vigneto Friuli

Ancora sul vino ungherese Tokaji

Sent: Wednesday October 09 2002 11:55 PM
Subject: un accordo da trovare per il Tocai
Caro Fabbro
ho visto pubblicata da www.natisone.it la nostra recente corrispondenza a proposito della necessita' di trovare un'intesa con gli ungheresi sul Tocai. Nel frattempo mi sono letto il materiale da Lei inviatomi molto dettagliato ed interessante tanto che l'ho velocemente spedito anche al Direttore di www.enotime.it per primo  e che sono molto lieto di poter usare in altri articoli che prevedo di scrivere anche per altre riviste. Di una cosa sono certo e lo ripeto: il Tokaji oggi e' tornato ad essere uno dei migliori vini del mondo soltanto perche' molti produttori privati dopo la fine del regime lo hanno coraggiosamente riportato ai fasti della tradizione con vinificazioni in condizioni igieniche certamente superiori a quelle fin qui onosciute e che gli hanno restituito gli aromi ed i gusti floreali e fruttati che aveva prima dello scempio legalizzato del quarantennio. Questi stessi produttori non tutti gli anni e non per tutte le partite riescono ad ottenere dall'OBB di Budapest l'autorizzazione a stampare la denominazione Tokaji proprio perche' in quest'organizzazione stenta ad entrare l'aria nuova come se volessero ancora fermare la storia (e l'enologia...) per conservare la sedia. C'e' quindi gran fermento fra i produttori ungheresi e tira aria di battaglie con i vertici sicuramente sortiranno delle novita' ma noi dobbiamo poter aiutare il rinnovamento a vincere. Si tratta di aumentare i contatti tra le nostre autorita' vinicole e quei produttori parlare cioe' fra esperti veri e non con gli azzeccagarbugli ungheresi dalla sedia diventata nel frattempo piu' precaria perche' una soluzione puo' maturare soltanto fra gente che di vino ne capisce. In Ungheria ci sono gia' delle ottime solide joint-venture (per esempio a Bataapati quella tra Antinori Mazzei e Zwack) che vanno nel miglior senso della collaborazione a dimostrazione che cola' il mondo reale del vino non e' influenzato dalla litigiosita' del vertice ungherese. Ci sono cioe' degli italiani seri nel mondo del vino ungherese e ci sono ungheresi molto in gamba con i quali si sta producendo vino insieme in Ungheria  i quali potrebbero aiutare ad alimentare il dialogo nei modi che riterranno piu' opportuni. L'Ungheria che entrera' nella CEE non sara' certamente quella che vuole spavaldamente farlo portandosi al seguito quelle ruggini e quell'astio dimostrato gia' in passato con il nostro Paese sulla questione del Tocai Friulano. Una delle condizioni per poter far parte di una comunita' alla quale volontariamente si chiede di aderire e che non e' ne' un obbligo ne' un automatismo per nessuno  e' quella di non rovesciare benzina sul fuoco ma di dimostrare di saper lavorare attivamente a trovare soluzioni che appianino i conflitti. Mi sembra che sia il minimo che possiamo aspettarci da qualcuno che bussa alla nostra porta e che ha bisogno di noi altrimenti ciccia...
Vedra' caro Fabbro che ce la faremo.
Una forte stretta di mano 

Sent: Tuesday October 08 2002 8:57 AM
Subject: Re: Tocai friulano & Tokaji ungherese
Caro Crosta  
ricevo la Sua preziosa nota dd. 7.10 u.s. ; Aldo Taboga ha già dato giusto spazio alle Sue considerazioni sul Tocai nel sito
 www.natisone.it/vini e non mancheranno -ritengo- gli interventi di quei friulani (produttori e non solo essi) attenti al problema.
Per quanto  mi riguarda Le anticipo quanto da me scritto nel libro DUCATO DEI VINI FRIULANI TRENT'ANNI DI STORIA presentato al teatro Giovanni da Udine sabato 5 ottobre scorso.
L'amico Aldo può già riservare  ad esso un pò di spazio nel sito; seguiranno le foto.
Buona lettura !
Claudio

 

----- Original Message -----
From: crosta@wp.pl
Sent: Monday October 07 2002 12:31 AM
Subject: Re: Tocai friulano & Tokaji ungherese

Caro Fabbro
   La ringrazio moltissimo per la documentazione che mi vorra' mandare sulla quale lavorero' certamente per dare una mano finche' non vinceremo la battaglia mandandola anche ad altri amici che scrivono su altre riviste anche inglesi francesi e tedesche.
Ma io non ho documentazioni da mandarLe se non le fotografie che un gruppo di appassionati di vino polacchi ha fatto a Tokaj quest'anno dove sono andati in gita per degustazioni tornando contenti ed affascinati da quel vino anzi le trovera' su www.collegiumvini.pl cliccando sulla prima foto in home page sezione Enoturystika. Loro hanno potuto di persona verificare che sono due vini diversi che potremmo scrivere il nome del vitigno in piccolo sotto la denominazione in grande mentre loro scrivono la denominazione in grande e poi aggiungono il numero dei putttonyos oppure il tipo (aszu esencja ecc.) e che tutti laggiu' sanno che l'uva Furmint viene dal Friuli attraverso una principessa Formentini andata in sposa ad un principe magiaro. I nostri vini si chiamano Collio Colli Orientali Lison Carso ecc. ecc. perche' queste sono le denominazioni d'origine controllate. Il nome del vitigno che si scrive sotto la denominazione  cambia a seconda del vitigno  Picolit Ribolla Gialla Sauvignon Tocai Friulano ecc ma e' il nome del vitigno e non una denominazione. Ampelograficamente quello indiscutibile registrato in tutti i libri del mondo che idiozia si sono messi a pensare nel pretendere di cambiare quel nome? Regolare le dimensioni delle scritte in etichetta e tutto cio' che concerne la precisione per sottolineare un'identificazione diversa mi sembra giusto e fattibile nonche' accettabile sicuramente dai produttori magiari che secondo me si devono andare a trovare. Ci si deve incontrare con questa gente lavorare con loro ad appianare le difficolta' che sottolineo sono reciproche.
Il loro Tokaji ha bisogno di affermarsi in casa combattuto com'e' a Budapest dalla OBB che preferisce il vecchio e stantio gusto preteso per quarant'anni dagli importatori russi ed un aiuto sul nostro mercato ai loro nuovi Tokaji che non saranno stati insigniti della denominazione ufficiale glielo potremmo dare certamente nell'ambito di una collaborazione mirata e sensata.
La stupidita' non paga mai percio' sono convinto che lavorando in questa direzione troveremo senz'altro un'intesa forse prima con la base produttiva appunto che non col vertice ungherese  che vuole mostrare i muscoli soltanto per questioni elettorali e di potere. In questo momento mia moglie e mio figlio sono a Eger con i miei suoceri bel posto i loro vini stanno migliorando moltissimo ma non hanno trovato Tocai Friulano in vendita. Invece in Italia il Tokaji ungherese e' regolarmente venduto. Dove sta la reciprocita'? Pardon dove sta la coda di paglia?
Ancora grazie in anticipo ed una forte stretta di mano.
Mario Crosta

 

----- Wiadomość oryginalna -----
Wysłano: 5 października 2002 00:11
Temat: Tocai friulano & Tokaji ungherese
Preg.mo Sig.
Mario Crosta.
l'Amico Alda Taboga mi ha girato la Sua  interessante circostanziata nota sul Tocai argomento che seguo da anni sia per motivi professionali che di giornalismo agricolo.
Sarà mia premura farLe avere in breve documentazione in proposito e gradirò riceveverne altrettanta da Lei.
 Claudio Fabbro
0039-335-6186627
 fax 0039-0481-386241

From: Mario Crosta - Polonia
To: aldo@natisone.it
Sent: Friday October 04 2002 2:52 AM
Subject: Ancora sul vino ungherese Tokaji 

Caro Aldo
ho visitato il Vs. interessantissimo sito (complimenti!) e l'ho subito registrato fra i preferiti. Bellissima la corrispondenza con gli emigrati ma anche tutte le altre pagine sono belle perche' vive e di grande fermento. Vi leggero' spesso e mi sentiro' piu' vicino.

Non sono friulano ma lombardo e bustocco pero' e' sempre il Friuli la porta d'ingresso preferita per rientrare ogni tanto in patria nonche' per pranzare cenare ristorarsi e fare le vacanze. La vostra terra e' semplicemente meravigliosa ed i vostri vini bianchi dei Colli Orientali e del Collio Goriziano sono fra i migliori del mondo ma molti delle altre zone DOC friulane fanno a gara per lo stesso eccelso livello di qualita'. Il Tocai Friulano e' il vino piu' amato da mia moglie che e' polacca e che quando passiamo le ferie in Italia cerca soltanto quello (perfino in Sardegna ed in Liguria!) ne e' innamoratissima. All'estero purtroppo specie qui in Polonia non se ne trova. Settimana scorsa a Promnice vicino a Katowice ad una degustazione siamo finalmente riusciti a trovare i bianchi proprio della cantina friulana preferita ma non c'era il Tocai Friulano. 

All'estero ce n'e' davvero poco peccato speriamo che ne aumentino presto i vigneti e la produzione perche' e' un vino eccellente ed inconfondibile. Proprio per dare a Cesare quel che e' di Cesare ho voluto precisare sulla rivista www.enotime.it cos'e' e che problemi ha in casa sua il Tokaji ungherese in un articolo di cui ho scoperto un frammento riportato fra le vostre pagine ed in quella dell'Isontino sul Messaggero Veneto del 29 agosto 2002 grazie ad un articolo di Cristina Burcheri. Il frammento descrive solo una parte del processo di vinificazione del Tokaji il resto qui ve lo risparmio perche' mi preme di piu' riportarne la conclusione e cioe' i litigi quotidiani dei migliori produttori ungheresi con l'istituzione che certifica le denominazioni. "Alcune di queste ottime ditte sono in lite perenne con l'OBB di Budapest per le autorizzazioni e le certificazioni alla denominazione Tokaji Aszu proprio perche' le commissioni d'assaggio sono spesso composte da personaggi formati al gusto del quarantennio ormai caduto che difficilmente possono apprezzare il moderno ritorno ai sapori della tradizione che risale nei secoli. 

La parola Tokaji in etichetta dunque non fa solo litigare l'Italia e l'Ungheria per la nostra denominazione Tocai Friulano (che nasce nella zona da dove sono partite secoli fa proprio le viti di Furmint per i vigneti magiari) ma e' al centro di uno scontro anche casalingo". Il problema vero e' che sono in ballo interessi enormi e che i buoni Tokaji fruttati e ricchi di aromi floreali sono osteggiati dalle sopravissute cariatidi di regime che ne preferivano gusti invece piu' simili a quelli del caffe' o della vodka russa e che sono le stesse mummie che perseguitano il vino friulano. Il mondo segue la legge del mercato percio' i prodotti polverosi stanchi vecchi senza piu' immagine perdono terreno anche se abusano del potere per non soccombere come meriterebbero. In Ungheria questa lotta tra i nuovi Tokaji piu' piacevoli e beverini che si rifanno ad una tradizione interrotta da un regime che ormai non c'e' piu' ed i vecchi Tokaji e' ormai aperta e senza esclusione di colpi. Per poter recuperare un credito che in patria non hanno piu' questi zombi si attaccano alla disputa sulla denominazione con il nostro vino pensando che grazie ad eventuali successi in tal senso in campo internazionale possano ancora governare il mondo del vino nel loro Paese. Percio' sarebbe meglio impostare il contenzioso su un altro terreno. 

Le denominazioni che questi cadaveri attaccano e che sia i friulani che tutti gli europei sono tenuti a difendere sono quelle del Collio dei Colli Orientali di Lison ecc. ecc. perche' queste sono le denominazioni e non altre. Tocai Friulano e' semplicemente il nome del glorioso vitigno registrato in tutte le mappe vinicole del mondo in quanto tale e percio' ben diverso sia dal nome della citta' ungherese di Tokaj (da cui il vino Tokaji questa "i" in piu' significa "di") che loro stampano in etichetta e sia dal nome dell'uva Furmint che usano per fare quel vino. Un nome di vitigno che si stampa a fianco di quello della denominazione. Sono due cose diverse e percio' possiamo discutere sulla dimensione in millimetri dei caratteri di stampa ed in questo trovare certamente un accordo prima con i produttori ungheresi moderni e poi con le loro associazioni come base per un'intesa tra Stati. Cosa devono dire allora tutti i nostri produttori dal cognome Formenti e Formentini quando tra i vini ungheresi in etichetta compare la scritta del vitigno Furmint simile a quei cognomi forse piu' di quanto Tocai Friulano sia simile al Tokaj d'Alsace od al Tokaji? Il metodo dei pugni in faccia non paga ma riconosco nei friulani il carattere deciso di Nereo Rocco Fabio Capello Dino Zoff Bruno Pizzul e sono percio' ben tranquillo che un accordo si trovera' senz'altro prima del 2007 (se l'Ungheria vuole entrare nella comunita'....) ma che in caso di prosieguo delle ostilita' non manderemo certo in campo soltanto le buone maniere. Quando le leggi sono sbagliate non sono eterne percio' si cambiano. E la patria del diritto non e' certo a Budapest.

Una forte stretta di mano. Mario Crosta