ASSOENOLOGI
IL PUNTO SULLA VENDEMMIA
Echi dell'annuale
incontro prevendemmiale alla CASA del VINO
Intervento del Presidente TRINCO e relazioni degli
esperti Colugnati
Fabbro e Zuliani
Stefano Trinco con
Raffaela Bruno
Si sono dati appuntamento alla Casa
del vino in Udine gli aderenti all' Assoenologi regionale
per fare il
punto sulla situazione del VIGNETO FRIULI a fine agosto ed ipotizzare
tempi e modalità del raccolto 2002.
Ha aperto i lavori il presidente
sezionale
Stefano Trinco
il quale ha illustrato la situazione a livello
nazionale sulla base dei dati che quotidianamente vengono prodotti dalla
sede centrale di Milano
con la quale la SEZIONE FRIULI V.G: mantiene un
contatto continuativo.
"La
vendemmia 2002 –ha esordito Trinco-non sarà ricordata
certamente tra le annate più generose per i vini del Friuli Venezia
Giulia. Gli eventi climatici (le piogge in fioritura prima
la siccità di
giugno e le grandinate localizzate in seguito) hanno seriamente
compromesso i quantitativi di uve
ma in molte aziende anche l'aspetto
qualitativo.Se le grandinate hanno distrutto numerosi vigneti
seppur a
macchia di leopardo sul territorio
( vedi il Sacilese e soprattutto la
zona ovest dei Colli orientali)i maggiori danni sono stati causati dall'umidità
e dai caldi improvvisi e imprevisti
dalle lunghe settimane invernali di
siccità e dai rovesci temporaleschi che hanno "stressato" le
piante agevolando l'insorgenza di muffe (Botritis cinerea) e malattie
fungine (Peronospora in primis)".
Il
Presidente Stefano Trinco
"Ne consegue -secondo Trinco-
che il calo della produzione vinicola del raccolto potrà anche superare
il 10%
con significative varianti da zona a zona. Complessivamente si
produrranno circa un milione di ettolitri di vino contro il milione e
cento del 2001".
«Nell'arco dell'anno gennaio è
stato caratterizzato da una forte siccità – ha proseguito Trinco
- con
una primavera buona. Giugno ha però evidenziato temperature assai alte
per la stagione
seguite in luglio di intense precipitazioni con diversi
episodi di grandine. Ciò ha portato a un calo sia della quantità che –nelle
aree interessate agli eventi citati-della qualità delle uve. Se però in
Friuli le cose non sono andate bene
nel resto dell'Italia è andato anche
peggio. Certe aree di Veneto
Lombardia
Puglia e della stessa Toscana
accusano dei cali fino al 30% della produzione e soprattutto il deficit
produttivo del Veneto potrà stimolare
da parte dei viticoltori ed
agroindustriali del Trevigiano e del Veneziano
un interesse particolare
per le uve prodotte in Friuli
Pinot grigio in particolare
con iniziative
che potrebbero "sballare" il normale trend dei mercati interni
tradizionali». Un mercato
quello friulano delle uve
che sembra
riprendere interesse anche per il Tocai friulano
fino allo scorso anno
parente povero dei "francesi" Pinot
Chardonnay e Sauvignon
Merlot e Cabernet".
"Nella nostra regione la zona
maggiormente compromessa è quella del Ramandolo. «Se le prime stime del
danno
all'indomani delle due grandinate
ipotizzavano una perdita del
raccolto dell'80%
a bocce ferme – ha confermato Trinco - possiamo
invece dire che
nella media
oltre il 60% del raccolto si è salvato
anche grazie alle reti protettive a grembiule.
Inoltre le vigne sono state
distrutte "a macchia di leopardo"
con filari completamente
devastati a causa della grandine
mentre a pochi metri di distanza altre
vigne erano perfette».
Il
Comitato Direttivo dell'Assoenologi
Una bella serie di parametri
tecnici/scientifici è stata sciorinata dal dott. Giovanni Colugnati
responsabile del Centro Pilota vitivinicolo-ERSA di Gorizia (nonché vice
presidente dell'Assoenologi regionale n.d.r.) e dal dr. Augusto Fabbro
agronomo d' Ersagricola presso il Centro di Pantianicco (UD)
tecnico di
collaudata esperienza soprattutto nel campo vivaistico-viticolo.
"Determinanti per recuperare
la qualità –hanno sottolineato gli esperti agronomi- saranno le prime
settimane di settembre che
se dovessero rispettare gli andamenti
stagionali classici
potranno garantire una buona maturazione dei grappoli
consentendo di raggiungere un sufficiente livello zuccherino e aromatico:
«Per le uve bianche ( dopo la cernita ed eliminazione di quelle
grandinate oppure la raccolta di quelle ad uso spumante dell'ultima
settimana d'agosto) la vendemmia inizierà con i primi giorni di
settembre mentre quelle rosse attenderanno la seconda metà del mese.
Premiate saranno le aziende che hanno mantenuto una vigilanza
fitosanitaria costante per l'intero anno
intervenendo in maniera
tempestiva –e preventiva- contro Oidio e Peronospora
ma anche contro
Tignole e Tignolette della vite le cui "punture"
così come le
lesioni da grandine
sono veicolanti ideali delle muffe ma soprattutto del
marciume acido».
Se settembre registrerà un
andamento caldo ventilato ma non umido e notti fredde non è da escludersi
sia per le uve bianche in perfetto stato fitosanitario che per le uve
rosse un rinvio delle operazioni
con una coda addirittura ad ottobre per
Refoschi
Cabernet
Terrano e Pignolo nonché per gli speciali Verduzzo e
Picolit d'appassimento".
Dopo le relazioni agronomiche è
seguita una degustazione
guidata dal dott. Mario Zuliani (direttore
delll'Az. Agraria ROCCA BERNARDA di Ipplis e pure consigliere dell'ASSOENOLOGI
FRIULI VENEZIA GIULIA) di una bella serie di vini passiti locali
nazionali ed esteri
con Tokaji ungherese in bella mostra insieme ai
"vini del ghiaccio" (EISWEIN") continentale e SAUTERNES
francesi.
CF
- Udine /GO/04.O9.02
Claudio
Fabbro
Addetto stampa Assoenologi Friuli Venezia Giulia
335-6186627
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