PICCOLIT, gloria e vanto...
E' una gloria ed un vanto della viticoltura friulana ed è la dimostrazione evidente che anche a altitudini elevate alcuni vitigni possono dare dei prodotti di bontà veramente superiore.
Vitigno certamente antichissimo tantochè il Goldoni lo celebrò chiamandolo "del Tokay germano" riferendosi, si intende, al Tokay ungherese. Il Gallesio lo onorò di una descrizione
nella sua Ampelografia riproducendo in una tavola, grappolo e foglia. Qualche autore lo ritenne anche coltivato al tempo dei Romani. Il Conte Fabio Asquini nella seconda metà del
Settecento lo produceva in quel di Fagagna in discreta quantità e si dice che ne esportasse oltre 100 mila bottigliette della capacità di un quarto di litro, alle corti di Francia,
d'Austria e di Russia; anche i Papi tenevano il vino in grande considerazione. Nella "Storia della vite e del vino" il Prof. Giovanni Dalmasso al Capitolo XIX - Vol. III, scrive
a proposito di Piccolit: " ...nel Settecento per la grandissima fama del vino che se ne otteneva era andato diffondendosi nelle vicine provincie ed era anche arrivato in Toscana
portatovi dal Canonico Andrea Zucchini ed in Emilia, (Scandiano)". Ed ancora egli accenna alla Memoria di F. M. Malvolti (Anno 1772) che scriveva: " Il Piccolit che non solo anco
di recente ha potuto gareggiare alle mense di Forestieri, Signori e Sovrani con quelli dei migliori climi, ma ha potuto, eziandio a nostra gloria, riportarne la palma ". Egli
alludeva ad un invio fatto dal Conte di Montalbano, di Piccolit di Conegliano al Re di Francia. Ed ancora il Prof. Dalmasso nella sua pubblicazione: " I vini bianchi tipici dei
Colli Trevigiani "si sofferma largamente sulla coltura del Piccolit nella provincia di Treviso: il vino veniva spedite nei più lontani Paesi ed era talmente tenuto in onore che
negli Atti dell'Accademia Agraria di Conegliano, in data 18 marze 1788, si legge che fu deliberato di stampare 2.500 copie del certificato comandato dal1'Ecc.mo Senato col suo
decreto 10 giugno 1786 di esenzione dei dazi stradali del Piccolit di Conegliano, siccome pure di eleggere uno del corpo di detta Accademia, Deputato
a controllare la spedizione
di tale vino ed a rilasciare i prescritti certificati. Qualcosa di simile di quello che oggi avviene per la tutte adei vini pregiati. Oggi, purtroppo, la coltura di questo
vitigno, da considerasi tra i più nobili, va pressochè scomparendo ed il Piccolit lo troviamo qua e là in tutti i terreni dell'arco collinare eocenico che va dal Torre al Judrio
dove poche viti esistenti sono però sempre in grado di conferire alla massa dei vini bianchi una netta impronta di superiorità indiscussa, così come potrebbe fare il puro
sangue nei confronti della prole.
Tuttavia sulle solatie pendici di Rosazzo, nei terreni dell'Abbazia od anche presso Aziende collinari e pedecollinari di avanguardia, qualche ettolitro di Piccolit si produce ancora
in purezza e questa ambrosia, questo "oro potabile", come direbbe Lulli, lo si degusta, lo si centellina, lo si accarezza e lo si invecchia come cosa rara perché effettivamente rara
è. Perché tutto questo? Perché il vitigno di forte vigore, di ottima resistenza alle malattie, di buona affinità coi portainnesti in uso, non si diffonde? Un carattere negativo di
una gravità eccezionale è manifesto in lui: quello dell'aborto floreale, che fa sì che su un raspo, almeno 9 anni su 10 i fiori fecondati e gli acini ingrossati, si riducono ad un
numero esiguo. Fisiologicamente la causa di tutto questo si deve imputare allo scarso o nullo potere germinativo del polline tantochè, praticamente, i fiori del Piccolit si debbono
considerare femminili, definendo i caratteri di alto pregio del vitigno, quello negativo della colatura. Ho già accennato alla bontà, alla finezza del vino ed alla sua resistenza
alla pratica dell'invecchiamento anche promulgato che lo migliora notevolmente nei suoi caratteri organolettici. Alla prima Mostra nazionale dei Vini tipici svoltasi in Siena,
nel 1933, il Consorzio per la Viticoltura inviò del Piccolit in bottiglie settecentesche di vetro appositamente soffiato dalle Vetrerie di Murano: era vino liquoroso maturato
sui colli di Rosazzo e come tale stette alla pari coi migliori tipi della Sardegna e della Sicilia. Prove eseguite per numerosi anni nel Vigneto Ampelografico di Buttrio, oggi
della Sezione Viticoltura del Consorzio Provinciale tra i Produttori dell'Agicoltura, hanno dimostrato che il mosto di Piccolit in qualunque annata è sempre alla testa, per
contenuto zuccherino, di quelli prodotti con le 60 varietà di vitigni colà coltivate a scopo di studio. Il Piccolit è quindi meritevole di diffusione nelle zone collinari e
pedecollinari ben ventilate ed esposte, perchè 1'armonia dei componenti del mosto rende possibile la produzione di vini fini bianchi e di vini liquorosi veramente insuperabili.
DESCRIZIONE
Uva bianca da vino.
- Resistenza alle malattie: soffre per attacchi di oidium ed in minor misura di peronospora.
- Vigore: fortissimo.
- Produttività: scarsissima per aborto floreale.
- Germoglio: Cotonoso e colorato, con foglioline allungate, piane, leggermente piegate lungo la nervatura centrale, internodi dei germogli di colore rosso-violaceo, caratteristico.
- Tralci: Sottili, con internodi di media lunghezza ed anche lunghi e di colore rosso, grigio scuro.
- Foglia: piccola e media, verde chiaro, che in autunno passa la giallo, spessa, alquanto rugosa, piana, con orli leggermente revoluti. Pagina inferiore con tomento aracnoideo,
eretto sulle nervature. Intera o trilobata. Seni poco profondi, acuti, aperti. Seno peziolare rotondo, aperto. Lobi acuti. Dentatura alquanto irregolare con denti profondi, acuti.
Picciolo corto, di colore rosso vinoso, pubescente. Base delle nervature di colore rosso sulle due pagine.
- Grappolo: piramidale, alato, medio per lunghezza e grandezza, serrato (a completa fecondazione dei fiori). Peduncolo corto, robusto, colorato. Pedicelli corti, verdi.
Pennello lungo. Acini piuttosto piccoli, leggermente ovali. Buccia resistente e spessa, pruinosa, di colore giallo grigio, opaca, con riflessi rossastri, dorata dalla parte
del sole. Polpa scarsa, molle, fondente, dolce, gradevole. Vinaccioli grossissimi in numero di due.
- Caratteri del vino: Di colore paglierino carico, alcolico, delicatamente profumato, armonico, asciutto o dolce, un po' molle, di sapore molto speciale, inconfondibile,
gradevolissimo. Vino liquoroso d invecchiamento. L'uva di Piccolit è specialmente adatta alla confezione di vini passiti, di lusso.
- Alcolicità: media gradi 12,5, minima 11, massima 14,5 (in volume al Malligand).
- Acidità totale media: grammi 4 per litro (in acido tartarico).
Da POGGI G. : Atlante ampelografico, Pordenone 1939
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