vigneto Friuli

Censimento ISTAT 2000

Nel Friuli Venezia Giulia l'Istat ha censito nel 2000 17.755 ettari a uva da vino per il 41% (7.314 ettari) localizzati in provincia di Udine per il 38% (6.773 ettari) a Pordenone e per il 20% (3.478 ettari) nel Goriziano; la rimanente superficie vitata è ubicata a Trieste( area carsica ).
In ambito regionale ben 12.936 ettari il 73% della totalità dei vigneti sono iscritti agli albi delle denominazioni d'origine: un'incidenza sostenuta che a Gorizia raggiunge il picco dell'82% mentre in provincia di Pordenone e di Udine scende rispettivamente al 75 e 68%. Irilevante la superficie vitata DOC triestina.
Particolarmente rinomato per i suoi bianchi il Friuli Venezia Giulia ha circa il 54% dei vigneti impiantati con varietà di questo colore. A livello locale Udine e soprattutto Gorizia confermano questo orientamento nel 54% e 68% delle loro superfici mentre Pordenone registra una leggera prevalenza delle varietà nere (52%).
In ogni caso pur restando vocata alla produzione dei bianchi la regione vanta una presenza significativa di rossi. E infatti il vitigno più presente come tra l'altro in Veneto è il Merlot che occupa 4.281 ettari ovvero il 24% dei vigneti a uva da vino regionali.
Interessante anche la quota del Pinot grigio in seconda posizione con 2.129 ettari e il 12% nonché del Tocai friulano terzo con 2.031 ettari e l'11%. Tra i 1.400 e i 1.100 ettari si attestano invece Cabernet Franc Sauvignon e Chardonnay.
Scorrendo la graduatoria dei vitigni troviamo molte varietà tipiche del Friuli Venezia Giulia. Tra queste il Verduzzo friulano con 803 ettari e il Refosco dal peduncolo rosso di cui la regione possiede 516 ettari (a cui si aggiungono i 143 ettari di Refosco nostrano).
Le superfici di Merlot Pinot grigio Chardonnay Pinot bianco e Cabernet Sauvignon si concentrano in provincia di Pordenone (rispettivamente con quote del 50 43 40 e 51% del totale regionale) mentre Tocai friulano Cabernet Franc Sauvignon Verduzzo friulano e Refosco dal peduncolo rosso sono impiantati soprattutto ad Udine (per il 45 44 41 60 e 65% del totale regionale).
Da rilevare come il Friuli Venezia Giulia sia dopo il Veneto la regione con la maggiore superficie investita a Pinot grigio: il 32% del totale nazionale. Interessante la sua rappresentatività anche nella coltivazione del Sauvignon (38%9 Tocai friulano (43%) e Verduzzo friulano (48%).

 

SITUAZIONE E PROSPETTIVE DELL'AGRICOLTURA FRIULANA
relazione del direttore regionale all'agricoltura MARAVAI ad AGRIEST 2002

Agricoltura in Friuli: " in pensione " 39 aziende su cento
I dati dell'ultimo censimento regionale

Una contrazione significativa delle aziende agricole un'altrettanta flessione dell'allevamento del bestiame ed una parallela diminuzione della Sat (superficie agricola totale delle aziende) a fronte di una Sau (superficie agricola utilizzata) sostanzialmente stabile.

Sono questi i principali risultati relativi alla nostra Regione seppur ancora provvisori che emergono dal 5° Censimento generale dell'Agricoltura del 2000. I dati sono stati presentati ad un convegno organizzato all'Ente Fiera di Udine nell'ambito dell'inaugurazione della 37ª edizione di Agriest la rassegna di macchine attrezzature e prodotti dell'agricoltura che quest'anno ha ospitato 250 espositori internazionale.

Innanzitutto è affiorata una diminuzione delle aziende agricole forestali e zootecniche nelle 3 zone altimetriche (da 57.848 nel '90 a 35.124 del 2000). «In Friuli Venezia Giulia - ha riferito il direttore regionale dell'agricoltura Luigino Maravai - la flessione registrata è pari al 39 3% di ben tre volte superiore rispetto alla media nazionale del 13 6%».
È seconda solo alla Lombardia con il 43 1%. Contrazione che riguarda pure le aziende che si occupano dell'allevamento del bestiame «dove a livello regionale il calo è del 63 2% poco meno del doppio di quello nazionale». «In merito alla Sau - ha proseguito - appare netta la tendenza ad una stabilità nell'ultimo decennio al contrario della Sat che diminuisce parallelamente alla riduzione del numero delle aziende. Risalta il progressivo incremento della dimensione media aziendale irrobustendo la struttura del settore (11 7 ettari)».
Tutto questo si inserisce in altre problematiche regionali legate alla consistenza delle risorse umane nel settore. «Nel 1997 - ha indicato ancora Maravai - il 70% dei conduttori aveva più di 55 anni mentre solo il 3 2% ne aveva meno di 35. Il fenomeno è aggravato da una bassa immissione di nuove leve con la conseguente difficoltà di ricambio generazionale». Ma carenti sono pure le figure generiche e quelle specializzate. «Nel 2002 - ha aggiunto - saranno prese importanti decisioni comunitarie capaci di rivoluzionare le attuali politiche agricole: la revisione a medio termine della Pac il negoziato nel Comitato agricoltura in seno al Wto al posto degli accordi Gatt in scadenza e l'allargamento dell'Ue. Occorre - ha concluso - puntare sull'accorpamento fondiario sull'assistenza tecnica e la ricerca applicata nonché sulla centralità dello sviluppo rurale».
La metodologia del censimento generale dell'agricoltura 2000 invece è stata delucidata da Giulio Schizzi dell'Istat mentre Francesco Marangon docente alla Facoltà di economia dell'Università di Udine ha confrontato più nel dettaglio gli ultimi dati statistici con quelli del 1970 1982 e1990. Enzo Forner ricercatore Ires ha presentato infine le prospettive e le opportunità di sviluppo dell'agricoltura nel quadro del sistema socioeconomico regionale e del Nord-Est. «La sfida - ha detto - sarà il passaggio da una politica di sostegno ai redditi a una che si pone come obiettivo lo sviluppo rurale. È necessario pure un continuo ammodernamento del settore cercando di capire le esigenze dei consumatori». CF/AGRIEST/02