vigneto Friuli

IL PICOLIT:...LO VEDI E SAI COSA BEVI...

In vista della D.o.c.g. si pensa a marchio e bottiglia esclusivi.

Riconoscere la qualità del contenuto dal contenitore. Accadrà in futuro col Picolit D.O.C.G. Custodito come vero nettare in un'unica e particolare bottiglia e segnato da un solo sigillo da un marchio esclusivo: entrambi pensati in vista della prestigiosa Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Non che l'idea sia nuova come sapranno gli appassionati di enogastronomia ma diverrà certamente molto efficace vantando già illustri e nobili predecessori: tra gli altri l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena quello autentico ospitato in una bottiglia d'autore firmata Giorgetto Giugiaro.

L'idea in realtà non è freschissima nemmeno ai Colli Orientali del Friuli visto che era già nata con l'avvio dell'istruttoria per il riconoscimento della nuova Denominazione nell'Aprile 2002 ed era stata ventilata già da uno studio sul Picolit affidato all'Università di Udine ancora prima. Prima della bottiglia comunque ci vuole il riconoscimento dei competenti organi ministeriali: e queste cose si sa hanno i tempi della burocrazia: la pazienza è d'obbligo nonostante si sia convinti di avere a che fare con un prodotto (il Picolit) di indubbio fascino ma anche in continuo e costante miglioramento. Da quattro cinque anni a questa parte grazie ad una vinificazione più omogenea tutta giocata sull'appassimento e sull'innalzamento di alcuni parametri chimico – fisici per dare maggior struttura al vino i progressi del Picolit sono sotto gli occhi di tutti

Una bottiglia e un marchio esclusivi per il Picolit hanno senso perchè nel marketing come si dice il packaging l'immagine la riconoscibilità devono coincidere ed identificarsi alla sostanza e al valore intrinseco del prodotto. E il Picolit adesso più che mai è un prodotto di valore dopo che la scarsa omogeneità aveva messo in discussione il suo pregio. Una disomogeneità alla quale con un adeguato disciplinare per la Docg si vuole porre rimedio.

Dal "Disciplinare" quindi si è partiti per chiedere la D.O.C.G. spedito al Ministero delle Politiche Agricole con relativa proposta di riconoscimento firmata – come vuole la legge - da oltre il 40% dei produttori della propria D.O.C. L'intero plico vien poi valutato dal Comitato Nazionale Vini D.o.c. e I.g.t. organo tecnico che esprime il proprio parere consultando anche la Regione e dopo aver indetto un'audizione pubblica in loco per raccogliere ulteriori pareri. Se ogni riscontro risulta positivo sarà il Ministro a pubblicare la bozza del "Disciplinare" sulla Gazzetta Ufficiale. Ci sono 60 giorni per possibili opposizioni ed obiezioni; dopodichè viene emanato il Decreto di riconoscimento. E la nuova Denominazione di Origine Controllata e Garantita sarà ottenuta.

A che punto siamo per il Picolit? Fermi al Comitato nazionale Vini D.o.c. e I.g.t. che è rimasto in attesa per più di qualche mese del parere della Regione. Difficile prevedere a breve il lieto fine almeno in vista della prossima vendemmia. Bottiglia e marchio allora? Un'idea davvero vincente e di sostanza se come s'è pensato saranno studiati creati ed inseriti nel "Disciplinare". Un'ottima idea insomma sulla strada del "progetto qualità" la vera filosofia dei Colli Orientali e ancora un buon investimento per il futuro. In buona compagnia: accanto ai fratelli "maggiori" del Ramandolo che hanno già vissuto pazientemente e con successo l'avventura della D.O.C.G.

Colli Orientali del Friuli

Cividale del Friuli 30 maggio 2003