LECTIO MAGISTRALIS 1 DICEMBRE 2006 UNIVERSITÀ DI UDINE
STORIA DI UNA PASSIONE
"La prima finalità del nostro impegno
in un'epoca in cui il profitto sembra essere la misura dominante di ogni successo
non è mai stato il guadagno
ma l'impegno per il miglioramento continuo
per la ricerca esasperata della qualità
per l'innovazione
per la produzione della migliore Grappa del mondo
nel rispetto del territorio e della sua cultura
caratterizzata dai profumi tipici del vitigno d'origine
capace di avvicinare e sedurre il consumatore
più esigente.
La mia è una testimonianza di vita vissuta con rabbia e passione
determinazione e gioia di vivere. E' un susseguirsi di momenti consequenziali
strettamente
dipendenti uno dall'altro
che alla fine ci hanno consentito di realizzare quello che
nei primi anni 60
sembrava impossibile: trasformare la grappa da
Cenerentola a Regina delle Acqueviti!
Sono nata da genitori meravigliosi
colti
intelligenti
generosi che mi hanno trasmesso il valore dell'onestà intellettuale
ma soprattutto della "famiglia"
quell'intreccio di dipendenza e indipendenza che forse è il vero amore: vivere uno per l'altro
affrontare uniti le difficoltà e la gioia che la vita ci
riserva.
Grazie anche ai miei genitori mi sono sempre considerata un individuo pensante
che con determinazione e spirito di sacrificio
mirando lontano per arrivare
almeno vicino
avrebbe potuto realizzare quanto si prefiggeva.
Il mio Papà
emigrante figlio di emigranti
era innamorato della sua terra
il Friuli
e mi ha trasmesso l'amore per le mie radici
la conoscenza del nostro
territorio e dei suoi tesori. Fin da piccola mi ha spiegato perchè le vigne e i vitigni autoctoni Friulani solo nel loro habitat potevano dare risultati
così eccelsi
perchè la tradizione non è fatta soltanto di conservazione ma anche dell'esperienza di quanti ci hanno preceduti. Insisteva nel dirmi quello
che soltanto oggi
a distanza di tanti anni e di tanti errori
quasi tutti ammettono: questi antichi prodotti
questi antichi valori
dovevano essere
protetti
salvati
pena la perdita della nostra identità.
La mia Mamma
splendida
estroversa
determinata
mi ha avvicinato soprattutto all'amore per le cose belle
in ogni forma
dal fiore di campo all'oggetto
più raffinato
da una poesia del Leopardi all'importanza di saper affrontare ogni momento scegliendo il lato positivo delle cose e minimizzandone quello
negativo. Mi ha trasmesso così la gioia di vivere
che è la paziente ricerca di quel poco o tanto di perfezione di cui si è capaci.
Con queste ricchezze
la dote che auguro a tutti i giovani
ho incontrato Benito
l'uomo della mia vita: innamoramento
amore e passione
prima per lui poi
anche per il suo mestiere
l'Arte della Distillazione della Grappa.
La nostra unione si può definire "lotta continua"
una lotta indispensabile per il raggiungimento degli obbiettivi che ci eravamo prefissati. Ogni progetto
ogni idea
di entrambi era ed è ancora discussa per ore
conquistata con le unghie e con i denti. Alla fine
però
non c'è mai un vincitore tra me e lui.
L'unico vincitore diventa la grappa
l'acquavite
la loro qualità. Succedeva un tempo
succede ora con le nostre figlie Cristina
Antonella e Elisabetta.
Sono coalizzate
si battono
non mollano
sanno che il Papà e la Mamma sono due ossi duri
ma alla fine ottengono per l'azienda quanto la loro convinzione
e il loro sapere ritengono indispensabile. E' anche per questo
credo
che tutte e tre hanno scelto di lavorare con noi ed oggi hanno incarichi di rilievo
in azienda
cosa assai rara in gruppi familiari. Quando si parla di transizione generazionale è importante che
nel rispetto reciproco
ciascuno si senta
importante
ma nessuno più importante dell'impresa.
E' con Benito che ho realizzato il mio sogno
è con lui che ho creato il valore più prezioso della nostra vita: Cristina
Antonella
Elisabetta
la nostra
famiglia
ora allargata con otto nipoti. Ed è a lui che
con tanta riconoscenza e ammirazione
dedico la Laurea ad Honorem di cui oggi Voi mi onorate.
Ma torniamo alla nostra storia
a fine anni 60. In quei tempi
in un paese inoltrato nell'industrializzazione e nei consumi moderni
gli italiani scoprono
anche l'emozione della tavola. Il cibo non è più sola sopravvivenza
ma gioia del palato
tradizione
salute
territorio. In una parola: diventa cultura.
Si scoprono le diversità
le cucine regionali: d'oltralpe
dalla Francia
arriva la Nouvelle Cuisine
in Italia si affina la presentazione del cibo
si
riscoprono prodotti antichi e quasi dimenticati. Nascono i grandi chef
i grandi piatti e i grandi vini.
Ma la grappa rimane un distillato considerato grezzo
un retaggio della miseria
del freddo
della fame. Lo racconta bene il più grande poeta friulano
che ha fatto parte della Giuria del Premio Nonino fin dall'inizio
padre David Maria Turoldo che
a proposito della Grappa
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