Vicenda
Tocai
UNGHERESI
RIDATECI IL NOSTRO TOCCAI !
Ritrovato dal conte Filippo
Formentini un prezioso documento
risalente al 1632
che testimonia l'origine
goriziana del vitigno conteso
I
Conti Michele e Filippo Formentini
S.Floriano del Collio - Gran bella
"CITTA' DEL VINO"
S.Floriano del Collio. Neanche 1000 anime
tutte impegnate direttamente o meno in viticoltura
da sempre. Da queste
colline
fra le più alte del Collio con oltre 275 m.s.l.
si guarda
Gorizia
il golfo di Trieste e la vicina Slovenia . Ora è "confine
aperto" ed il ritrovato benessere sloveno (post giugno 1991
anno
dell'indipendenza) è addirittura una garanzia di rinnovati interscambi
commerciali e di stimolanti esperienze umane che le nuove generazioni già
affrontano con entusiasmo
lasciandosi alle spalle il passato dei padri e
dei nonni.
Qui ogni famiglia
ha qualcosa da raccontare delle proprie radici contadine; tante
esternazioni a braccio
dunque
mentre è più difficile che
spaziando
fra aneddoti e leggende
salti fuori qualche pezzo di carta che conti.
Qualche documento " in originale "
per farla breve. Buon alibi
è la devastante prima guerra mondiale
con un fronte infuocato che
lacerò cuori
vigne e case; e carte.
Chi
seppe salvare documenti e preziosi cimeli
ad essi riconoscendo quel
valore storico che in anni e tempi più recenti tornò buono per varie
iniziative
fu sicuramente la famiglia dei Conti FORMENTINI.
Presente in Friuli dal 1200
sicuramente mise radici in S.Floriano del
Collio nel lontano 1520 e da allora la vita nel castello
che è il cuore
pulsante del paesino
non si è mai concessa pause. Né umane né tanto
meno viticole.
IN PRINCIPIO FU LA BADESSA
IRMILINT
Che la vite ed il vino di questi luoghi avessero una marcia in
più della media già emerge dagli atti di compravendita di vigneti (probabilmente "Toccai"
senza per questo escludere la Ribolla
gialla
o la Malvasia…n.d.A.)che si possono rilevare in un documento
degli ultimi decenni del XII secolo. Trattasi del CHARTARIUM
MONASTERII AQUILEIENSIS
codice 1225
Biblioteca civica di Udine (1041-1789
carta VII
" verso") e testimonia un contratto fra
contadini del posto e la badessa IRMILINT del monastero di S.Maria
di Aquileia (1170-1190). Sulla testata della carta è stato aggiunto
in
corsivo
il titolo "memoriale"
ovvero rotolo di tutti i masi
del monastero e dei benefici ad esso spettanti. Quindi
subito sotto la
carta ottava "recto" vengono elencati tutti i centri di
pertinenza del monastero; nel" verso"
sono riportati i
contratti di compravendita riguardanti S.Floriano . Documenti
"forti"
probatori alquanto
di cui parlano sia Antonio CATTALINI
("Il castello di S.Floriano"
1968) che Anna Maria GROSSI
( " Significato del culto di S.Floriano nella "Venetia"
tesi di laurea in Padova
1966/67).
TOCCAI
dunque
con
la doppia "c" ; ma ciò era normale nella grafia del tempo ( lo
stesso Guido POGGI
ad esempio
nel suo pregevole " Atlante
ampelografico" del 1939
scrive "PICCOLIT
con doppia
"c" ; solo nel dopoguerra e con l'avvento delle D.O.C. i nomi
di vitigni e dei vini saranno rivisitati definitivamente).
TOCA I : LA LEGGENDA
"Si tramanda da generazioni
in seno alla famiglia dei
conti FORMENTINI
la leggenda che fosse stato proprio un antenato a
trasportare il Tocai dal Collio in Ungheria. E' storicamente certo che
la baronessa Aurora FORMENTINI
figlia del generale Carlo
consigliere e ciambellano dell'imperatore Ferdinando e di Anna Maria de ROHRBACH
dama di corte dell'imperatrice Cecilia Renata
nata a Gorizia il 20
ottobre 1609
pure lei dama di corte dell'imperatrice
andò sposa il 3
febbraio 1632 al conte( Adam) Giovanni BATTHYANY
della storica
famiglia ungherese
con ampi possedimenti proprio nella zona ove
attualmente si produce il Tokaji.
Uno dei vitigni che
concorre a formare il Tokaji è
appunto
il Furmint ( con Harslevelu e
Muscat lunel). All'epoca del matrimonio i FORMENTINI possedevano
da oltre cent'anni (1520) l'azienda di S.Floriano del Collio e ville
annesse
ove producevano vino
che non aveva difficoltà a raggiungere le
mense della corte di Vienna
dati gli stretti legami tra questa e la
famiglia FORMENTINI.
E' pertanto molto facile che i vitigni coltivati all'epoca nel Collio
siano stati trasportati nei possedimenti ungheresi dei BATTHYANY e
vi abbiano trovato favorevoli condizioni di sviluppo.
Si narra che
unitamente al vitigno furono portati dal Collio in Ungheria alcuni
contadini sloveni
esperti nella coltivazione della vite e che questi
parlando in madre lingua del loro vitigno dicessero " je tukaj"
( " è di qui"); gli ungheresi
non conoscendo lo sloveno
l'avrebbero
quindi chiamato Tokay ( da tukay a tokay il passo è breve)" (
Cattalini
1968).
TOCCAI : LA STORIA
Leggenda suggestiva ma probabilmente insufficiente
di questi
tempi
a sostenere la "causa per il Tocai" in sede ministeriale
prima e comunitaria poi
dove contano solo i documenti e poco i
sentimenti. Come dire : " se una sentenza della Corte di Cassazione
articolata come fu quella del 30 aprile 1962 ( che riconobbe ai baroni
ECOMOMO di Aquileia la facoltà d'usare il nome Tocai
checchè ne
dicesse l'ungherese ditta importatrice MONIMPEX) non bastava
certamente il racconto "leggendario" vale ancor meno. Il
problema era passare dal "si dice" al "così è".
Che quel pezzo di
carta ci fosse davvero era-per il giovane Filippo FORMENTINI- una
convinzione troppo forte per demordere. Fu così che iniziò
con la
benedizione di papà Michele
( conte
vignaiolo
avvocato ed
agriturista "con gli attributi") una ricerca certosina in un
mare di carte che costituivano il ricco archivio del prozio Paolo Emilio
che nel 1899 trasferì la propria residenza
dal palazzo goriziano di
viale XX settembre
in Graz. Dai tanti documenti catalogati il conte
Filippo ebbe conferma- esattamente un secolo dopo- delle nozze di Aurora
con Adam(Giovanni) BATTHYANY
più giovane di un anno ed
appartenente ad una famiglia che ebbe- forse- il capostipite nel gastaldo
MISKA (1207-1227).
La coppia mise al
mondo sei figli
dai quali discendono anche i principi BATTHYANY-STRATTMANN.
Aurora morì a soli 43 anni
nel 1653
a Nemet-Ujvar
nella contea di Vas.
I suoi resti riposano oggi in un sarcofago
in una residenza privata
in
Stiria. Il marito si risposò con Barbara CORBELLI ; non ebbe altri figli.
La famiglia BATTHYANY ottenne il titolo baronale nel 1628
quello
di conte nel 1630 e quello di principe nel 1769(concesso dall'imperatore
Francesco I).
Ma quel che più
conta
nella vicenda del Tocai
è un prezioso " patto dotale"
cioè un manoscritto riportante i beni con i quali Aurora partì per l'Ungheria.
Tra gli altri beni vi figurano " Ribolla………35"
Fromento
Bottisele
un servitore et due Contadini… e " Vitti di Toccai……….300"
con una curiosa premessa che recita " Inventario di robbe quali
seco l'ill.ma sig.ra Aurora Formentini del qm colonnello Carlo
Formentino in occasione che marittata con l'ill.mo co; Battiano portossi
in Hongaria lì 3 febraro 1632" ( sic !).
Sull'argomento è
stato addirittura scritto un libro di grande interesse storico: si tratta
di " VITTI DI TOCCAI…300" di Cristina BURCHERI
(nella foto
insieme a Elda Felluga
delegata regionale Movimento Turismo
Vino) e Stefano COSMA
Edizioni Della Laguna
Mariano del Friuli
4.5.2001
cui si rinvia per gli approfondimenti del caso.
Elda Felluga
e Cristina Burcheri
Cacio
sui maccheroni
dunque
per l'Assessore regionale all'agricoltura
Danilo NARDUZZI il quale
raccogliendo lo scettro dei suoi
predecessori
Aldo ARIIS e Giorgio VENIER ROMANO
ha deciso
d'impegnarsi a fondo -d'intesa con il Commissario dell'ERSA
Bruno
Augusto PINAT
nella questione del Tocai
sposando la linea della
battaglia piuttosto che quella della rinuncia all'uso del nome. Una
carta buon da giocare in più
fra le tante che l'avvocato della
Regione
Enzo BEVILACQUA
sta pazientemente assemblando
nella
piena convinzione che se sul Tokaji si rischia grosso
sul Tocai la
partita è ancora aperta. Per non parlare poi del Toccai
nome su cui" la guerra dovrebbe addirittura essere vinta in partenza" e
che
in Collio e dintorni
si vuole ritorni a casa propria
dopo quasi tre
secoli d'emigrazione forzata.
Claudio Fabbro - GO 31 luglio 2002
|