Colli orientali: cala
la produzione
aumenta la qualità
Il consorzio ha fatto
il punto sulla vendemmia: raccolte tutte le uve bianche
ora tocca ai
rossi e al verduzzo
A poco più di metà strada o giù di
lì (sono state raccolte tutte le uve bianche
è iniziata da pochi giorni
la vendemmia dei rossi e del verduzzo) al Consorzio dei Colli Orientali si
comincia a delineare un bilancio di una stagione che
per la situazione
climatica
ha causato non poche ansie ai produttori: a cominciare dalle
grandinate che nel mese di maggio hanno colpito duramente la zona di
Ramandolo
per continuare con le piogge dei mesi estivi (e che
tranne una
breve pausa
sono continuate anche negli ultimi giorni).
«Il calo di produzione - dichiara il direttore del Consorzio
dott. Marco
Malison in un'intervista
riportata nel Messaggero Veneto del 27 settembre scorso - è stato
superiore al previsto. Probabilmente vi sarà un venti per cento in meno
rispetto al 2001; ed è forse una stima ancora troppo ottimistica. Tra i
bianchi
Pinot Grigio e Sauvignon sono le varietà che hanno più
risentito di questa situazione; per i rossi
è ancora troppo presto per
fare previsioni».
Nel territorio del Consorzio
una fascia che descrive un arco da Nord a
Sud (da Tarcento a Prepotto)
i dati sono diversi da zona a zona; in linea
generale
i cali di produzione più pesanti sono stati nelle aree a sud di
Cividale
più moderati a Nord (con l'eccezione di Ramandolo).
Più confortanti - anzi
decisamente positive - le indicazioni sulla
qualità delle uve (e
quindi dei vini 2002): «Dalle prime analisi -
spiega Malison
- si rileva un grado alcolico elevato ma
cosa ancor più importante
valori sostenuti di acidità
fondamentali per ottenere vini che
mantengano a lungo le loro caratteristiche. Le notevoli escursioni
termiche dei mesi scorsi hanno favorito la formazione degli aromi
presenti nei mosti con note particolarmente eleganti ed intense».
«Il calo di produzione - fa osservare Malison
- è dovuto in parte agli eventi naturali
in parte alla coscienza e alla
professionalità dei nostri produttori
che per mantenere i loro
"standard" qualitativi hanno effettuato una selezione severa
delle uve
prima della pigiatura».
Vini più cari dunque il prossimo anno
per carenza di prodotto? «Non
necessariamente - è il pensiero del presidente del Consorzio cividalese
Adriano
Gigante (nella foto
di Claudio Fabbro tra il Duca Emilio 1° ed il giornalista del Messaggero
Bepi Longo) - perché il
particolare momento economico a livello mondiale ha provocato un
rallentamento sui mercati. Vi è da dire però che la particolare
situazione di scarsità di materia prima
soprattutto per alcune varietà
a bacca bianca
ha provocato un incremento dei prezzi delle uve
che
quest'anno sono state del 5-10 per cento più care rispetto al 2001».
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