La Comunità europea non uccida il Tocai friulano
di Antonio Calò
Direttore dell'Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano VenetoNell'Annuario della Stazione sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano del 1936 il professor Italo Cosmo argomentando sull'origine e sul nome di quel vitigno che prendeva fama e conquistava successo come Tocai friulano affermava: "Rimane da chiarire ancora da dove il Tocai sia giunto nel Veneto ov'è diffuso specialmente nel distretto di Portogruaro (prov. di Venezia) con epicentro a Lison e in provincia di Udine soprattutto nella zona collinare orientale...".
È indubbio allora che queste zone vanno considerate le prime ad avere dato evidenza a un prodotto nato da un vitigno le cui origini sembravano misteriose... Ecco perché è interessante raccontarne la storia che ha appassionato e impegnato studiosi e tecnici e che oggi ha anche implicazioni normative e commerciali.
Una prima sicura citazione ampelografica relativa a vitigni denominati Tokai e coltivati nel nostro Paese si trova nel volumetto Delle viti italiane pubblicato dall'Acerbi nel 1825.
Nel capitolo dedicato all'elenco di "viti diverse di Francia Spagna Portogallo Svizzera e Germania" con il n° 13 è citato un Tokai e con il n° 459 delle "viti straniere" un Raisin da Hongrie Tokai gris. È vero che Dalmasso ricorda A. Fappani il quale in un saggio storico sull'Agricoltura trevigiana "citava a titolo di onore l'Abate Giacomo Vinciguerra di Collalto il quale avendo nell'anno 1771 in una deliziosa e ricca vignetta di S. Salvatore (presso Susegana) piantato delle viti di Tokay giunse a spremere da quelle nobil vino e generoso a par dell'ungarico..." ma la citazione è evanescente così come quella di Giovanni Nardi che in una lettura tenuta all'Accademia di Agricoltura di Conegliano nel 1793 aveva citato un Toccai.
È vero che recentemente Cristina Burcheri e Stefano Cosma hanno ritrovato alcuni documenti del 1630 in base ai quali apprendiamo che la contessa Aurora Formentini andando sposa al conte ungherese Adam Batthyany avrebbe portato in dote "300 vitti di Toccai" ma anche queste citazioni non ci permettono proprio di collegare quei Tokay e Toccai al nostro vitigno: infatti ben altra cosa è una verifica ampelografica e lo vedremo di seguito. Però quelle e queste notizie aprono un interessante orizzonte; ci dicono almeno che Toccai era un nome utilizzato da più secoli anche in Friuli e Veneto e inoltre confermano che nell'immaginario dei viticoltori dalla fine del Settecento il nome Tokay attribuito a varietà di viti ricordava i celeberrimi vini ungheresi prodotti nella omonima zona.
Infatti era proprio la fama di quel territorio e di quel vino che regalava il nome Tokay a diversi vitigni coltivati in molte zone d'Europa durante il 1800.
L'Odart nel Traité de cepages del 1849 citava un Grauer Tokayer diffuso nel Reno e "molto simile" al Pinot grigio. Goethe nell'Ampelographiches Wörterbuch del 1876 descriveva un Tokajer Weisser. Di Rovasenda finalmente nel Saggio di una ampelografia universale del 1877 elencava tutte le varietà che sotto il nome Tokai erano diffuse in diversi Paesi e fra queste: Malvasia Aleatico Brachetto Pinot grigio Moradella... e poi soprattutto il Furmint la varietà base della produzione dei vini ungheresi della zona di Tokay.
Va anche ricordato però che almeno un vitigno fra quelli denominati Tokai andava prendendo una autonoma collocazione. Lo fanno pensare le due seguenti notizie. La prima: nell'Ampelografia provinciale trevigiana del 1869 è riportata fra le migliori uve bianche come "varietà preferibile per vino da lusso" al n° 26 un'uva Tokai bianca. La seconda: nell'Ampelografia di De Maria e Aleardi del 1875 si trova citato un Tokai che derivava da un tralcio spedito dal Marchese Incisa di Rocchetta Tanaro e che veniva definito "diverso dal Tokai Furminto Princesse e dal Tokai Pinot gris".
E così si può pensare che esistesse almeno un altro vitigno denominato sempre Tokai e diffuso negli anni 1870 in provincia di Alessandria e nel Veneto che dava ottimi vini e non pareva riconducibile ad altri.
Ma quale l'origine di questo vitigno? Ungherese? Italiana? Qui si intrecciano un po' di storia di fantasia e di leggenda. Iniziavano così i rompicapo e le ricerche di studiosi che a ciò si impegneranno come Sannino Dalmasso e Cosmo. La leggenda trovava alimento in quanto ricordava G. Perusini nel numero 25 del 1935 delll'Agricoltura Friulana di Bela IV il quale nel 1200 avrebbe piantato delle viti del Friuli in zona di Tokay; in seguito questo vitigno sarebbe ritornato in Friuli con il nome appunto di Tokai.
Le documentazioni si riferiscono invece e naturalmente a eventi più recenti e sicuri a iniziare dalle più accreditate Ampelografie e Trattati di Viticoltura: Molon (1906) Viala e Vermorel (1909) Marzotto (1925) Cavazza (1934)... In particolare nella Rivista di Viticoltura di Conegliano del 1901 a pagina 429 nella rubrica "Risposte a quesiti" si trova la seguente risposta di Sannino a certo Cavalier P.F. di Zoppé di Conegliano: "L'uva bianca di cui mi ha favorito i grappoli e le foglie è abbastanza estesamente coltivata nelle province di Venezia e di Treviso col nome di Tokai. Indubbiamente è varietà ungherese importata nel Veneto circa cinquanta anni orsono. Inizierò delle ricerche per conoscere il nome originale della varietà che mi pare risponda bene per l'abbondanza del prodotto e anche per la sua buona qualità".
La questione pareva abbandonata ma nella Rivista di Ampelografia del giugno 1920 ricompare un articolo dello stesso Sannino intitolato "I Tokai coltivati in Italia" che offre nuovi avvincenti spunti perché lo studioso ribadisce come la zona fra Piave e Tagliamento fosse quella dove questo Tokai si andava diffondendo aggiungendo con belle pennellate..."un sopralluogo fatto nel settembre mi cagionò la più grande sorpresa: i campi coltivati con viti a raggi confinavano con i canali navigabili che congiungono la zona di Portogruaro con la laguna veneta e le viti che si coltivano erano le stesse che nel distretto di Conegliano erano denominate Tokay. Mi fu riferito che tali viti erano state portate da negozianti ungheresi di cavalli che anche dopo il 1866 frequentavano i mercati del Veneto. Mi rivolsi all'illustre Prof. Astvanfi direttore dell'Istituto Ampelografico di Budapest facendogli spedire da Portogruaro campioni di foglie e di grappoli per sapere a quale vitigno ungherese corrispondeva questo Tokay del Veneto. Ebbi una lunga e cortese risposta in francese che concludeva per un Riesling mentre si trattava di tutt'altra cosa. La diagnosi esatta di questo Tokai mi fu possibile a distanza di molti anni e di molti chilometri dal Veneto. Trasferito ad Alba nella primavera del 1911 girando tra i filari della collezione Rovasenda trovai numerosi esemplari di Sauvignon... Non mi fu difficile stabilire nel modo più sicuro l'identità delle viti di Sauvignon col Tokay del Veneto. Per evitare confusione bisogna eliminare questo nome per sostituirlo con quello di Sauvignon... ".
Ma non era così e per fortuna il nome non fu cambiato perché con studi più approfonditi Dalmasso accertò questa somiglianza ma assolutamente non una coincidenza talché nel 1933 dopo anni di impegno di molti studiosi finalmente scrisse in un articolo comparso sul Corriere Vinicolo: "... Diverso il caso del Tocai. Scrivo Tocai e non Tokai condividendo in pieno quanto hanno deciso da alcuni anni gli amici del Friuli. I quali sanno benissimo che non esiste al mondo un vitigno che si chiama Tokai (come non esiste vitigno "Marsala"). Ma poiché da tempo nel Friuli si coltiva un ottimo vitigno bianco sotto questo nome (vitigno che ha qualche vaga somiglianza con Sauvignon ma che se ne differenzia perfettamente) han pensato di adottare la grafia italiana per attenuare se non evitare del tutto la confusione di esso con i vitigni ungheresi che danno il vino Tokay e che sono del tutto diversi dal suddetto vitigno friulano. Per evitare ancora meglio equivoci con altri pseudo Tokai coltivati in Italia io preferirei che si chiamasse Tocai friulano per quanto esso si coltivi anche nelle province limitrofe...".
Era quindi il momento in cui si prendeva coscienza dell'originalità del vitigno di qualche sua somiglianza ampelografica e della sua importanza. Si capiva anche che era necessario non confondere il nome con altri "pseudo Tocai" e - sebbene le terre di Lison ne fossero per unanime dichiarazione l'epicentro colturale - il battesimo accettato altrettanto unanimemente si arricchirà per l'appunto con l'aggettivazione: "friulano". La proposta sostenuta come visto da Dalmasso fu anche del Cav. Uff. Morelli de Rossi com'è ricordato nel numero del 4 maggio 1935 dell'Agricoltura friulana. A questo punto la questione ampelografica appariva risolta: il Tocai veniva considerato un vitigno autonomo non confondibile con altri. Lo ribadì Cosmo nel 1936 e poi Montanari e Ceccarelli nel 1950 fino alla monografia ampelografica di Cosmo Polsinelli e Hugues del 1952 fino a che nel 1969 fu anche iscritto ufficialmente nel Catalogo Nazionale delle varietà di vite al n° 235. Cosmo infatti aveva ribadito nel 1936: "...Diremo dunque che nelle ampelografie non vi è traccia di un vitigno al quale si possa ascrivere il Tocai friulano. Che di conseguenza continueremo a chiamare con quel nome...". E Montanari-Ceccarelli: "Così il Tocai friulano sia esatta o meno la sua denominazione non può essere confuso con altri vitigni tanto italiani quanto stranieri...".
E così si trattò davvero di un battesimo di una "omologazione" che premiava certamente l'impegno e lo sforzo dei friulani ma un po' penalizzava - è onesto ammetterlo - le altrettanto importanti produzioni di Lison. I friulani un po' lo riconoscevano tanto che nel 1947 ancora su Agricoltura Friulana nel n° 23 si leggeva "... il Tocai per quanto di origine forestiera dopo un secolo di permanenza possiamo considerarlo naturalizzato friulano...". Insomma al di là di qualche polemica quello che è rilevante sottolineare è l'importanza della diffusione e valorizzazione del Tocai avvenuta anche e molto nelle zone di Lison.
La storia del vitigno però ha un altro epilogo perché verso la metà degli anni Settanta iniziammo presso l'Istituto Sperimentale per la Viticoltura in Conegliano la selezione clonale del Tocai friulano e l'argomento dell'origine tornò a galla e così quella sua vicinanza già rimarcata con il Sauvignon. Succedeva che tutti avevano guardato a Oriente e invece bisognava rivolgere l'attenzione a Occidente. E proprio in Occidente anche se piuttosto lontano si presentò una chance per la soluzione. Nel 1986 "girando tra i filari" (ricordate Sannino?) della collezione ampelografica dell'Università di Davis in California il vitigno Sauvignonasse che ha le stesse foglie del Sauvignon ma che se ne differenzia nel grappolo mi sembrò davvero simile al Tocai friulano. Portammo il vitigno a Conegliano e lavorammo con metodi moderni: aiutati dal computer sulle foglie; con analisi biochimiche sui sistemi isoenzimatici e con analisi molecolari sul Dna e così fu davvero stabilito che il Tocai friulano è il Sauvignonasse vecchio vitigno francese che l'Odart (1849) ricordava come presente nei migliori vigneti di Gironda Sauternes Bersac... ma oggi pressoché scomparso in quella nazione.
L'averne quindi conservata la coltivazione nel Friuli e Veneto e averlo valorizzato è un merito aggiuntivo che oggi va rimarcato in relazione al pericolo di vederne scomparire il nome nella designazione del vino. E su questo punto vanno portate le considerazioni conclusive. Come tutti sanno esiste valorizzato e protetto dalla metà del Settecento il famoso Vino di Tokay che si ottiene nella omonima zona utilizzando la varietà Furmint e che è vino da dessert con particolari originali inconfondibili caratteristiche. Esiste nel Friuli e nel Veneto come emerge dalla storia appena raccontata un altro nobile ed eccellente vino con tutt'altre caratteristiche perché è vino da pasto che ha preso la denominazione dal vitigno con cui è prodotto: il Tocai friulano.
Gli ungheresi hanno ritenuto di esercitare una protezione - peraltro legittima - del nome del loro vino cercando di contrastare l'identificazione come Tocai friulano di quello prodotto in Friuli e Veneto orientale. Una prima volta gli ungheresi sono intervenuti alla fine degli anni Cinquanta quando la Monimpex Ente ungherese cui era affidato in regime di monopolio il commercio di importazione e di esportazione intervenne presso il Tribunale di Trieste contro un produttore di Tocai friulano ritenendo illegale tale denominazione. Ma alla fine dei diversi gradi di giudizio fu stabilita la legalità dell'utilizzo del nome Tocai friulano per designare quei vini. Una seconda volta sono intervenuti presso la Comunità europea all'inizio degli anni Novanta e così sulla base di una procedura che non appare completamente rispettosa delle regole la Comunità stessa ha fatto divieto di utilizzare il termine Tocai friulano per designare i vini D.O.C. ottenuti con questo vitigno a partire dal 2007.
La Regione Friuli soprattutto e un po' la Regione Veneto stanno reagendo sulla base di precise argomentazioni giuridiche che trovano anche nella storia prima velocemente percorsa un supporto dal peso non trascurabile. Appare infatti chiaro che la denominazione si riferisce a un vitigno ritenuto autonomo (non dimentichiamo che ha superato il vaglio anche di esperti ungheresi) almeno fino a metà anni Novanta tanto che è stata utilizzata in assoluta buona fede per circa settant'anni. È chiaro che sono stati effettuati di conseguenza importanti investimenti territoriali commerciali e di immagine da vasti settori operativi che oggi si vedrebbero penalizzati dal divieto con grave danno economico. È chiaro infine che ciò è stato possibile anche dopo i pronunciamenti della magistratura della fine anni Cinquanta inizio Sessanta e che non esiste il rischio di confusione per il consumatore fra i due prodotti: Vino di Tokay e Tocai friulano. Allora: da tutto traspare un legittimo diritto (anche se in eccezione ad alcune regole generali) a conservare la denominazione del vino Tocai friulano per il Friuli e Veneto orientale. Ed anche se il vitigno dal quale deriva oggi sappiamo essere il Sauvignonasse appare giusto tenerlo iscritto al registro delle varietà anche con il nome Tocai friulano definitivamente acquisito nell'uso di queste popolazioni. (da www.liberalfondazione.it/archivio)
TOCAI FRIULANO
(a cura di Claudio Fabbro - aggiornamento al 10 febbraio 2004)Riferimenti storici
1100 : “ Il FURMINT spesso confuso con il “TOCAI FRIULANO”; da notizie avute dal prof GERGELI dell'Università di Budapest sembra sia stato introdotto in Ungheria nel 1100 da missionari italiani i quali chiamati dal Re Stefano portarono con se delle viti i cui nomi sono passati a vitigni oggi ritenuti ungheresi ( “Furmint”=fiore dei monti; “Bakator”= bacca d'oro; ecc.) (21)
1214 : “ In seguito all'attacco dei Tartari il re BELA IV incoraggiò la viticoltura tramite vari preivilegi e mediante l'insediamento di coloni italiani in Tokajhegyalja. I toponimi Olaszliszka ( olasz=italiano) e Long ( = longobardo) ricordano ancora oggi quei coloni” (26);
1245 : “BERTOLDO DI ANDECHS (.Patriarca d'Aquileia dal 1218 al 1251) diede le viti di Tokay al nipote BELA IV che le trapiantò in Ungheria " (in Aquileia's Patriarchengraber” di Coronini F. –Vienna 1867 ) cfr. VIGLIETTO F. :” Le viti di Tokay sono di origine friulana?“ in “ Bullettino Associazione agraria friulana 1884 (5) (8);
1632 : “ il TITTA ROSA (Dalmasso 1953) riferisce la seguente “piacevole storia sul Tokay : “ ai tempi della guerra “dei sette anni” un castelliere di questi posti ( Collio ? ) andò a combattere in Ungheria. Non ricordo più il nome; ma poiché possedeva una bella barba biondo-pannocchia i soldati lo chiamavano “FORMENT” frumento. In un assalto si comportò da valoroso e l'imperatrice MARIA TERESA lo nominò conte ma il soprannome gli restò ed egli divenne il conte FORMENTIN ( Formentini ?) (15). Qualche anno prima aveva sposato una giovane ereditiera il cui padre era padrone d'una buona parte dei vigneti del COLLIO terre quasi alle porte di Gorizia. Negli ozi delle guarnigioni il conte FORMINT (?) aveva una sola nostalgia: bere i suoi vini del Collio ma gli era impossibile averne. Allora si fece venire una qualità pregiata di vitigni delle sue vigne e li piantò su un colle che apparteneva alla sua giurisdizione militare. Quella zona si chiamava TOKAY; e i vitigni vi attecchirono così bene e produssero un vino così eletto che egli lo preferì a quello del Collio. Così nacque il Tokay “. “Se anche fosse accettabile il nomignolo “FORMENT” e da questo possa essere poi derivato quello del vitigno “Furmint” tra questo ed il “Tocai friulano” non esiste alcuna similitudine”. (9) (15)
1632 : “..Per essere completo nella storia leggendaria del Tocai devo richiamare la barba rossa del guerriero friulano al servizio dell' imperatrice d'Austria nelle terre di Ungheria soprannominato “ FURMINT” e che successivamente divenne FORMENTINI che avrebbe portato vitigni della terra goriziana appunto nella regione Tokay d'Ungheria e da qui avrebbe preso il nome prestigioso che ancora porta. O l'altra leggenda che ha per centro sempre la Famiglia FORMENTINI che vedrebbe per protagonisti dei vignaioli contadini sloveni ai quali veniva chiesto da dove venivano le viti che stavano lavorando ed essi rispondevano nella loro lingua “ TU KAY” che vuol dire “ di qui”. E il “ di qui” detto in sloveno “ TU KAY” sarebbe poi diventato il nome del vino di cui discorriamo”( 22) (15)
1632 :” la baronessa Aurora Formentini sposa il nobile magiaro Giovanni Batthyany ed in dote porta alcuni vitigni nostrani. Questi furono materialmente portati in Ungheria da alcuni contadini di S.Floriano che giunti a destinazione avrebbero detto in sloveno “je tukaj” cioè “è qua” .( Cosma 1992);
1632 : La baronessa Aurora FORMENTINI ( nata in Gorizia il 26.10.1609 dal generale Carlo FORMENTINI e da Anna Marie von ROHRBACH morta nel 1653 a Nemet-Ujvar-Contea di Vas)
sposa ( 2 febbraio 1632) il conte ungherese Adam BATTHYANY e porta in dote-tra l'altro- “ vitti di Toccai 300 “ che i contadini ( “sloveni” …come da “ antichi Urbari o libri delle rendite della Famiglia FORMENTINI) al suo seguito trapiantarono in Ungheria (documento originale ex archivio Paolo Emilio FORMENTINI trasferitosi in Graz-1899-da Gorizia e recuperato –1999-da Formentini Filippo. Ora in archivio Famiglia Formentini S.Floriano del Collio ( 19) (8)
1771 : Tocai coltivato a S. Salvatore Collalto Susegana dall'Abate G. VINCIGUERRA" (FAPPANI 1771) (5);
1850 : "dopo tale data il "Furmint" si diffuse in Nord-Italia e nel 1881 anche in Puglia" (MONDINI 1903) (5.);
1867 : "Il Furmint" è originario da contrada" de LA TOKAY - HEGYALJA" (SZABO e de TOROR PEST 1867) (5)
1935 : "il "Tocai friulano" deriva da un vitigno importato dalla Ungheria dal Conte OTTELIO di Ariis che ne inviò campioni alla "MOSTRA UVE ASSOCIAZIONE AGRARIA FRIULANA-1863 e che in seguito fu diffuso da G.L. PECILE"-1865" in AGRICOLTURA FRIULANA N° 25/1935" (G. PERUSINI 1935) (5)
1999 : 1^ riunione interministeriale di cooordinamento c/ o Ministero esteri il (23.12.99); fa seguito a nota 20.11.99 con cui il Ministro DINI accoglie istanze assessore agricoltura Regione Friuli V.G. .VENIER ROMANO avverso Accordo CEE-Ungheria (15) ;
2000 : il Ministero per le politiche agricole- Direzione generale politiche agricole ed agroidustriali nazionali- con nota 07.12.2000 prot. 488 chiede alla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea di ritirare il documento PECOS-DS 371; conferenza stampa TS 23.12.00 (15);
2001 : incontro al Mipa il 16.01.01 e successivo 30.01.01 (15);
2001 : “ il Tocai fu portato-e là trapiantato- in Ungheria il 1632 quale dote ( “ vitti di Toccai 300”) da Aurora Formentini andata in sposa al conte Adam Batthyany” ( documento recuperato da Formentini F. ex archivio Paolo Emilio Formentini dal 1899 in Graz-ora presso archivio Conti Formentini S.Floriano del Collio (19) (7) (8)
2001 : presentazione del libro “ VITTI DI TOCCAI…300- UNA DOTE SEICENTESCA COME DOCUMENTO PROBATORIO NEL TERZO MILLENNIO” di Cosma S. e Burcheri C. – S.Floriano del Collio 11.05.2001 (15)
2001 : Convegno “ ALLA RICERCA DEL TOCAI… PERDUTO ? “ – Cividale 22.06.2001 (15)
2002 : ( 16 ottobre )-predisposizione e presentazione ricorso da parte Regione Friuli Venezia Giulia
2003 : ricorso accolto dal TAR del Lazio e dallo stesso trasmesso alla Corte di Giustizia-BruxellesRiferimenti tecnici
1825 : "TOKAY e "RAISIN de HONGRI e TOKAJ GRIS" citati in "DELLE VITI ITALIANE" (ACERBI 1825) (5);
1849 : "GRAUER TOKAYER" citato in "Traité des cépages" "simile al Pinot grigio ma non al "Furmint" (ODART 1849) (5)
1857 : "fra i vini di Saint -Gilles si trova il vino da dessert TOKAI PRINCESSE ottenuto dal "Furmint" in "AMPELOGRAPHIE FRANCAISE" (RENDU 1857) (5)
1869 : "TOKAI BIANCA una varietà per vino da lusso nei distretti di Conegliano e Valdobbiadene" in "AMPELOGRAFIA PROVINCIALE TREVISO" (1869) (5)
1875 : "tralcio di TOKAI spedito dal Marchese INCISA di "Rocchetta Tamaro diverso affatto dal TOKAI FIRMINTO PRINCESSE e dal TOKAI PINOT GRIS" in "AMPELOGRAFIA" (DE MARIA- ALEARDI 1875) (5.);
1876 : "TOKAI D'UNGHERIA in Piemonte denominato impropriamente PINOT GRIS o BUROT" in "Corso d'Agraria-Viticoltura vol. III° (YEMINA 1876) (5)
1876 : "TOKAJER WEISSER vitigno diverso dal MOSLER (sinonimo del Furmint) non collegabile al TOCAI" in "Ampelographishes Wörterbuch" (GOETHE 1876) (5)
1877 : "verso la fine del secolo vari vitigni conosciuti come TOKAI: Pinot Gris (Alsazia e Piemonte) TOKAI BLANC GRIS o ROSSO MUSQUE NERO PRECOCE WAISSER LANGER identito all'HARSLEVELÙ della zona del TOKAI) in "Saggio di Ampelografia Universale" (DI ROVASENDA 1877) (5.);
1878 : "Furmint introdotto in LANGUEDOC - SAINT GILLES ed in PROVENZA agli inizi del 1800" (MAS e PULLIAT 1878) (5.);
1903 : "In nessuna provincia italiana si coltiva TOCAI bensì FURMINT"; in "I VITIGNI STRANIERI......"(MONDINI 1903) (5);
1906-1934 : "Furmint in alcune zone denominato TOKAI"; "vari vitigni fra cui il PINOT GRIS impropriamente denominati TOKAI"; "TOKAI COLTIVATI IN ALESSANDRIA" (MOLON 1906; VERMOREL 1909; MARZOTTO 1925; CAVAZZA 1934);(5)
1920 : "TOKAY importato nel 1866 in Veneto (fra il Piave e Tagliamento) da mercanti di cavalli (c.s.) ...... in realtà è Sauvignon"; "nel Veneto si coltivano anche Furmint e Pinot grigio col nome di TOKAI" in "RIVISTA D'AMPELOGRAFIA (SANNINO 1920) (5)
1921 : “ Nel bollettino Ass:Agr.Friulana n. 3 del 1921 pag 195 si ricorda un altro Tokay( bianco produttivissimo) . E' il FURMINT. ( 5)
1933 : "non esiste il vitigno TOKAI per cui in Friuli il nome del vino dovrebbe essere TOCAI (FRIULANO)" in "IL CORRIERE VINICOLO N° 35 del 21/9/1933 (DALMASSO 1933) (5)
1935 : "Sostenitore di "FRIULANO" aggiuntivo a TOCAI fu il Cav. Uff. MORELLI de ROSSI in "AGRICOLTURA FRIULANA del 4/5/1935" (5)
1937 : "Tocai friulano" vitigno d'incerta origine forse un vecchio vitigno veneto - simile al "Sauvignon" - portato in Ungheria e poi reimportato in zona "LISON" (Portogruaro) e Udine" - in "AGRICOLTURA FRIULANA N° 49/1937 (COSMO 1937) (5)
1937 : "A. FAPPANI scrive che nel 1771 l'ABATE G. VINCIGUERRA di COLLALTO SUSEGANA coltivava TOKAI" (DALMASSO 1937) (5)Riferimenti geografici
1810 : "Rio Toccai" fra Mossa e S. Lorenzo; iscritto con tale nome in Catasto Tavolare Austriaco (21);
1812 : “ copie originali mappe catastali di quell'anno Comuni censuari di S.Lorenzo di Mossa e Mossa esistono presso l'Ufficio Tavolare di Cormons ; recano precisi riferimenti al “RIO TOCCAI” e ad appezzamenti “aratorio-vitati “ pure denominati “TOCCAI”. Riprodotte/autenticate (15)
1875 : “rio Toccai in F. 5 Comune di Mossa ; rio Toccai ed appezzamenti “aratorio-vitati denominati Toccai in F. 6 Comune di S.Lorenzo di Mossa – Catasto fondiario Austroungarico. Rinvenute presso Ufficio catasto fondiario Cormons; riprodotte/autenticate (15);
1906 : nella ristrutturazione catastale le particelle del RIO TOCCAI sono registrate come "BENE PUBBLICO-DEMANIO" del Comune di MOSSA (5.)Riferimenti giuridici
1891 : ACCORDO DI MADRID ( 14.04.1891) “ sulla repressione delle false o fallaci indicazioni di provenienza compatibilità d'omonimie nell'indicazione dei prodotti purchè non venga tratto in inganno il consumatore rispetto all'origine geografica e purchè l'uso perduri nel tempo e sia esercitato in buona fede” ; successive revisioni : Washington(1911) Aja(1925) Londra(1934) Lisbona( 1958) Stoccolma(1967) e da ultimo 1977 (15);.
1924 : Accordo di Parigi relativo all ‘ istituzione dell' '"OFFICE INTERNATIONAL DU VIN"( 29.11.1924 ) (5.);
1948 : "nel bollettino n° 210(agosto '48) Italia e Ungheria indicano cinque "TOKAI" per l'UNGHERIA( variamente specificati) ed il "TOCAI friulano" o di LISON" per l'ITALIA senza contrasti" (5)
1957 : L. 14.10.1957 n. 1203 ( G.U. 23.12.1957 n. 317) di “ ratifica ed esecuzione Accordi internazionali firmati a Roma il 25.03.1957 istitutivi della Comunità europea ( art.288 e art. 307) (15);
1959 : “ il Tocai friulano viene iscritto al n. 253 nel Catalogo nazionale delle varietà”(15);
1962 : "I BARONI ECONOMO DI AQUILEIA ( Economo Guglielmina et al.) vincono la causa per l'uso del nome "TOKAI" contro la Ditta MONIMPEX DI BUDAPEST (Sentenza della Corte di Cassazione- Sezione I^ Civile- n. 1659/62 dd. 30/4/1962) (22) (15)
1968 : “ Tocai friulano (in purezza) ed in uvaggio con Ribolla(gialla) e Malvasia(istriana) nel primo disciplinare riconosciuto per il Friuli Venezia Giulia ( DOC COLLIO D.P.R. 24.05.1968) (15);
1970 : “Il Tocai friulano viene riconosciuto a D.O.C. per le zone C.O.F. e GRAVE; in seguito anche nelle altre zone ISONZO AQUILEIA LATISANA ANNIA. Non previsto nella DOC CARSO”/ (15)
1981 : “ il Tocai friulano viene iscritto nell'elenco dei vitigni raccomandati/autorizzati con regolamento CEE n. 3800/81 (15);
1993 : con decisione n. 93/724/CE del Consiglio del 23 novembre
( G.U. n. 337/L del 31.12.1993) si conclude l'Accordo fra C.E.E. e Ungheria per la tutela reciproca delle denominazioni d'origine; entra in vigore il 01.04.94 e concede all'Italia un periodo transitorio ( fino al 31.03.2007) di 13 anni per l'utilizzo del nome Tocai; in allegato: “scambio di lettere”(15);
1994 : “ Accordi TRIPS” concernenti –tra l'altro-diritti proprietà intellettuale commercio merci contraffatte”; con legge 29.12.94 n. 747 l' Italia ratifica e da esecuzione a negoziati URUGUAY ROUND di Marrakech del 15.04.94 ( posteriore di cinque mesi all'Accordo CEE-Ungheria del 23.11.93) (15);
1999 : reg.(CE) n. 1774/99 del Consiglio del 29.07.1999 di « conclusione dell'Accordo CEE/Ungheria in forma di scambio di lettere ”(15);Note e riferimenti bibliografici
(1)-AA.VV. : “ Vino e Territorio-Friuli Venezia Giulia 2000”- Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 2000;
(2)-AA.VV. : “Tocai friulano-Un vino una storia” – ATTI del Simposio internazionale sul Tocai Friulano nel mondo Gorizia 1985
(3)-BERGAMINI G.-NOVAJRA P. : “ Picolit oro del Friuli” e “ Tocai friulano un vino e una storia” in “ Vino e territorio” (c.s.)
(4)-CALO' A.-COSTACURTA A. : “ Il miglioramento genetico del Tocai: la selezione clonale” in “ATTI” (c.s.);
(5)-CALO' A.- COSTACURTA A. : “Delle viti in Friuli” – ARTI GRAFICHE FRIULANE UDINE 1991
(6)-CATTALINI A. . : “1520-1970 : 450 anni di viticoltura” ed: AZ. FORMENTINI GORIZIA 1971
(7)-COSMA S. : “ Dotato d'eccellentissimi vini è il contado di Gorizia” - Edizioni della Laguna-Ventennale Ducato Vini Friulani 1992
(8)-COSMA S.-BURCHERI C. : “ Vitti di Toccai…..300 – Una dote seicentesca come documento probatorio nel terzo millennio”- Edizioni Della Laguna Gorizia 2001
(9)-COSMO I.- POLSINELLI M. :” Tocai friulano”in “Principali vitigni da vino coltivati in Italia- Vol. I°- Roma 1960
(10)-DALMASSO G. : “ La piacevole storia del Tokai”. Riv. Di Vitic. E di Enol. Conegliano 1953
(11)-FABBRO C. : “ Viti e vini del Friuli”-Ed. Ducato dei Vini Friulani Gorizia 1977
(12)-FABBRO C. : “ Alle radici del VIGNETO FRIULI”-Ed. Associazione nazionale Città del vino Siena 1998
(13)-FABBRO C.: “VIGNETO FRIULI delle viti e dei vini” in “Enovagando”-DI.GI.PRESS Editore Gorizia 2000
(14)-FABBRO C.. “Alle radici del Ramandolo” in “Il Ramandolo sui Colli orientali del Friuli”-Edizioni Archivio Tommasoli Verona 2001
(15)-FABBRO C. : “ ricerche d'archivio comunicazioni personali elaborazione documenti ed atti vari “ 2001
(16)-FILIPUTTI W. : “ Terre vigne vini del Friuli V.G.”-Gianfranco Angelico Benvenuto Editore Udine 1983
(17)-FILIPUTTI W. : “ L'Abbazia di Rosazzo e i suoi vigneti” Udine 1986
(18)-FILIPUTTI W . : “Il Friuli Venezia Giulia e i suoi Grandi Vini”-Arti Grafiche Friulane Feletto Umberto(UD) 1997
(19)-de FRANCISCO L. « Il Messaggero Veneto » numeri vari Gorizia 2001
(20) -MAINARDI G.-BERTA P. : “ Il Tokaj tra storia e leggenda”- Ed agricole-Vignevini n. 7/8 Bologna 1989
(21)-MARANGONI B.- PETERLUNGHER E. : “ Il Tocai friulano: ampelografia” in “ATTI” (Gorizia 1985)
(22)-MIZZAU A. : “ Il Tocai friulano attraverso i secoli” in “ATTI” (c.s.);
(23)- PITTARO P- PLOZNER L. .: “ L'uva e il vino”-Magnus Edizioni S.p.A. Udine 1982
(24) -POGGI G. : “Atlante ampelografico” Pordenone 1939
(25)-SCHAEFER A. : “ Il Tokay-Pinot grigio in Alsazia” in “ATTI” ( c.s.);
(26)-ZILAJ J. : “ Le caratteristiche del vino Tokaj” in “ATTI”(c.s.);