vigneto Friuli

REFOSCO dal peduncolo rosso

Di tutta l'estesa gamma dei "Refoschi" coltivati e diffusi in Friuli principali tra i quali il "Refosco dal peduncolo rosso" il "Refoscone" o "Refosco grosso" o "Refosco di Faedis" il "Refosco dal peduncolo rosso" è certamente il migliore ed è l'unico che meriti una buona considerazione.

Vitigno certamente antichissimo tanto che l'udinese Canciani nelle "Memorie edite nel 1773" così scriveva: "il "Picolit" il "Refosco" la "Candia il "Cividino" il "Pignòlo" sono le uve nostre proprie per i liquori". Non so quale liquore si potesse trarre dal "Cividino" ma comunque la citazione stabilisce l'esistenza e la coltivazione di un "Refosco" senza però indicare quale.

L'Agronomo friulano Antonio Zanon nel 1767 scriveva: "quanto si gioverebbe l'Inghilterra se avesse le nostre vigne i nostri "Refoschi" i nostri "Piccolit" i nostri "Cividini" le nostre "Ribuole"? Lo Zanon non specifica quali "Refoschi" ed esalta a torto "Cividino" e "Ribolle".

Il Comm. Agronomo Giuseppe Morelli de Rossi Presidente della Sezione della Viticoltura del Consorzio Provinciale tra i Produttori dell'Agricoltura di Udine dopo aver effettuato studi comparativi sui "Refoschi" si fece tenace assertore della necessità di coltivare il "Refosco dal peduncolo rosso" sostituendolo a tutti gli altri assolutamente di secondo o terzo merito.

Negli anni '30 i viticoltori si erano orientati verso tale vitigno che dopo il "Merlot" era il più richiesto per uva nera da vino. Alcune aziende come ad esempio quella dei Chiozza in Scodovacca (Cervignano) ne hanno estesa la coltivazione.

Le uve normalmente vinificate danno in collina ed in piano un prodotto di corpo ricco di quella acidità che è sempre bene accetta e ricercata dai bevitori nostrani; il vino poi è una base ottima per la preparazione di tipi da pasto. Nelle terre argillose collinari e pedecollinari le uve appassite si prestano alla confezione di tipi liquorosi e semi liquorosi veramente eccellenti e di pregio assai resistenti all'invecchiamento pratica che li migliora enormemente rendendoli fini e squisiti.

Negli "Annali del Friuli" di F. Da Manzano già nel 1930 troviamo scritto scritto che: "Gli ambasciatori romani offrirono 20 "ingastariis" (fiasche di terracotta o vetro contenente oltre un litro di vino) al Generale dei Dominicani" di vino "Refosco".

Grande famiglia quella dei "Refoschi" ne citiamo qualcuno: "Refosco di Faedis" "Refosco d'Istria" "Refosco di Rauscedo" "Refosco magnacan" "Refoscone" "Refosco del Carso". Gli stessi "Terrano del Carso" e "Refosco d'Istria" altro non sono che "Refoschi".

Attualmente tutti questi vitigni sono poco diffusi sostituiti dal "Refosco dal Peduncolo Rosso" coltivatissimo in Friuli dove è salito agli onori della denominazione di origine controllata.

Il vino ha colore rosso rubino intenso tannico poco alcoolico nervoso da giovane. Profumo vinoso-fruttato con netto sentore di lampone e mora selvatica leggermente erbaceo personalizzato. Con un giusto invecchiamento s'affina s'ingentilisce assume un sapore piacevolmente amarognolo con bouquet ampio su base goudronata.

E' vino da pasto escluso il pesce. E' particolarmente indicato coi piatti tipici regionali friulani. Va servito a temperatura ambiente.

Claudio Fabbro - 130802