APPENDICE AMPELOGRAFICA DEI VITIGNI INDIGENI
DELLA BONA: DESCRIZIONE DI ALCUNE VARIETĄ DI VITI DI UVE BIANCHE FRA LE PIŁ ACCREDITATE IN QUESTO CIRCOLO. DALL'IMPERIAL REGIA SOCIETĄ AGRARIA DI GORIZIA 1880.
ESTRATTO DALLA TESI DI LAUREA DI ALESSANDRO PECORARI:
LA VITIVINICOLTURA NEL FRIULI ORIENTALE FRA 800 E 900
TRIESTE ANNO ACCADEMICO 2001-2002
Alessandro Pecorari
Cividino chiamato in alcuni distretti slavi Zhedaiz vite di uva bianca fra le più accreditate ve ne sono tre ed alcuni ne contano persino quattro varietà che tutte sono ad acini rotondi e danno un vino non dolce ma chiaro ottimo e di conserva. Le varietà del Cividino da me esaminate sono le seguenti:
a) Cividino ad acino grosso e fisso. Questa vite è facilmente distinguibile anche l'inverno dalle altre viti per i suoi tralci lunghi sottili discretamente pieghevoli e che sono doppi e biforcuti come quelli del Pignolo; sono questi tralci bianchici con nodi alla distanza di circa quattro once. Le foglie per lo più trilobe dentate alle volte quinquelobate i due ultimi lobi però per lo più poco riconoscibili. Il peduncolo delle foglie è marcatamente lungo poichè ha cinque once circa di lunghezza; è colorato dall'una parte di rosso in tutta la sua lunghezza e dall'altra parte è verde. Sono le foglie pellose al disotto macchiate al di sopra per lo più con qualche poco di rugine e di rosso nell'atto che il rimanente della foglia è verde-scura. Il grappolo che ha il peduncolo verde lungo tre a quattro once e molto aderente e si stacca con difficoltà dal tralcio. Avendo qui sopra detto che questa varietà di Cividino è ad acino grosso non deve intendersi se non comparativamente con le altre sotto varietà mentre i granelli sono nel rimanente di mediocre grossezza; il guscio ossia la pelle è forte di un colore verde venato. L'uva di questa e delle altre varietà del Cividino è fra le tardive tanto nella fioritura quanto nella maturazione.
b) Cividino a grano minuto e fisso. Le viti e le foglie di questo hanno i caratteri medessimi della varietà precedente soltanto i grappoli sono più piccoli e gli acini più minuti; la piccolezza dei grappoli viene però compensata da ciò che assai più grappoli si trovano su di una vite di questa specie che su quella della varietà precedente.
c) Cividino ad acino raro. Ta redki Cividin. Ha il picciolo del grappolo verde ed è come i precedenti solamente più raro. Le prime due varietà di Cividino sono da preferirsi.
d) Cividino di Ronco. Confrontandosi l'uva di questo Cividino con le altre direbbe ogn'uno al primo aspetto che ella è diversa perchè di colore più tendente al giallo le venature più marcate ed un sapore suo proprio gratissimo però ciò non è altro che l'effetto dell'esposizione più sollegiata nè si hanno dati per credere che il Cividino così detto di Ronco sia una sotto-varietà costante e diversa dalle precedenti.
Gargania ossia Ribolla vite di uva bianca molto accreditata per vino dolce e particolarmente qualificata per essere piantata nei vignali. La vite ha il fusto di vegetazione mediocre con tralci midolosi e perciò fragili e poco pieghevoli; sono essi del colore di canella macchiati per solito corti e forti con nodi più tosto fissi. Le foglie sono di un verde alquanto chiaro sopra e sotto nude cioè non colorate con lobi poco riconoscibili dentatura forte irregolare e col peduncolo lungo dalle due alle tre oncie circa il grappolo è di grandezza media con picciolo di circa due once. L'acino di grossezza più che mediocre ha la pelle grossa di colore giallo dorato che al tempo della maturità si approssima al rossiccio. La costruzione del grappolo ha questo di particolare che i racemoli sono conficati orizontalmente nel peduncolo generale col quale formano un angolo retto. Ve ne ha una sotto varietà chiamata Gargania verde la quale si riguarda per inferiore. Neppure però la varietà gentile va piantata nel piano perchè non giunge a quel grado di perfetta maturità e perchè le brine le sono nocive. La Gargania qui sopra descritta è quella del Coglio nè conviene confonderla con la Gargania delle vicinanze di Trieste che è altra varietà di uva e che corrisponde alla Stiriana del Coglio.
Piccolit. La vite del Piccolit ha il fusto discretamente forte con tralci grossi e bastantemente pieghevoli di color rosso bruno strisciati con nodi distanti l'uno dall'altro da circa tre once. Ha foglie ben verdi larghe per lo più a tre lobi con dentatura irregolare. Il peduncolo delle foglie esso pure tinto di un colore rosso che vira al bleu ha per solito la lunghezza delle cinque alle sei once. Il grappolo è più tosto piccolo sarebbe fisso bastantemente se gli acini avessero il loro sviluppo ma resta per lo più raro e mancante per molti vuoti che vi rimangono a causa della colatura (abortimento degli acini) cui quest'uva va particolarmente soggetta: questa sua troppa facilità ad abortire gli accini forma fattalmente una nota caratteristica che distingue in particolar modo quest'uva la quale astraendo da questo diffetto è considerata per la più preziosa fra le nostre uve. L'abortimento degli acini è d'ordinario cagionato dalle pioggie e dalle nebbie nel tempo della fioritura ma può divenire anche vizio costante se la vite è vecchia se il fondo è esausto o se nello scegliere i rasoli (magliuoli) furono questi presi da viti soggette a tale vizio. Non devonsi perciò scegliere generalmente a caso i magliuoli da nessuna vite meno che meno poi da quella del Piccolit ma conviene avere l'attenzione di segnare nel tempo delle vindemmie le viti le più produttive perchè altrimenti la sterilità si tramanda con la piantagione. Le cause su esposte sono anche la ragione delle sottovarietà che essendo a principio accidentali divengono poi vere sottovarietà costanti mediante la propagazione. Il graspo ed il suo peduncolo lungo da due a tre once circa sono verdi e sono aderenti cioè si staccano con difficoltà dal tralcio. Il guscio (la pelle) degli acini è tenero di colore verdolino giallo e vi ha una sottovarietà di colore più verde che non potrei assicurare se forse ella non è tale per la posizione o per altre cause accidentali la varietà col guscio verdolino giallo diviene alquanto abbronzita in istato di maturità. Sono gli accini di forma rotonda e piccoli ed è forse dalla loro piccolezza che l'uva avrà ricevuto il nome del Piccolit.
Il Hlübeck propone nel suo tentativo di classificazione pag.55 di chiamarla col nome d'Italica tergestana ma come la vera patria di quest'uva è il Friuli potrebbe con più ragione applicarsi il nome d'Italica forojulensis.
L'Acerbi riportando le uve della Toscana fa menzione del Piccolit nella sua opera descrittiva a pag. 282 ma altro non dice se non Specie di uva coltivata nel Friuli e della quale in quel paese si fa un vino squisito conosciuto sotto il medesimo nome di Piccolito.
Anche fra le memorie di quest'imp. reg. Società agraria vi si trova nella Notizia N° XVII stampata l'anno 1781 fatto cenno del Piccolit ed ivi è detto che per attestato delle transazioni filosofiche inglesi il Piccolit del Friuli si approssima il più alle qualità del Tokaj.
Il tempo proprio per raccogliere il Piccolit si deduce dal colore del peduncolo che sostiene il grappolo dovendosi fare la raccolta quando questa comincia ad imbrunire. Il liquore poi si fà mediante l'appassimento delle uve che deve precedere la spressione ma poichè qui ci siamo prefissi di dare solamente la descrizione della vite e dell'uva chiuderemo questi cenni coll'esprimere il nostro desiderio che qualche persona intelligente voglia occuparsi della seconda parte che è quella del miglior modo di fare e conservare il Piccolit e cosi pure di fare liquore delle altre uve le quali si risguardano per qualificate come sono il Refosco il Cividino il Pignolo ecc.
Rosenplatz ossia Rouska vite che si coltiva in Dornberg specialmente nei vignale di Casa chiamato Rosenplatz di ragione di quella Signoria feudale l'uva di questa vite è quella del Piccolit vengono riguardate per le più dolci che si trovano in questo Circolo; io propendo però a credere che la molta dolcezza dell' uva Rosenplatz è principalmente dovuta alla felice posizione di quel vignale il quale ha un pendio di oltre cinquanta gradi a perfetto mezzogiorno ed è pienamente garantito dal vento. Ha la vite del Rosenplatz vegetazione più tosto meschina foglie tribolate il grappolo è mediocre e raro con accini piccoli sul fare di quelli del Piccolit e perciò sebbene nel resto produttivo da però poco vino. Il colore dell'uva è bianco che tende nel suo grado di maturità fortemente al rossiccio. I tralci della vite mettono per lo più frutto al davanti come la vite del Vouzhirap ed altre; ed è perciò che conviene sapersi regolare nella potatura di questa vite. Quest'uva ha al primo aspetto una qualche somiglianza con l'uva che in Ranziano si chiama suha Glera ed altrove suha Picolka ma però si riconosce nel gustarla ch'ella è uva dotata di qualità più perfetta.