigazione anti brina è possibile ridurre i danni da gelo posizionando lungo i filari delle balle di paglia o altro dando fuoco alle stesse.


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